di Gabor Bonifazi
La vetrina Moretti in corso Cavour a Macerata è sicuramente una vetrina molto apprezzata dai maceratesi e fotografata dai turisti, per i suoi colori vivaci e per le aquile dipinte sulle serrande. Questa bottega storica con sottostante officina risale al 1925 e potrebbe essere stata progettata da Redo Romagnoli, autore fra l’altro dei negozi in corso della Repubblica, di cui restano solo alcune tracce storiche: la “Modisteria Sadori”, la sartoria Pietrarelli (scomparsa recentemente), l’ex Bar Royal (allora “Sartoria Torresi”) e l’Unica. Inoltre sembra che Primo Moretti sia stato il primo concessionario d’Europa della “Moto Guzzi”. La signora Lidia Moretti in Freddi, ultima rappresentante della famiglia di motociclisti, è orgogliosa della vetrina e dell’attività che ancora esercita insieme al figlio Pietro Freddi. La vetrina Moretti ha in definitiva tutti i requisiti previsti dal Codice Urbani e pertanto potrà essere tutelata con apposito decreto della Soprintendenza. Insomma quel mitico regno dei centauri, amanti del caratteristico rombo della “Moto Guzzi”, potrebbe diventare la prima bottega storica della nostra provincia.
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bravo architetto Bonifazi per la segnalazione che mi è sembrata molto opportuna !!!
Un punto di riferimento insostituibile per noi guzzisti, mi auguro che l’attività continui ancora per lunghissimo tempo.
E Cuppoletti allora?
e da allora mai cambiata sempre la stessa 🙂
@ Marco Ribechi
La vetrina della Guzzi (solo la vetrina) ha tutti i requisiti (bellezza, età, autore, nonché luogo del lavoro di due mitici centauri morti tragicamente: Primo e Giovanni Moretti) previsti dal Codice Urbani per essere sottoposta a tutela dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici delle Marche.
Per quanto riguarda il bar Cuppoletti potrebbe avere i requisiti per rientrare nella legge delle osterie storiche da me promossa e stravolta successivamente dal regolamento regionale con una apertura generalizzata, nonostante lo spirito e il titolo inequivocabile di questa legge di cultura immateriale N. 5/2011: Interventi regionali per il sostegno e la promozione di osterie, locande taverne, botteghe e spacci di campagna storici.
Insomma sono due oggetti diversi (una vetrina e un locale storico) per due diversi livelli di tutela: un riconoscimento ministeriale e un’onorificenza regionale.
@ Eva
A volte basta scontornare un edificio da corso Cavour e una vetrina dall’edificio stesso per apprezzare il bello di cui tutti vanno parlando e magari accorgersi che siamo di ieri.
Architetto, come sempre accorto e puntuale nel proporre le migliori “cose” di Macerata!
Hai citato i due centauri della famiglia Moretti, e vorrei ricordare che le loro tombe
sono un pregevole pezzo di architettura nel civico cimitero di via Pancalducci:
Al di la di ogni retorica e nel pieno rispetto della sacralità del luogo, vorrei annotare ciò che e’ riportato come loro epitaffio sulle citate tombe, disposte tra loro disassate e perpendicolari, in un intreccio di pietra bianca e decori di bronzo piu’ scuri di moto lanciate in corsa:
” La pista che in vita animo’ i vostri spiriti, sorregga ora le vostre bare.”
Sin da ragazzo, recandomi al Cimitero, passavo li davanti e il pensiero inevitabile correva alla pieta’ della situazione……
Grazie Serrani!
Aggiungo che il cenotafio a forma di pista venne progettato da due giovani architetti: Paolo Castelli e Marone Marcelletti. Aggiungo inoltre che i pannelli bronzei sono opera del nostro Sesto Amerigo Luchetti.
Ringrazio Renzo Serrani per l’intervento, non conoscevo la storia delle tombe ma ricordo che da piccolo, quando andavo al cimitero, le andavo sempre a cercare per ammirarle…
A Gabor Bonifazi vorrei invece porre altri due quesiti sulla questione delle vetrine e osterie storiche:
La prima è sapere se l’antico arredamento del bar Romcaffè non sarebbe potuto rientrare in queste categorie, forse potrebbe rappresentare una grande perdita in termini di luoghi storici. Anche in questo caso mi ricordo che quando ero bambino andavo a comprare il caffè in questo bar ed ero molto impressionato dall’arredamento, soprattutto dalle colonne. Anche l’odore era molto forte, non lo scorderò mai.
