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E’ ormai diventato realtà il campus universitario da 265 posti letto, “sogno” dell’allora rettore Ignazio Buti, che nel 1998, all’indomani del terremoto preoccupato per il forte calo delle iscrizioni dell’ateneo, varò insieme ad un gruppo di docenti un piano di sviluppo dell’ateneo. Un progetto che si è concluso con l’inaugurazione odierna, di quello che il rettore Flavio Corradini ha definito “un incubatore di creatività, con spazi autogestiti a disposizioni degli studenti per prove teatrali, attività culturali, attività didattiche, incontri con scienziati, un luogo di incontro per scambi di sogni, fantasia, idee, coworking e coesione sociale, anche multiculturale visto che ad Unicam il 10 per cento della popolazione studentesca è di origine straniera, in rappresentanza di 50 paesi del mondo”. I primi 96 posti letto sono stati inaugurati il 7 febbraio del 2002, ripartono sotto il rettore Fulvio Esposito, presente all’evento insieme a Buti, i lavori per il secondo lotto, fino a quando nel dicembre 2010 sono consegnati i blocchi residenziali A e B.
L’intero campus che sorge in via D’Accorso, alle porte di Camerino, è costato 13 milioni e 385 mila euro, di cui 5 milioni e 552 mila euro stanziati dal ministero dell’università e ricerca scientifica, 3 milioni e 100 mila euro dalla regione Marche, 4 milioni e 732 mila euro dall’università di Camerino. La struttura si estende su 483 mila e 242 metri quadrati, consiste in 99 residenze (265 posti letto biblioteca, aule e spazi comuni, che fanno salire a 900 i posti letto totali nelle residenze universitarie a disposizione degli studenti, un numero tra i più alti in Italia, per rapporto percentuale. “Il nuovo campus sarà la sede delle piattaforme tematiche che l’ateneo ospita per le attività territoriali di innovazione, ricerca e sviluppo – ha continuato Corradini – siamo disponibili in regione per progetti di sviluppo legati alla macro regione Adriatica ed alla programmazione europea 2014-2020”.
Il rettore ha concluso il suo discorso con la frase di Nelson Mandela secondo cui un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso. “Questa infrastruttura straordinaria per l’appannaggio della conoscenza, dà grande soddisfazione perchè stiamo lavorando sulla principale ricchezza a nostra disposizione, il capitale umano, indispensabile per saper interpretare il cambiamento e rielaborare lo scenario della crisi, per avere prospettive incoraggianti”, ha commentato il presidente della regione Gian Mario Spacca. “Intelligenza, capitale umano e capacità di lettura della situazione sono indispensabili per uscire dalla crisi, Unicam ha intrapreso un percorso di grande crescita diventando un elemento protagonista della ricostruzione del tessuto economico e sociale, per portarci verso un percorso di crescita competitiva, lo sviluppo dell’imprenditorialità”, ha aggiunto Spacca, “Unicam ha una funzione strategica per lo sviluppo dell’entroterra, è questa la mission che vorremmo affidarle. Per avere una dotazione di capitale umano nell’entroterra, occorre allearsi con altre università delle zone interne che hanno altre finalità”. Spacca ha annunciato la preparazione di un programma comune con la regione Umbria per lo sviluppo dell’Appennino.
L’assessore regionale Marco Luchetti ha ricordato l’impegno regionale per lo studio universitario, con 5 mila posti letto a disposizione degli studenti, 20 milioni di euro di fondi. Si è poi appellato all’ex rettore Fulvio Esposito, consigliere del Miur, come canale di colloquio con il ministero. Il presidente della provincia Antonio Pettinari ha definito le due università di Camerino e Macerata due “straordinari motori di sviluppo” per il territorio, ricordando il ruolo fondamentale di un sistema integrato di infrastrutture viarie, con la superstrada 77 che sarà completa tra un anno e mezzo, a cui unire il completamento della superstrada 76, l’intervalliva Pedemontana. Il professor Umberto Cao che insieme a Raffaele Mennella ed i collaboratori della scuola di architettura Unicam ha progettato il campus, ha ricordato il lungo percorso di costruzione del campus, concluso oggi, nella realizzazione di quel programma voluto da Buti per rilanciare l’ateneo. Pierpaolo Angeletti, presidente del consiglio studenti Unicam, ha ricordato l’importanza delle attività culturali e degli spazi a disposizione degli studenti. Al termine è stato consegnato alla professoressa Silvia Zamponi il premio First in Unicam 2013 (Primi in innovazione e risultati di studio ed insegnamento), per il corso di laurea insegnato in inglese di Chimica e metodologie chimiche avanzate, della scuola di scienze e tecnologie, attribuito dal presidio di qualità Unicam.
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Ancora non ho capito come c…o fanno due università pubbliche (che si “dividono” quanto, 25-30.000 iscritti ?) a coesistere a distanza di 38 Km l’una dall’altra in un territorio di 320.000 abitanti, in una regione di 1.450.000 abitanti dove operano 4 università ( di cui due, appunto in provincia di Macerata).
Sarò un coccio ma ancora non l’ho capito e mi domando: ma perché non si fa un unico Ateneo ?
C’è qualcuno che ha qualche proposta nel cassetto in questo senso anche se non è popolare ed “elettorale” ?
Se ( e dico “se” ) si fondessero in un unico ateneo e centralizzassero ad esempio tutti i servizi di supporto, evitassero “corsi doppione” e dipartimenti ( nonché capi-dipartimenti) doppioni e magari avviassero corsi innovativi con maggiori risorse a disposizione; se i “campus” che fanno tanto americani ( ma che americani non siamo) diventassero realmente luoghi di incubazione e ricerca scientifica o comunque luoghi di studio a carattere specialistico concentrandoci tutte ( o quasi) le poche risorse oggi disponibili , non si otterrebbe un notevole risparmio di risorse pubbliche ma soprattutto una maggiore efficacia e qualità dell’offerta formativa ?
Caro Sauro,
sarò un coccio pure io, ma condivido in pieno le tue considerazioni.