di Marina Verdenelli
Approdata in Antartide per capire come sta la Terra e guarire dall’effetto serra. C’è anche un po’ di Montefano dall’altra parte del mondo, nel mare gelato, a 15mila chilometri di distanza dalle Marche e dall’Italia. E’ Silvia Illuminati, 39 anni, ricercatrice dell’Università Politecnica delle Marche per il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, laureata in Biologia Marina. Originaria del paesino maceratese da ottobre è nella stazione italiana Mario Zucchelli, in Antartide, insieme ad altri studiosi e ricercatori per contribuire a capire i cambiamenti climatici studiando ghiaccio e pesci. Lunedì sera è stata ripresa nello speciale del Tg 1 dedicato all’Antartide. E’ sei volte che parte in “missione” ma ogni volta è come come se fosse la prima. Una cascata di riccioli mori, la passione per la cucina e un fisico in grado di resistere ad un balzo climatico che in Antartide segna anche i -80 gradi centigradi. «Il continente bianco è un luogo magico ed estremo – spiega la ricercatrice – per questo ho scelto di partire. E’ anche pericoloso perché la natura mostra tutta la sua forza e la sua prepotenza. Per me è l’esperienza più bella che potessi fare legata al mio percorso di studi. Nella base italiana si incontrano tante eccellenze dai carpentieri, tornitori, guide alpine, piloti di elicotteri, meteo-previsori e meccanici. Si incontrano anche tante realtà scientifiche perché sono diversi i progetti coinvolti che vanno dalla ricerca dei meteoriti o di foreste fossili, dagli studi paleo-climatici alla contaminazione chimica fino agli studi di comportamento degli animali antartici».
Due i progetti ai quali Illuminati è stata assegnata: “Scambi e relazioni aria-neve per elementi in trace e composti organici di interesse climatico” e “Valutazione ed evoluzione della contaminazione chimica da componenti organiche ed inorganiche in aree costiere antartiche”. Nel primo è previsto il prelievo di polveri sottili e soprattutto di particelle atmosferiche molto piccole che vengono respirate direttamente dai polmoni e che possono causare seri danni alla salute umana.«A queste particelle – spiega Illuminati – sono associate diverse sostanze pericolose per gli esseri viventi. Sono metalli in tracce tipo piombo, mercurio, cadmio, rame, contaminanti organici tipo pesticidi, diossine, idrocarburi policiclici aromatici e elementi naturali. Sostanze che sono molto spesso responsabili anche dei cambiamenti climatici in atto». Il compito della ricercatrice è campionare le polveri sottili che arrivano dai paesi industrializzati attraverso degli aspiratori che intrappolano le particelle. «Per avere un campione apprezzabile e statisticamente significativo, in Antartide è necessario – dice Illuminati – campionare l’aria per dieci giorni e si ottiene un filtro grigio. In Italia basta un giorno per un filtro intasato di colore nero». I campioni raccolti vengono conservati in celle frigorifere a -20 gradi e spediti, a fine ricerca, in Italia dove verranno analizzati da diverse università compresa quella di Ancona. Nel secondo progetto di ricerca Illuminati partecipa a più studi volti a valutare lo stress ossidativo e la conseguente produzione di radicali liberi in alcuni pesci antartici, prodotti dall’aumento della temperatura dell’acqua di mare in relazione al riscaldamento globale. «I pesci antartici – spiega la ricercatrice – vengono considerati delle sentinelle dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale perché sono adatti a vivere in un ambiente molto stabile». L’Antartide rappresenta un osservatorio privilegiato per i cambiamenti climatici.
E’ il luogo ideale per studiare i processi che regolano il trasferimento delle varie sostanze inquinanti dall’atmosfera alla neve, al ghiaccio, all’acqua di mare e agli organismi marini, in un unico ciclo che coinvolge anche l’uomo e che l’uomo contribuisce a modificare. «Grazie allo studio delle carote di ghiaccio – aggiunge Illuminati – è stato possibile evidenziare, a partire dagli anni ’90, una diminuzione del contenuto di piombo in atmosfera, in relazione alla progressiva eliminazione di questo metallo dalla benzina. Questo non vuol dire che il mondo è meno inquinato perché molte altre sono le sostanze prodotte dall’uomo che causano inquinamento. Grazie alla ricerca scientifica però si nota un progressiva sensibilizzazione delle persone e degli enti governativi ai problemi dell’inquinamento e alle possibili azioni da intraprendere per ridurli. Sulla Terra noi siamo tutti degli ospiti, ricordiamocelo sempre».
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brava. speriamo che queste ricerche aprano anche orizzonti nuovi sulle vere cause principali di codesti massivi rilevamenti o di quelli di bario ed alluminio, ad esempio.
I cambiamenti climatici ci sono stati sempre nella storia : pensiamo al raffreddamento atmosferico che ha perseguitato l’Europa per oltre tre secoli . Studiare è opportuno ma l’inquinamento massiccio da fonti fossili e ,se vogliamo, anche le cosiddette scie chimiche ( composte da polveri di alluminio ed altro -non sono affatto una invenzione della fantasia – ) che senza regole vengono diffuse nell’atmosfera ed anche in Italia per orientare le precipitazioni atmosferiche a scopi agrari (– e chi può dire se non possano essere diffuse per altri scopi ..e chi non ricorda quando in Cina volevano la pioggia ed invece a causa del fatto che non si sono regolati ..è venuto un nevone …- – ) ci sollecita la domanda : ” perchè questo insulto contro la saluite dell’umanità non viene mai fermato dalle Autorità Giudiziarie Penali dei Paesi in cui quanto di insalubre viene prodotto ? La questione ILVA meriterebbe altri approfondimenti oltre all’inquinamento che si sarebbe potuto ridurre allo zero già da decenni .
Brava Silvia!!!!!!!