di Filippo Ciccarelli
Parte dal circolo “Il Giardinetto”, un pezzo di storia politica, sociale e culturale di Macerata (e non solo), la campagna della Regione Marche per la promozione e il sostegno dei locali storici delle Marche. Taverne, osterie, locande, botteghe, e spacci di campagna che possano dimostrare di avere almeno 40 anni di attività sulle spalle, verranno riconosciute ufficialmente dall’Ente, che fornirà un piccolo sostegno economico.
Una scelta simbolica, quella dello storico locale di vicolo Monachesi, per due motivi: il primo è che la Società del Giardinetto è nata nel 1873 come club Garibaldino, e ciò rende il circolo una realtà unica a livello nazionale – il prossimo anno verrà festeggiato il 140esimo anno di nascita. Ma c’è anche l’altro motivo per cui la location del Giardinetto è particolarmente significativa, e non è certo dei più felici. La struttura è stata infatti acquistata nel 2000 da una società privata di costruzioni, che ha acquistato l’immobile per una cifra di circa 270 milioni di lire. C’è stata una causa in tribunale, persa dalla Società del Giardinetto, che da 4 anni si trova sotto sfratto. “Nello statuto della Società è infatti scritto che i locali venivano ceduti ad uso perpetuo dei soci del Giardinetto dal Marchese Costa” spiega Marco Sdrubolini, attuale gestore del Giardinetto “quando poi è stato messo in vendita ci siamo opposti. Avevamo un diritto di prelazione, ma c’era un altro presidente, siamo andati in causa e l’abbiamo persa, poi è stato perso il diritto di prelazione, e ora siamo sotto sfratto da 4 anni. Noi cerchiamo comunque di resistere”.
Angelo Sciapichetti, consigliere regionale del Pd, ha commentato: “Non potevamo che iniziare questa campagna d’informazione nel Giardinetto, uno dei locali più vecchi delle Marche, aperto nell’orto del convento delle monache di San Rocco nel 1873 e da allora sempre fruibile dalla gente. La legge regionale, di cui il primo firmatario è stato il consigliere Enzo Marangoni, esiste dall’aprile scorso: ad ottobre 2011 abbiamo preparato il regolamento attuativo, il tutto è teso a valorizzare quei locali storici delle Marche come le osterie, gli spacci di campagna, le trattorie e le botteghe che esistono da almeno 40 anni. Questi locali – ricordo quando andavo allo spaccio di Consalvi, dove si trovava di tutto nello spazio di 40 metri quadri – potranno fregiarsi della targa di “locale storico delle Marche”, e beneficeranno di un contributo economico che per il momento non è molto grande, ma che speriamo di aumentare”.
Anche l’Assessore regionale al bilancio, Pietro Marcolini, ricorda i suoi trascorsi al Giardinetto: “questo è un circolo vivo, che tuttora mantiene una grande tradizione. Ricordo quando abitavo in via Matteotti e coi ragazzi del quartiere ci ritrovavamo qui. Era un posto frequentato sia dalla classe artigiana che da quella operaia, noi con questa legge vorremmo promuovere e valorizzare le attività artigianali e commerciali che hanno valore storico, artistico, architettonico e ambientale. Ma questa valorizzazione ha senso anche perché permette di far conoscere le eccellenze di una filiera che è esclusa dalla grande distribuzione, ed inoltre si favorisce il turismo. Ringrazio Angelo Sciapichetti, Enzo Marangoni e anche l’architetto Gabor Bonifazi, che in materia di locali storici è un sacerdote delle tradizioni, per così dire, minute, che non sono meno importanti di quelle più alte e nobili”.
Enzo Marangoni è il primo firmatario della legge: “ringrazio tutti, a partire da Gabor Bonifazi. L’iniziativa venuta da lui, che ha scritto 2 libri dedicati alle osterie. Questa proposta fu presa da Leonardo Lippi, attuale assessore provinciale, che la presentò a fine legislatura, poi l’ho presa io e l’ho studiata, cercando di ampliarla. Con orgoglio posso dire che le Marche sono la prima regione ad avere legge specifica su spacci di campagna, circoli, osterie, ecc. Solo due regioni hanno qualcosa di simile, Toscana e Friuli, ma la loro legislazione parla di locali storici in generale, non si citano locande, osterie ed altro.
Il nostro è un passo importante, perché siamo una regione a basso livello identitario, con dialetti che sono vere e proprie lingue diverse, a seconda della provincia. E’ quindi importante la riscoperta dei valori storici e delle tradizioni, contro tutto ciò che al giorno d’oggi è uniformità”.
