Da sinistra Francesco Comi, Bruno Prugni, Loredana Riccio, Jacqueline Cesaretti e Marco Romagnoli del gruppo consiliare del Pd
di Marco Cencioni
Sospendere l’asta per la vendita della farmacia comunale e valutare il percorso alternativo suggerito dal decreto “Cresci Italia”. Chiede questo il Partito Democratico di Tolentino all’amministrazione comunale. “E’ da molto tempo che sosteniamo la tesi che vendere la farmacia è un grave errore – afferma il capogruppo del Pd Bruno Prugni nel corso di una conferenza stampa – Vogliamo solo avanzare, senza alcun tipo di polemica, una proposta che non faccia perdere alla città un bene di valore: crediamo sia opportuno valutarla attentamente”.
In cosa consiste l’ipotesi prospettata dall’opposizione? “L’Amministrazione Comunale, vendendo la propria farmacia, perderebbe il diritto, previsto dal decreto “Cresci Italia”, di poterne aprire un‘altra senza il pagamento di alcuna licenza – afferma Prugni – secondo l’articolo 11 del Decreto del 2012, le amministrazioni locali che già hanno una farmacia possono aprirne un’altra in insediamenti commerciali con superficie superiore a 10 mila metri quadrati senza pagare la licenza, condizione per la quale un privato si strapperebbe le vesti di dosso – sottolinea il capogruppo Pd – Chiediamo quindi di sospendere immediatamente l’asta e valutare l’ipotesi di avviare l’iter per l’apertura della nuova farmacia nell’area commerciale Rancia: tale opportunità è stata già sfruttata da altri comuni come Sant’Elpidio a Mare, Macerata o Civitanova”.
L’idea degli esponenti tolentinati del Pd è chiara: aprire una seconda farmacia per poi rivalutare la situazione. “Si potrebbe decidere di tenerle entrambe o di venderne solo una, anziché cedere ad un privato la farmacia comunale magari alla seconda asta e ad un prezzo da saldi come 1,4 milioni di euro (prezzo stabilito in caso andasse deserta la prima asta e costo che comunque non subirà ulteriori modifiche al ribasso,ndr). Inoltre – ipotizza Prugni – si potrebbe valutare l’ipotesi di cederla alla nostra Assm valutandola, cosi come da perizia, per 1,7 milioni di euro e ridurre così il debito del Comune nei confronti dell’azienda municipalizzata portandolo a 700 mila euro (il debito attuale si aggira intorno ai 2,4 milioni di euro, ndr). In questo modo, oltre a non perdere la farmacia comunale ne avremmo due e sarebbero anche tutelati in maniera certa i livelli occupazionali, anzi aumenterebbero, per non parlare della possibile realizzazione di quella economia di scala fino ad oggi impensabile. Sarebbe difficile da giustificare alla cittadinanza – conclude Prugni – la vendita della Farmacia comunale ad un privato a prezzo inferiore, quando si poteva cedere alla nostra Assm con un maggior guadagno“.
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AL SIGNOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL SIGNOR SINDACO
MOVIMENTO 5 STELLE TOLENTINO
CONSIGLIERE:GIAN MARIO MERCORELLI
TOLENTINO, 22 APRILE 2013
OGGETTO: “REVOCA DELLA DELIBERA DI CONSIGLIO N. 23 DEL 21/03/2013 E
DELLA DELIBERA DI GIUNTA N. 150 DEL 12/04/2013 RELATIVE ALLA CESSIONE
DELLA FARMACIA COMUNALE”
VISTI:
−
la Delibera di Consiglio Comunale n. 64 del 14/07/2003 relativa all’affidamento della
gestione della farmacia comunale ad A.S.S.M. S.P.A.;
−
la Delibera di Giunta n. 389 del 28/10/2003 relativa alla definizione della percentuale di
utile, oltre al canone annuo, da girare alle casse del Comune di Tolentino;
−
la Delibera di Giunta n. 458 del 02/12/2003 relativa al trasferimento ad A.S.S.M. S.P.A. dei
dipendenti comunali occupati presso la farmacia;
−
la Delibera di Consiglio n. 23 del 21/03/2013, “Vendita dell’esercizio della farmacia
comunale
”;
−
la Delibera di Giunta n. 150 del 12/04/2013, “Vendita esercizio farmacia approvazione
condizioni del bando
” e lo schema di bando ad essa allegato;
−
i bilanci dal 2004 al 2012 relativi alla farmacia comunale;
−
la perizia di stima del 15/03/2013 relativa alla determinazione del valore della farmacia
comunale di Tolentino;
