Il mondo delle donne celebrato in un solo giorno. La provincia di Macerata si è impegnata nel proporre convegni, incontri, serate divertenti, musica e iniziative, anche politiche, orientate al miglioramento della condizione femminile.
DONNA E POLITICA
Sull’argomento si è espressa anche l’assessore ai Diritti e pari opportunità Paola Giorgi: “E’ tempo di Ripensare le Pari Opportunità, il tema di genere non può essere relegato ad una data, ma deve acquisire priorità in ogni dibattito della vita pubblica e sociale”. A partire da ‘RiPensare le pari opportunità’, un progetto dell’Osservatorio di Genere di Macerata, realizzato in collaborazione con il Comune di Macerata, l’Università di Camerino, l’Università di Macerata, finanziato e sostenuto dall’assessorato regionale, che intende valutare l’impatto di politiche regionali e azioni in determinati e specifici ambiti, rispetto al sesso. I dati di abbandono ‘volontario’ del lavoro da parte delle madri lavoratrici parlano chiaro – ha rilevato l’assessore – solo nel 2013 nelle Marche su 643 lavoratori che hanno abbandonato il lavoro ‘volontariamente’ nel primo anno di vita del figlio, ben 573 erano madri. Secondo i dati recenti, fra il 2009 e il 2013 sono stati 2.980 i padri e le madri che hanno abbandonato il lavoro. In particolare emerge che per molte donne sarebbe troppo difficile conciliare orari, costi e servizi. Il 22% delle donne risulta non avere un parente cui affidare il figlio mentre il 18% non ha ottenuto l’iscrizione al nido”. “La promozione della conciliazione – aggiunge l’assessore – è un fattore di competitività del territorio, può svolgere il ruolo di leva per superare i problemi connessi all’invecchiamento della popolazione e favorire il rilancio dell’economia contribuendo all’aumento del ‘ben-essere’ delle persone e famiglie”.
Anche le donne di Forza Italia di Civitanova ieri si sono riunite per lanciare un segnale di attenzione alla parità di genere e contro la discriminazione. Le donne del partito hanno sottolineato come proprio in Forza Italia vi sia un’alta densità di quote rosa con ben due donne coordinatrici nel direttivo. “Forza Italia di Civitanova Marche, tra le tante finalità – ha detto la coordinatrice Consuelo Fortuna – avrà anche quella di favorire la diffusione della cultura di genere nelle istituzioni culturali, sociali e politiche, proponendo una nuova sensibilità culturale per le tematiche dell’eguaglianza nei diversi ambiti considerati”.
DONNA E LAVORO
Anche sul fronte licenziamenti, la situazione femminile è critica. Come si evince dai dati diffusi da Cgil, Cisl e Uil. Sono 3.157 le donne licenziate e iscritte nelle liste di mobilità nelle Marche nel 2013 che porta alla spaventosa cifra di 45.000 il numero delle donne marchigiane disoccupate e inutilmente in cerca di un lavoro. La disoccupazione femminile, prepotentemente salita al 14,6%: ha assunto il valore più alto mai raggiunto finora nelle Marche. Donne che non vogliono rassegnarsi e guardano con coraggio dentro ma anche oltre la crisi, vivono il presente e costruiscono il futuro di una regione che vuole tornare a crescere.
Si è firmato lo scorso mese il Protocollo d’intesa per la promozione di azioni positive volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro le principali associazioni datoriali è per noi molto importante perché con esso, abbiamo affermato la necessità della condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne, e abbiamo concordato di promuovere, nella stipulazione di accordi collettivi di secondo livello, forme di flessibilità degli orari e modalità e forme di organizzazione del lavoro che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Ma l’imprenditoria femminile si vuol continuare a far sentire. C’è chi ospita detenuti e disabili per favorirne il reinserimento lavorativo, chi alleva capre e chi ha le galline al pascolo, chi ha aperto un agrinido e chi ha un forno a km zero. Sono alcuni esempi della vivacità dell’imprenditoria agricola al femminile, che in occasione della festa dell’8 marzo si conferma settore all’avanguardia, tanto che sono circa 45mila le donne che lavorano in campagna, tra imprenditrici e manodopera familiare e non. “Il settore agricolo rappresenta oggi l’ambito ideale per sviluppare quel mix di capacità organizzative, innovazione e sensibilità che caratterizza le imprese al femminile – sottolinea Francesca Gironi, presidente regionale di Coldiretti Donne Impresa – e stiamo lavorando per creare ulteriori opportunità per quelle donne che hanno scelto la campagna per sviluppare il proprio futuro professionale e umano, tanto nel settore della vendita diretta dei prodotti quanto nella nuova frontiera dell’agricoltura sociale”
DONNA ARTE E INCONTRI
E non poteva mancare l’iniziativa promossa per l’8 marzo dal Movimento Italiano Casalinghe, impegnato nell’inaugurazione della XIV edizione di “Creatività al femminile” alle 18 nell’Atrio Comunale di Recanati. L’esposizione, Patrocinata dal Comune, di manufatti, monile, dipinti e tutto quello che può essere l’espressione della creatività e fantasia della donna, conta sulla presenza di espositrici, socie Moica, provenienti da Mondolfo, Falconara, Sirolo, Osimo, Castelfidardo, Civitanova Marche, Loreto e Recanati: Patrizia Bravi, Pina Catrini, Monia Ciminari, Katia Delli Pizzi, Ileana Grancea, Armida Guzzini, Lucia Guzzini, Lina Pergolesi, Selene Pierini, Anna Maria Quaresima, Maria Luisa Quercetti, Anna Maria Ragni, Simonetta Senigagliesi, Lucia Stortoni e Paola Tomassoni.
