Lo spopolamento della montagna, il taglio delle scuole, le difficoltà nella sanità, ma anche le opportunità che un territorio incontaminato come il Parco dei Sibillini possono offrire. Questi i temi al centro dell’ incontro di ieri al cinema teatro di Ussita, promosso dal senatore Mario Morgoni con il gruppo Pd del Senato.
«In effetti la riscrittura della normativa sui Parchi , di cui si sta occupando la Commissione Ambiente del Senato , non coglierebbe i risultati attesi se avvenisse ignorando i cittadini, degli amministratori, le realtà produttive e di ricerca che popolano i territori delle aree protette» ha sottolineato il senatore Pd Massimo Caleo, relatore della modifica della legge sui parchi in commissione ambiente al senato (leggi l’articolo). «Come non può mancare una nuova concezione del Parco , che deve essere considerato un’ opportunità per la crescita di startup e aziende che nascano proprio dalle specificità e dalla conservazione della natura che caratterizzano le aree protette – ha precisato invece il rettore dell’Università di Camerino, Flavio Corradini.
«Ma al contempo non si possono dimenticare le difficoltà di pastori, contadini e allevatori che nel parco vivono e cercano di produrre reddito – così Mirella Gattari responsabile Cia Marche – individuabili nella presenza di situazioni faunistiche particolari, com’ e’ il caso dei lupi, ma anche in una burocrazia troppo ingombrante e nei costi della ” marginalità”, fattori che impediscono il dispiegarsi di un’agricoltura rurale come volano di sviluppo sostenibile ed economicamente interessante». In questo quadro di difficoltà è emerso l’ impegno del presidente, Oliviero Olivieri e del direttore Franco Perco, che hanno rappresentato da una parte la piena disponibilità delle strutture, ma anche la mancanza di fondi e risorse necessarie. Molti gli interventi degli amministratori locali, quali quelli dei sindaci di Ussita, (Marco Rinaldi), Visso (Giuliano Pazzaglini), Castel Sant’Angelo sul Nera (Marco Falcucci)e Acquacanina, (Giancarlo Ricottini), e deii presidenti delle comunità montane di Camerino e dei Monti Azzurri, Sauro Scaficchia e Giampiero Feliciotti .Tutti hanno rilevato le difficoltà del vivere, del produrre e amministrare piccole comunità nelle aree interne, ma anche una forte volontà di riscatto sociale civile ed economica.
«Occorre guardare ai concetti di conservazione e sviluppo in modo non conflittuale – ha concluso il senatore Morgoni – ma con la capacità di rendere e di fare della tutela dei nostri beni paesaggistici ambientali un elemento per quella crescita qualitativa che è la strada obbligata per il futuro del nostro paese».
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Parchi e se per comunità s’intendono quelle montane, sono due enti inutili che gravano nelle tasche dei contribuenti. Per la gestione dei parchi c’è la forestale che basta e avanza, non c’è bisogno dell’ente parco. Le comunità montane producono solo burocrazia e complicano la vita ai cittadini. Per lo sviluppo occorrono aziende che producano cose utili alla gente e uno sgravio fiscale considerevole per tutti e non contentini mirati per qualcuno. Ma tutto ciò, non potrà mai essere possibile se le tasse continuano ad essere assorbite da enti inutili e dall’enorme carrozzone parassitario dello stato.
Sig, Tranzocchi, se avesse partecipato all’ incontro avrebbe le idee meno confuse e potrebbe riflettere sulla grande opportunità che le aree protette possono rappresentare in termini di valore ambientale ed economico, non solo per gli abitanti di quelle aree ma per tutti noi .
Certamente la conoscenza delle problematiche e delle opportunità che un’area protetta come quella del Parco dei Sibillini può diventare per le comunità che vi abitano,è più che necessaria per tutti .
E importante;quindi ben venga un colloquio fattivo e continuativo tra le comunità ,le amm/ni comunali e l’Ente Parco. Penso che solo un confronto franco e costruttivo possa portare a uno sviluppo del territorio e principalmente del TURISMO chè è la principale risorsa dell’area dei Sibillini.
Sig. Morgoni, a me non sembra di avere le idee confuse. Si stanno avvicinando le elezioni regionali, e questi incontri, non sono altro che delle cialtronerie elettorali. Non sono contro i parchi o le aree protette, ma è sotto gli occhi di tutti che l’ambiente e il paesaggio non è stato mai deturpato come dopo che sono state istituite tanti enti e leggi a sua protezione. Non ho nulla di personale contro i presidenti di parchi e comunità montane, ma se continuiamo a proteggere enti inutili al posto del territorio, non credo sia questa la strada giusta per lo sviluppo.
E’ stato commesso un errore nell’organizzazione secondo me: non coinvolgere tra i relatori figure rappresentative come tecnici professionisti che di ambiente si occupano per lavoro o ricerca. Spero che a ciò si possa rimediare in occasione di altri incontri analoghi.
