Da Gianluca Pasqui, vice sindaco di Camerino e coordinatore comunale del Pdl, riceviamo:
A Laura Boldrini, marchigiana e Presidente della Camera dei Deputati, voglio rivolgere i miei migliori auguri di buon lavoro e sottoporre alcune riflessioni. Certamente il Presidente Boldrini non è espressione della mia parte politica e, dunque, i miei sono gli auguri di chi vive la politica da una posizione differente. Augurio che, però, sento di porgere con il massimo dell’entusiasmo non solo per il percorso istituzionale che si appresta a vivere, ma anche perché condiviso dalla provenienza non politica, ma geografica. E’ noto, infatti, che la Presidente Boldrini è marchigiana. Così come è altrettanto noto che la sua vita è stata spesa tra gli ultimi e i disagiati. Termini, questi, che se riferiti non alle persone, ma ai territori, non possono che riguardare la montagna e l’entroterra in genere. Nelle Marche come nel resto del Paese. Ed è proprio partendo dalle origini marchigiane della nostra Presidente che vorrei sottoporle alcune riflessioni riguardanti quella montagna maceratese che, dopo le catastrofiche scelte del Governo Monti, è sempre più “ultima” e “disagiata”.
Ho ascoltato con attenzione il discorso di insediamento della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in particolare nel passaggio in cui ha ricordato le condizioni disumane e degradanti in cui si trovano a vivere i detenuti in Italia. A questo proposito, vorrei ricordare alla Presidente che a Camerino, ormai da anni, c’è un progetto che aspetta solo di passare alla fase realizzativa per la costruzione di un nuovo carcere. Attualmente, i detenuti della locale casa circondariale sono ospitati in una struttura vecchia e assolutamente inadeguata, che solo l’amore e l’incredibile impegno degli operatori e della polizia penitenziaria riescono a mandare avanti in maniera umana e dignitosa. Una situazione, questa, nota ormai da tempo, con la città che da decenni si è resa disponibile alla costruzione di un nuovo carcere, avviando anche una serie di studi e sondaggi tecnici per i quali sono stati spesi soldi pubblici. Un lavoro che, negli anni scorsi, aveva portato all’individuazione di un’area, alla realizzazione del progetto e, successivamente, all’inserimento di Camerino nel piano carceri. Sembrava che i lavori dovessero avviarsi a breve anche grazie all’interessamento dell’allora sottosegretario Giacomo Caliendo che, ospite più volte a Camerino, aveva avuto modo di rendersi conto delle condizioni in cui vivono i nostri detenuti e delle condizioni in cui lavorano gli operatori della nostra Casa Circondariale.
Per la città era arrivata la svolta, con Camerino che – al contrario di altre località in cui sono state raccolte firme e organizzate manifestazioni di protesta contro la costruzione di nuove strutture penitenziarie – ha visto nel nuovo carcere, con 400 posti, un’opportunità anche economica per il territorio montano tutto. Poi è arrivato il Governo Monti. Che, come sappiamo, ha bloccato il Paese. E, con esso, anche la costruzione del nuovo carcere di Camerino, a favore di altre località dove, tra l’altro, non sono stati ancora redatti progetti e l’iter procedurale è ancora in alto mare. E’ stata l’ennesima “mazzata” ad una cittadina che si è vista sopprimere senza appello anche il tribunale, nell’ambito di quei tagli lineari operati dal governo dei tecnici e che ha messo in ginocchio la nostra città insieme a tante altre “ultime” e “disagiate”. Ora voglio augurarmi che questo sia solo il triste passato e che, almeno per quanto riguarda il nuovo carcere, si possa riprendere un discorso costruttivo da dove era stato interrotto, anche per non mandare in fumo tutti i soldi pubblici già spesi nel progetto della nuova struttura e negli studi effettuati sull’area individuata.
Papa Francesco, recentemente, ci ha detto “non fatevi mai rubare la speranza”. Ecco, quella speranza, oggi, voglio riporla – dopo che il territorio è rimasto senza parlamentari di riferimento nei vari schieramenti – anche nella neo Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, marchigiana e “dalla parte degli ultimi e dei disagiati”.Per questo, nel mio ruolo di coordinatore del Popolo delle Libertà di Camerino, ma anche di vicesindaco di questa città – se gli altri amministratori ne converranno – nei prossimi giorni inviterò formalmente la presidente Boldrini per una visita alla nostra Casa Circondariale e per prendere visione del progetto del nuovo carcere, nella speranza che possa aiutarci a sbloccare una situazione intollerabile sul piano dell’umanità, ma anche sotto il profilo economico e di sviluppo di un territorio ridotto in ginocchio.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Bella idea Gianlù!!
Mi raccomando.
Se viene a trovarvi, la Boldrini, non fare troppo il provolone che è una bella donna!!
Non mi firmo, ma ti conosco da vecchia data, tanti auguri per tutto…ciao
Difficile rimanere indifferenti di fronte ad un appello così vibrante. Ma sì dai, vedrete che, se non proprio il nuovo carcere che sognamo da decenni, perlomeno un campo profughi, anche di seconda mano, la Boldrini a Camerino ce lo farà avere, e, trasferendoci tutti a vivere lì, non pagheremo neanche più l’IMU!
Siete rimasti col cerino in mano. Decretata la chiusura del tribunale, scomparso il carcere dai piani ministeriali, con la facoltà di giurisprudenza collassata e prossima all’estinzione la città ducale avrà una massa critica di avvocati disoccupati da far paura. Massa critica che accomuna poi diversi soggetti politici di vecchio pelo della dinastia camerte e che potrebbero arrivare ad un nuovo mostro politico da calare, come una briscola, alle prossime elezioni.