Quest’anno la mostra si arricchisce di due nuovi angoli, uno, dedicato alle poetesse e autrici “l’angolo della scrittura in punta di penna” curato da Monia Ciminari, Anna Maria Cipolloni, Tiziana Frenquelli, Silvia Gatti, Gabriella Paoletti e Francesca Prestano; l’altro, dedicato alle allieve dei laboratori Moica Marche “Il tempo della creatività”. Allestimento è curato da Jessica Tarducci. La mostra sarà aperta fino a domenica 16 marzo con orario 16 – 19.30 – sabato e a domenica 10 – 13.00 e 15,30 – 19,30.
Una giornata per le donne promossa dal Comune che inizia alle 10.30 con la presentazione, nella sala consiliare, in anteprima nazionale del libro-catalogo sulla violenza di genere “Privata” con due delle protagoniste dell’opera: Federica Amichetti e Nikla Cingolani. Ancora per la donna, emblema dell’arte, l’appuntamento Arte è Sociale alle 17.30 alle 19 nella Pinacoteca Civica Marco Moretti di Civitanova. L’evento, dal titolo “L’arte al femminile. Da Sofonisba Anguissola a Carla Accardi” a cura della Direttrice della Pinacoteca. Le associazioni della Consulta allestiranno dei punti informativi nei pressi del teatro Rossini e della Pinacoteca civica per sensibilizzare sulle tematiche che interessano il mondo femminile, ma che riguardano uomini e famiglie. Alle 18.30, 20.30, 22.30 ingresso ridotto a 4 euro al cinema per le donne.
La Consulta per le pari opportunità del Comune di Cingoli ha organizzato nella sala Verdi delcomune un incontro intitolato “Per una democrazia paritaria”alle 17. Saranno presenti all’incontro Margherita Gubinelli, presidente consulta pari opportunità di Cingoli, il sindaco Filippo Salamartini e Adriana Celestini presidentessa commissione pari opportunità della Regione Marche. Interverrà Cinzia Maroni, presidentessa del comitato alle pari opportunità dell’ordine degli avvocati di Macerata. Ad allietare l’appuntamento la musica de “The Crocodiles”.
A Tolentino, in Piazza della Libertà alle 12, è in programma un flash-mob in cui vengono coinvolti gli studenti delle scuole, a cui è stato necessario rendere disponibile lo spazio per garantire lo svolgimento della manifestazione. E’ stato organizzato in collaborazione con la Palestra Meeting e con la partecipazione delle studentesse e degli studenti degli istituti scolastici cittadini. La coreografia può essere scaricata su you tube o sul sito della Palestra meeting digitando “Timber 24 Palestra Meeting”. Un altro falsh mob contro la violenza psicologica, mentale e fisica sulle donne è l’iniziativa organizzata dalla Croce Rossa di Tolentino che si svolgerà sabato 8 marzo, a partire dalle 16,30, nel Parco Commerciale Tolentino Retail Park.
Alle 17.30, all’Auditorium della Biblioteca Filelfica di Tolentino si terrà la tavola rotonda “Il benessere delle donne”. Interverranno come relatori Angelo Mantovani direttore del reparto di Ostretricia e Ginecologia dell’Ospedale di San Severino Marche che disquisirà su “Donne & maternità” e Rosanna Carassai direttore del Dipartimento di Salute mentale ASUR Area Vasta 3 che parlerà di “Donne & psiche”. Seguirà il dibattito che sarà aperto alla partecipazione di tutte le presenti. Moderatrice Jacqueline Cesaretti componente della Commissione consiliare Pari Opportunità. A chiudere l’incontro un aperitivo.
Il programma delle iniziative promosse in occasione della Festa della Donna è promosso dalla Commissione consiliare per le Pari Opportunità del Comune di Tolentino e dalla Consulta delle Donne.
Anche a Macerata il Consiglio delle donne ha organizzato un appuntamento itinerante per ripercorrere i luoghi delle attività imprenditoriali femminili (leggi l’articolo). Inoltre alle 18, nella sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti, ci sarà la presentazione de libro “Anna che mentre combatte non è sola” di Paola Olmi. Il romanzo, in uscita nelle librerie dal prossimo 10 marzo, sarà presentato dal giornalista dell’Avvenire Piero Chinellato.
Anche il Centro italiano femminile della provincia di Macerata ha organizzato una serie di incontri tra Caldarola, Montecassiano, Macerata e Camerino (leggi l’articolo).
A Corridonia sabato 8 marzo alle 21.15 al Teatro Velluti con ingresso libero, hanno scelto il racconto teatrale di vite di donne, protagoniste della micro – storia della nostra terra (leggi l’articolo).
Cinque incontri per la quarta edizione di “Essere donna”, la rassegna organizzata dal Terziario Donna Confcommercio. Gli incontri si terranno come di consueto il mercoledì, a partire dal 12 marzo fino al 9 aprile, nella sala consiliare del Comune di Camerino.
Il primo appuntamento, con ingresso libero alle 21:15, è in programma per mercoledì 12 marzo : “So’ tutto rotto”, con il dottor Leonardo Pasotti si tratterà l’argomento “Artrosi….un nemico che si può combattere”. Mercoledì 19 marzo: “Passo dopo passo”, con la dottoressa Giulia Cartechini, “Se la salute inizia dai piedi”. Mercoledì 26 marzo: “Ho un nodo in gola”, con la dottoressa Natalia Busciantella Ricci, “Quando la tiroide impazzisce”. Mercoledì 2 aprile: “Muoviti…muoviti!”, con il professor Gian Luca Broglia si affronterà “Fitness, mobilità, equilibrio e benessere” e a concludere mercoledì 9 aprile: “Mamma mia! E adesso?!”, con la dottoressa Maria Cristina Claudi, “Quando l’ansia prende il sopravvento”. Le serate saranno un’occasione di ritrovo “tra amiche”, un modo per confrontare, condividere ed accrescere le proprie conoscenze ed esperienze.
