Un gravissimo investimento si è verificato questa mattina intorno alle 11 a Macerata in via Beniamino Gigli. Per un uomo di 80 anni, Glauco Ulisse, non c’è stato nulla da fare. L’anziano stava attraversando la strada nei pressi della stazione ferroviaria quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stato travolto da una Ford Fiesta condotta da un 29enne di Macerata. Nell’urto Ulisse è stato sbalzato per oltre sei metri, ricadendo violentemente sull’asfalto. Immediati i soccorsi e nell’arco di pochi minuti sul posto è intervenuta un’ambulanza che ha provveduto a trasportare l’anziano in ospedale a Macerata dove è morto dopo qualche ora a causa dei tremendi traumi patiti nell’investimento. Le cause dell’incidente sono al vaglio della Polizia Municipale. Ulisse, residente nel quartiere di San Francesco, era molto conosciuto in città, anche per aver lavorato come direttore in alcuni uffici postali.
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L’ultima volta che ho attraversato sulle strisce di fronte la stazione un’auto è venuta dal fondo del viale a una velocità folle e mi è passata a un centimetro dal piede, sottolineo mentre ero in mezzo alla strada visto che stavo legalmente attraversando sulle strisce, in più l’automobilista inchioda qualche metro dopo fermandosi poco prima della salita per insultarmi e sfrecciare di nuovo via. Bella Macerata sì. Complimenti alle forze dell’ordine, chissà se ci vuole il morto per metterci dei vigili in quel punto.
Perchè non mettiamo poco prima della salita il “famoso telelaser della polizia”?,
quel punto è micidilale x tutti i pedoni,figuriamoci x una persona anziana che deve camminare piano! le auto sfrecciano dal viale Don Bosco senza minimamente pensare ai pedoni!! di notte poi….non bisogna neanche immaginare di attraversare lì!!!
@Joll Joll
i vigili alla stazione???!!! ma scherzi??? le (………………) vigilesse sono impegnate a fare multe per il disco orario intorno alle mura ….vergogna ! hanno il telelaser solo per fare cassa…ffanno gli agguati stile vietcog dove non serve a niente e non salvaguardano la vita delle persone nei posti pericolosi…
ma quest a gente non ha figli coniugi e genitori che attraversano la strada??
Basterebbero un paio di dossi artificiali, così il deficiente che corre come un pazzo è costretto per forza di cose a rallentare per non rovinare la sua bella macchinina munita di alettoni, gomme larghe e spoiler stile tamarro.
Ho scorto coi miei occhi i rilievi in gesso dalla Stradale, posti proprio all’imboccare di via Gigli: lì non esistono strisce pedonali e, pertanto, l’investito ha le sue colpe. Concordo con Joll Joll che anche le “zebre” di fronte alla stazione non costuituiscono il top della sicurezza. Ma non tanto a causa delle auto transitanti da viale Don Bosco. Di più, da quelle provenienti da via Verdi (di solito, fortunatamente, meno numerose): i cui guidatori, allo stop adiacente la fontana, istintivamente guardano a destra, dimentichi che a sinistra potrebbe transitare qualche pedone: e frenate più o meno a martello si sprecano,…
In zona sono edificati l’ex Seminario vescovile, la Chiesa dei Cappuccini: qualche segno di croce può giovare anche ai fini della propria incolumità….
Tra via Spontini e l’ingresso a Santa Lucia, nel bel mezzo di via Gigli, esiste da molti anni un semaforo a chiamata: ok. Pochi metri più giù, in un punto ancor più pericoloso, quello che da via Gigli conduce a via Cincinelli, si ravvisano soltanto raccomandazioni segnaletiche. Perchè non un altro semaforo? Venni a sapere che non si potevano installare due semafori a distanza tanto ravvicinata. Peccato. Perchè basta scorrere di 100-200 metri e, in viale Don Bosco, quasi di fronte alle scalette che conducono a Rione Marche, campeggia un altro semaforo a chiamata del tutto insignificante.
L’investito ha l’unica colpa di non aver attraversato sulle strisce o in un luogo sicuro, rimane il fatto che in quel punto c’è un limite di velocità prestabilito e che se un pedone comincia ad attraversare la strada, in qualunque punto lo faccia, non e’ che si schiva come si può ma gli si dà precedenza fermandosi. Infatti viaggiando a quel limite o addirittura qualche km/h in meno ci si ferma tranquillamente nonostante uno non abbia i riflessi di un felino.
I limiti non sono messi a caso, e quando uno ti dice di guidare con prudenza non è che ti sta dicendo di non tirare le curve dritte e di non finire nei fossi ma di guidare adagio specie nelle vie cittadine dove ci sono anche persone/animali che possono trovarsi sulla carreggiata per chissà quale motivo. E rimane il fatto che non esiste scusante per l’automobilista per ciò che ha fatto.
concordo pienamente a quanto detto da tutti, verissimo tutto, sembra che quando si sale in macchina si perda il lume della ragione, non ci si ferma ai passaggi pedonali ma non solo in quella zona corso cairoli ancor peggio, non di danno predecenze, non si rispettano segnali, e se provi a dire qualcosa ti mandano nel paese di alice, si dovrebbe dvvero fare un esame di coscienza tutti, in quanto tutti abbiamo gente anziana, figli,nipoti, i quali hanno il sacrosanto diritto di attraversare senza la paura di essere trascinati altrove.credo sia una prova di civilta’ rispettare segnali, gia’ da tempo segnalo i due incroci si santa lucia, ma tutti indistintamente voltano a sinistra come se non ci fosero segnali, se mettessero una pattuglia fissa , ci sarebbero parecchi ritiri di patente, allora le cose cambierebbero, si deve arrivare a questo??? vergogniamoci tutti, questa e’ incivilta’.
