Ferma presa di posizione della Provincia, con l’appoggio di tutte le parti sociali e delle due Università di Macerata e Camerino, contro il continuo depauperamento dei servizi ferroviari lungo la linea Adriatica e lungo la linea Civitanova-Albacina.La riunione convocata questa sera in Provincia, a Macerata, dal presidente Antonio Pettinari, si è conclusa pochi minuti dopo le 20 con la decisione di chiedere un incontro urgente alla Regione Marche affinché faccia sentire la protesta della comunità provinciale maceratese nei confronti delle Ferrovie dello Stato, sia contro le continue soppressioni delle fermate dei treni a lunga percorrenza alla stazione di Civitanova Marche, sia contro lo “svilimento” del ruolo della tratta locale tra Civitanova e Fabriano. Nel corso dell’incontro, a cui hanno preso parte i presidenti della Camera di commercio e di Confindustria Macerata, i rettori dei due atenei del territorio e i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, è stata espressa una forte preoccupazione ed è stato deciso di aprire una vera e propria vertenza sul problema dei trasporti ferroviari allo scopo di restituire alle comunità del maceratese, ma anche dei Comuni del fermano che gravitano sulla vallate del Chienti, un servizio ferroviario adeguato alle esigenze dei lavoratori pendolari, degli studenti, delle imprese. In primo luogo viene chiesto il ripristino delle fermate soppresse e la restituzione alla stazione di Civitanova Marche di alcuni collegamenti veloci e di qualità (treni Frecciabianca) a lunga percorrenza.
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Un anniversario vaporizzato: l’arrivo del Polent express
In questi ultimi tempi s’è parlato tanto di rami secchi e della relativa soppressione della linea ferroviaria Civitanova M. – Albacina, quindi non potevamo dimenticare che la tratta Civitanova – Macerata e la stazione stanno sul punto di spegnere ben centoventisei candeline. Infatti il treno a vapore arrivò a Macerata alle ore 10.45 del 22 Maggio 1886, attraverso l’ardito viadotto (dei suicidi) a nove arcate e dell’altezza massima di diciannove metri progettato dall’ing. Liborio Coppola. Per la costruzione del tratto Pausola – Macerata occorsero ventiquattro mesi e l’impiego di trecento operai, tra cui Ricci Ricciotti di Cesena che da quel momento aprì la bottega di fabbro a Macerata.
Ma perchè la provincia e i comuni del maceratese non prendono in gestione la linea ferroviaria tramite la CONTRAM? Il caro amico Stefano Belardinelli saprebbe gestirla al meglio, valorizzandola e sfruttandola al meglio. Sono anni che si sente parlare di metropolitana di superficie, potenziamento della linea, ma nessuno prende l’iniziativa. Basta solo considerare che nessuna delle zone industriali del maceratese, pur essendo attraversate dalla ferrovia, abbia al suo interno una fermata, azzerando quindi l’uso da parte dei pendolari. Anzichè costruire cattedrali nel deserto, valorizziamo ed ottimizziamo quello che abbiamo…
Immagino tutti gli esperti intorno ad un tavolo speciale formato “Littorina”.
“Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna, chi non sa insegnare insegna agli insegnanti, e chi non sa insegnare agli insegnanti fa politica”. (M. Barbery, “L’eleganza del riccio”).
@gaborffss
Per la precisione: La ditta “Ricci” esercita tuttora l’attività lavorativa a Piediripa. Penso sia tra le aziende più longeve della città. Lavora acciaio, ferro ed altri materiali in metallo ad alto livello artigianale.
@ Sisetto
Grazie! Pensavo che gli ultimi discendenti di Ricci Ricciotti fossero i fratelli Ricci (Franco e Anita), i simpatici gestori del distributore di benzina in via Trento, mentre credevo che Paolo Ricci fosse del ramo cadetto di Matteo detto il Cinese. Tuttavia mi auguro che re Artù e l’infedelissimo Lancillotto, nella prossima tavola rotonda della Silva, concedano un cavalierato o almeno un piatto di polenta “rencoata” a Paolo Ricci.
@gaborhatù
Propongo il “cavalierato” ai sempre presenti commentatori, ad ogni ora del giorno, di CM in quanto alfieri, paladini o oppositori dei redattori di articoli, nonché consumati politici di ieri, di oggi e, forse, di domani.
A Lei, architetto Bonifazi, il titolo di Maresciallo d’Italia.