di Laura Boccanera
Analisi ok, nessun batterio nel mare: divieto di balneazione a Civitanova cancellato.
Sono stati resi noti i dati delle analisi effettuate dall’Arpam a seguito dello sversamento nelle acque del fiume Chienti ed Ete vivo avvenuto mercoledì scorso. L’istituto per l’ambiente aveva infatti effettuato prelievi il giorno seguente l’arrivo della chiazza nera fino al mare e prodotta dalla fuoriuscita delle acque utilizzate per fertilizzare i campi da parte dell’azienda Ambruosi e Viscardi, un digestato prodotto dalla centrale a biogas che aveva poi provocato un’alterazione nell’ambiente con la conseguente moria di pesci lungo il fiume (leggi l’articolo). I risultati degli esami batteriologici sui campioni d’acqua marina nei pressi della foce del Chienti sono arrivati questa mattina anche a Palazzo Sforza e l’esito è negativo: nessun pericolo per la salute pubblica nello specchio d’acqua di un chilometro, dalla foce in direzione nord, oggetto di divieto precauzionale di balneazione. Non è stato quindi necessario prorogare l’ordinanza firmata giovedì con durata fino alle 13 di oggi.
La balneabilità del litorale sud di Civitanova è quindi stata ripristinata. Ma le analisi proseguono: “non c’è un problema di natura batteriologica – ha spiegato Gianni Corvatta, direttore dell’Arpam – abbiamo cercato la presenza di batteri anaerobici e non sono stati trovati nello specchio d’acqua a nord di Civitanova. Qualcosa invece è stato rilevato a Porto Sant’Elpidio, ma l’acqua è ok per la balneazione. Per noi era importante tenere sotto controllo la situazione perchè la precauzione non è mai troppa. Le analisi però hanno dato esito negativo e non sono stati trovati microrganismi tali da determinare una situazione di pericolo”. Questo per quanto concerne la situazione delle acque, mentre analisi e approfondimenti sono in corso sul digestato prodotto dalla centrale a biogas: “stiamo aspettando anche i risultati di alcune analisi – conclude Corvatta – che saranno pronte nei prossimi giorni per capire cosa contenesse il digestato, così pure come stiamo monitorando la situazione dell’ecosistema”.
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andate avanti voi..
Beneeee, ora tutti a fare il bagno nella fognaaaa. E’ tutto a posto l’Arpam ha dato l’ok. Il mare è pulitissimo e l’aria nei pressi del Cosmari è purissima.
e li pesci sono morti di paura?
Dall’Abat (Associazione balneare aziende turistiche), riceviamo:
L’Abat esprime oggi grande sollievo per la fine del divieto di balneazione in mare nelle zone adiacenti alla foce del fiume Chienti. Il nostro ringraziamento alla Capitaneria di porto, all’amministrazione comunale, all’Arpam, alla forestale e tutte le istituzioni che si sono prontamente attivate e prodigate per fornire informazioni puntuali a operatori e bagnanti, nonché controllare e risolvere in fretta questo brutto episodio che dalla stampa abbiamo appresso essere stato causato da un incidente avvenuto presso un’ azienda agricola sita in zona Cascinare.
A proposito di questo ultimo aspetto, la nostra associazione si è rivolta allo studio Legale Marcantoni, dando mandato al legale di monitorare per nostro conto il seguito di questa vicenda cosi da informare in modo dettagliato gli associati e dandoci modo di valutare insieme le più opportune iniziative da porre in essere.
La marea nera ammazza solo i pesci, ma è del tutto innocua per l’uomo. Lunga vita all’ARPAM.
Ok per le analisi batteriologiche, ma i risultati per quanto riguarda i metalli pesanti???? Ricordo a tutti che per lo sversamento della centrale a biogas di Loro Piceno sempre nel fiume Chienti, sono state trovate concentrazioni elevatissime di metalli pesanti. Non è stato ancora appuarato se questo sia dovuto al fenomeno di concentrazione degli xenobiotici nel digestato o per utilizzo di materiale inquinato alla fonte per la produzione di biogas!
Il tubo,si rompe un tubo e di manda a pu…a il turismo l’ecosistema.Ma guarda un tubo che si rompe e d’incanto un fosso piano piano va incontro al tubo che perde ,il fosso finisce nel Chienti e il Chienti nel mare.Mai che un “tubo” rotto vada a finire in una cisterma dell’azienda,mai che ci sia un blocco automatico.Andate o avanti così ma non siamo dei fessi.
sembra anche a me molto affrettata la revoca del divieto di balneazione.
ormai pur di salvare l’economia locale, questo e altro.
anche oggi, ma la marea nera non c’entra, ho trovato e prelevato sabbia nera puzzolente a riva di un bagnino.
mi son fatto condizionare anch’io e l’ho ributtata al mare pur di non affossare il bagnino.
ma a fine stagione giuro che ogni giorno chiamo ARPAM, VV.F., ed esposti in procura.
Non mi convince nulla. E’ da giugno che la gente esce dall’acqua con le chiazze di gasolio, la puzza è costantemente presente. Se ci fate caso ci sono macchie oleose (lungomare nord). Ho avvisato anche i gestori dello chalet e non sapevano darmi una risposta. La bandiera blu a questo punto,ho capito come funziona. Il Dio denaro è decisamente più …importante della salute.
