di Maurizio Verdenelli
Un’apertura ed una chiusura, entrambe annunciate. E a Camerino la festa per il primo giorno di scuola nell’edificio alfine consegnato agli studenti, ha per lunghi momenti i colori del temporale che pure ieri mattina s’è addensato alla periferia della città lontano dal centro storico dove domani mattina, di converso, chiuderanno i battenti del tribunale.
Una cerimonia iniziata nella memoria di un grande camerinese, Jimmy Fontana che negli anni 90, su incarico dell’allora presidente Luigi Sileoni, scrisse e musicò l’inno della Provincia di Macerata. “Appena ho avuto la notizia della sua morte, ho disposto perchè subito dopo il taglio del nastro e l’inno di Mameli fosse suonato dalla banda cittadina di Camerino quello della nostra Provincia, cantato dall’indimenticabile Enrico, così come si chiamava all’anagrafe” dice il presidente Antonio Pettinari a conclusione della lunga maratona che ha visto concludersi, a 16 anni dal terremoto, l’emergenza per generazioni di studenti camerinesi. Per la prima volta niente più containers per gli studenti dell’ITC, ITG e dei Licei Linguistico, Pedagogico ed ora Scientifico sportivo. Classico e Scientifico non hanno infatti mai abbandonato la sede storica all’ingresso della città, a largo Feliciangeli.
“Si tratta di un evento eccezionale, perchè ormai con la crisi economica e la scarsità di risorse pubbliche, opere importanti non si fanno quasi più. E pure questa sarebbe rimasta un’ingloriosa incompiuta a causa purtroppo del Patto di Stabilità: dobbiamo dunque ai fondi per il terremoto e alla disponibilità della Regione questo risultato che pure viene dopo tanti anni e sacrifici. Per rendere agibile l’edificio che, dissequestrato presentava gravissimi problemi, è stato necessario un rush finale di lavoro ‘matto e disperatissimo’. E chiediamo ai ragazzi di avere ancora un po’ di pazienza se troveranno qualche muro ancora non perfettamente asciutto a motivo delle abbondanti infiltrazioni precedenti. Per essere fedeli al primo giorno di scuola abbiamo corso senza respiro: centoventi giorni senza un ‘giorno di ferie estive” ha detto Pettinari avendo al fianco il sottosegretario al MIUR (ministero Istruzione, Università e Ricerca) Gian Luca Galletti, con delega all’edilizia scolastica. Che, per inciso, a telecamere accese poco prima del taglio del nastro e della benedizione dell’arcivescovo Brugnaro, aveva dato l’ultimo colpo alle speranze dell’amico Tonino: “Lui è un ottimo amministratore, ma le Provincie devono essere chiuse”.
Una cerimonia preparata minuziosamente ma che aveva avuto un prologo tempestoso: tuoni che avrebbero preceduto la tempesta. A lungo due dirigenti della Questura (tra cui la responsabile della Digos) avevano infatti dialogato vivacemente con il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Corrado Zucconi ed una folta delegazione in toga, perchè non procedessero con una manifestazione per la chiusura del foro camerinese. L’avv. Zucconi aveva con un sè un intervento “da leggere anche come consigliere comunale” di quattro pagine (“tre minuti, non di più: non chiediamo altro”).
Niente da fare. Tuttavia a far da portavoce allo scontento dei legali ci pensava, a sorpresa, il sindaco con la provocatoria consegna della fascia tricolore al prefetto Giardina (leggi l’articolo). “Un’iniziativa che ho tenuto per me fino all’ultimo e che ho maturato in extremis nella notte” mi confiderà, uscendo, poi lo stesso Dario Conti. “Il mio compito, visto che non lo fa il Governo (eppure esiste una legga a difesa della montagna) è tutelare il territorio e la mia gente. Non ho altri mezzi per la loro salvaguardia se non affidarmi all’opinione pubblica nei momenti che contano. Nel 1259 Camerino subì il sacco dell’esercito di Manfredi, nel 2013 da parte del ministro Cancellieri, dopo aver subito la beffa dell’ex Guardasigilli, Paola Severino che ha definito la riforma delle Circoscrizioni ‘epocale’. Per noi, invece, solo sciagurata!”.
