Sala gremita questa mattina per la tavola rotonda organizzata dal Sindacato Pensionati Italiani Cgil all’Anton di Recanati. Il dibattito si è trasformato in un confronto animato sui temi caldi del momento, spaziando dal welfare allo stato sociale, dalla precarietà alle difficoltà degli enti locali e ha visto la partecipazione di un’appassionata Carla Cantone segretario generale dello Spi- Cgil che oltre a sottolineare l’importanza del ruolo del sindacato («Noi non siamo quelli che organizzano le gite, noi siamo in prima fila nella lotta ogni giorno») ha evidenziato quali misure adottare per far fronte alle tante difficoltà che attanagliano l’Italia. «Mancano gli ammortizzatori sociali – ha detto – e si indeboliscono anche i pensionati che in passato avevano questa funzione. Nel nostro Paese la crisi pesa enormemente sui settori produttivi. Dobbiamo intervenire nei settori industriali e innovativi e finanziare la ricerca, dobbiamo incentivare le imprese che decidono di investire nel nostro paese e non chi esternalizza. Investiamo in welfare che è un settore che produce lavoro. L’Italia non può essere un Paese assistito perchè se lo è, rivince la Merkel – ha tuonato riferendosi all’Europa – ma storicamente quando vince la Germania per noi non è nulla di buono».
Incalzata sul lavoro, sulla sanità e sui servizi sociali, l’assessore regionale Sara Giannini ha passato in rassegna le iniziative promosse dall’ente: «In attesa sapere cosa vogliamo fare dell’Italia, la Regione ha verticalizzato il Patto di Stabilità, sta preservando la coesione sociale e ha mantenuto intatte o persino integrato le risorse su Fondo sociale e Fondo autosufficienza. In più abbiamo attivato dei bandi che sostengono il contoterzismo e che tengano sul territorio l’attività di filiera. Parlare di diritto all’istruzione – ha insistito – non vuol dire non avere più nessuno che faccia lavori manuali quindi anche questo va rivisto».
Per quanto riguarda la sanità la Giannini ha parlato della necessaria ristrutturazione del sistema sanitario regionale se si vuole evitare un commissariamento: «Le risorse sono scarse, non possiamo assumere nuovo personale ma allo stesso tempo dobbiamo permettere a tutti di accedere ai servizi. In base ai vincoli legislativi dovremo chiudere 18 reparti negli ospedali della Regione».
Ha relazionato in apertura i problemi dei pensionati Antonio Marcucci, segretario provinciale SPI: «La provincia di Macerata è una delle più anziane d’Europa, questo rende necessario un sistema dei servizi per garantire un’assistenza adeguata. Il Governo Monti ha destrutturato lo stato sociale e anche la Regione stravolge i percorsi fatti con i sindacati ma noi continueremo a portare avanti le nostre richieste corporative» Molto preoccupato il segretario provinciale della Cgil Aldo Benfatto: «Le nostre aziende sono in forte difficoltà, abbiamo visto che quelle che in passato sono state capaci di puntare sulla qualità e sull’internazionalizzazione soffrono meno la crisi. Uno dei settori più colpiti è quello dell’edilizia in cui assisteremo alla chiusura di imprese storiche per cui bisognerà cercare di rivitalizzare l’attività puntando sulla riqualificazione urbana e il risparmio energetico». Benfatto ha detto la sua anche sulla sanità: «Abbiamo sempre ragionato in termini di Area Vasta e ora la Regione non può modificare gli ambiti. Ci sono nei nostri ospedali delle eccellenze ma vanno riorganizzate. La lungo-degenza non può diventare un cronicario, puntiamo allora sulle case della salute che uniscono sanità e servizi sociali».
Di servizi sociali e sanità ha parlato anche il segretario regionale SPI Emidio Celani che ha anche annunciato un presidio in Regione per il prossimo 18 dicembre: «Il 50% di coloro che pagano l’Imu sono i pensionati, gli stessi che vengono privati dei servizi necessari. Chiediamo quindi al governo di rivedere la riforma delle pensioni varata da Silvio Berlusconi prima e dal ministro Elsa Fornero poi mentre alla Regione chiederemo una maggiore integrazione socio sanitaria per un invecchiamento attivo» .