DONNA E’ LIRICA
Il 2014, poi, è l’anno delle donne a Macerata allo Sferisterio. Sabato 8 marzo, giornata in cui si celebra la festa della donna, il Macerata Opera Festival offre un’occasione da non perdere per l’acquisto di due biglietti validi per la prossima stagione lirica, quella del Cinquantenario, con tre titoli in programma: Aida, Tosca e La traviata. Dalle 10 alle 20 presso la biglietteria dello Sferisterio e per tutto il giorno (0-24) sul sito www.sferisterio.it, si avrà la possibilità di comprare un abbonamento “open”, che permette di scegliere successivamente la data degli spettacoli ai quali assistere.
Con questa straordinaria promozione si possono avere due poltronissime al costo di 180 euro (invece di 220) e lo sconto del 50% sui diritti di prevendita, oppure due centralissime al prezzo di 140 euro invece di 180; anche qui vale lo sconto del 50% sui diritti di prevendita. Chi usufruisce di questa opportunità, avrà tempo fino a luglio per scegliere il titolo e la data.
Gli abbonamenti “open” non si applicano nelle tre serate in cui andranno in scena le “prime”: il 18 luglio Aida, il 19 luglio Tosca e il 26 luglio La traviata.
DONNA E DIVERTIMENTO
Ma alla donna sono dedicati anche eventi tutti da ballare e da gustare. Al Nessundorma, per il sabato della Festa della Donna la discoteca di Porto Potenza ha pensato ad un regalo molto sexy. Arriveranno infatti gli originali California Dream Men. Il duo di spogliarellisti forse più famoso al mondo si esibirà durante la cena –più piccante del solito- a partire dalle 22 e certamente manderà in visibilio le ragazze e le signore che vorranno godersi un sabato diverso. Ad accompagnarli la band Pepenero Live che suonerà dal vivo, poi sotto la direzione artistica di E20 Divertenti si ballerà nei due piani. Nella sala happy balli anche di gruppo, selezione musicale di Roberto Gardelli, Caps e l’animazione di Paolo Balestrieri. Al piano superiore nella sala house, più giovane, in consolle i resident deejay Gioele Mazza, Nicola Pigini e vocalist Nico Santucci.
Anche il Donoma di Civitanova offre un appuntamento speciale con Alberto Laurenti, per il Cena Spettacolo dedicata alla Donna. Area Theather, dalle 21, spettacolo dalle 23.15 in poi. Info 0733 775 860 – 328 7567700
All’Happy Hour Time Dinner Club di Piediripa si comincia venerdì con cena e spettacolo sotto il segno di Grease. Per sabato cena spettacolo per la Festa della Donna con gli “Strada Secondaria”.
La Pro Loco di Urbisaglia in occasione della Festa della Donna organizza una Cena-spettacolo con l’esibizione musicale e il Karaoke di Giordano Show al locale dell’Hotel Seri di Passo di Columerano. Il menù offre carrellata di antipasti della casa, Tortellini alla mimosa, arista arancia e ananas, insalata russa, torta mimosa, spumante acqua vino e caffè sabato 8 marzo alle 20:30. (Info e prenotazioni 333.7049318 – 3488367304 – 3463551334).
Al Tartaruga di Macerata arriva l’evento “Malafemmena” dedicato interamente alla “Lei” per cui sono previste tante sorprese. Alle prime 100 donne che arrivano entro 00:30 avranno uno speciale drink in omaggio e durante la serata parteciperanno all’estrazione dei premi messi a disposizione dai nostri Partners.
Alla Locanda Cantalupo di Montefano, per la festa della donna musica dal vivo col duo Jerry and Kay, con tanti successi nazionali ed internazionali. Non mancherà il divertimento con il Megakaraoke. Menù completo 25 euro.
A Villa Nena di Tolentino un grande party, una notte da sogno con i belli di Mister Italia. Due sale per due generi musicali diversi, Giampy DJ con musica anni ’70- ’80 e Diego 3G & Igor per la musicaReggaeton e House. L’ingresso, a partire dalle 21, 30 euro con prenotazione obbligatoria allo 0733967400.
Al Mia di Porto Recanti, festa delle donne al femminile, comprese la musica. Saranno, infatti, le Dj Nervo le due famosissime artiste australiane (leggi l’articolo).
(c.r.)
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Secondo me la festa della donna è una grande ipocrisia. Come una grande ipocrisia sono le quote rosa in politica o altrove , un tentativo di farle ancora sentire una razza inferiore e quindi protetta . Le donne sono già arrivate da un pezzo , da sole.
Festa della donna, un falso storico
“I preparativi per la Settimana dell’Odio erano in pieno fervore e l’intero personale dei Ministeri prestava la sua opera volontaria al di fuori dell’orario di lavoro. Si dovevano organizzare cortei, riunioni, parate militari, conferenze, apprestare pannelli didascalici in cera, preparare spettacoli cinematografici e programmi televisivi. Si dovevano montare tribune, costruire effigi, coniare slogan, comporre canti, far circolare notizie false, contraffare fotografie.
Al Reparto Finzione era stato disposto che la squadra di Julia interrompesse la produzione di romanzi per stampare in tutta fretta una serie di libelli sulle atrocità commesse dal nemico.“ [1984, George Orwell]
“La cosa orribile dei Due Minuti d’Odio era che nessuno veniva obbligato a recitare. Evitare di farsi coinvolgere era infatti impossibile.“ [1984, George Orwell]
Anche quest’anno, come da decenni accade in tutto l’occidente, in questa giornata dell’8 Marzo i mass-media verranno inondati da una propaganda dal fortissimo impatto emotivo che ricorderà -per foga e spontaneità dei suoi attori partecipanti- la famigerata Settimana dell’Odio di orwelliana memoria.