Il ‘momento’ è stato dunque l’apertura della Gran Fabbrica che minacciava, dopo 8 anni, di restare come l’Incompiuta di Camerino. Al cui capezzale, alla vigilia di Natale, era stato richiamato ‘alle armi’ l’ingegner Cesare Spuri: dalla Provincia al Comune di Macerata e di nuovo alla Provincia. Lui, con l’amico cronista ci scherza su ricorrendo ad una metafora rurale: “E’ come aver detto a chi aveva ammazzato il maiale, rovinandosi per ritardi la stessa ‘pista?, d’intervenire anche per la salvezza di questa”. In effetti, Spuri nel 2003 era a capo del COM a Muccia che finanziò con i soldi del terremoto la costruzione della nuova sede scolastica. Un vero e proprio campus, i cui lavori iniziarono due anni dopo in località San Paolo, una sede forse non felice per la natura idrogeologica dell’area. Dal 2005 ad oggi si è susseguito un rosario di problemi tecnici, amministrativi e giudiziari con il sequestro conservativo dello stesso manufatto, che naturalmente deperì.
Contro le lungaggini si è scagliato dal palco il Governatore Spacca: “Otto anni hanno rappresentato un tempo inaccettabile, neppure nelle aree meno civili e meno progredite del nostro Pianeta”.
Tanti gli interventi che si sono succeduti davanti ad una platea di studenti composta ed attenta, tanto da sollecitare l’elogio del presentatore, Paolo Notari, inviato Radio Rai che in apertura aveva ricordato anch’egli Jimmy Fontana. “A me fabrianese, ogni volta che lo incontravo a Roma mi chiedeva: ‘Da quando non torni a Camerino?’ E se sapeva che magari non lo facevo da un pezzetto, lui quasi s’indignava: ‘Ma come?! Da Fabriano non hai voglia, almeno ogni due mesi…? ‘Era enorme l’amore di Jimmy per la sua città”.
Tanti i gonfaloni sul palco azzurro: con Comune e Provincia anche quello della Corsa alla Spada, con alcuni figuranti sul palco a far da ala ai vari interventi. Dopo Pettinari, Conti, Spacca ecco il provveditore Luca Galeazzi, il sottosegretario Galletti (“C’è tutta la disponibilità del ministero per far funzionare al meglio questo campus”), del pro rettore dell’Unicam Claudio Pettinari (il rettore Corradetti ha mandato un telegramma) che ha consegnato un assegno da mille euro (gigante la riproduzione, minuscola la cifra) ai due dirigenti scolastici Francesco Rosati (licei) e Giancarlo Marcelli (Istituti tecnici). Con loro mons. Brugnaro, il consigliere regionale Francesco Massi, il sen. Alessandro Forlani, il prefetto Giardina e tutte le autorità militari. In platea, con amministratori locali, sindacati della scuola, l’ex rettore Mario Giannella e l’ex presidente della Provincia, Pigliapoco, c’è il sen. Mario Cavallaro. Che a domanda, risponde: “Quello di Conti? Un gesto estremo, ma giusto”.
Siamo oltre ad un’ora e mezzo dall’inizio della cerimonia, quando prende la parola la presidente della commissione provinciale ai Lavori Pubblici, Gabriella Mazzoli che consegna medaglie ricordo un pò a tutti, in particolare ai tecnici autori del ‘miracolo’ (così definito da Pettinari): Spuri, Tibaldi, Fraticelli. I ragazzi hanno già lasciato in gran parte le tribune per il ‘rancio’ della Raci e dall’Istituto Agrario, con gli studenti-camerieri dell’Istituto Varnelli. Ed anche la piccola Giulia Spuri ha finito di correre su e giù in quel ‘corridoio di Danzica’ costituito dal palco affollato di autorità e il ‘presidio’ degli avvocati che protestano. Che, tuttavia, avranno alla fine voce per consegnare un dossier pro-referendum abrogativo (ultima spiaggia per ‘salvare’ il tribunale di Camerino) al rassicurante governatore Spacca. Ma, a quel punto, sono andati via tutti, saliti al secondo piano, per il ricco buffet.