−
il D.L. 1/2012 “Cresci Italia”;
PREMESSO CHE:
−
la Delibera di Giunta n. 389 del 28/10/2003 stabiliva “la percentuale spettante a questo Ente
derivante dall’eventuale maggior utile conseguito dalla gestione della farmacia a partire
dal terzo anno successivo all’affidamento nella misura del 30%
”;
−
secondo quanto riportato nella Delibera di Giunta n. 458 del 02/12/2003 “nel caso in specie,
in considerazione del fatto che il Comune svolgeva direttamente il servizio farmaceutico in
economia, di seguito attribuito ad una sua Azienda S.p.A. a totale capitale pubblico,
mancano i presupposti per l’applicazione dell’Art. 2112 del Codice Civile, in quanto, in
caso di gestione del servizio in economia con organizzazione di tipo pubblicistico, non è
configurabile l’esistenza di un complesso aziendale, il quale si costituisce invece nel
momento del trasferimento in capo all’Azienda cessionaria; nella fattispecie non può essere
invocata l’applicazione in via analogica della previsione dell’Art. 24 del R.D. 15/10/1925 n.
2578, che soltanto in via di eccezione prevede la continuità del rapporto di lavoro
nell’ipotesi di riscatto da parte dell’Ente locale del pubblico servizio oggetto di
concessione”;
−
la Delibera di Consiglio n. 23 del 21/03/2013 stabiliva di procedere “alla cessione
dell’esercizio della farmacia con le modalità dell’evidenza pubblica ponendo a base del
primo esperimento l’importo della perizia € 1.700.000,00 (arrotondato), stabilendo che nel
caso in cui uno o più incanti andassero deserti, il prezzo a base d’asta non potrà essere di
volta in volta diminuito di oltre 300mila euro
”;
−
secondo lo schema di bando allegato alla Delibera di Giunta n. 150 del 12/04/2013 “il
cessionario subentrerà in tutti i rapporti di lavoro facenti capo ai dipendenti stabilmente
addetti all’attività del ramo d’azienda di A.S.S.M. S.P.A., oggetto di cessione, in essere al
momento del perfezionamento dell’atto di trasferimento ai sensi dell’art. 2112 c.c. Il
personale dovrà essere obbligatoriamente mantenuto in servizio per il periodo di almeno tre
anni dalla data della cessione
”;
CONSIDERATO CHE:
−
i Consiglieri hanno ricevuto la comunicazione ufficiale circa la vendita della farmacia
comunale, a seguito della notifica dell’ordine del giorno del Consiglio successivo, in data
16/03/2013, quindi tre soli giorni lavorativi prima del Consiglio Comunale del 21/03/2013,
non avendo, di conseguenza, il tempo materiale per acquisire e analizzare la
documentazione necessaria a una corretta valutazione della Delibera di Consiglio relativa
alla vendita in discussione. La Delibera allegata alla convocazione era infatti priva di
qualsiasi allegato, primo tra tutti quello relativo alla perizia di stima;
−
la perizia di stima del valore di vendita dell’esercizio, correttamente basata sui bilanci, non
tiene conto, oltre che di parametri difficilmente quantificabili quali il valore sociale che la
farmacia ha, o potrebbe avere, per i cittadini, del fatto che i bilanci stessi comprendono costi
che sono propri della sola gestione pubblica e che non avranno più ragione di esistere una
volta che l’attività sia passata in mani private;
−
dall’analisi dei bilanci risulta una redditività ben diversa da quella che si potrebbe desumere
guardando esclusivamente all’utile di esercizio. Ad abbattere l’utile contribuiscono infatti
diverse voci tra le quali è possibile citare il canone annuale dovuto al Comune di Tolentino
(75.000 euro ridotti recentemente a 10.000) o la voce “quota spese comuni”, variabile da
35.000 a 75.000 euro annui, che risulta essere esclusivamente una ripartizione, legittima ma
discutibile, dei costi sostenuti da A.S.S.M. S.P.A. tra i bilanci delle proprie attività. Al netto
di tali voci i bilanci mostrano un utile di esercizio medio ben superiore a quello ufficiale
(allegato A), nonostante l’alto costo della produzione dovuto anche alle retribuzioni dei
dipendenti;
−
la vendita della farmacia e la sua conseguente sottrazione alla gestione da parte di A.S.S.M.
