Nel salotto di Davoli, il “sogno non avverato” di Nazzareno Antinori

Dopo la mancata candidatura a direttore artistico il tenore ha illustrato il progetto per lo Sferisterio presentato a Carancini e Pettinari. Pambianchi boccia la "nuova storia" e Garufi parla di "giallo maceratese"
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Filippo Davoli con Nazzareno Antinori

di Beatrice Cammertoni

Nel salotto del “Venanzetti Cultura”, invitato e introdotto da Filippo Davoli, Nazzareno Antinori è tornato ad illustrare il progetto consegnato al sindaco Carancini ed al presidente Pettinari. Quest’estate, quando ancora non era iniziata l’ultima stagione lirica di Pizzi, il tenore aveva redatto dati e conti alla mano una sua proposta per risollevare le sorti dell’arena maceratese, ma parafrasando il titolo dell’evento di questo pomeriggio, il suo sogno non si è avverato. Cosa nota è che la sua candidatura non è stata accolta e che anzi, a disputarsi il titolo assegnato in questi ultimi giorni a Micheli furono con lui Del Monaco e Marconi. Nonostante il travagliato processo che ha portato alla nomina del giovane direttore si sia chiuso, lo Sferisterio ed il suo futuro animano ancora molte polemiche. L’appuntamento con Antinori, infatti, si è presto trasformato in un acceso dibattito tra i presenti. Il progetto del tenore è ormai noto ai lettori di Cronache Maceratesi: nomi e numeri previsti sono stati illustrati in queste pagine fin dallo scorso luglio in largo anticipo sulle decisioni di questi ultimi giorni. La chiave di volta dell’intero piano è Macerata e l’arena che negli anni se n’è fatta emblema. Teatro all’aperto unico nel suo genere, architettonicamente e acusticamente imparagonabile ad altri ben più noti, sarebbe tornato agli antichi fasti grazie alle voci di artisti di fama internazionale e grazie alle energie ed alle sinergie che la provincia sarebbe stata in grado di offrire, con i maceratesi tra il pubblico ma anche tra i talenti da esibire, fossero stati essi artisti, tecnici, costumisti e via dicendo. La sua stessa auto-candidatura, non a caso, è stata motivata dalla passione che Antinori sente per la sua città e per lo Sferisterio.

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La sala del "Venanzetti Cultura"

Non assume una posizione contro il nuovo sovrintendente, ma contro il modo il cui è stata gestita l’intera vicenda dal CdA. «Non riesco a capire le motivazioni che hanno portato il CDA a non prendere in considerazione il mio progetto. Nessuno mi ha ancora saputo spiegare il perché.» Il tenore, ha aggiunto ai punti interrogativi aperti anche il mancato nome di Giacchieri, figura tanto prestigiosa e utile allo Sferisterio vista il curriculum quanto mai autorevole. La protesta ed il malcontento di Antinori sono culminate in un’indignazione molto più ampia, quella che riguarda un potere che non spiega le sue decisioni e che condanna a subirlo chi non lo esercita. In effetti la scelta o non scelta -come molti hanno detto- del giovane direttore artistico e di incarichi collaterali agli altri candidati scontenta molti, ma soprattutto apre a molte considerazioni sullo Sferisterio del passato, del presente e quello del futuro. Graziano Pambianchi è intervenuto in prima battuta con un mea-culpa: «Sono tra quelli che non sono riusciti a far diventare lo Sferisterio il volano della nostra economia. In questi tempi di crisi ho chiesto di fermarci di fronte a progetti troppo grandi. La povertà arriva anche nelle nostre strade e non bastano i soldi per il sociale. Non esiste più l’isola felice, Macerata vive la recessione e aumenta ancora la microcriminalità. Credo che ora come ora contenere le spese sia una priorità, anche se in realtà sono stato il solo a chiedere dei preconsuntivi che sono pure tardati ad arrivare. L’elezione praticamente di una trina di poteri dimostra che chi sosteneva i tre nomi si è spartito le cariche. Per me, che sono della “vecchia storia” può anche essere normale, visto che esistevano le alleanze e le coalizioni, ma non venitemi a dire che si tratta di “nuova storia”.»

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Filippo Davoli

Guido Garufi, che in estate studiò nomi e costi del progetto di Antinori nel dettaglio “matematico” ha parlato di “giallo maceratese”: le quote che storicamente i vari enti locali e lo stato nonché i partner privati (Fondazione, Banca Marche e Camera di Commercio) offrono per le stagioni non riescono a far comprendere i bassi introiti o addirittura un passivo di bilancio. «Non l’hanno scelta Antinori perché il suo piano dimostra che per risultati molto migliori basterebbero molti meno soldi. » Occasioni perse come quella di un Centro Europeo per le belle arti e le discipline dello spettacolo a Villa Lauri da realizzare grazie ai fondi europei ed all’AGIS di Roma o come quella di una fruttuosa collaborazione con il balletto del Teatro di Kiev sono stati invece al centro dell’intervento dell’ex presidente della provincia Sileoni, mentre il consigliere Deborah Pantana,  accusa l’inadeguatezza dell’amministrazione del gestire le sorti dell’arena. «La politica ha sempre delegato, non occupandosi mai a sufficienza delle questioni che si facevano sempre più importante. Con la terribile vicenda di Carletti si è rotto un equilibrio che aveva caratterizzato tutto il periodo precedente e portandoci a quello che è oggi. Per sapere quale fosse la situazione ho passato ogni mercoledì di questa estate a chiedere i conti all’Associazione Sferisterio, ho sollevato la questione in consiglio e chiesto alla quarta commissione per la cultura di interrogare il sindaco prima che in qualità di presidente si presentasse al CdA. L’inadeguatezza di Carancini è evidente anche solo pensando alla lettera pubblicata su Facebook per Pizzi»    

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Il progetto di Antinori illustrato la scorsa estate (leggi l’articolo) (GUARDA IL VIDEO)

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Il tenore Antinori

 

 

 

 

 

 

 

 

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