«Arriva il prosciutto senza carne di maiale a danno dei consumatori e degli allevatori». A lanciare l’allarme è la Coldiretti sulla base della proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo una serie di novità, con riflessi negativi anche per i circa 1.700 allevamenti di maiali attivi nella regione Marche, con oltre 200mila capi. Ma ad essere penalizzate saranno anche le famiglie che spendono all’anno circa 280 euro per l’acquisto dei salumi. «Il prosciutto cotto potrà ora essere fatto anche utilizzando carne di altre specie – si legge nella nota della Coldiretti Marche – creando confusione nei consumatori sul reale contenuto del prodotto che acquisteranno. Aumenta poi il contenuto di acqua consentito che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, cotto scelto e cotto di alta qualità andrà infatti a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale nostrano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai paesi del nord Europa, penalizzando i nostri allevatori».
Altra concessione del decreto quella per l’ utilizzo di aromi chimici che potrebbe aprire la strada ad una serie di manipolazioni che comprometterebbero la qualità del prodotto. « In questo modo si potranno correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine – spiega la Coldiretti – Paradossalmente viene mantenuta, invece, la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato. Proprio a causa di questa norma due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine. Altra novità del provvedimento è il permesso ad usare involucri artificiali al posto del tradizionale budello naturale per la produzione di insaccati, che finirà per abbassarne la qualità. Il paradosso – conclude la Coldiretti – è che a difendere le allucinanti novità del decreto non sia stato chi lo ha proposto ma i cosiddetti “furbetti del prosciuttino”, vale a dire l’endorsement degli industriali della carne dell’Assica (associazione carni e salumi).
(Redazione CM)
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Insomma sempre meno prociutto di maiale e sempre più [email protected] nei nostri piatti…
È l’avanguardia del TTIP. E se bypassa così facilmente la legislazione italiana vuol dire che fra qualche tempo ci pioverà addosso tutta la porcheria alimentare made in UE, USA e…CHINA. Le case farmaceutiche ringraziano
Anche per il prosciutto adottiamo la raccomandazione del vecchio vinificatore al figlio al quale diceva che ” IL VINO SI PUÒ FARE ANCHE CON L’UVA”. Quando andiamo dal salumiere dobbiamo specificare che vogliamo “prosciutto di maiale”
ma queste leggi chi le fà ????? nomi e cognomi di questi pseudo politicanti di mestiere
ben detto radio kabul.
è il prologo del trattato TTIP che completerà di distruggere quello che rimane della nostra economia e salute.
i nomi e cognomi? sono ciampi/prodi/napolitano/monti/letta/renzi, tutti i burattini di oltreoceano.
Bene, sono sempre più convinto che serva tornare al porco nel proprio recinto di casa…come si sta diffondendo ormai da qualche tempo il maiale diviso tra famiglie(acquisto ed allevamento collettivo)… affidandosi per la norcineria a qualche anziano esperto, le nostre campagne ne sono piene… poi se qualcuno avrà qualcosa da dire, a quel punto, bisogerà solo comportarsi come quel castagnaro che tovando ogniqualvota i landruncoli della domenica nella propria proprietà, mostrò ad essi la doppietta!!! A tutto c’è un limite!