S.P.A. comporterà la perdita da parte di quest’ultima di liquidità per circa 1.200.000 euro
annui in un momento che presenta già un’oggettiva difficoltà;
−
non è stato effettuato, o almeno reso pubblico, alcuno studio che dimostri la convenienza,
nel medio e lungo termine, della vendita della farmacia comunale e, tantomeno, sulle
possibilità di miglioramento della redditività della stessa, per esempio sfruttando
l’opportunità data dall’art. 11bis del D.L. 1/2012 “
Cresci Italia”, convertito in legge,
secondo il quale è possibile aprire farmacie anche “
nei centri commerciali e nelle grandi
strutture con superficie di vendita superiore a 10.000 metri quadrati, purché non sia già
aperta una farmacia a una distanza inferiore a 1.500 metri
”;
−
lo schema di bando d’asta non prevede un valore minimo prestabilito oltre il quale non
scendere per procedere alla vendita della farmacia comunale;
−
il tipo particolare di gestione della farmacia (gestione da parte dell’A.S.S.M. S.P.A. di una
proprietà comunale) e la situazione contrattuale dei dipendenti, attualmente in carico a
tempo indeterminato ad A.S.S.M. S.P.A., determinano un certo grado di incertezza circa la
possibilità di trasferire i dipendenti stessi al cessionario: A.S.S.M. S.P.A. ha riferito di aver
richiesto in merito un parere legale che, al momento della stesura del presente atto, non è
ancora stato prodotto. Si può configurare, in assenza di riscontri certi, l’ipotesi di una serie
infinita di ricorsi che potrebbe, in ultima istanza, anche portare all’obbligo di
riassorbimento, pur se temporaneo, dei dipendenti con costi insostenibili per la collettività
una volta ceduta l’attività della farmacia comunale;
IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERA DI:
−
revocare la Delibera di Consiglio n. 23 del 21/03/2013, “Vendita dell’esercizio della
farmacia comunale
”;
−
revocare la Delibera di Giunta n. 150 del 12/04/2013, “Vendita esercizio farmacia
approvazione condizioni del bando
”;
E IMPEGNA LA GIUNTA A:
−
riconsiderare l’opportunità di alienare la farmacia comunale, verificando, prima di
eventualmente riproporre a questo Consiglio Comunale la vendita, se la gestione della
medesima possa essere ottimizzata in termini di redditività e accertando se l’operazione
possa configurare, nel medio e lungo periodo, un danno economico per il Comune di
Tolentino e/o per A.S.S.M. S.P.A.;
−
accertarsi, al di fuori di ogni dubbio, della possibilità di trasferire i dipendenti attualmente in
carico ad A.S.S.M. s.p.a. al nuovo eventuale gestore senza alcun rischio di aggravi per il
Comune di Tolentino e/o per A.S.S.M. S.P.A.;
−
quantificare e indicare, nell’eventuale nuova delibera per la cessione della farmacia
comunale, una cifra minima al di sotto della quale ritirare l’esperimento d’asta;
−
prevedere, nell’eventuale nuova delibera per la cessione della farmacia comunale, che il
presso a base d’asta non possa essere diminuito, di volta in volta, di oltre 200.000 euro;
IL CONSIGLIERE GIAN-MARIO MERCORELLI
Con richiesta di porre la questione all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale.
ALLEGATO A
UTILI DI BILANCIO DELLA FARMACIA COMUNALE AL NETTO DELLE SOLE
SPESE COMUNI E DEL CANONE ANNUO VERSATO AL COMUNE DI TOLENTINO
ANNO 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
UTILE IN
BILANCIO 1.430 16.489
-2.889 -5.493 -17.994 2.026 19.298 -36.207 75.837
UTILE
REALE 120.674 141.623 128.915 141.134 119.037 104.417 129.124 74.298 85.837
Se ne è accorto anche il PD che l’articolo 11 del Cresci Italia permette di aprire una farmacia nei centri commerciali? Meglio tardi che mai…in fondo sono il partito del rinvio…stavolta hanno rinviato la scoperta…