Il Maresciallo d’altri tempi
che affrontò la banda del Brenta

IL PERSONAGGIO - Premiato dal Comando della Legione Carabinieri Marche il Luogotenente Giuseppino Carbonari per l'attività svolta dalla stazione di Porto Recanati. Un carabiniere "vecchio stampo" con una vita piena di ricordi dentro la divisa

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Il Luogotenente della stazione dei Carabinieri di Porto Recanati Giuseppino Carbonari

Il Luogotenente della stazione dei Carabinieri di Porto Recanati Giuseppino Carbonari

di Laura Boccanera

Sembra quasi “il maresciallo” televisivo, quello con cui tutti si confidano, che risolve oltre che i casi di cronaca anche le questioni più personali di chi incontra sul proprio cammino. E pensare che, dietro al blu di quegli occhi sereni e rassicuranti, si nasconde uno spaccato della storia d’Italia. Giuseppino Carbonari, classe 1958, di Arcevia, maresciallo della stazione del carabinieri di Porto Recanati. Da oltre 10 anni al servizio nella città rivierasca.

Nel 199° annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, il comandante della Legione Carabinieri Marche, Generale di Brigata Rosario Calì, ha tributato questa mattina al Luogotenente un attestato meritorio per le attività svolte nell’anno del 2012. Una vita per l’Arma quella di Carbonari, iniziata 36 anni fa quando si arruolò come carabiniere nel 1976, poi Iglesias, in Sardegna, Ferrara e il corso per sottoufficiali. Il lavoro lo porta a Padova e nel Veneto. E’ qui che dietro quel viso da bravo marchigiano affronta la temibile banda del Brenta. Sono anni difficili, Felice Maniero, “faccia d’angelo” è attivo proprio nella zona in cui lavora Carbonari. Sono anni in cui si spara, in cui serva davvero sangue freddo. Eppure il maresciallo ricorda e racconta quegli anni in cui in un paio di occasioni ha anche rischiato la vita con senso del dovere e senza accenni di eroismo. “Ho iniziato a Meolo con una rapina a fuoco in una gioielleria e me ne sono andato dopo 10 anni sempre con una rapina alla stessa gioielleria – racconta – erano anni di crisi, le brigate rosse, la banda del Brenta, ho rischiato la vita in un paio di occasioni, anche qui a Porto Potenza”. Nessun vanto, sempre dovere. L’unico vezzo che si concede per coccolare un po’ i ricordi sono numerosi quadernoni nei quali con precisione e dedizione di altri tempi sono incollati i ritagli di giornali con le imprese fatte su e giù per l’Italia. Un libro di storia della cronaca davvero impressionante. In una pagina c’è addirittura il mandato di cattura per i primi 22 componenti della banda del Brenta, criminali violenti, ma ancora una volta Carbonari stupisce: “ho sempre avuto rispetto per tutti, anche per i delinquenti. Il rispetto è la prima cosa: ho conosciuto anche camorristi, ma non va mai dimenticato che sono persone, e che spesso possono tornare ad essere individui migliori”.

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Il maresciallo Carbonari (al centro) con il capitano della Compagnia di Civitanova Domenico Candelli e il sindaco Rosalba Ubaldi

E forse proprio in virtù di tanta saggezza e intuito oggi l’Arma gli ha tributato il giusto onore. “Un carabiniere d’altri tempi” – lo hanno definito i colleghi – che rappresenta un esempio per le giovani generazioni. L’attestato a Carbonari, per le attività del 2012, è al culmine di una carriera brillante ma anche di un’annata particolarmente impegnativa. Molte attività operative rese nel territorio della Compagnia di Civitanova Marche, da cui la stazione di Porto Recanati dipende: poco più di un anno fa era intervenuto, con estrema generosità, a Recanati ove, dinanzi un bar, era in atto una violenta azzuffata; era stato pericolosamente spintonato ed aveva subito serie lesioni alla colonna vertebrale che lo costrinsero a letto per qualche mese. Ma si era rimesso in sesto prima del tempo ed aveva collaborato, coi colleghi delle stazioni di Porto Potenza, nelle indagini dell’omicidio della ballerina romena Andrea Marin, e a Montelupone, nelle indagini del duplice omicidio dei coniugi Marconi. Un collaboratore preziosissimo per i suoi superiori, che non si tira mai indietro e che, grazie alla profonda conoscenza del territorio, non fallisce mai un’indagine di rilievo. Questa mattina, nei nuovi uffici della Stazione Carabinieri di Porto Recanati, il suo comandante di compagnia, il Capitano Domenico Candelli ha voluto consegnare insieme al Sindaco la dottoressa Rosalba Ubaldi, l’attestato che rende merito alle attività del Luogotenente Carbonari. Il Sindaco, con l’occasione, ha donato un gettone del “comune di Porto Recanati”, ultimo esemplare di una serie che verrà presto sostituita dal conio di “città”. Presenti al momento della consegna, il vice sindaco Pagano e l’assessore Sirocchi e rappresentanze delle altre forze di polizia operanti a Porto Recanati. Un giusto riconoscimento quindi non solo da parte dell’Arma ma anche da quella comunità in cui opera Carbonari e che, col suo prezioso contributo quotidiano, può vivere momenti di maggiore serenità.

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CON STAZIONE SINDACO E ASSESSORI

 



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