La giornata dell’8 Marzo, da insipida “festa della donna” si è ormai trasformata in uno spettacolo di odio misandrico in cui si ascrive al Genere Maschile ogni malefatta e ogni crimine commesso nel corso della storia, ogni crimine commesso nel presente, e ogni crimine che verrà inevitabilmente commesso in futuro. E’ la giornata in cui si esalta in modo schizofrenico il nuovo simbolo sacro dell’occidente, ossia la “donna”, un simbolo utilizzato per giustificare guerre (di genere) in patria e (imperialiste) nei paesi “nemici”.
Condizionati fin dall’infanzia a mantenere come “coerenti” una serie di concetti in palese contrasto fra di loro[1], la gran parte delle persone che parteciperanno a questa “festa” dell’8 Marzo lo farà, come succedeva nel romanzo distopico di Orwell, con grande spontaneità e sincerità.
Gli uomini si pentiranno di essere uomini, e chiederanno scusa alle donne di esistere, nella speranza poi di portarsene a letto qualcuna, magari dopo aver utilizzato il solito rito maschio-femminista di spalare merda sul restante Genere Maschile nel tentativo (generalmente vano) di far sorgere il dubbio a qualche poveretta di trovarsi di fronte all’unico Maschio Buono™ dell’intero globo terracqueo. I più sfigati non tenteranno nemmeno questo approccio: si limiteranno a scrivere qualche viscido e untuoso articoletto nel loro blog in cui ripeteranno il rito di auto-flagellazione maschile (la “malattia maschile del disprezzo di sé“, avrebbe detto Nietzsche) e quello di esaltazione religiosa di tutte le donne, per poi aspettare impazienti che qualche poveretta capiti nel loro blog e scriva un commento tipo “che belle parole, tu sì che sei un vero uomo…“. Questi poveretti si accontenteranno cioè di una “pacca sulla spalla” virtuale, un niente che li appagherà per qualche minuto e gli farà credere di aver ottenuto altri “punti fedeltà” nei confronti del Genere Femminile.
Le donne, d’altra parte, si loderanno incessantemente senza imbrodarsi nemmeno un pò (le uniche creature -tolto Dio- a cui viene concesso di fare una cosa simile senza venir accusate di soffrire di una gravissima forma di megalomania), e continueranno nel frattempo a “chiagnere e fottere“, sostenendo di essere “discriminate” (ben l’85% degli acquisti nell’occidente capitalista è riconducibile alle donne) e nel contempo pretendendo e ottenendo le quote rosa nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (proprio di pochi giorni fa la notizia, riportata dal New York Times, che la commissaria europea Viviane Reding si è detta intenzionata a chiedere quote rosa del 60% nei consigli direttivi delle aziende), saltando a piè pari la gavetta fatta dai maschi, e ottenendo posti di potere solo perchè in possesso di organi genitali “politicamente corretti“. Insomma, il solito delirio di una società schizofrenica, di una società “talmente ossessionata con le donne da aver raggiunto un punto di nevrosi di massa” [Cit.].
E tutto questo teatrino dell’assurdo avrà come fondamenta niente più che una grande menzogna. Proprio così, perchè la storia che oggi verrà ripetuta da tutti i giornali, dalle tv, dalle radio e da un esercito di pecore-blogger è niente più che una menzogna. Verrà detto che la mitica “festa della donna” venne istituita in ricordo dell’8 Marzo 1908, quando a New York delle eroiche operaie scioperarono per rivendicare i loro diriti, facendo scattare nell’Orco Maschio™ la molla omicida che lo spinse addirittura a rinchiuderle nella fabbrica e appiccare un incendio, uccidendone circa 130-140.
Questa storia però, come detto, è falsa, perchè l’8 Marzo 1908 a New York non ci fu alcun incendio in una fabbrica. L’incendio ci fu, qualche anno dopo, il 25 Marzo 2011, ed è il famoso incendio che colpì la Triangle Waist Factory, un dramma di cui si conoscono bene i dettagli e che non è “avvolto nelle nubi del mistero” come vorrebbero far credere le propagandiste femministe, che strumentalizzano la morte di persone innocenti per portare avanti la loro becera propaganda misandrica. Ad esempio, non è vero che a morire siano state solo donne: delle 146 vittime 17 erano uomini[2]. Non è inoltre vero che le vittime stavano “protestando per i loro diritti”: infatti stavano lavorando, nelle condizioni pietose (per maschi e femmine) tipiche del tempo. Non ci fu quindi alcun Padrone Maschio-Orco™ che appiccò l’incendio all’edificio: si svolse infatti un regolare processo che determinò senza tema di smentita che l’incendio non fu doloso, e fu provocato molto probabilmente da un mozzicone di sigaretta o un fiammifero spento male che venne gettato in un bidone della spazzatura situato all’ottavo piano dell’edificio. L’allarme venne lanciato quando dei passanti giù in strada videro del fumo uscire da una finestra, e quasi immediatamente vennero avvisati gli operai che stavano al nono piano dell’edificio, molti dei quali si salvarono utilizzando l’ascensore (fino a quando funzionò), mentre i restanti rimasero bloccati nell’inferno di fuoco e morirono (alcuni si buttarono dalla finestra per sfuggire alle fiamme). La zona colpita dall’incendio aveva due porte: una che pochi minuti dopo l’inizio dell’incendio divenne irraggiungibile per via delle fiamme, e l’altra che spesso veniva chiusa per evitare “furti” da parte degli operai. Al processo vennero sentite varie testimonianze da parte di operai che dissero che non riuscirono ad aprire la porta, ma anche da parte di una testimone, May Levantini, che sostenne invece che la porta non fosse chiusa al momento dell’incendio perchè lei stessa l’aveva aperta, e che il passaggio per le scale che portavano verso quella porta venne bloccato dalle fiamme. Comunque sia andata, il verdetto del tribunale fu di non colpevolezza, dato che non si poteva provare con certezza che la porta fosse chiusa e se, in questo caso, fosse stata chiusa durante l’incendio.
