La realizzazione di una residenza per anziani a Macerata, ristrutturando l’ex Villalba o su una proprietà comunale (leggi l’articolo), continua a far discutere. Sul tema intervengono Lidia Fabbri (Cisl Macerata) e Dino Ottaviani (Fnp Cisl Macerata).
«In merito al dibattito sull’opportunità di costruire una Residenza Sanitaria Assistita nel cuore di Macerata, riteniamo utili alcune precisazioni per sgombrare il campo da considerazioni banali, quando non apertamente ipocrite. La prima riguarda la natura dei posti letto dell’RSA. Sarà una struttura privata, o c’è la possibilità di un convenzionamento con il Servizio Sanitario Regionale? Nel primo caso, considerando gli elevati costi di gestione di un posto letto di RSA, avremo una residenza destinata ad ospitare esclusivamente anziani molto facoltosi. Difficilmente si potrebbero ipotizzare rette inferiori a 3.000 euro al mese, quando un pensionato maceratese percepisce in media circa 700 euro mensili.
Se invece i posti letto venissero convenzionati, allora saremmo di fronte ad un fatto preoccupante per più di una ragione. Significherebbe infatti che, diversamente da quanto sostiene in ogni occasione in cui incontra il Sindacato, la Regione dispone di risorse da investire sulla non autosufficienza. In questo caso però bisognerebbe pensare ad interventi e servizi da inserire in una programmazione complessiva, che tenga conto di logiche di equilibrio sia regionali che provinciali. Come non citare le tante strutture residenziali maceratesi – Montecassiano, San Ginesio, Sarnano, Corridonia – ristrutturate con soldi pubblici, che ancora oggi sono inutilizzate in tutto o in parte. Se ci sono risorse pubbliche per la non autosufficienza, infine, perché non utilizzarle per potenziare il sistema delle cure domiciliari, i cui servizi prevengono l’istituzionalizzazione inappropriata, mantengono l’anziano nel suo ambiente di vita e costano meno?
Tante sono le domande senza risposta. E’ evidente come questo progetto sia giustificato da interessi e ragioni che con gli anziani non autosufficienti hanno ben poco a che vedere. Un imprenditore è libero di fare quello che preferisce con i suoi soldi. Se però viene chiamato in causa il Servizio sanitario pubblico, allora è necessario programmare gli interventi in modo condiviso, attento e lungimirante. Soprattutto però è necessaria trasparenza, specie oggi che il sistema della sanità marchigiana attraversa il momento forse più difficile della sua storia.
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Leggendo gli articoli, da semplice osservatore, si evince che la struttura sarebbe convenzionata. Ma il sindacato dovrebbe saperlo meglio di noi che leggiamo, invece che insinuare dubbi. Ad ogni modo non mi pare il momento di fare gli schizzinosi e se fossi il comune, convitato di pietra in questo ‘dibattito’, comincerei a tentare di dare delle risposte prima che sia tardi e si crei l ’emergenza e il privato decida di andare altrove. La residenza si farebbe semplicemente da un’altra parte, con buona pace della ‘programmazione’.
Leggendo ll’articolo non riesco a capire cosa il sindacato voglia
Premettendo che io saro uno tra i tanti che non potrà mai permettersi tale eventuale forma di assistenza, non per questo vorrei impedire a chi ha possibilitàdi usufruire di tale servizio.
Il sindacato doveva pensare a suo tempo quale forma di giustizia ipocrita abbia difeso che a portato a far si che con pochi anni di lavoro siano stati graziati tanti soggetti che ora da pensionati potrebbero permettersi tali residenze oppure delle incredibili ingiustizie tra chi ora ha le pensioni d’oro ed i giovani che le avranno neanche di latta…..
Lo stesso ora preoccupato del destino della sanità ha corporativamente portato la stessa allo sfacello con il benestare della politica connivente.
Parlano di ipocrisie probabilmente mentre si guardano allo specchio.
L’opinione di Nanà
Un’altra residenza per anziani a due passi dal quella già esistente di Villa Cozza. E forse un’altra ancora, se la Fondazione Carima conferma il proprio impegno pubblicizzato in passato, in zona limitrofa. La domanda è: ma queste strutture servono? Non sarebbe forse opportuno fare un’analisi socio-territoriale prima di dare l’ok alla costruzione di nuove strutture? Giusto per non replicare quello che sta accadendo con i centri commerciali o quello che è già successo con gli ospedali comunali (che oggi non sappiamo più come riconvertire). Se solo qualcuno volesse studiarsi la questione avrebbe la grande sorpresa di sapere che la richiesta di ingresso nelle strutture per anziani è drasticamente diminuita negli ultimi anni, la disoccupazione ha fatto si che gli anziani vengono perlopiù gestiti a casa e già molte case di riposo non hanno quasi più una lista d’attesa. Il futuro dell’assistenza non è nella costruzione di nuove strutture (nessuno di noi in tarda età vorrebbe entrare in una sorta di collegio) ma nell’assistenza domiciliare e nel sostegno alla famiglia nel proprio domicilio. Il problema dell’elevato numero di anziani dei prossimi anni non potrà mai e poi mai essere risolto con la creazione di strutture, ma con servizi di sostegno domiciliare adeguati. E’ evidente che la struttura che vuol costruire De Benedetti ha altre mire ed altre “abboccature”, ma viene da sorridere quando si fa credere che a fronte di 108 posti (oppure 80 – non si è ben capito) si assumerebbero 120 dipendenti, con un rapporto di 1,1/1,5 dipendenti per ogni anziano. Un rapporto che farebbe felice ogni assistente sociale, ma che farebbe rabbrividire ogni economista.
