di Marco Cencioni
Si è svolta nello scorso week end la XVI edizione del Premio “San Giacomo della Marca”, manifestazione organizzata dalla Onlus Circolo Culturale “Guardiamo al Futuro”, in collaborazione con il Comune di Sarnano, l’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede, l’Istituto Balassi, l’Università degli Studi di Macerata e il Lions Club Camerino Alto Maceratese. E’ stata una due giorni davvero ricca di interventi e spunti interessanti, quella che si è tenuta venerdì a Macerata – sede universitaria Palazzo Ugolini in corso Cavour, giornata prettamente convegnistica – e sabato a Sarnano presso la Sala Congressi, dove sono stati consegnati i premi. Al termine dei lavori, svolti intorno al tema “Osservanza Francescana e cultura tra ‘400 e primo ‘500: Italia ed Ungheria a confronto” sono stati premiati il Professor Manfredo Gentili, originario di Sarnano, docente di Neurochirurgia dell’Università degli Studi di Toronto e il dott. Magdi Cristiano Allam, giornalista ed Europarlamentare, insignito del Riconoscimento Giacomiano. “Non è il primo premio che ricevo, ma senza alcun dubbio questo è quello più prezioso, perché venuto dalla mia terra, dal mio paese”, ha detto un commosso Manfredo Gentili al momento della consegna. Con il cuore in mano, il professore ha raccontato del legame indissolubile che lo lega a Sarnano – dove ogni anno torna per trascorrere le vacanze – e di quello ancor più forte con le persone, con gli amici, con i suoi “concittadini”.
“Mantenere, preservare e trasmettere i propri usi, costumi e tradizioni è sicuramente uno dei valori fondamentali per ogni comunità – ha dichiarato poi nel suo intervento Magdi Allam -. Nessuno deve permettersi di contaminare tali valori, che vanno profondamente rispettati”. L’europarlamentare è rimasto molto colpito dalle bellezze di Sarnano, dal suo ambiente e dall’accoglienza ricevuta, tanto che ha espresso il desiderio di ritornare sotto le tre torri per un periodo più lungo, nel quale visitare ancora più a fondo il paese e le sue ricchezze culturali. La delegazione ungherese presente e i professori intervenuti dalle Università di Pavia, Bari e Napoli hanno visitato Sarnano nella mattinata di sabato e in special modo i suoi musei. I professori Mariarosa Cortesi (Pavia) e David Falvay (Budapest) hanno anche notato come nella biblioteca sia presente una copia di un incunabolo che si pensava non esistesse, visto che il codice medioevale originale è conservato in Germania e si riteneva che fosse un pezzo unico. “Vedere la sala congressi piena è stato motivo di grande soddisfazione; il nostro è l’unico evento che si ripete ininterrottamente da sedici anni a questa parte, vuol dire che il lavoro fatto è stato apprezzato e ringrazio per l’aiuto l’instancabile Romeo Moriconi – afferma Umberto Zamponi, coorganizzatore della manifestazione – Ricevere i complimenti da chi ha partecipato al convegno e i ringraziamenti dall’ambasciatore ungherese è stato davvero emozionante. Tra l’altro, ha dimenticato la Bandiera e quindi sono anche diventato custode pro tempore del vessillo ungherese – dice sorridendo – Sono molto soddisfatto anche di come si è svolta la serata conviviale, dove tra un Tocaj ed un Cuvée, degustati grazie al gentile dono dell’ambasciatore, espertissimo di vini, si è parlato di un altro marchigiano illustre, più noto in Ungheria che in Italia. Sto parlando di Antonio Bonfini, nato a Moltalto, che rappresenta per gli ungheresi ciò che Padre Matteo Ricci rappresenta per i cinesi. Ha scritto la prima storia d’Ungheria, è sepolto a Budapest e dovrebbe essere oggetto di un prossimo convegno. L’unica nota stonata è che l’importanza della manifestazione non sia stata recepita dalla classe dirigenziale e didattica sarnanese – conclude Zamponi – e di questo mi dispiace. Comunque, gli ottimi riscontri ricevuti ci hanno riempito di stimoli in vista dell’organizzazione della prossima edizione”.
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Ma il premio a Allam è stato dato sulla base di che… che dall’articolo credo di non aver compreso…
Il circolo culturale “guardiamo al futuro” (futuro?) premia Magdi Allam!… Sembra che nell’ultimo decisivo scrutinio questi l’abbia spuntata di misura contro gli altri due finalisti, Tomàs de Torquemada e Tommaso Caccini, titolatissimi candidati ma invisi alla giuria perché troppo progressisti.