Un nuovo inceneritore per il cementificio Sacci

GAGLIOLE - La Regione ha rilasciato l'Aia (autorizzazione integrata ambientale) per l'impianto destinato a sostituire due vecchi forni di 40 anni fa. Non ancora attuata la cassa integrazione prevista lo scorso novembre

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Il cementificio Sacci

Il cementificio Sacci

di Monia Orazi

Un nuovo forno in vista per il cementificio Sacci, la Regione ha concesso l’autorizzazione integrata ambientale al progetto per l’ammodernamento e potenziamento dell’impianto di produzione di cemento presentato dall’azienda, che comporterà un investimento stimabile in oltre trenta milioni di euro. Nel lungo documento di 173 pagine sono spiegate le principali modifiche in atto. Sarà modificata la linea di cottura, con la dismissione di due forni rotativi “(denominati Krupp-Gepol e Lepol) con capacità di circa 400.000 t/anno di clinker, con un forno rotativo con capacità produttiva pari a circa 1.000.000 t/anno di clinker”, si avrà dunque un aumento della capacità produttiva.
Le strutture saranno realizzate all’interno dell’area già occupata dal complesso idustriale, avranno una durata presunta di 50 anni. Come intervento di compensazione è previsto il recupero delle antiche torri di Fanula e Guardia, nel territorio del comune di Castelraimondo. Nel nuovo impianto saranno utilizzati dei rifiuti come combustibile, in particolare per la cottura del clinker, la tipologia di cemento comune prodotta dalla Sacci. Nel nuovo impianto sarà utilizzato il cosiddetto Css, nel forno per la cottura del clinker. “A differenza di quanto ipotizzato inizialmente, si prevede l’impiego esclusivo come combustibile alternativo del CSS – Combustibile Solido Secondario, di cui alla lettera cc) comma 1 dell’art.183 del D.Lgs. n.205/2010, escludendo l’impiego dei combustibili derivati da rifiuti pericolosi, come oli ed emulsioni oleose, inizialmente ipotizzato”, si legge nell’Aia. Nel documento si spiega che bruciare rifiuti all’interno del nuovo impianto permetterà la riduzione dei rifiuti da conferire in discarica, la valorizzazione di materiale di scarto con un risparmio delle risorse naturali. “Anche se la percentuale attualmente recuperata è di circa lo 0,5 %, si evidenzia la volontà della Sacci di incrementare detta percentuale raggiungendo se possibile una percentuale superiore al 10 %”, nella quantità di rifiuti usati come combustibile per la produzione di cemento. Tra i vantaggi esplicitati nel documento ci sono: “abbattimento delle emissioni, in particolare delle emissioni di CO2 termica ed in alcuni casi degli ossidi di azoto come Nox; riduzione dell’impiego di risorse naturali da fonti non rinnovabili, quali i combustibili fossili”. Rispetto ad un termovalorizzatore, conviene di più bruciare rifiuti nel cementificio perchè: ” assenza di rifiuti solidi ulteriori da smaltire, in virtù del completo inglobamento delle ceneri derivanti dalla combustione, quali componenti nella struttura mineralogica del clinker; riduzione delle emissioni in atmosfera di alcuni inquinanti, in virtù dell’inglobamento di alcuni composti pericolosi nella struttura mineralogica del clinker; rendimento complessivo dell’impianto di combustione del forno da cemento prossimo al 100%, in virtù dell’impiego pressoché completo dell’energia termica del combustibile nell’impianto (anche per l’essiccazione delle materie prime e del combustibile solido), e comunque notevolmente maggiore di quello di un termovalorizzatore, il cui rendimento è dell’ordine del 50%”.



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