Anche il sindaco di Macerata, Romano Carancini, era presente all’incontro ed ha espresso il suo impegno a tutela del Giardinetto: “molte persone, anche maceratesi, non conoscono questo luogo simbolico per la città, tappa del nostro “trekking” risorgimentale. Per quanto riguarda i problemi del locale, ci possiamo incontrare di nuovo qui tra un paio di mesi per aggiornarci sulla situazione e per vedere cosa si può fare”.
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IL GIARDINETTO: UN LUOGO DA TUTELARE PER FAR SOPRAVVIVERE LA STORIA (LEGGI L’ARTICOLO)
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CENSIMENTO DEI LOCALI STORICI NEL TERRITORIO COMUNALE
Il Comune ha emesso un avviso, pubblicato anche nel sito www.comune.macerata.it, relativo al censimento dei locali storici nel territorio comunale. La rilevazione è promossa dalla Regione Marche che si prefigge l’obiettivo di censire e promuovere interventi conservativi e di valorizzazione degli esercizi commerciali aperti al pubblico, in attività da almeno quarant’anni, che costituiscono una testimonianza storica e sociale per la comunità marchigiana.
La rilevazione però è affidata ai Comuni, che comunicheranno poi i dati alla Regione per aggiornare l’elenco.
I criteri da rispettare per l’individuazione dei locali storici sono, l’apertura da almeno quarant’anni nella stessa sede con lo stesso tipo di merce offerta (tali requisiti sono validi anche se durante l’attività il locale ha cambiato gestione o magari è stato chiuso al pubblico per un periodo o lo è attualmente). Nel censimento devono essere inseriti i dati anagrafici del titolare ed eventualmente , se in possesso, anche quelli dei precedenti proprietari, il nome del locale e la specifica attività svolta, la data della prima autorizzazione dell’attività, la descrizione sintetica di essa e infine le eventuali connessioni con altre attività culturali, tecniche, produttive e turistiche.
Gli interessati possono trovare il modello da compilare presso il Servizio Attività Produttive del Comune, in viale Trieste, 24..
La data di scadenza della consegna è fissata al 17 marzo e può essere effettuata a mano, tramite corriere privato o dalla poste italiane tramite raccomandata.
Per maggiori informazioni contattare Patrizia Forte tel. 0733 256326, Manuela Cocci Grifoni tel. 0733 256331.
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salvate il Giardinetto ad ogni costo!!!
che cacchio ci dovrete mai fare al suo posto?un ristorante di lusso o meno?un night per sfigati come quello che ha fatto ammazzare la povera rumena?un circolo pseudo culturale?o un ennesimo scempio di restauro per farci poi cosa?
il Giardinetto e’ il Giardinetto……potrete pure dipingerlo d’oro e metterci su diamanti del sudafrica che tanto qualsiasi cosa dopo di lui FALLIRA’ perche’ avrete commesso un PECCATO MORTALE a snaturarlo e violentandolo!!!
ANDATE A ROMPERE LE PALLE IN ALTRI LIDI PLEASE!!!!!!
IL GIARDINETTO NON SI TOCCA!
In quel quadrante un bel ristorantino (da stella michelin per intenderci, mica i ristorantini finta classe che abbiamo oggi) con annessa palazzina “scic… ohhh, tre scic…!”
Ma vuoi mettere al posto di quei puzzolenti dei pro-pro-pro nipotini dei garibaldini?
E poi noi, ufficialmente, sosteniamo da sempre santa apostolica romana reverendissima onorata chiesa, ergo…
Il Comune è perennemente in deframmentazione come il digitale terrestre: NESSUN SEGNALE!
Ricordo che la delibera regionale del regolamento d’attuazione n. 1098/ 1 Agosto 2011 si riferisce solo ed esclusivamente alle “osterie”.
“Definizione dei criteri per l’individuazione e il censimento dei locali storici. Legge regionale 4 aprile 2011, n. 5 (Interventi regionali per il sostegno e la promozione di osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici)”.
Ritengo che i seguenti locali ricadenti nel territorio comunale hanno i requisiti previsti dalla legge:
1) IL GIARDINETTO in vicolo Monachesi;
2) SAN GIULIANO in via Gioberti;
3) SPACCIO DE JENNA’ in contrada Cimarella;
4) SPACCIO DI COLOSSO in contrada S. M. della Madonna del Monte;
5) SPACCIO DI NINO ora LU SPACCITTU in via Roma.
