In questa rubrica di “Quid Culturae” riproporremo pagine memorabili, di qualunque genere letterario, e quale che ne sia il motivo che le rende imperdibili; peraltro, pagine belle anche di per sé, pagine che vale la pena riprendere in mano e frequentare.
Apriamo con Ma c’era Macerata, un volume di eccellente fattura, purtroppo ormai introvabile. Sono passati esattamente 24 anni da quando vide la luce questo libro, che raccoglieva corsivi di Libero Paci (storico maceratese, seppure di origine fermana), illustrati dal tratto inconfondibile di un maestro come Magdalo Mussio.
L’operazione nasceva dall’interessamento di un gruppo di giovani riuniti in associazione (misero a segno quel libro e un altro, anch’esso eccellente e introvabile, di studi del Prof. Selan, economista di fama, all’epoca docente all’Università di Macerata; poco dopo, però, chiusero i battenti); con loro, in quelle due avventure editoriali, l’Associazione per le Ricerche sulla Scrittura. La “collana” (se così si può chiamarla) venne battezzata “Casa Alfabetica”. Correva l’anno 1989.
Brillante il titolo: Ma c’era Macerata. E in effetti, gli articoli di Paci riguardavano proprio la città di Macerata che non c’era già più: l’Italia dell’800, poi quella dell’inizio del secolo breve, fino al dopoguerra e poco oltre. Libero Paci, chi lo conosce lo sa, è sempre stato uomo di battuta, raffinatissimo cultore dell’aneddotica e delle nostre migliori tradizioni territoriali. Uomo colto e studioso, tenace ricercatore, curioso quel tanto che basta a non darsi pace prima di aver tirato le fila di un rovello, o risposto al quesito spontaneo suggerito da una lapide, o trovato la soluzione al perché di un’insegna, di una targa o di un portone. E tutto questo, sempre in felice punta di penna, con quel pizzico di ironia bonaria, di sano umorismo, di delicata malinconia, che fanno di una memoria un memoriale, di un racconto qualunque una perla indimenticabile. La sottolineatura offerta dalle “figurine” di Magdalo Mussio dava all’intero libro il tocco definitivo della pregevolezza.
Eccezionalmente, trattandosi del primo appuntamento con questa nostra rubrica, replicheremo una pagina originale del libro, con il suo bel disegno di Mussio a fianco. E chissà… magari il rivedere la bella pagina nel suo intatto splendore provocherà, nei detentori dei diritti, il lampo buono per ristampare il libro…
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bello, bello, bello! un patrimonio, ogni città dovrebbe avere menti e talenti al suo servizio perchè tutto, ma proprio tutto, non vada dimenticato mai!