di Gabor Bonifazi
Macerata non lo volle: lui si consolò a Seul, davanti agli obiettivi e alle telecamere di tutto il mondo. Capitò a Mauro Staccioli che, approdato nel 1981 – appena quarantenne – a Macerata per una mostra, grazie all’entusiasmo e alla passione del compianto critico d’arte Elverio Maurizi, progettò gratuitamente una “scultura intervento”, che, come un segnale, arredasse la costruenda scuola elementare di Collevario, in via Cardarelli. Infatti era costume di quella formidabile stagione delle mostre che il Comune mettesse a disposizione dell’artista oltre lo spazio, gli inviti e un catalogo in bianco e nero con copertina a buccia d’arancia (E. Crispolti, Mauro Staccioli. Il segno come scultura, Galleria Civica d’Arte Moderna, Macerata, Coopedit, Macerata, 1981), mentre l’artista s’impegnava a lasciare un’opera alla città.
La Commissione edilizia e qualche disattento amministratore bocciarono il progetto, sorvolando sul fatto che lo scultore era reduce dalla Biennale di Venezia del ’78 (con il suo “Muro”) e dallo “scasso” al Mercato del Sale di Milano. Erede della manualità degli artigiani (il padre era muratore), Staccioli era partito dai muri in gesso, per poi passare al cemento e al ferro. Ora, a vedere le sue sculture inserite nei vari spazi urbani di mezzo mondo, c’è davvero da rimpiangere un’occasione perduta. E dire che di concessioni edilizie, a Macerata, ne vennero date a grappoli. Chissà perché, poi, ancora non si comprende l’importanza di innalzare le periferie con qualche scultura che diventi punto di riferimento ed elemento caratterizzante del paesaggio urbano.
Basterebbe arrivare a Pesaro per vederne di buone, non retoriche e cariche del significato del nostro tempo.
Alcune considerazioni per riprendere la questione relativa a quel monumento che “tutti vogliono e nessuno se lo piglia: Stringiamoci a coorte. Eppure questa l’Amministrazione, dopo aver sentito il parere dei saggi, aveva annunciato che a Pasqua avrebbe deciso su quale dei siti loggiati proposti (Largo Donatori di sangue o Beligatti?) avrebbe installato l’opera del Maestro Ermenegildo Panocchia. Tuttavia, senza entrare nel merito artistico e nel valore simbolico intrinseco alla scultura stessa, suggerisco di seguire la saggezza di quel proverbio che dice: “A caval donato non si guarda in bocca”!
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mi chiedo ma Macerata che definita città della cultura sa dove la cultura sta di casa o è di casa solo l’ignoranza? Non può essere che tutti gli artisti vengono messi in fuga…..mah….
Macerata è cosi…………
Abbiamo da mettere a posto il parco di Prato forse si potremmo migliorare e fare una attrazione e far partecipare altri artisti ad inserire le loro opere http://www.youtube.com/watch?v=-KRfFkcnURU&feature=player_embedded
E mentre a Macerata impazza la retorica del monumentalismo (Padre Matteo Ricci commissionato Cecco Bonanotte e Stringiamoci a coorte a Ermenegildo Pannocchia) a Recanati imperversa il degrado e la contraddizione hegeliana: “Ci sono morti (Leopardi e Gigli) che sono vivi e vivi che sono morti”. Infatti sia il monumento al Leopardi, installato sulla piazza rosa, come il cenotafio massonico del Gigli al cimitero sono lasciati all’incuria del tempo.
Il monumento a Giacomo Leopardi è opera di Ugolino Panichi e venne installato nel 1898, in occasione del I° Centenario della nascita del Poeta. Tuttavia la parte più interessante, in quanto scolata di verde rame, come un cono rovesciato al pistacchio di Bronte, sta nei bronzi alla base del monumento. Inoltre alla base del monumento ci sono due aquile e due cartigli con i versi del Leopardi ripresi da canto ALL’ITALIA.
Esperimento riuscito! ( ho scritto macerata è cosi non ho detto maceratesi lo scrivete voi con le risposte ) Con tutte le risposte negative non solo date la conferma di ciò che si dice ma anche che sanno solo fare chiacchiere da bar! Poi ai fatti sono tutti sottomessi per il posticino che hanno o ruolo che hanno rimediato. La paura del diverso poi da uno straniero e ancora peggio,razzismo molto sottile ma sempre razzismo nei confronti di chi è diverso per colore per religione o cultura. Per dire che non è cosi dimostrazione con i fatti le parole fanno solo vento e non riescono a muove le foglie.
probabilmente non e’ stata accettata perche’ non era un massone !!!! ahahah…le statue vanno bene se massoniche…
MAcerata citta’ della massoneria!!
«Ma com’è possibile mai che in una città come Macerata, “percorsa da un’ironia sempre terragna, pignola” come scrive il sommo Geminello Alvi, oggi invece si venga accolti da una rotatoria priva non solo d’ironia, ma di senso del ridicolo? Un disco purtroppo non volante, provvisto di racchia popputa in ottone ci guarda di sottecchi al di sopra di un’orrida scritta cementizia e anglofona che recita “Lion’s”. Urge il ripristino delle regie commissioni d’Ornato, non tanto per promuovere la bellezza, ma almeno la decenza estetica opponendosi all’installazione di siffatti monumenti del provincialismo».
(P. Buttafuoco, il Foglio, 2011).
@gaborhorse
Ti regalano un cavallo. Lo accetti senza guardargli in bocca. Lo porti a casa con il camion per cavalli, con un costo che sicuramente ignori, poiché tanto il grosso del valore è nel cavallo, e quindi la spesa del trasporto è minima. Poi lo nutri, pronto a goderti la bestia, bella e muscolosa. Proprio sul più bello scopri che il cavallo ha tutti i denti cariati e purtroppo non ha scampo. Va abbattuto, e anche presto.Cosa fai ora? Chiami il boia, che oltre a far fuori “Donato”, ti lascia anche una bella parcella da pagare per la prestazione assassina.
Ecco che l’equazione “cavallo donato = ottimo affare quindi nessun controllo sui denti” viene meno.
La prossima volta, senti a me, controlla i denti del cavallo!