di Gabriele Censi
“Altro che ripresa, qui se non si finanziano gli ammortizzatori in deroga c’è il rischio di una tragedia sul piano sociale”. Ai lavori del Comitato Direttivo dei delegati della provincia di Macerata della Filctem (i settori Tessile-Abbigliamento-Pelletteria, Giocattoli, Chimica, Gomma Plastica, Elettrico, Gas-Acqua, Municipalizzate), a Piediripa c’era anche il segretario nazionale Emilio Miceli già da ieri sul territorio per la presentazione del progetto “Una casa di tutti i colori” (leggi l’articolo). E’ lui che lancia il grido d’allarme. “Ci sono tanti modi – prosegue Miceli – per misurare la ripresa, guardando i contatori Enel, facendo previsioni o rilevando gli ordinativi. La lieve inversione di tendenza che si attende per la fine dell’anno e nel 2014 non può entusiasmare più di tanto, la crescita della Germania potrà trascinarci verso il segno più ma questo non significa automaticamente nuova occupazione. Se rimane ferma l’edilizia non riparte nemmeno la chimica. ”.
I numeri del comparto li ha enunciati Sonia Paoloni, segretaria provinciale Filctem: “Le ore di cassa integrazione certificano la situazione del settore. Il raffronto giugno 2012/giugno 2013 ci indica una crescita per Tessile-abbigliamento–calzature del 130% della ordinaria e del 70% della straordinaria, mentre scende del 30% la cassa in deroga. Questo ultimo dato risente del fatto che gli ammortizzatori non hanno coperto l’intero periodo e sono stati pagati fino ad aprile/maggio. Nella chimica, che rappresenta una quota minoritaria della forza lavoro totale in provincia, scende la ordinaria ( – 13,5%) , aumenta la straordinaria (+14,5%) e la cassa in deroga (+96,9%). Numeri che vanno letti all’interno di una crisi che nel calzaturiero va avanti da 6 anni e che ha portato alla riduzione di un terzo dell’occupazione. Sono stati persi 10 mila posti di lavoro”. Il segretario regionale Domenico Ticà chiede ai rappresentanti dei lavoratori unità e determinazione: “Ormai le misure a disposizione delle aziende sono state tutte consumate, se non si rifinanzia la cassa in deroga non c’è che null’altro che il licenziamento”.
Situazione ancora più grave per gli artigiani che sono maggiormente esposti alla crisi per dimensione, sottocapitalizzazione e mancanza di liquidità e ora si aggiunge anche il carico della crisi di BancaMarche. I rappresentanti sindacali manifestano preoccupazione anche per i contratti scaduti. La trattativa non segna passi avanti e, salvo qualche eccezione (esiti positivi per la concia e le lavanderie), non arrivano segnali che possono dare ottimismo. Nel mese di settembre ci saranno altre 8 ore di sciopero dopo le 4 dello scorso luglio.
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Il manufatturiero è praticamente “demolito”. Nessuna ha la ricetta giusta? Io penso che il peggio debba ancora venire. E chi lavora nel privato comprende il mio stato d’animo: si lavora alla giornata nella speranza che via fax o via email arrivi qualche ordine. Tanta tristezza.
Non avete tutelato le imprese. Non avete tutelato il made in Italy. Non avete tutelato i lavoratori.
In compenso: tutelate imprese cinesi, permettete a prodotti di dubbia provenienza di invadere i mercati, permettete l’accesso agli ammortizzatori sociali a chi non ha versato un solo centesimo di contributi.
Ecco cosa avete combinato cari sindacati e cari sindacalisti.
Poi un onesto lavoratore in cassa integrazione in deroga, riceve il bonifico dopo 4 mesi (se tutto va bene) ed è obbligato a frequentare stupidi corsi di “riqualificazione” spesso a km da casa senza il minimo rimborso carburante.
Davvero, di peggio non potevate fare.
@Patryk: Spero sia chiaro a te come a tutti che i corsi di riqualificazione non sono altro che uno stratagemma per occupare i sedicenti istruttori o meglio, gli imbucati amici di amici, percio’ come ben saprai quei corsi non servono assolutamente a nessuno se non appunto a per mettere su e giustificare gli stipendi di chi gestisce tale BUFFONATA. E’ proprio cosi’, l’operaio e’ come il maiale, non si butta nulla……… anche da disoccupato puo’ servire a far ingrassare qualcuno.