Pensavo anche ad una illustrazione più puntuale della proposta di aggiornamento della 394.
Molte delle parti illustrate sono un’arma a doppio taglio e andrebbero definite meglio le modalità di attuazione della nuova normativa, altrimenti basta un minimo di occhio critico e ci si vede immediatamente una serie di azioni che potrebbero essere utilizzate per distruggere quanto di buono si è fatto in termini di conservazione.
Sono d’accordo nel pensare che un Parco non debba essere una riserva indiana, e che debba conciliare attraverso una gestione razionale conservazione e sviluppo del territorio, ma la possibile anarchia è altro! E qui nelle Marche andrebbe meno peggio che da altre parti.
-Bene diminuire le tensioni, ma questo si fa NON stando dietro ai desiderata dei sindaci (desiderata che cambiano da momento e da appartenenza politica di volta in volta anche in funzione dall’avvicinarsi delle consultazioni elettorali), ma con un confronto aperto basato su parametri tecnici, scientifici e normativi.
-Sull’abolizione dell’Albo dei Direttori e loro nomina: positivo che non si debba più attingere ad un albo quasi blindato dove per entrare (da quel che si sente dire) di fatto si doveva già essere Direttori. Però i Direttori vanno scelti tra persone competenti e di certo NON tra politici, specie se amministratori locali. Può andar bene che il Direttore non venga scelto direttamente dal Ministero….ma se dovrà essere nominato dal consiglio direttivo che per metà è espresso dalle comunità locali (quindi politici) sarà bene creare a livello ministeriale una rosa di candidati competenti (basta istituire un elenco di aspiranti Direttori con accertata formazione e competenza in merito, aggiornabile ogni 5 anni per esempio, una sorta di soggetti idonei a ricoprire tale ruolo) all’interno della quale il consiglio sceglierà il Direttore.
-Royalty: andrebbero regolamentate bene, anzi benissimo. Che le imprese o i titolari di impianti impattanti versino al parco delle quote da reinvestire può andare bene….se questo non apre la strada a situazioni per cui poi un comune farà di tutto per far aprire qualsivoglia impianto/attività pur di percepirne gli introiti. Mi direte: ma vanno al Parco! Sì, ma con un consiglio direttivo fortemente locale e un Direttore scelto in modo non oculato (da un punto di vista tecnico in relazione al parco)….si rischia.
Il Parco è una ricchezza!
Anche i lupi che ci stanno lo sono. E’ vero che agricoltori ed allevatori devono vivere e guadagnare, ma devono anche crescere ed innovare.
Se il lupo porta turisti, questi acquisteranno i loro prodotti, e se il lupo arreca danni che vengono risarciti, non è una vergogna usufruirne….purchè i danni siano realmente causati dal lupo!
Senza il lupo forse non ci sarebbero danni….ma neanche turisti!
Buona l’osservazione sul cercare di ottenere vantaggi dal fatto di stare nel Parco, manutenzione delle strade da considerare di interesse nazionale ad esempio.
Ma misura compensativa non può essere il tenere aperta una scuola pluriclasse che non prepara adeguatamente i ragazzi. Lo sarebbe chiedere 3 pulmini anzichè 1 per portare i ragazzi a scuola, riducendo di 1/3 la lunghezza del viaggio ed avendo a disposizione pulmini anche per altri servizi alla popolazione.
Sarebbe da continuare il percorso con confronti che coinvolgano tutti i protagonisti legati alle tematiche ambientali.
Speriamo che l’incontro sia stato il primo passo, perchè se è stato quello conclusivo di illustrazione approssimativa di ciò che sarà la nuova legge, si rischia di non avere nè Parchi nè sviluppo in futuro.
Allora aspettiamo in gloria anche le startlup, organizzate una Lupolda.
Buongiorno, dall’articolo non si evince la grinta che è stata messa in campo dalla Responsabile Cia Marche, ma c’è stato un tripudio di applausi… ma certamente la burocrazia ferma lo sviluppo dell’agricoltura rurale, vero e proprio asse portante della civiltà in tempi non remoti, a cui occorre rivolgersi per non dimenticare le origini.
Sono per tutto e in tutto d’accordo con il bel discorso della Gattari e a lai affido le mie speranze di un’ agricoltura che preservi le origini.
Ringrazio tutti gli intervenuti per le loro valutazioni ed il loro contributo, anche critico, sui temi al centro del confronto di Ussita. Per quanto mi riguarda, confermo l’ impegno già assunto in quella occasione, di fare in modo che si tratti di un primo momento di confronto per preparare un percorso di conoscenza, collaborazione e concrete iniziative per fare del Parco una vera risorsa, non solo naturalistica ma anche economica, e una realtà di eccellenza per l’ intero territorio regionale.