Alla città con maggiore densità di statali della nazione intera inizia a correre un timore: non è che la pacchia secolare volge al termine? Non è che tocca tornare pe’ li campi?
Il carcere di Camerino e’ come la provincia di Fermo fatta in fretta e furia mentre si discuteva la riduzione delle provincie, cosi’ ora il carcere da fare prima che il Tribunale chiuda, tra circa un anno.
Onestamente non capisco il livore di certi commenti sulle varie situazioni che stanno coinvolgendo negativamente la città di Camerino. In questo caso mi riferisco al sig. pischello, ma ovviamente è solo uno dei tanti che ho letto, e lungi da me l’idea di fare polemica con chi ha tutto il diritto di manifestare le sue opinioni. Tuttavia la curiosità personale mi spinge a chiedere al sig. pischello, che naturalmente non è obbligato a rispondere, i motivi di questo astio. Camerino è una città che si regge sui servizi, sul lavoro pubblico…e allora? E’ un marchio di infamia? A me non sembra….Io sono dell’idea che, vista l’assenza di fabbriche, il fatto che a Camerino ci siano enti pubblici che danno lavoro e, in qualche misura, alimentano anche le attività commerciali, sia un bene…Invece lei preferiva che a Camerino non ci fossero nemmeno gli Enti Pubblici e che quindi fosse una città fantasma? Quali motivi ha per trarre (a quanto traspare dal suo commento) un certo godimento dal fatto che impiegati dell’Università, dell’Ospedale, del Comune, e avvocati, in un futuro dovranno a suo dire cimentarsi con il lavoro nei campi? Lei ne trae qualche vantaggio? La chiusura di una o più istituzioni accelera il declino, forse a questo punto inevitabile, di una cittadina che su queste istituzioni è fondata….lei ne trae personalmente qualche beneficio? L’Alto Maceratese e più specificamente la zona montana traggono qualche beneficio se una cittadina che è/era un punto di riferimento, diventa un paesino spopolato e depresso? Mi aiuti a capire, forse è un mio deficit quello di non individuare, in un momento tanto difficile a livello nazionale, quale particolare motivo spinga a commentare con sarcasmo e malcelata soddisfazione il declino di una cittadina. Io sono di Camerino, e non mi dà alcuna soddisfazione leggere di fabbriche che chiudono nel fabrianese, della difficile situazione lavorativa anche a Castelraimondo e Matelica…La crisi a me ha fatto l’effetto di far superare ogni residua forma di campanilismo, e di accrescere il mio senso di solidarietà. Evidentemente non è così per tutti…..
E’ vero che il carcere poteva essere una nuova forma di opportunità per creare lavoro, e spero che la cosa si sblocchi perché per me meglio un nuovo carcere che accolga detenuti ammassati ora in stanzette in 12 uno sopra l’altro che niente. I delinquenti teniamoli in carcere teniamoli bene ma che restino in carcere. Meglio un nuovo carcere che un F35. E circa la città ducale… chiediamolo a chi per decenni e decenni ne ha approfittato sugli studenti con affitti di stanze stanzette loculi ecc ecc anche se il fenomeno affitti credo sia simile a Macerata, Urbino o altre città universitarie. Poi se vogliamo parlare del declino di Camerino, le cause vanno ricercate nella mala programmazione post terremoto, di nuove sedi e corsi univertitari, fatti anzichè li a Camerino (che avrebbero portato persone, movimento, economia) creati in sedi distaccate come San Benedetto, Ascoli, Matelica. Portando via quindi potenziali persone che avrebbero speso i loro soldi nella città ducale. Meno persone meno economia, o no?
@Maurice: le fabbriche chiudono anche a causa di una pressione fiscale senza eguali che serve per finanziare una pachidermica, lenta e inefficiente macchina pubblica. Una macchina pubblica che a Camerino vede la sua massima espressione: Ospedale, università, carcere, carabinieri, polizia, guardia di finanza, agenzia delle entrate, corpo forestale dello stato, inps, comunità montana, tribunale, scuole superiori, contram, e quanti ne ho dimenticati?
C’è poi una componente che crea ulteriore antipatia, ed è quell’autodeterminazione irriducibile. L’idea della città ducale che, figlia di una storia di modesto rilievo, sottintende benefit che le spettano di diritto e su è peccato anche metterle in discussione.
Come il livore (questo si reale e negativo) suscitato dall’accordo con l’università di Macerata anni fa, o (ultimo esempio) con l’ipotesi di accorpare la diocesi (!!!) con quella di Macerata, sdegnosamente respinta al mittente dall'”aristocrazia” locale. Ha un senso avere due facoltà (ora la chiamana scuola) di giurisprudenza, entrambe zoppicanti, nel raggio di 50 chilometri? Non si può neanche pensarlo, altrimenti stai denigrando una tradizione secolare (e ti ritirano fuori la storia di Gregorio XI), lesa maestà!
Capitolo terremoto: disastro o fortuna? Fortuna. Vittime non ne ha fatte e di soldi ne sono arrivati tanti. Tante nuove strutture, come un nuovo ospedale laddove il vecchio stava per essere chiuso. All’università c’è si stata una flessione nei numeri, ma in pochi anni il trend era tornato molto positivo. Poi un certo affare Capizzano, che i camerinesi hanno rimosso dai millenari ricordi, è stato devastante. Con una vena mista di orgoglio ti fanno però notare che la costui storia, in realtà, non affondava radici nella storica cittadina.