Totalmente ignorate, nella versione meschina e menzognera delle femministe, le eroiche gesta dei due operatori (maschi) dell’ascensore dell’edificio, Joseph Zitoe Gaspar Mortillalo, che quando vennero avvertiti dell’incendio fecero su e giù per l’edificio in fiamme salvando la vita a circa 150 operai (quasi tutte donne). Un tipico esempio di “vigliaccheria maschile“, come la chiamerebbero le femministe.
In tutto, come detto, ci furono 146 vittime, mentre nella fabbrica lavoravano circa 500 operai, quindi una gran parte di quelli che non lavoravano sopra l’ottavo piano riuscì a salvarsi, considerato anche che l’incendio venne “domato” nel giro di soli 18 minuti (a quei tempi a New York i palazzi non si accartocciavano sbriciolandosi su se stessi per un incendio).
Come disse Mark Twain, però, “una bugia fa in tempo a fare il giro del mondo, mentre la verità non si è ancora allacciata le scarpe“, e questa bugia dell’8 Marzo viene ripetuta ormai da anni e anni dalle categorie di maschi e femmine sopra descritte, alimentando così la logora e falsa narrazione femminista che vede le donne come Eterne Vittime e gli uomini come Spietati Carnefici. La data esatta a cui si può far risalire la “festa della donna” rimane comunque incerta. La prima “giornata della donna” fu probabilmente quella “festeggiata” il 28 Febbraio 1909 negli Stati Uniti, in seguito alla proclamazione del Partito Socialista d’America. Nel 1910 risulta che di “giorno internazionale della donna” si discusse a Copenaghen durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste, e alcune versioni sostengono che la data “8 Marzo” venga fatta risalire ad una manifestazione di protesta di operaie di New York, avvenuta nel 1908 o molto più presumibilmente nel 1909 (un’altra versione ancora fa risalire le manifestazioni delle operaie all’8 Marzo 1857…). L’anno seguente comunque, nel 1911, il “giorno della donna” venne celebrato in vari paesi europei il 19 Marzo, mentre si sa con certezza che a Mosca la “festa della donna” venne istituita ufficialmente nel 1921.
Questo coacervo di date non contribuisce a fare molta chiarezza su quando sia stata celebrata la prima “giornata internazionale della donna”, anche se questo dettaglio è poco rilevante, quel che interessa in questo caso è stabilire la menzogna femminista che collega la “festa della donna” a un incendio in una fabbrica di New York avvenuto “l’8 Marzo 1908″ in cui un fantomatico Maschio Orco™ avrebbe “ucciso un centinaio di donne”. Come dimostrato, questo racconto mitologico femminista, ripetuto da milioni di teste vuote ogni anno, è falso. L’8 Marzo 1908 a New York non ci fu alcun incendio in una fabbrica di operaie, l’incendio ebbe luogo ben tre anni dopo, quando la “giornata della donna” negli USA era già stata istituita (1909) e non ci fu alcun padrone-maschio che rinchiuse le povere operaie in una fabbrica per poi ucciderle col fuoco. L’incendio come venne dimostrato non fu doloso e tra le vittime ci furono anche uomini. Se poi vogliamo dirla tutta, se bastasse un incidente sul lavoro, tragico e drammatico, per stabilire una “giornata internazionale” in favore di questo o quel sesso, ricordiamo in questa sede che il 92% dei morti sul lavoro sono uomini, e questo dalla notte dei tempi, e che il Genere Maschile di incidenti tragici sul posto di lavoro, che causano vere e proprie mattanze, può “vantarne parecchi”, tanto che se messi tutti in fila probabilmente potrebbero -seguendo la stessa logica demenziale femminista- portare all’istituzione di una “giornata dell’uomo” per ogni singolo giorno dell’anno.
Per concludere, va chiarita una cosa: la “festa della donna”, al di là del falso storico, è una cosa ridicola. Ciò che di ridicolo c’è in una festa di simile fattura non è quella melmosa schifezza maleodorante secondo cui “le donne andrebbero celebrate ogni giorno dell’anno e non solo uno“, quanto piuttosto il chiaro intento di utilizzare questa ricorrenza per gettare ulteriore benzina sulla Guerra fra i Sessi[3], trasformando questo giorno in una sorta di linciaggio morale collettivo contro l’intero Genere Maschile. A questo si aggiunge il nauseabondo spettacolo di suprematismo femminista a cui si assiste in forma ancora più enfatizzata in questa giornata, un cantar le lodi a se stesse che provoca un istintivo senso di repulsione e disgusto in ogni persona che abbia mantenuto un minimo di lucidità mentale.
Per questo la “festa della donna” è ridicola, tanto quanto sarebbe ridicola la “festa dell’ebreo”, la “festa del musulmano”, la “festa del nero” o la “festa del bianco”. La “festa dell’uomo” sarebbe parimenti ridicola, come lo è ogni iper-ostentata auto-esaltazione/celebrazione di “categoria” (anche il “patriottismo” di molti americani ricade in questa forma di disturbo mentale).
