di Gianluca Ginella
Braccialetto elettronico, a proporlo è il procuratore Giovanni Giorgio che ha chiesto alla questura e al comando provinciale dei carabinieri la possibilità che la procura possa dotarsi di questo strumento. La richiesta arriva in seguito alla nuova legge sul femminicidio, entrata in vigore alcuni giorni fa e che prevede per chi compie reati di stalking e viene sottoposto a misura di arresti domiciliari di poter adottare il braccialetto elettronico. Ma l’idea non nasce solo da questo. “Siccome dobbiamo impegnarci a contenere le misure di carcerazione, uno dei modi può essere quello del braccialetto elettronico. Che così evita di dover adottare la misura del carcere” ha spiegato il procuratore Giorgio. Il braccialetto viene applicato, per qualsiasi genere di reato, solo a chi è sottoposto agli arresti domiciliari. E consente di poter controllare dove si trova la persona che lo indossa e dunque a scoraggiarla a violare la misura cui è sottoposta.
Il procuratore, come previsto dal decreto legge del 2001 che parlava della possibilità di adottare il braccialetto elettronico, ha avanzato la richiesta alle forze dell’ordine cui spetta il compito di verificare la possibilità di adottare questo nuovo strumento fin qui poco utilizzato in Italia.
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Proprio ieri la Questura di Macerata ha adottato uno dei primi provvedimenti in Italia di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (leggi l’articolo).
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Era ora passata. Il braccialetto è il sistema più semplice per controllare chi gode di una misura alternativa al carcere o per chi è diffidato dal frequentare certi luoghi, siano essi stadi, ex familiari altro.
Chiunque ha un telefonino con GPS può essere localizzato, perchè i delinquenti no? Gli strumenti tecnici ci sono basta volerli usare. Continui nel suo lavoro dottor Giorgio e non accetti scuse da parte di chi dovrebbe applicarlo
Scusate.
Il problema è dovuto alle carceri sovraffollate?
Utilizziamo i carcerati per riqualificarli, insegnare loro il mestiere del muratore, imbianchino, elettricista,…. e le carceri le facciamo fare a loro.
In questo modo non stanno a zonzo, non si annoiano, il tempo che passa è per loro utile e quando escono magari lo stato può rilasciare un certificato di qualifica professionale che li aiutano a trovare lavoro.
Forse è una soluzione banale?
Sulla questione dei braccialetti, se non erro anni fa in una trasmissione televisiva si diceva che in italia erano stati spesi soldi pubblici per questo strumento e avevano calcolato che uno di questi costava mediamente 30.000€ (trentamila!!).
Morale della favola si sono spesi soldi senza neppure usarlo (benefici zero)!!!