Carlo Cambi
di Carlo Cambi
Ho troppa stima per Francesco Micheli per credere che lui c’entri qualcosa. Magari un piccolo rimprovero potrei muoverglielo: se mi davi un colpo di telefono Francesco ti avvertivo del pericolo. Ma sono abbastanza uomo di mondo per sapere come vano queste cose. Macerata è esclusa dal giro dell’Expo. La Regione ha scelto di puntare su due territori soltanto: il Conero tenendosi buoni gli arabi cavalcanti e Fermo tenendosi buona la fetta dura e pura del Pd che da sempre butta via quattrini in quel carrozzone indefinito tanto che mette insieme concessionarie di auto, imprese di pulizie e caci pecorini, che è Tipicità. Macerata è salita sul predellino dell’autobus chiamato desiderio in partenza per l’Expo che è un po’ come l’araba fenice visto che dove sia ognun lo sa se si faccia nessun lo sa. E l’unica cosa che la Regione ha accettato di marchiare Expo è stata la cinquantesima edizione dello Sferisterio (leggi l’articolo). Così domenica fanno una piazzata che è un’offesa ai cuochi maceratesi (pensatevi che Cesare Tirabasso assurse a massima gloria proprio dopo la trionfale Aida organizzata dal conte Conti nel ‘21 quando il cavalier Micozzi Ferri decise di aprire dopo l’Hotel Europa lo Stabilimento alle Terme dove il Tirabasso divenne una specie di mito gastronomico imponendo la cucina maceratese come la più celebrata del Regno) e ai campi maceratesi. La ragione c’è. E’ che la Regione Marche sull’enogastronomia ha creato una sorta di Circo Barnum viaggiante affidato alle cure di Lucio Pompili da Cartoceto. E’ lui che sul fronte gastronomico sministra tutto, ovviamente dietro compenso. Mi viene in mente un passaggio di Bocca di Rosa: “Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”. Così il buon Lucio ha messo insieme una sua compagnia di giro che con i soldi della Regione spiega di cosa e come è fatta la cucina marchigiana.
La locandina dell’evento
Della troupe dei cinque cuochi che stegameranno dietro compenso della Regione ce ne sono due di primissima grandezza ed indiscutibili: Moreno Cedroni e Mauro Uliassi, due stelle Michelin, stracelebrati dalla critica e bravissimi. Poi c’è anche Lucio Pompili, of course verrebbe da dire che comunque ha una stella Michelin. Poi ancora un’altra stella Michelin che è da Andreina a Loreto rappresentata da Errico Recanati. Ma il quinto qualcuno è in grado di spiegarlo? E’ Vittorio Cameli, bravino che cucina a San Benedetto del Tronto. Ma se il criterio sono le stelle Michelin perché tra i top five non c’è l’Enoteca de Le Case con Michele Biagiola? L’Enoteca de Le Case e dunque Michele Biagiola unanimemente considerato dalla critica il miglior cuoco emergente del centro Italia che la stella ce l’ha da sei anni ha forse il torto di essere maceratese? E dunque è lecita una domanda. Se la regione viene a celebrare a Macerata per i 50 anni dello Sferisterio la cucina marchigiana che senso ha escludere un cuoco e un ristorante stellati proprio di Macerata? E se il criterio non è quello delle stelle si può sapere con quale criterio e chi ha scelto questi cinque cuochi? E’ la dimostrazione che Macerata non conta nulla. Ma a rafforzare questa impressione leggiamo la lista dei prodotti che la Regione Marche intende promuovere. Eccola: i moscioli di Portonovo, l’olio di Cartoceto, la Casciotta d’Urbino, i maccheroncini di Campofilone, le olive all’Ascolana, la Cicerchia di Serra dei Conti, il tartufo di Acqualagna, il cinghialino e il pollo marchigiano allevato a terra, la sapa. Da ultimo ci hanno infilato un ciauscolo senza sapere che c’è una disputa acerrima tra chi, e sono i maceratesi, rivendica giustamente la Dop per il ciasucolo e gli altri che invece insistono perché sia solo un Igp in modo che si possa fare con qualsiasi maiale. Come si vede in questa lista non c’è nessun prodotto maceratese. Però hanno fatto un’ annessione: la patata rossa di Colfiorito che come ognun sa è frazione del comune di Foligno, Provincia di Perugia, Regione dell’Umbria. Ecco l’ennesima dimostrazione che Macerata non conta nulla. Non c’è un mistrà, non c’è un pecorino dei Sibillini, non c’è il fagiolo monachello, non il vino cotto, non la porchetta di Mogliano o l’olio di Recanati. La piazzata di domenica è un’offesa ai cuochi maceratesi e all’agricoltura maceratese. Fortuna che Alberto Mazzoni con l’Imt si è ricordato di dare da bere solo vini maceratesi. Ci consoleremo però con Gian Mario Spacca, Romano Carancini e Francesco Micheli che parlano del tema dell’Expo: nutrire il pianeta, energie per la vita. Panem et circenses. Ci sarà da ridere, ma in realtà ci sarebbe da piangere.