La seconda riguarda un altro locale ormai chiuso: si tratta della bottega di Pietrarelli, il negozio di vestiti in corso della Repubblica. Anche questa vetrina era molto bella e curata.
Parlo assolutamente da profano ma forse certe attività storiche andrebbero tutelate e protette. Probabilmente la chiusura di questi negozi storici sono il simbolo più rappresentativo della crisi del centro storico.
Premesso che vecchio non coincide con antico e antico non sempre con bello, la Soprintendenza nella procedura di tutela segue principalmente due criteri legati al tempo e all’autore: cinquant’anni dalla realizzazione dell’opera e il nome del progettista. Naturalmente il bene immobile deve avere caratteri stilisti di un certo pregio.
1) La Romcaffè non aveva le caratteristiche per essere sottoposto a tutela. Tuttavia quei pannelli serigrafati che riproducevano le cartine con i punti di provenienza del caffè colpì anche il mio immaginario il giorno dell’inaugurazione (1960!). Non conosco il nome del progettista della Rommcaffè e credo che l’arredamento venisse realizzato dalla CIFA (Costruzione impianti frigoriferi arredamenti) di Marcelletti e Gasparroni. Inoltre la “Degustazione” seguì diversi interventi nel corso degli anni. Comunque abbiamo contribuito a salvare l’insegna luminosa dai caratteri “cinesi” disegnati da mio padre.
https://www.cronachemaceratesi.it/2010/07/19/romcaffe-laroma-maceratese/31050/
Invece Pompei, se non ci fosse stato un maldestro arredamento nello stesso periodo, avrebbe avuto tutti i requisiti per rientrare come il Meletti tra i Locali storici d’Italia (http://www.localistorici.it/it/)
2) Per quanto riguarda il Negozio di Pietrarelli non ho parole o come si legge continuamente per il digitale terrestre: NESSUN SEGNALE! Comunque la inesorabile morte del Corso della Repubblica è dovuta non solo alla fine naturale dei negozi di una certa qualità (Culot, Sadori, Ermete, etc.), ma anche alla pedonalizzazione e a quei buffi cazzetti di piazza Vittorio Veneto.
Infine le segnalo l’elegante pubblicità o réclame (come si diceva una volta) della Fila e della Pelikan sopravvissute nelle vetrine della Cartoleria Palmieri e la mostra di Sarnano che purtroppo CM ha messo tra le brevi: Le Osterie del Borgo
https://www.cronachemaceratesi.it/2012/06/05/a-sarnano-rivivono-le-osterie-del-borgo/201569/
@ Serrani Renzo
Il sarcofago sovrastato da un plastico circuito: è la tomba progettata alla fine degli anni Quaranta dagli architetti Castelli e Marcelletti per ricordare con un certo pathos l’ultima corsa dei Moretti.
Primo Moretti (Camporotondo sul Fiastrone 1890 – Mondello del Lario (?) 1945), venne travolto da un autocarro alleato mentre era alla guida del suo motocarro Guzzi. Giovanni era il settimo figlio (Macerata 1923 – Monza 1948).
Puoi chiedere alla signora Lidia una copia della monografia curata dal Circolo Autoveicoli d’Epoca Marchigiano Ludovico Scarfiotti: Primo Moretti e Giovanni Moretti, San Severino Marche, 2005.
Perché non rimetti la foto con la maglietta rosa?
oltre alla vetrina, più bello è quello che c’è stato dentro al negozio, la storia, gli artigiani che hanno lavorato con il capostipite dai primi del 1900 fino ad oggi. la SIGNORA LIDIA MORETTI dovrebbe raccogliere tutte le memorie ,le foto e mille ricordi della sua famiglia,ma anche di tutti coloro che ci hanno lavorato e dato un prestigio a questa officina storica . un APPASSIONATO E NIPOTE DI UNO DI QUEI OPERAI ARTIGIANI CHE HA LAVORATO IN QUELLA STORICA OFFICINA.
@ Vulcano
Non sarà per caso il nipote del mitico meccanico Lisà al secolo Alessandro Micozzi?
http://www.youtube.com/watch?v=IHbAdLQMm2M