La “festa della donna” però a quanto pare è destinata a rimanere, anche se non sarebbe male sperare in un suo ridimensionamento, e una sua ricollocazione da giornata dell’odio misandrico, da linciaggio morale anti-maschile funzionale alla Guerra fra i Sessi, a qualcosa di più pacifico. Ho letto che in Russia il 23 Febbraio si festeggia la “festa degli uomini”, una ricorrenza che ebbe inizio nel 1918 sotto il nome di “Giorno dell’Armata Rossa”, e che venne in seguito rinominata “Giorno dei Difensori della Patria”. Pur non ufficialmente, questo giorno è diventato una ricorrenza in cui si celebrano non solo le forze armate russe, ma tutto il Genere Maschile. Ho letto, con non poco stupore, che sarebbe addirittura abitudine per le donne russe fare doni ai fratelli, mariti, padri, fidanzati e far loro gli “auguri” come lo si fa generalmente per festeggiare un compleanno.
Ovviamente anche il solo suggerire, in occidente, che la “festa della donna” venga riconvertita in una cosa simile a ciò che hanno in Russia, e che anche da noi venga istituita una corrispettiva “festa degli uomini” (nonostante gradirei venissero abolite entrambe), verrebbe accolto con l’indignazione e lo scherno generale. Questo perchè per la femmina media occidentale la vita dell’uomo è un rave party continuo da quando nasce a quando muore, mentre per il maschio medio occidentale gettare merda sul resto dei suoi fratelli di genere risponde alle logiche di competizione sessuale maschile: facendo così spera di far terra bruciata intorno a se, proponendosi indirettamente al Genere Femminile come raro caso di Maschio Buono™.
Spesso, anzi quasi sempre, questa strategia fallisce miseramente, e più che nella categoria del “Maschio Buono”, un simile mollusco viene inserito direttamente nella categoria dell’Utile Idiota e del Maschio Bancomat.
Note:
[1] Quelli più palesi: la presunta “superiore forza delle donne” che viene utilizzata quando c’è da fare un pò di propaganda di Suprematismo Femminista, e che viene immediatamente accantonata e sostituita con la presunta “maggiore debolezza delle donne” che viene utilizzata quando c’è da fare un pò di propaganda di Vittimismo Femminista. Il femminismo è un’ideologia perfettamente adattabile ad ogni situazione, incurante delle sue mille contraddizioni: quando fa comodo le femmine sono “più forti”, quando poi non fa più comodo ridiventano “più deboli”, quando fa comodo si parla di “uguaglianza dei sessi”, quando non fa più comodo si parla di “diversità dei sessi”, e così via. L’unica costante è che le femmine non sono quasi mai responsabili delle proprie azioni, perchè -secondo l’interpretazione femminista della storia e della realtà attuale- non sarebbero dotate di libero arbitrio e non avrebbero un pieno controllo sulle proprie facoltà mentali, per cui andrebbero trattate con maggiore indulgenza perchè sempre e comunque vittime di qualche oscuro e mitologico complotto maschile (il famigerato “patriarcato”, ad esempio).
[2] Se la stessa tragedia a parti invertite si verificasse oggi, i giornali pubblicherebbero il dramma con queste parole: “Tragedia in fabbrica, incendio provoca 146 vittime, tra cui 17 donne“. Il motivo per cui la maggior parte delle vittime di sesso maschile vengono relegate a vittime di “seconda categoria” -anche quando in numero decisamente superiore- e non si specifica il loro sesso ma le si tratta come entità “neutre”, è per via del maggior valore che in occidente viene dato alla vita della donna rispetto alla vita dell’uomo.
[3] “Una guerra a cui non ero abituato, essendo vissuto per più di venticinque anni in Asia, era la guerra dei sessi, combattuta in una direzione soltanto: le donne contro gli uomini” -Tiziano Terzani, tratto da: “Un altro giro di Giostra”.
***: In realtà questo già abbondantemente minoritario 8% di morti femminili(a confronto del 92% maschile) è nettamente sovrastimato in quanto è comprensivo anche degli incidenti in itinere, cioè di incidenti stradali avvenuti per raggiungere-partendo da casa-il posto di lavoro(e tali incidenti sono circa il 20% per maschi mentre il 50% per le femmine). Ecco perchè la percentuale di morti maschili sul lavoro è per lo meno il 97-98%, ma 97-98% o 92% cambia ben poco, a sacrificarsi sul lavoro sono nella stragrande maggioranza uomini, non donne. E ci chiediamo perchè le intellettualoidi da salotto femministe chiedono quote rosa forzate solo nei posti di comando(CdA, parlamento, giunte, posti statali, etc) e non anche qualche seppur piccola quota in questi lavori rischiosi e usuranti.
“areaAzione, che belle parole, tu si che sei un vero uomo. Pensa che mentre le leggevo, sono riuscita ad infornare la crostata, a dettare le ultime disposizioni per il meeting di lunedi mattina, a fare il bagnetto al bambino, a leggere la posta elettronica e reale, a potare la siepe che qui nessuno lo fa! a …… questo non te lo dico.”
Furioebasta: non fai nulla di straordinario, ci riesco benissimo anch’io, ma lo faccio in silenzio, senza alcun bisogno di autoesaltarmi, sentirmi superiore all’altro sesso o pretendere una festa mondiale a favore del mio genere per simili stupidaggini.
STOP AL NAZIFEMMINISMO MISANDRICO, SI AD UNA EFFETTIVA PARITA’ CHE ISTITUISCA QUOTE ROSE NELLE MINIERE, NEGLI ALTOFORNI, NEI CANTIERI EDILI, NELLE CATENE DI MONTAGGIO E IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO DOVE CI SI SPEZZA LA SCHIENA E SI RISCHIA LA PELLE! COSA CHE GLI UOMINI FANNO DA SEMPRE SENZA STARNAZZARE MATRIARCATI E OPPRESSIONI FEMMINISTE!
