“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia” affermava Otto Von Bismarck un paio di secoli fa, descrivendo benissimo le condizioni che caratterizzano per molti versi anche la politica dei nostri giorni, una politica sempre più inesistente o incline allo stato selvaggio.
Sono passati 20 anni dall’approvazione della Legge 157/92 a tutela della fauna selvatica, ma l’approccio alla gestione del patrimonio faunistico non sembra essere cambiato di molto. La fauna selvatica, fuori dalle aree protette, viene gestita esclusivamente in funzione dell’attività venatoria e non a favore della sua salvaguardia, come predisposto dalla legge. Negli ultimi tempi, la situazione nella nostra Provincia è addirittura peggiorata. L’Amministrazione Provinciale di Macerata ha approvato l’apertura della caccia al capriolo – per i maschi, le femmine e addirittura anche ai cuccioli – con una semplice determina del dirigente del Settore Ambiente, dopo che la Giunta aveva respinto qualche giorno prima l’approvazione di una delibera con cui si consentiva, per la prima volta, la caccia al capriolo. Questo atto rappresenta sicuramente uno dei punti più bassi raggiunti nel settore delle politiche ambientali in questo territorio. Questo non perché riteniamo che la gestione della fauna selvatica sia il problema principale del territorio maceratese, nonostante rivesta una sua indiscutibile importanza, ma perché questa decisione non ha nessuna motivazione logica e politica, storica e identitaria, nessuna motivazione ambientale e tecnico-scientifica, ma è finalizzata ad essere soltanto una licenza per uccidere, talaltro, a quanto pare, senza che ci sia stato il minimo confronto politico fra gli amministratori provinciali.
Che urgenza c’era di avviare questo tipo di caccia con una semplice determina del dirigente, immediatamente esecutiva, e non aspettare che la Giunta Provinciale si pronunciasse nuovamente per discutere e verificare quanto richiesto nelle seduta precedente? Forse dopo l’ultima seduta della Giunta si è scatenata un’invasione massiccia di caprioli sul territorio maceratese da dover intervenire senza indugio con gli abbattimenti? La decisione è avvenuta sulla base dell’accertamento di una diminuzione della popolazione risultata inferiore di sette o otto volte a quella naturale che annualmente si registra nel periodo invernale. Inoltre, le condizioni ambientali sono ulteriormente peggiorate con la stagione estiva che ha fatto registrare livelli di siccità anche questi fra i massimi storici, come dichiara l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) con un documento datato 23 agosto 2012 ed avente per oggetto “Limitazioni dell’attività venatoria in relazione alla situazione climatica esistente”. I caprioli non recano danni alle coltivazioni agricole (sembra non sia stata presentata nessuna richiesta di risarcimento danni alle coltivazioni nel maceratese) e non risultano pericolosi per la salute dell’uomo. Gli incidenti stradali determinati da questa specie sul territorio maceratese risultano contenuti. Tuttavia, ammesso che gli animali avessero un’incidenza sulle problematiche su dette, i provvedimenti vanno in tutt’altra direzione rispetto a quella del controllo della popolazione dei caprioli, infatti, si parla esclusivamente di tutela della specie. Come a dire che per tutelare la specie del capriolo, l’unica misura che adottiamo è quella di consentire di sparargli! Di particolare gravità, inoltre, appare la decisione di consentire l’apertura della caccia non nel periodo classico della stagione venatoria, ma di estenderlo nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, agosto, settembre e ottobre. Questo significa, tra le altre cose, che è consentito sparare anche durante il maggior periodo delle pratiche agricole e delle escursioni da parte di cittadini e turisti, aumentando di conseguenza, la possibilità di incidenti alle persone, come dimostrato dai frequenti avvenimenti riportati dalla cronaca. A fronte di tutto questo, il silenzio delle forze politiche risulta ancora più assordante degli stessi spari di fucile dei cacciatori. L’annullamento delle determina e non approvare la delibera sulla caccia al capriolo, riteniamo sia un azione doverosa ai fini normativi e un gesto di buon senso per ristabilire un equilibrio sociale e politico, accogliere pienamente le disposizioni in materie di conservazione e gestione della fauna selvatica basate su criteri scientifici, nonché, un atto di responsabilità verso le generazioni future”.
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Resta veramente singolare che la Giunta RESPINGE una delibera ma una determina di un dirigente invece PERMETTE.
A questo punto ci sarebbe da capire alcune cose:
a) Quanto valgono le delibere della Giunta se un dirigente può fare come gli pare?
b) il dirigente ha assunto questa decisione per conto suo oppure qualcuno l’ha spinto in tale senso?
c) Come mai tutta questa urgenza, grazie al bypass della determina dirigenziale, quando sembrerebbe che tale urgenza non ci sia?
d) si potrebbe sapere il nome del dirigente?
I problemi sono altri ma i politicanti ignoranti ottusi e fuori dal contesto sono sempre in prima fila a sfoggiare la loro dappocaggine. Spero inoltre che i cacciatori “poverini” che hanno dovuto fare un corso di addestramento mirato e hanno speso molti soldi per le attrezzature necessarie facciano la fine del raccoglitore di finocchio selvatico e rimangano sulle piante fino alla fine del periodo venatorio. Io sto coi caprioli, ma anche con tortora, merlo, lepre comune, coniglio selvatico, starna, fagiano, pernice rossa, coturnice, colombaccio, ghiandaia, gazza, cornacchia grigia, volpe, cesena, tordo bottaccio, tordo, sassello, germano reale, folaga, alzavola, canapiglia, fischione, moriglione, moretta, marzaiola, mestolone, codone, pavoncella, beccaccino, frullino, combattente, gallinella d’acqua, porciglione, beccaccia, allodola, quaglia, daino e cinghiale.
Caro Milko,
quante sono le associazioni di cacciatori in Provincia? Basterebbe fare questi due conti per capire il motivo (elettorale) di certe scelte e l’imbarazzante silenzio della politica.
Invece che di caprioli, sarebbe molto più utile che il Dirigente del Settore Ambiente e la Giunta si occupassero dell’inquinamento delle nostre coste. Se non se ne è accorto nessuno, il nostro litorale è risultato anche quest’anno “fortemente inquinato”, ovvero con valori batteriologici molto più alti dei limiti di legge (nuotiamo in una fogna, insomma). E non si venisse poi a trovare la scusa che il nostro è un mare chiuso, etc., etc. L’Emilia Romagna, che affaccia sullo stesso mare, ha valori sempre sotto i limiti di legge, semplicemente perchè in Emilia hanno i depuratori. Noi no.
La morale è che ambiente e territorio sono belle parole per riempire i programmi elettorali e quelle belle brochure patinate con foto di colline e girasoli. Ma poi, di fatto, di ambiente e territorio non frega niente a nessuno.
quando smetterà questa pratica da vigliacchi…ignobile e vergognosa? che schifo!!!
VIGLIACCHI
sparate ai piattelli se proprio dovete dimostrare ai vostri simili cacciatori che siete poveri FALLITI INUTILI ! buoni soltanto ad alimentare il mercato di armi e munizioni…