di Alessandra Pierini
Ha chiesto un abbraccio, poi si è fumata una sigaretta. Debora Calamai, la mamma che ha ucciso il suo bambino a coltellate, la sera della vigilia di Natale, ha ricevuto nel carcere di Camerino la visita del vescovo Francesco Brugnaro, della Diocesi di Camerino e San Severino. E’ andata a trovarla il giorno di Natale. Un caso che scuote le coscienze quello dell’omicidio del bambino. Monsignor Francesco Brugnaro l’ha incontrata ieri mattina, dopo la tradizionale messa per i detenuti. «Sono andato a salutarla – racconta l’arcivescovo – mi ha chiesto di abbracciarla , l’ho abbracciata, le ho messo la mano sulla testa, mi ha guardato, lo sguardo molto assente, le ho detto che era Natale e abbiamo pregato per lei e per tutti. Continuava a fissarmi, poi ha fumato una sigaretta e mi ha chiesto di abbracciarla di nuovo. Camminava avanti e indietro».
Il vescovo ha parlato dell’episodio anche durante l’omelia in Cattedrale. «Ho sviluppato il tema del prendersi cura – sottolinea – bisogna imparare ad avere cura gli uni degli altri, ma una cura attenta e diligente. Le situazioni drammatiche non nascono all’improvviso ma hanno una lunga latenza. Tutti ci dobbiamo sentire responsabili, soprattutto quando le difficoltà, quelle familiari, parentali, per l’educazione, per il lavoro logorano la psiche e portano all’ingovernabilità della situazione. Quando la relazione diventa ingovernabile succede di tutto».
Monsignor Brugnaro indica la solidarietà verso gli altri come un dovere: «Dal punto di vista umano e morale religioso, prendersi cura degli altri è un dovere, dovere della società e anche dei medici. Impariamo ad osservare ma non da lontano, vedere dentro le situazioni delle persone e insieme nella solidarietà, aiutare a uscire dalle situazioni drammatiche. Due sono le parole fondamentali, dono e perdono. Il dono della vita è grande ma bisogna anche avere il perdono perchè ci si possa riprendere con coraggio Nella nostra società la solidarietà trova nella fede uno strumento capace di servire la vita. Dio è in mezzo a noi, non ci ha chiamato a risolvere i problemi ma ci ha chiamato ad affrontarli con sguardo e un cuore nuovi che ci permettono di condividere le fatiche della vita».
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