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Da Nazareno Agostini Pdl – Ppe e Franco Capponi Ppe – modello Macerata riceviamo:
L’apertura di un nuovo edificio scolastico è sempre da accogliere con soddisfazione, ma l’autoesaltazione mostrata da Pettinari appare esagerata e fuori luogo, tentando goffamente di far passare come risultato eccezionale, il completamento parziale di un’opera pubblica, dopo ben 16 anni trascorsi dal terremoto del 1997. Sarebbe stato molto meglio far prevalere il sentimento dell’umiltà, soprattutto pensando a quelle migliaia di giovani che hanno dovuto vivere gli anni della loro formazione dentro ai containers.
Anche l’edifico di Camerino, come successo per i due ponti di Villa Potenza e di Montecosaro, è rimasto impantanato in pastoie burocratiche, liti giudiziarie e vincoli di spesa, con tutto quello che ne consegue anche in termini di costi aggiuntivi. Come abbiamo più volte indicato, bisognava avere il coraggio di superare i vincoli del patto di stabilità, tanto più ora che le province sono a fine vita.
La nostra comunità ha bisogno di molto di più, sia in termini di messa in sicurezza degli edifici scolatici, su tutti grida vendetta la situazione dell’Ipsia di Corridonia, ma anche di sostegno all’autonomia scolastica e al piano dell’offerta formativa provinciale. La realtà è che questa giunta, anonima e ininfluente sulla vita amministrativa locale, si limita a svolgere quella ordinaria amministrazione a cui sono già preposti i dirigenti dell’ente, senza alcuna azione di indirizzo e visione strategica per la crescita.
La vecchia politica è molto cara a pettinari e un nostalgico lui , in pompa magna magnificando quello che dovrebbe essere una cosa normale, forse non si rende conto che quando fa riferimento ai fondi del terremoto lui e tutti noi avevamo ben 16 anni in meno di adesso , comunque aldilà delle date ricordo a pettinari un vecchio detto sardo ” i lavori fatti di notte si vedono di giorno ” ma il campus in stile college americano o inglese , cioè fatto per chi vive h24 in loco che ci studia, mangia, dorme, così non è per il campus di Camerino , gli studenti ci arrivano al campus con i pullman è se il campus non ha vie di comunicazione tali da farvi arrivare i mezzi di trasporto con a bordo gli studenti a fronte di ciò permettetemi di considerare la struttura come una cattedrale nel deserto, perchè i ragazzi verranno lasciati a distanza di circa 300/400 metri in quanto la strada non permette il passaggio dei mezzi di trasporto persone , considerando che a Camerino il periodo invernale non è dei più miti e considerando anche che vi sono ragazzi portatori di handicap che vengono lasciati a distanza importante ciò mi fa pensare che tutta sta grande inventiva e lungimiranza coloro che hanno avuto modo di impegnarsi in questa opera innovativa,” sacrificando anche le ferie e i loro svaghi” qualcosa dovrebbe essere loro sfuggita , inoltre dove avviene lo scarico dai pullman dei ragazzi essendo lo spazio molto limitato in confronto al numero dei mezzi che vi arrivano e in mezzo alle macchine dei privati cittadini che accompagnano i loro figli diventa un rischio alla sicurezza degli studenti che si accalcano sia quando scendono che quando risalgono per il rientro , però questa sarà materia da risolvere nei prossimi 16 anni queste sono le scadenze periodiche , alle quali ci hanno abituato.un altro detto stavolta marchigiano va a favore di Pettinari
” non tutte le ciambelle riescono con il buco ” Viva Pettinari, Viva l’Italia.
Dario Conti Sindaco della montagna: UNO DI NOI!
Un ricco “Buffet”????? Ma per favore, Pettinari ha pensato a tutto il cerimoniale in pompa magna, ma quando si è trattato de magnà, ha voluto fa le nozze co li fichi secchi, meglio se chiamava li polentari de Santa Maria in Selva!!!!!!! Che tristezza.
Caro Profezio, cosa avresti detto se ci sarebbe stato un vero ricco buffet??? ..che i politici pensano solo a magnà…!!???
Blanchi@ ..Conti uno di noi!!!??? …non credi si sia svegliato un pò tardi??? ..ieri era quasi finito il trasloco…..da Camerino a Macerata!! …la fascia avrebbe dovuto consegnarla un anno fa, non ieri!! non credi???