Sono 94.350 i marchigiani costretti a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento dell’11 per cento sullo scorso anno e addirittura del 61 per cento rispetto al 2010. L’analisi viene dalla Coldiretti Marche, sulla base del Dossier su “Le nuove povertà del Belpaese” presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio. Secondo i dati dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), i cittadini della regione che ricevono pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit sono arrivati quasi a raddoppiare rispetto ai 58.452 registrati tre anni fa. Il dato più drammatico è costituito dal numero di bambini tra i 0 a i 5 anni che o bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare: sono ben 10.585 nella nostra regione, anche qui in aumento rispetto ai 9.181 del 2012. Di poco superiore (quasi 12mila) è il numero degli over 65 anni anziani assistiti, a conferma del fatto che le famiglie con piccoli e anziani sono le categorie sulle quali è pesata maggiormente la crisi.
Secondo una stima Coldiretti, gli aiuti alimentari promossi nella nostra regione da Agea attraverso le sette organizzazioni riconosciute e le loro strutture periferiche (Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Fondazione Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Associazione “Sempre insieme per la Pace”, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Banco Alimentare Roma) sono circa 2 milioni, tra pasti gratuiti in mensa o in residenza e distribuzione di pacchi di prodotti alimentari. Proprio questi ultimi rappresentano la tipologia di sostegno più richiesta (vi si rivolge circa l’82 per cento del totale degli assistiti), in quanto rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri. Per quanto riguarda la tipologia di cibo offerto, conclude la Coldiretti, i formaggi rappresentano circa il 28 per cento in valore, seguiti da pasta e pastina per bimbi e anziani, che assorbono il 18 per cento del costo, dal latte con il 14 per cento, dai biscotti (12 per cento), dal riso (8 per cento), dall’olio di girasole (6 per cento), dalla polpa di pomodoro (4 per cento) e, a seguire, legumi, confetture e farina.
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L’attuale crisi ha creato sicuramente molti disagi ed è un dato incontestabile, ma i dati esposti nell’articolo mi sembrano esagerati, specialmente per quanto riguarda la nostra realtà marchigiana, dove esiste ancora una realtà rurale e un non indifferente sottobosco di “lavoro in nero”. Non è quindi mia intenzione contestare i dati ma non vorrei che si possa verificare una situazione come quella che mi permetto di raccondatre. “Negli anni 50/60, quando esisteva l’ECA (Ente Comunale Assistenza, gestito da un apposito consiglio) l’Amministrazione Comunale compilava ogni anno un elenco delle famiglie bisognose di aiuto. in occasione delle festività Natalizie era consuetudine distribuire dei pacchi dono con generi alimentari; una donna, con marito e due figli maggiorenni, si recò disperata dal parroco per lamentarsi che non aveva ricevuto il pacco natalizio, il parroco si interessò della cosa e fece avere alla famiglia l’omaggio natalizio. Nella primavera successiva la Parrocchia mise in vendita dei lotti di area fabbricabile su un terreno di sua proprietà e la prima persona a presentarsi per l’acquisto fu la “poveretta piangente”; il Parroco rimase allibito. IL FATTO E’ VERO E REALE E ACCADUTO IN UN COMUNE DEL FERMANO.
Un dato terribilmente impressionante …quasi 100.000 persone in difficolta’…10.000 bambini…e non sara’ un caso isolato come quello citato, ad alleggerire le coscienze…..
A Napoli c’e’ in uso una simpatica piccola abitudine, al bar lasciar pagato un caffe’ per chi non puo’ permetterselo,
UN CAFFE’ IN SOSPESO….chissa’ ce non sia il caso di prendere in prestito questa lodevole consuetidine anche qui….magari lasciando in sospeso una fila di pane o un litro di latte?
Per….: nella nostra (una volta) ricca regione circa il 10% della popolazione è a livelli di fame.
Qui la politica, senza perdesi in chiacchiere, deve dare/trovare una soluzione nel giro di pochi giorni, non in mesi e mesi di inutili riunioni….
Ad esempio (proposta ascoltata lo scorso venerdì ad una riunione del M5S) stoppare gli ancora non iniziati lavori per la piscina di Maceata e destinare, immediatamente, i milioni di euro per aiutare le famiglie in difficoltà.
Che non si perda la fede nel signore , in questo mondo di transizione ad aspettare il passaggio nella vita eterna .
Numeri drammatici che non possono lasciare indifferenti gli amministratori della cosa pubblica. Purtroppo non si vede all’orizzonte un’inversione di tendenza. La generosità dei marchigiani faccia la differenza