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Michele Biagiola e Francesca Giosuè
Sull’argomento interviene con un comunicato anche l’Enoteca Le Case:
«Domenica 20 Luglio, nella cornice di Piazza Mazzini a Macerata, saranno celebrate le 50 stagioni della lirica maceratese, per l’occasione è stato ideato un evento gastronomico che sarà animato da 5 dei migliori chef delle Marche. Sorprende che tra questi professionisti non figuri neanche un rappresentante della ristorazione provinciale, che pure presidiano i vertici delle classifiche marchigiane. I titolari dell’Enoteca Le Case sono venuti a conoscenza della manifestazione solamente negli ultimi giorni, in seguito alle numerose segnalazioni pervenute dalla propria clientela, esterrefatta di fronte all’assenza del ristorante dalla manifestazione. Non è comprensibile, infatti, l’esclusione di una realtà gastronomica come l’Enoteca Le Case che da anni è annoverata tra i migliori ristoranti d’Italia secondo tutte le guide nazionali e internazionali. I titolari esprimono tutto il loro sconcerto per una scelta che reputano penalizzante e punitiva “uno schiaffo al nostro lavoro quotidiano e alla nostra reputazione – afferma Francesca Giosué, titolare del ristorante – sappiamo che è molto complicato essere buoni profeti in patria, ma non ci saremmo mai aspettati un gesto che evidentemente mira a colpirci, escludendo il principale ristorante della provincia, l’unico che si fregia delle stella Michelin, da una delle poche manifestazioni gastronomiche organizzate a Macerata”. Conclude Giosué: “mi auguro che uno sgarbo tanto grossolano non si ripeta più. Lo dico per salvaguardare il mio lavoro, quello dei professionisti che mi affiancano, ma soprattutto i nostri clienti che ci scelgono ogni giorno apprezzando la passione e la qualità del nostro lavoro. Inoltre, nel 2015 le Marche parteciperanno all’Expo dedicato al nutrimento dell’uomo e della Terra, un tema che ci è molto caro, non vorrei trovarmi nuovamente in una situazione simile a causa di un ostracismo incomprensibile. Nelle prossime ore chiederò spiegazioni agli organizzatori della manifestazione perché questo non è un comportamento che può essere avallato con il silenzio, ma vorrei esortare subito le istituzioni che patrocinano questi eventi e i professionisti che li promuovono ad usare maggiore attenzione ed eleganza nello svolgere i loro ruoli”.»
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Ci ha ragione Cambi. C’ è possibilità che dalla regione spieghino? Tra l altro da Vittorio a san benedetto mi pare chiuso da anni o sbaglio?
Ho mangiato in tutti i 6 ristoranti e da Vittorio è una categoria dietro tutti, di sicuro le case merita il podio dopo uliassi e cedroni. Altrettanto inspiegabile lo sgarbo al ciauscolo… Nel mio piccolo andrò una volta in più a le case
Sig. Cambi io non ho assolutamente le Sue competenze; non ho neanche nulla contro Biagiola. Le ricordo solo che in una delle prime edizioni della Sua guida aveva dimenticato l’ Osteria dei Borgia. Quindi ,voglio dire, succede. Prendiamo il buono di questa iniziativa e chiediamo,senza sparare a zero, di aggiustare il tiro.Micheli e lo sferisterio sono l’ ultimo baluardo contro l’ anonimato assoluto di Macerata
E’ evidente che Biagiola non fa parte del cerchio magico, se non si entra lì non si conta nulla.
Che tristezza, Il Ristorante Galileo? I Due Cigni? Il Casolare dei Segreti? Hanno lasciato fuori insieme alle Case i migliori ristoranti della provincia. Professionisti che lavarono da più di 30 anni. Pensate che hanno chiamato un toscano come Cambi a raccontare la gastronomia maceratese. Macerata è morta. Finirà anche la stagione lirica.
Sapete comunque chi ringraziare, vi pare poco?