@ermini ottone
I pesci sono morti per un naturale processo di eutrofizzazione, quindi per asfissia dovuta all’attività microbica concentrata dallo sversamento (stiamo parlando di batteri innocui per l’uomo , come evidenziano le analisi) i quali hanno provocato un abbassamento della % di ossigeno nell’acqua , per respirazione cellulare, da qui l’ASFISSIA dei pesci, che come tutti sanno respirano sott’acqua, con le branchie. Nell’acqua non c’è nessun refluo chimico di sintesi, e se c’è non proviene certamente dalle centrali a biogas, che lavorano scarti vegetali, ma da anni di sversamenti dal parte delle industrie chimiche e calzaturiere! Inoltre quello che si vede nella foto non è il Chienti, ma una pozza nei pressi dell’Ete morto, il rivo è in secca e a 40 gradi non c’è storia, i pesci muoiono. Basta con questa disinformazione e questo sensazionalismo, grazie. Capisco che bisogna vendere i giornali, e che la stagione balneare è stata bassa, causa piogge, (mi rivolgo all’ABAT) ma rivalersi in questo modo con un’azienda onesta per un errore del tutto incidentale (dovendo ancora dimostrare peraltro tutte le responsabilità del caso da parte dell’az. stessa) mi sembra scorretto. Leggo di gente che dice che sarebbe stata “sterminata tutta la fauna fluviale del chienti”, niente di più lontano dalla realtà.. per sicurezza controllate voi stessi.
Egregio Walker Doom.
Sono Marco Scarpetta, vice presidente dell’Abat e in questo caso portavoce dell’associazione.
Tenevo a dirle che l’Abat si è rivolta ad un legale non perché quest’anno è piovuto, ma piuttosto perché pochi giorni fà, in altissima stagione c’è stato uno sversamento in mare che ha causato tra l’altro un’ordinanza di divieto di balneazione e conseguente rimpallo di notizie sulla stampa locale e nazionale. Ci siamo rivolti ad un avvocato per saperne di più su questa vicenda di cui abbiamo solamente conosciuto quello che abbiamo letto sui giornali e ciò che era scritto nell’ordinanza che è stata apposta nelle spiagge in cui lavoriamo.
Valutazioni sull’onesta dell’azienda che ha provocato lo sversamento o sulla natura dell’incidente non mi risulta siano state fatte e quindi, sopratutto se intende scrivere con nickname la invito, mi creda, cordialmente a non fare ulteriori valutazioni riguardanti l’Abat che al momento, lo ripeto, ha solamente chiesto al legale di monitorare la vicenda.
Un caro saluto
L’analisi scientifica nel commento n 9 sulla morte dei pesci è esatta, ma resta il fatto che quei pesci sono morti non di morte naturale, anche se il processo di eutrofizzazione possiamo considerarlo si un fenomeno naturale, ma in questo caso è stato provocato e accelerato dall’attività microbica concentrata dallo sversamento che ha tolto ossigeno all’acqua dolce del fiume. Quindi tanto naturale non mi pare. La morte dei pesci sarebbe stata naturale nel caso della mancanza di acqua che madre natura d’estate non ci da e che quindi causa il disseccamento di fiumi e torrenti, porta alla creazione di pozze o rigagnoli dove si concentrano i poveri pesci che cercano acque più profonde, ma in questo caso entrano in gioco altri fattori naturali ossia i pesci sofferenti, boccheggianti, che muoiono o restano intrappolati nelle “pozze” che si vengono a formare, diventano a loro volta cibo per altri animali (vedi aironi, garzette, ecc ecc). Questo si che è un fenomeno naturale.
Mentre centinaia di pesci morti per asfissia da eutrofizzazione, sono poco appetibili da questi uccelli che li prediligono “vivi” ma che forse possono essere mangiati da qualche mammifero (pantegane) che si avventura nel fiume oramai in secca, o magari capitoni (senza acqua sarà difficile trovarne, ammesso che ce ne siano ancora di anguille nei nostri fiumi, se ce un pescatore mi può dare una risposta), granchi e gamberi di fiume (piu unici che rari)
La morte causata da asfissia, dovuta a una sostanza che nel fiume non ci doveva andare, non mi sembra quindi una cosa tanto normale. Sul riscorso reflui chimici non è il caso di parlarne dato che si aprirebbe un altro fronte che nulla centra con questo caso, ma che vanno sempre tenuti in osservazione.
Per fortuna, madre natura ci viene sempre incontro, dal momento che col tempo i fiumi ( e come per tanti sistemi biologici) hanno una grossa capacità auto depurativa e riescono a ripristinare le normali funzioni ecologiche. Infine è vero non è che è stata sterminata l’intera fauna fluviale, ma una morte di cosi tanti pesci, desta allarmismo, poi se gonfiato o meno questo è un altro discorso. ( sarebbe interessante sapere se ci sono controlli sugli scarichi delle fabbriche, sui depurarori, ecc ec.. Tuttpo regolare?)