Presente anche il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo il quale, oltre a evidenziare le difficoltà dell’ospedale cittadino che ha già dovuto rinunciare ad un reparto, ha parlato dei tagli agli enti locali: «Chiedo a Carla Cantone di farsi portavoce del disagio dei Comuni, strozzati dal Patto di Stabilità. Bisogna trovare un equilibrio tra lo scialacquare degli enti negli anni passati e l’attuale immobilismo. Ormai siamo diventati esattori di Roma e dal prossimo anno, oltre all’Imu avremo anche la Tares che è la nuova versione della tassa dei rifiuti».
Ha portato la sua testimonianza su istruzione e precarietà Francesco Rubini, studente universitario: «Quando studenti e pensionati siedono allo stesso tavolo, il messaggio è forte – ha esordito – austerità e rigore non bastano a risolvere i problemi. Noi giovani, una volta usciti da scuola ci troviamo di fronte a ben 46 diversi modelli di contratti di lavoro che sono decisamente destabilizzanti. Le soluzioni devono essere altre» .
(a. p.)
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Di chi è la colpa delle pensioni basse? Vostra! Avete preferito difendere i baby pensionati e quindi togliere risorse ai 70enni che stentano ad arrivare al 15 del mese. Di chi è la colpa per l’enorme tasso disoccupazione giovanile e non? Vostra! Proponete tutto il contrario di quello che andrebbe fatto e di quello che stanno facendo gli altri paesi concorrenti dell’Italia sul mercato internazionale. Le imprese chiudono o scappano dall’Italia? Di chi è la colpa? Vostra! Fate ogni giorno una guerra, aizzate folle, scioperi solo per difendere i vostri privilegi e quelli dei vostri iscritti terrorizzando chi vuole solo investire, creare occupazione e legittimamente fare profitti. Di chi è la colpa della mole di tasse? Vostra! Per pagare i vostri sperperi e riuscire a pagare i debiti contratti con il vostro benestare siamo (e dico siamo e non siete) sommersi dalle tasse e non riusciamo nemmeno a comprare un panettone.
Grazie a Mario Monti abbiamo riconquistato un po’ di fiducia dall’Europa e dai mercati, fiducia che verrà presto persa alle proprie elezioni politche. Grazie al sistema elettorale proporzionale ci saranno una miriade di partiti e partitini nati solamente per spartirsi il finanziamento pubblico.
La riforma delle pensioni del ministro Fornero per esempio, tanto odiata dalla CGIL, è stata considerata dalle più importanti istituzioni economiche mondiali, la migliore d’Europa. Se fosse stata fatta 30 anni fa forse non saremmo in questo sfascio. Gente andata in pensione a 40-45 anni, tutto a spese dai giovani che oggi subiscono le conseguenze, ma con l’assenso dei sindacati.
CAPITOLO ART.18: non tutti sanno che l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (quello che prevede il reintegro per un licenziamento senza giusta causa) non si applica a sindacati e partiti (nemmeno quelli comunisti). I sindacati e i partiti suddetti fanno la morale, scioperi, aizzano folle, adunano folle sterminate (con i nostri soldi), inveiscono contro ministri, piangono e commuovono in televisione, ma si dimenticano o meglio, non toccano quell’argomento, che l’art. 18 non si applica a loro appunto. Possono licenziare quando e come vogliono ( vedere il link qui sotto) senza temere il reintegro da loro tanto sbandierato. Legge numero 108 del 1990, articolo 4: l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori «non trova applicazione nei confronti dei datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto».
Mi chiedo allora perchè l’art. 18 vale per un imprenditore che lavora e fa lavorare, crea ricchezza, paga le tasse, paga tutto e non vale per questi signori che non sono nemmeno tenuti a redigere un bilancio, nonostante incassino miliardi e miliardi di euro ogni anno. BASTA SINDACATOCRAZIA
http://www.laltraagrigento.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3762:i-sindacati-incassano-177-milioni-di-euro-al-mese-diano-un-contributo-anche-loro&catid=38:inchieste&Itemid=416
http://www.ilgiornale.it/news/interni/cgil-pretende-larticolo-18ma-non-i-suoi-dipendenti.html
http://www.ilquotidianoweb.it/news/il-quotidiano-della-calabria/353115/Cosenza–Cgil-condannata-dal-giudice-del-lavoro–Pagava-un-dipendente-250-euro-al-mese-in-nero.html