Macerata, il Nord dimenticato

APPELLO DAL BALCONE DELLA CITTA' - I cittadini del quartiere di Santo Stefano denunciano l'incuria dell'area e segnalano la pericolosità delle opere infrastrutturali presenti

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La situazione denunciata dagli scatti fotografici

Dalla nostra lettrice Rosita Pantanetti riceviamo:

“Gentile Redazione,
avendo avuto modo di apprezzare diverse inchieste riguardanti importanti aspetti della vita cittadina che avete sviluppato con encomiabile sforzo e precisione, ci permettiamo di rivolgerci a voi con la speranza di trovare ascolto in luogo di tutti coloro che, sebbene istituzionalmente preposti a farlo, ancora oggi non hanno provveduto a dare le risposte che, come cittadini, chiediamo. Leggendo CM è capitato di rinvenire sporadicamente, in taluni commenti, qualche riferimento alla situazione del pendio che dalle mura degrada verso nord. Noi, che in quella zona viviamo, vogliamo portare all’attenzione alcune circostanze che generano profonda preoccupazione in quanto vanno ad incidere sulla nostra vita quotidiana.
E’ sotto agli occhi di tutti la situazione in cui versa la zona compresa tra il parcheggio “Garibaldi”, la stradina di Santo Stefano e la cosiddetta “mattonata”: siringhe, sporcizia ed escrementi (non solo di cani). Naturalmente la responsabilità è di tutti quei maleducati che utilizzano la città come bagno o cestino dell’immondizia, tuttavia non possiamo non evidenziare l’imperfetta manutenzione di  queste infrastrutture che raramente vedono all’opera i mezzi pubblici (compreso lo sgombero della neve) di chi sarebbe preposto all’ornamento della città. 

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La strada sorretta dai mattoncini

Basterebbe questo per suscitare lo sdegno di una comunità civile che nell’affacciarsi da quello che è storicamente il “balcone” privilegiato della città, salvaguardato dallo “sviluppo” che in questi anni ha caratterizzato altre zone della città, assiste a cotanto spettacolo. Accanto a queste riflessioni di interesse dell’intera collettività, esistono però anche diritti che dovrebbero essere tutelati per legge.
Sono quasi dieci anni (due lustri) che noi, residenti in questa zona, siamo costretti ad estenuanti  disagi e veri e propri “numeri da circo” per uscire di casa. Dapprima ci è stato chiuso per oltre cinque anni  l’accesso sulle mura, sostituito con un “ballatoio” realizzato in contropendenza a metà della curva tra i due piani del parcheggio (ma il codice della strada non esiste?). In seguito, dopo la realizzazione dell’autorimessa privata multipiano abbiamo cominciato a sperimentare l’ebbrezza del trampolino olimpico (la nuova strada realizzata) oltre al brivido degli autoscontri grazie alle numerose macchine che quotidianamente stazionano in divieto di sosta lungo la strada S. Stefano riducendone la carreggiata. Domandiamo: abbiamo diritto ad uscire di casa in condizioni di sicurezza? Se dovesse transitare un mezzo di servizio o di soccorso, dove passerebbe? Di chi sarebbe la responsabilità?  Le risposte le abbiamo chieste un po’ a tutti, ma quasi nessuno ad oggi è stato in grado o ha voluto fornirle. Sappiamo di essere pochi e poco importanti, ma non capiamo, invece, perché ci debbano essere negati dei diritti fondamentali!

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La situazione della viabilità

Ma la storia non finisce qui. A proposito del parcheggio privato multipiano, appare singolare che tale area, sebbene prossima alle mura medievali della città, non soggiaccia a particolari vincoli. Prova ne sia che detta struttura è stata edificata in luogo di una esistente di dimensioni e cubatura notevolmente inferiore: se noi dobbiamo cambiare la porta del garage il Comune prescrive anche il colore mentre lì è stato consentito di “murare” antiche volte ed ampliare notevolmente le cubature… Desideriamo conoscere quale sia stato l’interesse pubblico dell’amministrazione comunale in questa operazione nella quale sembra, ma chiediamo conferma, vi siano state comprese anche aree di proprietà pubblica.
Numerose volte, inoltre, abbiamo segnalato agli organi competenti, con documentazione fotografica, quelle che a nostro avviso sono alcune violazioni in materia edilizia ed ambientale verificatesi nel corso dei lavori, tuttora sotto agli occhi di tutti: presunta traslazione della strada rispetto al progetto originario, eccessiva pendenza in alcuni punti della stessa, assenza di opere di protezione del versante lungo il quale continua a franare terra che intralcia il passaggio, posizionamento di rilevanti quantità di terra di riporto il cui riutilizzo non si sa se sia mai stato autorizzato, assenza di adeguate opere di canalizzazione delle acque meteoriche che provocano allagamenti (quando piove per uscire a piedi dovremmo indossare un paio di galosce!).

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La strada dei garage cui si accede dalle mura Nord

Stiamo ancora attendendo risposte e, soprattutto, che vengano adottate le opportune misure per regolarizzare le opere (gabbionate, canalette, ripristino del manto stradale) più volte richieste al Comune e che torneremo a chiedere con immutata tenacia. 
Da ultimo non possiamo non segnalare con vivissima preoccupazione (ed in ossequio al profetico proverbio vox populi, vox Dei) che da un po’ di tempo si sente (molto sommessamente) parlare di un presunto accordo Università-Comune-Proprietario relativamente al progetto di utilizzo di quello spazio commerciale ancora chiuso all’interno del parcheggio multipiano, che potrebbe diventare un bar/punto di  ritrovo/discoteca. Purtroppo ancor oggi non è dato sapere se quella struttura e le opere accessorie – strada e quant’altro – siano state regolarmente realizzate, collaudate e prese in carico dal legittimo proprietario (comune o privato?) per cui appare poco ragionevole prevedere futuri utilizzi  nell’incertezza di tutti i requisiti richiesti dalla legge (invitiamo la popolazione a verificare di persona quanto stiamo dicendo). Ma fosse anche tutto a posto, come sarà sicuramente, data l’angustia e l’inadeguatezza e pericolosità della strada S. Stefano, degli spazi di accesso ed intornoalla struttura, appare sinceramente inverosimile e  pericolosa la frequentazione di frotte di universitari che per giungervi parcheggiano e attraversano in massa viale Leopardi di notte… a meno che non ci si inventi qualche immaginifico tunnel sotto le mura… o forse qualcuno ci ha già pensato?

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La strada asfaltata e il tratto sterrato

Con quali soldi? C’è interesse pubblico del Comune e/o dell’Università in tutto ciò?  Non sarà solo un espediente per “ghettizzare” la movida (universitaria e non) e tanti dei problemi notturni del centro storico, per fare in modo che vadano ad allietare le notti di noi “quattro gatti”? E’ questo il controllo che chiediamo alla forze di  polizia? E’ il modo giusto per risolvere i problemi? Infine, perché non ne parla nessuno? Attendiamo fiduciosi un interessamento dei nostri amministratori, di ogni estrazione e colore, affinché squarcino quest’assordante silenzio”.

Rosita Pantanetti e altri abitanti di S.Stefano

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