SI AD UNA EFFETTIVA PARITA’ PER L’ETA’PENSIONISTICA, CHE ELIMINI L’ASSURDA INGIUSTIZIA DEGLI UOMINI IN PENSIONE 5 ANNI DOPO DELLE DONNE, PER LA RIDICOLA SCUSA CHE LORSIGNORE DEVONO SOBBARCARSI IL LAVORO DOMESTICO! NON E’ VERO!! E’ L’ENNESIMA BALLA FEMMINISTA PER ACQUISIRE PRIVILEGI ALL’INFINITO, A SCAPITO DELL’INTERO GENERE MASCHILE! TANTO E’ VERO CHE AI NOSTRI GIORNI LE DONNE NON SANNO NEMMENO CUCINARE UN UOVO ALLA COQUE, MENTRE MOLTISSIMI UOMINI FANNO LE FACCENDE DI CASA OLTRE A LAVORARE FUORI.
BASTA BALLE, BASTA VAGINATE, BASTA MENZOGNE FEMMINISTE!!
Ragazze, io ci ho provato…..
Ci ho provato anch’io e continuerò a sbugiardarvi sempre!
Anzi, già che ci siamo, vediamo se raconto bugie, O SE INVECE DICO LA VERITA’!
Guardate tutti cosa combinano lorsignore le ddoonne, “angioletti fefè”, vittime innocenti dell’ OPPRIMENTE QUANTO FANTOMATICO…. “MASCHILISMO” !!
Guardate tutti cosa fanno agli uomini, agli anziani, ai bambini e nei confronti di altre donne:
http://violenza-donne.blogspot.it/
Guardate poi che sfilza interminabile di donne che uccidono uomini. Si badi bene, tutte notizie VERE, documentate, con la fonte rintracciabile, a differenza dei femminicidi; molto spesso taroccati, con notizie superficiali e approssimate, dove molto spesso l’assassino non ha un nome e un cognome (dunque omicidi sconosciuti, ove l’omicida potrebbe essere anche una donna….):
http://violenza-donne.blogspot.it/2006/12/uxoricidi.html
Anzi, già che ci siamo, vediamo se raconto bugie, O SE INVECE DICO LA VERITA’!
Guardate tutti cosa combinano lorsignore le ddoonne, “angioletti fefè”, vittime innocenti dell’ OPPRIMENTE QUANTO FANTOMATICO…. “MASCHILISMO” !!
Guardate tutti cosa fanno agli uomini, agli anziani, ai bambini e nei confronti di altre donne:
http://violenza-donne.blogspot.it/
Guardate poi che sfilza interminabile di donne che uccidono uomini. Si badi bene, tutte notizie VERE, documentate, con la fonte rintracciabile, a differenza dei femminicidi; molto spesso taroccati, con notizie superficiali e approssimate, ove si omette la causa scatenante dell’omicidio, dove molto spesso l’assassino non ha un nome e un cognome (dunque omicidi sconosciuti, quindi l’omicida potrebbe essere anche una donna….):
http://violenza-donne.blogspot.it/2006/12/uxoricidi.html
Cosi’ tanto per precisione e amore per LA VERITA’, I maschicidi (donne che uccidono uomini) in Italia dal 1978 al 31 dicembre 2013 sono 176; dei quali ben 32 in soli due anni, dal 2011 al 31/12/2013. Ai quali dobbiamo altri 3 commessi da 1 gennaio 2014 ad oggi, 8 marzo 2014.
L’ULTIMO AVVENUTO PROPRIO OGGI, 8 MARZO FESTA DELLA DONNA:
http://violenza-donne.blogspot.it/
BRIANZA: Uomo ucciso a coltellate, i carabinieri arrestano moglie e figlia:
08/03/2014
Uomo ucciso a coltellate in Brianza
I carabinieri arrestano moglie e figlia
La violenza sarebbe scattata dopo una lite. Le donne sono accusate di omicidio
ANSA
L’esterno del palazzo dove è avvenuto l’omicidio di Salvatore Marsiglia
Sono state poste in stato di fermo la moglie e la figlia di Salvatore Marsiglia, l’uomo ucciso ieri a Cesano Maderno, in Brianza. L’accusa ipotizzata per entrambe è omicidio in concorso.
Da fonti vicine agli inquirenti è stato confermato che, la dinamica dell’omicidio ha visto madre e figlia uccidere l’uomo a martellate e coltellate. Sui motivi scatenanti la lite, invece, ci sono ancora delle perplessità per la discordanza di molti particolari raccontati.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Gruppo di Monza, all’interno dell’appartamento erano presenti la moglie e la figlia dell’uomo, Maria Rosa Saitta, 49 anni, operaia in una ditta tessile, e Jessica Marsiglia, di 26, impiegata presso una società commerciale, nonché il fidanzato e la nonna di quest’ultima. I primi accertamenti hanno poi consentito di appurare che l’omicidio è scaturito a seguito di una lite familiare e di escludere responsabilità a carico del fidanzato e della nonna, giunti sul posto a evento già accaduto.
La vittima invece lavorava presso un’azienda di serramenti di Desio (Monza e Brianza). Era senza lavoro da circa due anni e dallo scorso giugno percepiva una piccola indennità di disoccupazione, svolgendo alcuni lavoretti saltuari. Presso i Carabinieri di Cesano Maderno (Monza e Brianza) non risultano denunce a carico del Marsiglia, né i militari sono mai intervenuti nell’abitazione per segnalazioni di liti o violenze.