Complimenti alla Cisl per aver avuto il coraggio di mettere in discussione qualcosa che, a prescindere, si da per scontato sia utile.
Ritengo interessante l’intervento della CISL sulla materia.Come ho già scritto alcuni giorni or sono, sono venuto a conoscenza della proposta, tramite la Gazzetta Ufficiale ormai rappresentata dai giornali ( lo dico senza ironia). Infatti mai se ne è parlato in maggioranza, solo circa un anno fa, e in limine, si venne a sapere che c’era questa possibilità, in senso astratto, ermetico e sintetico. Infatti se ne parlò non più di un minuto. L’unica cosa che ricordo molto bene è che si parlava di Alzaimer e non di questa RSA. Ciò detto e premesso, risulta al sottoscritto, per ora, davvero nebulosa la questione. Sarà mio dovere formale, in qualità di Consigliere avere notizie certe e definitive. Ad esempio, per intenderci: “dove” dovrà essere allocata la RSA? Perchè ai Cincinelli? Perchè no a Villalba? Quale “tipo” di convenzione vi sarebbe? A qquanto ammonterebbe la retta per il convenzionato? Insomma una seri di domande che, solo se soddisfatte, avranno il mio voto favorevole. Resta stucchevole dover dibattere “sine materia” e sono contento che la CISL sia intervenuta. E’ giusto, dunque, come scrive un lettore, che il Comune non sia un convitato di pietra. Per non esserlo dovranno essere trasparenti e soddisfatte le domamnde chi qui io rivolgo a me stesso. Quanto al resto nessuna preclusione al voto favorevole, purchè Villalba non diventi “residenziale”, o, almeno, se verranno scelti altri luoghi, purchè Villalba, nel cambio di destinazione da struttura sanitaria a residenziale non “aumenti” la sua volumetria.E’ certo, comunque, che la nostra città certamente non “soffrirebbe” qualora una nuova RSA ( che io speravo fosse per Alzaimer) fosse installata.
Comprendo pienamente che gli anziani preferiscono essere curati con l’affetto e la premura dei parenti e nel loro ambiente di vita e perciò comprendo che la prima forma di assistenza è domiciliare.
Comprendo anche la visione d’insieme necessaria agli amministratori e perciò la necessità di una programmazione in base alle risorse esistenti sia di personale in esubero sia di strutture più o meno recuperate presenti nei paesi; MA A MACERATA ( non nei paesi limitrofi dove si chiudono i piccoli ospedali un tempo utili oggi invece superflui e senza mezzi adeguati) NON C’E’ UNA STRUTTURA da riutilizzare per anziani e/o per malati di Alzheimer, per i casi in cui non possono essere curati in famiglia,saremo costretti a portare gli anziani e/o malati di Alzheimer nei paesetti, sradicandoli dal vissuto e allontanandoli dai parenti, con tutti i disagi che ne conseguono? – Ben venga (è chiaro che non è un regalo se si tratta di un privato) una struttura in parte convenzionata, in parte forse a pagamento, visto che la domanda si prevede in crescita soprattutto per l’Alzheimer, e visto che il Comune finora, dopo anni di insistenze e tentativi, è riuscita appena (!) ad aprire un centro diurno presso Villa Cozza per pochi malati e visto che la struttura di Piazza Mazzini che nel ’96 era prevista per piccoli nuclei di anziani con servizi in comune, ora invece che è finita va in affitto libero per tutti.
Siamo ai soliti sofismi dei politici per non concludere nulla.
Interessante l’intervento di G. Mario Maulo.
Non sapevo che la residenza per anziani di Piazza Mazzini andasse in affitto libero a tutti: chi è che ha preso questa decisione, e quando??
Con questo radicale cambiamento di destinazione non sono venuti meno i motivi della ristrutturazione??
Io credo che tutti noi, anzichè criticare sempre, dovremmo pretendere dai nostri cari amministratori comunali e regionali delle risposte chiare alle domande che sono state poste nell’articolo. Le risorse ci sono o no? E se ci sono non devono sicuramente servire per una nuova RSA, perchè altre sono le necessità nel territorio e nelle famiglie che praticamente da sole gestiscono a casa la non autosufficienza di un familiare.