Spending review: i tre saggi
tracciano le priorità

CIVITANOVA - La fase di studio per ottimizzare costi e risparmi commissionata dal sindaco al trio Landolfo Lippo e Frinconi arriva a conclusione. Ricetta ferrea con accorpamento delle partecipate, eliminazione dei cda e controlli retroattivi su oneri di urbanizzazione. Il sindaco: "ora le proposte arriveranno in maggioranza"

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Da sinistra Raffaele Landolfo, il sindaco Tommaso Claudio Corvatta e Alessandro Lippo

di Laura Boccanera

Come diminuire l’Imu e il costo della futura Tares senza eliminare posti di lavoro? Questo era l’obiettivo dato dal sindaco Tommaso Corvatta all’equipe di esperti che dovevano “curare” i mali dati dalla cattiva gestione della cosa pubblica. Eliminare gli sprechi, ma trovare anche soluzioni a norma di legge ed operare e concretizzare la così detta “spending review”. Un compito non da poco per Alessandro Lippo, Raffaele Landolfo e Augusto Frinconi che in qualche mese hanno dovuto proporre “gratuitamente” ci tiene a sottolineare il sindaco “proposte che poi la politica valuterà in totale autonomia e che presentiamo oggi per la prima volta alla stampa prima ancora che alla maggioranza. Tutti i punti saranno oggetto di discussione e valutazione e dove vi sarà unanimità li metteremo in pratica”. “L’obiettivo di un risparmio e di una dieta rigorosa però fin dall’inizio ha tenuto in considerazione due parametri – spiega Landolfo – non creare disoccupazione nell’ente o nelle partecipate e operare riduzioni che incidano non sulla spesa corrente ma in quella in conto capitale”. Le proposte riguardano dunque le entrate e poggiano principalmente sulla rimodulazione dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione, sulla vendita delle partecipate e sull’analisi delle convenzioni in atto (una su tutte quella con il Paolo Ricci). Per quanto riguarda la rimodulazione degli oneri di urbanizzazione tra le proposte presentate c’è quella di un controllo retroattivo sulle pratiche degli ultimi 10 anni: “occorre riprendere in mano tutte le posizioni – spiega Landolfo – perchè se è vero che il privato da quello che abbiamo avuto modo di vedere è in regola, sulle società ci sono problemi maggiori che derivano spesso dai mancati controlli sulle autocertificazioni emesse”. Altro punto riguarda le aree Peep: “la nostra proposta prevede un riscatto delle aree”. E poi il nodo dolens cruciale, le partecipate: “secondo noi occorre vendere Gas marca, in realtà si vende l’azienda non la rete e si avrebbero così entrate per diversi milioni, poi accorpare la Civitas”. Secondo i tre “saggi” è auspicabile anche la vendita delle farmacie, sebbene la posizione in maggioranza non sia condivisa: “le farmacie in realtà stanno diminuendo i propri utili – continua Landolfo – le cause vanno ricercate sull’aumento del farmaco generico, sulla presenza delle parafarmacie, allora si potrebbe proporre il diritto di alienazione con prelazione nei confronti dei farmacisti che lì lavorano”. E infine l’Atac: “l’azienda è un’ottima società e qui si gioca il futuro, però è fortemente indebitata, ha un’esposizione di 8 milioni di euro. Occorre rientrare subito almeno della metà e poi via tutti i cda e si faccia un amministratore unico rivedendo anche il piano di mobilità interna”.
E proprio i cda di Gas Marca e Atac sono stati al centro di una polemica negli ultimi giorni quando è emerso che il direttore di Gas Marca Flavio Rogani ha aumentato la propria indennità assommando il compenso di Ad e presidente arrivando a percepire 12.900 euro lordi. E sull’argomento che sarà oggetto di una conferenza stampa domani interviene intanto Sel “La proposta di raddoppiare il compenso del Presidente dell’ATAC spa non è giustificata tecnicamente ma è oggi profondamente inopportuna,una sorta di affronto davanti ai problemi aperti dalla crisi economica e sociale ,un segno tipico di un atteggiamento da casta. Nel programma del Centro Sinistra c’era l’impegno di accorpare le ex Municipalizzate. Di fatto questo impegno con la città viene giornalmente tradito dalla strana maggioranza”.



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