@ Filippo Vannucci
Ritengo che per diversi motivi salvare Il Giardinetto sarà un’impresa impossibile. Purtroppo sono arrivato tardi con la legge per via anche delle lungaggini burocratiche.
http://www.youtube.com/watch?v=WnlpPRw1mdk
@gabor bonifazi
grazie per tutto quello che fa’ e ha fatto per queste giuste nobili cause.
pur sapendo poco dell’evolversi degli eventi anche io non nutrivo particolari speranze per un futuro roseo per il Giardinetto.
ora,se anche lei afferma cio,’ non posso che rattristarmi ed incazzarmi per questo ennesimo vile atto che questa (ed altre) amministrazioni comunali reca alla propria citta’.
se muore il Giardinetto muore una parte considerevole della storia cittadina,un posto che in altri contesti sarebbe stato difeso con i denti,ma qui siamo a Logorata,dunque e’ UN’ALTRA NUOVA STORIA……che vadano al diavolo!!!!
Dibattiti a non finire per stabilire se è meglio andare nel centro storico a piedi oppure in auto. !!!
Ma di questo passo non servirà andarci più – nè a piedi e nè con la macchina…
Gabor vedi un pò se riesci ancora a metterci una pezza !!!
@ Claudio Sellone
Pur non avendo una ricetta magica per il centro storico, sarò sempre dalla parte di coloro i quali cercano di mantenerne il fuoco vivo e sarò sempre contro gli intellettuali in tutina che preferiscono conservarne le ceneri. Secondo me Il Giardinetto ha seguito inesorabilmente la decadenza del centro storico, dove i vuoti sono stati riempiti con altri vuoti. Tuttavia una soluzione potrebbe essere quella di decentrare i servizi e qualificare le anonime periferie, magari installandoci un monumento.
A mo’ tutelimo dove ce se ‘mbriaca, liberi de fallo per carità
@ alex stecca
L’interesse per le osterie iniziò proprio quando ascoltai un vecchio proverbio di cui ora s’è persa memoria:
Se casca ‘n signore, s’è sbisciatu,
se casca ‘n porittu, è ‘mbriacu.
Ebbene pur appartenendo alla seconda categoria non sono mai caduto e, non essendo il tipo che rimane alla finestra a guardare, da osservatore mi sono calato perdutamente in quel mondo senza sapere che avrei poi testimoniato il crepuscolo di quelle persone di cui si diceva:
A quillu je puzza lu fiato.
Altro proverbio che mi aveva sempre affascinato:
E’ meglio puzza’ de vì che d’olio santo!. Altri indimenticabili detti dal significato immediato, oramai desueti, legati al mondo del bere e dell’allegra brigata: Chi c’ha in bottega / c’ha anche in cantina; nelle botti piccole / c’è il vino buono; non si può avere la botte piena / e la moglie ‘mbriaca e naturalmente come spesso accade: Fare i conti senza l’oste. Insomma come si dice Chi magna magna, ma le veute dev’esse’ pare!
In questo luogo del bere mi immersi prima per socializzare e poi per capire i più svariati bisogni degli avventori in cerca di compagnia: la sete, le disgrazie, la fatica, la delusione d’amore, la malinconia. E naturalmente per dimenticare…
Io credo che i locali che possano beneficiare di questi contributi siano molti, e possano essere anche dei semplici fruttivendoli, o mercerie che ci sono in città. Anche il negozio di motociclette Guzzi Primo Moretti, merita di far parte dei locali storici delle marche, come molte macellerie panetterie eccetera.
Non si parla solo di osterie bi-centenarie, si parla di tutelare dei luoghi che sono da oltre 40 anni simbolo del commercio al dettaglio e far si che possano continuare a fornire i loro prodotti di qualità ai cittadini.
Chiamarlo Censimento però direi che è troppo, visto che il comune ha semplicemente messo a disposizione sul sito internet il Bando, ma la gente, i bottegai, internet non lo guarda, quindi o ci si preoccupa di andare a bussare a tutte le porte di queste botteghe o si evita di usare la parola censimento.
Da fare quindi c’è molto e chi mette a disposizione i mezzi per informare i bottegai? Nessuno. Servono fotocopie, dei bandi e degli allegati da andare a distribuire in giro. Se il comune li mettesse a disposizione magari si potrebbe organizzare una campagna informativa seria.