FONTE:
http://www.lastampa.it/2014/03/08/italia/cronache/uomo-ucciso-a-coltellate-in-brianza-moglie-e-figlia-in-stato-di-fermo-7NVnyyDXfZb6DWO2ATJLoK/pagina.html
Cosi’ tanto per precisione e amore per LA VERITA’, I maschicidi (donne che uccidono uomini) in Italia dal 1978 al 31 dicembre 2013 sono 176; dei quali ben 32 in soli due anni, dal 2011 al 31/12/2013. Ai quali dobbiamo altri 3 commessi da 1 gennaio 2014 ad oggi, 8 marzo 2014.
L’ULTIMO AVVENUTO PROPRIO OGGI, 8 MARZO FESTA DELLA DONNA:
http://violenza-donne.blogspot.it/
BRIANZA: Uomo ucciso a coltellate, i carabinieri arrestano moglie e figlia:
08/03/2014
Uomo ucciso a coltellate in Brianza
I carabinieri arrestano moglie e figlia
La violenza sarebbe scattata dopo una lite. Le donne sono accusate di omicidio
ANSA
L’esterno del palazzo dove è avvenuto l’omicidio di Salvatore Marsiglia
Sono state poste in stato di fermo la moglie e la figlia di Salvatore Marsiglia, l’uomo ucciso ieri a Cesano Maderno, in Brianza. L’accusa ipotizzata per entrambe è omicidio in concorso.
Da fonti vicine agli inquirenti è stato confermato che, la dinamica dell’omicidio ha visto madre e figlia uccidere l’uomo a martellate e coltellate. Sui motivi scatenanti la lite, invece, ci sono ancora delle perplessità per la discordanza di molti particolari raccontati.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Gruppo di Monza, all’interno dell’appartamento erano presenti la moglie e la figlia dell’uomo, Maria Rosa Saitta, 49 anni, operaia in una ditta tessile, e Jessica Marsiglia, di 26, impiegata presso una società commerciale, nonché il fidanzato e la nonna di quest’ultima. I primi accertamenti hanno poi consentito di appurare che l’omicidio è scaturito a seguito di una lite familiare e di escludere responsabilità a carico del fidanzato e della nonna, giunti sul posto a evento già accaduto.
La vittima invece lavorava presso un’azienda di serramenti di Desio (Monza e Brianza). Era senza lavoro da circa due anni e dallo scorso giugno percepiva una piccola indennità di disoccupazione, svolgendo alcuni lavoretti saltuari. Presso i Carabinieri di Cesano Maderno (Monza e Brianza) non risultano denunce a carico del Marsiglia, né i militari sono mai intervenuti nell’abitazione per segnalazioni di liti o violenze.
FONTE:
http://www.lastampa.it/2014/03/08/italia/cronache/uomo-ucciso-a-coltellate-in-brianza-moglie-e-figlia-in-stato-di-fermo-7NVnyyDXfZb6DWO2ATJLoK/pagina.html
Mentre il mondo intero celebrava l’8 Marzo e e condannava con fiero cipiglio i “femminicidi” non ritenendo ammissibile che una
donna possa morire di morte violenta (tutti gli altri esseri viventi che si muovono sulla terra sì, però) si è consumato, nella più
totale indifferenza generale un maschicidio: un uomo che aveva perso il lavoro e che aveva finito la cassa integrazione è stato
ammazzato da moglie e figlia coalizzate che in perfetta sincronia lo hanno, una accoltellato e l’altra colpito a martellate.Ne parlo sopra, pubblicando il link: http://violenza-donne.blogspot.it/
Come è
ovvio, un episodio così disturbante il quadro generale del piagnisteo femminista sulla violenza contro le donne è stato trattato
dai me(r)dia in modo totalmente asettico: mentre gli “approfondimenti” si sprecano quando a morire è una donna il caso è stato
menzionato in modo totalmente tecnico e non si è tirata nessuna debita conclusione (aspettiamo le indagini!). Nel concludere che
una donna viene ammazzata “in quanto donna” invece di indagini non c’è mai alcun bisogno. Ma date le circostanze non è così difficile capire quello che è successo. Il poveraccio è diventato, con il venir meno dello stipendio, una inutile bocca da sfamare
dato che sia la moglie che le figlie lo stipendio invece lo portavano a casa. Inutilmente cercava di risolvere una situazione, per
lui anche umiliante, facendo e accettando lavori e lavoretti saltuari ma oramai il verdetto emesso dalle due donne non poteva
più essere modificato da nessuna dimostrazione di buona volontà. Quell’uomo era diventato oramai inutile. La concomitante
azione omicida delle due donne non lascia dubbi in proposito. Evidentemente la voglia di farlo fuori era maturata da tempo e
aspettava solo un minimo pretesto per esplodere. Pretesto che per quanto quell’uomo si sforzasse di evitare, si è verificato
puntualmente per il solo fatto di essere atteso e desiderato. Se tutti oramai abbiamo capito (è la vulgata dominante) che una
donna rischia di essere ammazzata se vuole diventare indipendente è bene che noi maschi cominciamo a capire che la stessa fine rischiamo di fare noi se smettiamo di essere economicamente produttivi. Se un uomo violento PUO’ essere odiato da una
donna l’uomo inutile o debole o mediocre lo sarà inevitabilmente e necessariamente per quanto mite o paziente possa essere
Buon 8 Marzo e buona riflessione a tutti!
@areAzione…. è buona cosa mettere le fonti quando si fa copia-incolla, specialmente sul primo commento… quello contenente un famoso discorso di Orwell.
lo faccio io per lei:
http://freeyourmindfym.wordpress.com/2013/03/08/festa-della-donna-un-falso-storico/#more-5344
@Negus Bubidi
Grazie, ma la realtà dei fatti non cambia di una virgola: viviamo in un modo femminista-misandrico ed è bene che noi uomini ce ne rendiamo conto, prima che sia troppo tardi