di Alessandra Pierini
Diversi comuni del Maceratese senz’acqua. Sono almeno 10 giorni che l’acqua del Tennacola è stata razionata sia per problemi legati alla siccità, sia per un guasto dovuto alla neve delle scorse settimane. Uno dei Comuni maggiormente colpiti è San Ginesio: «A seguito di una notevole riduzione delle portate alle sorgenti – recita l’avviso diffuso da Tennacola Spa all’inizio dell’emergenza – che sta mettendo in difficoltà l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua nel Comune di San Ginesio, l’erogazione idrica sarà interrotta parzialmente nel centro abitato e zone limitrofe al fine di consentire un’adeguata ricarica dei serbatoi.
L’erogazione sarà effettuata nell’arco orario compreso all’incirca tra le 11 e le 15 e tra le 18 e le 21.
Tali orari sono indicativi e potranno variare da zona a zona a seconda dell’andamento dei consumi, senza escludere interruzioni anticipate o in orari diversi, in tutto il territorio comunale, dovute a causa di forza maggiore e per le quali sin d’ora si esclude la possibilità di dare un adeguato preavviso. Si invita quindi la cittadinanza ad utilizzare con parsimonia la risorsa idrica, evitando usi impropri dell’acqua per lavaggio di strade ed automobili, ed a provvedere ad un minimo di scorta idrica nelle proprie abitazioni per far fronte ai bisogni primari». Intanto la mancanza d’acqua finisce anche sul web e proprio ieri è nato anche un gruppo su Facebook dal significativo titolo “Quelli senz’acqua a San Ginesio”.
Manca l’acqua per diverse ore della notte anche nei comuni di Loro Piceno, Ubisaglia e Colmurano. La siccità invece ha colpito Penna San Giovanni, Gualdo, Sant’Angelo in Pontano, Ripe San Ginesio, Petriolo e Mogliano, oltre a diversi altri del Fermano rimasti senz’acqua a causa di «una fortissima siccità che ha ridotto pesantemente la portata delle sorgenti montane, aggravata dalle gelate e dalle dispersioni conseguenti alla rottura dei contatori, che stanno privando Tennacola spa dell’approvigionamento idrico necessario per soddisfare i bisogni della popolazione.
La situazione dovrebbe tornare presto alla normalità. Ad esempio per quanto riguarda San Ginesio, la causa principale dell’emergenza sembra essere stata l’impossibilità di raggiungere la sorgente e in particolare delle pompe in cui erano terminate le risorse di gasolio, isolate da un muro di neve che solo oggi è stato rimosso.
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In condizioni ottimali nella Marche, il 30% circa di acqua viene persa a causa della mancata manutenzione delle reti idriche. Le falde acquifere si riducono e scanso un moderato consumo c’è poco da fare. Piuttosto, quello che bisognerebbe farsi spiegare dal gestore è quanto perde la rete di distribuzione e a quanto ammontano gli investimenti per la manutenzione e se del caso il ripristino. Dati che poche società vogliono cedere, anche perché potrebbe emergere che la maggior parte di fondi destinati a tale capitolo di spesa, sia ridiretto in spesa corrente. A quel punto sarebbe difficile giustificare ai cittadini senza acqua che è la neve la causa, ma sopratutto che è un “bene comune” per cui cavalcare le piazze, si scoprirebbe anche a che scopo è stato fatto il referendum. Se poi al servizio idrico aggiungiamo quello di depurazione (generalmente gestito dalla stessa azienda) ne uscirebbero delle belle. In questo caso è aperta una procedura di infrazione europea e a vedere gli stanziamenti di bilancio non sembra affatto che le risorse possano raggiungere la metà del dovuto in termini di depurazione. Però non appena si parla di trasparenza e gare ad evidenza pubblica non c’è un sindaco che non cavalca la demagogia dell’esproprio ai privati. Si dà il caso che ora i privati sono gli amici degli enti locali che affidano il servizio senza gara.