di Enrico Scoppa
e Maurizio Verdenelli
Le Otto Giornate di Villa Lucangeli e la carica dei diecimila -serviti a tavola da uno staff di 140 persone. Tutti numeri, d’oro, riferiti alla 29.Rievocazione storica della Trebbiatura andata in archivio appena domenica sera con testa e cuore -di donne ed uomini della Proloco di Piediripa- già rivolti alla fatidica edizione del trentennale.
Il grande rito del ‘Com’eravamo’ si è consumato, ancora una volta, per la seconda domenica consecutiva con uno staff di cento figuranti e macchine agricole d’epoca, eppure perfettamente funzionanti. Come il ‘mitico’ trattore L45 del ’55 e la coeva Trebbia della ditta Rossini di Macerata che ancora una volta hanno portato a termine il loro ‘dovere’. Poco importa se il fattore, la famiglia del ‘signor conte’, il frate arrivati sull’aia di Villa Lucangeli chi in ‘600’, chi in ‘1.100’, chi in somaro (scivolando perdipiù, ahi, ahi) fossero solo ‘attori’: tutti gli alti, no. Pur avendo questi soltanto rivissuto, pur nell’arco di un pomeriggio (anche in gran velocità a beneficio dei tempi stretti di Rai3) la loro vita di un tempo, mai dimenticata, piena di sacrifici ma pure di passione con in testa un grande futuro, avveratosi. Ma, per le nuove generazioni, già dietro le spalle…
Alla fine tanta commozione. Bruna, la regina del contado e Vittorio, il conduttore del fondo: “E’ stato bellissimo. Una rievocazione di appena ieri l’altro che vorremmo tornasse con quel clima di cose buone e di solidarietà che si portava dietro la civiltà contadina”. Ferruccio e Nazzareno che hanno ridato ‘vita’ come in una macchina del tempo alle tecnologie degli anni 50 per la trebbiatura: “E’ sempre una scommessa, ma al solito, ‘loro’ non ci hanno tradito”. Sull’aia, il ballo del gruppo folk ‘La Cocolla’ di Mogliano. Eleonora: “Ballare qui è davvero diverso”. Poi in serata, sotto le stelle a stupirsi come quelle di Cronin, il gran ballo post miettura, ‘liberatori0, come negli anni 50, con il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, a premiare aziende meritevoli.
Tanti meriti per tanti protagonisti. Bravissimi Lorenza e Betto Salvucci che hanno saputo pescare sapientemente dagli archivi della biblioteca maceratese le foto dei grandi artigiani che hanno reso importante Macerata. Dallo scultore Lauro De Angelis, ‘lu professò’, maestro di Valeriano Trubbiani, al sarto di talento urbisalviense Eugenio Tombolini (capostipite di Urbis), all’immenso Nazareno Gabrielli: una carrellata di grande suggestioni con la ricostruzione degli atelier e pure dell’umile calzolaio, ‘pioniere’ dei grandi manager della calzatura marchigiana.
La Rievocazione ha voluto dire non solo agricoltura, con la rassegna dell’Ascellu d’oro che ha visto tantissimi produttori di olio, ma pure sport (motoraduno, bocce, etc), arte e cultura. “Brava la proloco con cui c’è un fecondissimo rapporto ventennale” dice il ‘padrone’, questa volta vero, Luigi Bilò, amministratore dell’azienda agricola Lucangeli che ha ospitato la manifestazione. “Ci rivediamo fra un anno, passando per tante altre manifestazioni intermedi” fa il presidente della proloco, Igino Paolucci. L’importante che a guidare l’ammiraglia dalla navigazione perfetta, ci sia ,in sala-cucine, la vicepresidente Elena Moscatelli e sulla tolda di comando la ‘direttrice generale’ Pina Ramaccioni.
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