Sì, sì: giusto….
Armando Natali ha ragione da vendere nel reiterare di segnalare i due incroci a Santa Lucia: lì voltano tutti a sinistra, ma proprio tutti, anche coloro che sarebbero preposti affinchè avvenga il contrario…
Anche le tue parole, Joll Joll, rivestono tanta verità. Del resto, quando andavo a scuola guida, ogni istruttore ripeteva: “Se investi una persona, zebre o semafori a meno, sarà dura cavartela”. Infatti, esistono inflessibili limiti di velocità: a maggior ragione dovrebbero essere osservati in un capoluogo, per di più di fronte ad una stazione ferroviaria, che dovrebbe costituire un biglietto da visita!
Però, nel 2011 fanno tutti come gli pare….e un ottantenne forse non possiede la lucidità necessaria per rendersene conto.
Concordo con il vergognarmi dell’inciviltà ma dare addirittura la colpa a colui che è stato investito mi sembra assolutamente fuoriluogo… Però purtroppo questo è quanto si preferisce fare multe per divieti di sosta o per disco orario non inserito piuttosto che prevenire eventuali incidenti MORTALI… Ma non bisogna meravigliarsi di niente… Non oso immaginare come sarà il futuro… Speriamo che le istituzioni prendano seri provvedimenti dopo l’ennesimo caso…. V-E-R-G-O-G-N-A…
Io mi sono semplicemente attenuto al regolamento stradale, Marco Taffetani: un pedone è tenuto ad attraversare sulle strisce….Le quali, in piazza XXV aprile, sono posizionate appena 20 metri più a destra. Attraversare all’imbocco di via Gigli costituirebbe un rischio anche per un ventenne: quello è un vero e proprio trampolino di lancio! Se poi un uomo di 80 anni non possiede la lucidità cerebrale necessaria per andare in giro da solo, e lo dico per esperienza personale, DOVREBBE essere accompagnato!
Concordo con quanti hanno sostenuto che viale Don Bosco è un trampolino di lancio. Concordo anche sul fatto che attraversare oggi nella nostra città è diventato un problema. Alla fine del Viale il passaggio pedonale è illuminato, nonostante ciò anche in quel punto è ad altissimo rischio in quanto le auto procedono in doppia fila e ad alta velocità di giorno e ad altissima velocità di sera.
Ricordo che qualche tempo fa ho fatto installare a fatica una telecamera di profondità alla fine del Viale non solo per la sicurezza stradale ma anche per rilevare eventuali episodi di teppismo ed altro…..
Questa telecamera funziona ? O serve solo da deterrente ? ( Sempre che qualcuno si sia accorto dell’esistenza ). Da ciò che mi risulta non è stata mai utilizzata. E penso che sia giunto il momento di pensare ad una telecamera che abbia un raggio d’azione su tutto il fronte della Stazione. Si sta parlando del problema della sicurezza in altri punti della città. Bene questo è decisamente un punto da monitorare. Andiamo avanti e cerchiamo di continuare un percorso che non sono riuscito a completare per falsi problemi ideologici e per il falso problema della privacy. Se occorre si può ritornare sull’argomento più diffusamente e con serenità altrimenti l’accusa è ” stato di polizia” o mania da “sceriffo”.
Carissimo evitiamo di fare i moralisti non si può parlare di codice della strada che assolutamente non deve essere trascurato ma si da anche il caso che un automobilista SECONDO IL CODICE DELLA STRADA qualora si trovi in una situazione in cui un pedone ha attraversato la strada senza la presenza delle strisce pedonali è OBBLIGATO A DARE LA PRECEDENZA… E ora ?? dov’è la precedenza per questo povero 80enne ??? Ma dai… Sono il primo a confermare quello che dice il codice della strada.. ma mi sembra un pò fuori luogo parlare di questo quando un povero 80enne rischia tra la vita e la morte… Tutto quà….
Giusto, Marco.
Ora bisogna soltanto pregare affinchè quest’uomo riesca a cavarsela. Disquisire dei “pro e contro ” ora è del tutto fuori luogo, come saggiamente ripeti.
Purtroppo lo zio Glauco non ce l’ha fatta!!! Non era un un uomo senza lucidità cerebrale. Era un uomo attivo e lucidissimo. Tutti i giorni percorreva tanti chilometri passeggiando per le vie della sua amata Macerata. Era un uomo attivo, lucidissimo, preciso ed attento. Conosciuto in città per aver svolto con onestà e serietà il lavoro di direttore in vari uffici postali. Quando capita qualcosa ad un essere umano di età superiore ai sessanta anni si tende sempre a pensare che non merita attenzioni o opportunità o interesse perchè anziano. Ci sono ottantenni decisamente più lucidi, colti, precisi e attenti di tante “larve giovani” che non vivono, ma sopravvivono. Riguardo le dinamiche dell’incidente non si sa ancora nulla. Domani i suoi cari si informeranno. Si perchè, se proprio vogliamo polemizzare, fino alle 18 di oggi pomeriggio nessuno si è degnato di comunicare con la famiglia: nè polizia comunale, nè carabinieri….nessuno. Nessuno comunica nulla, nessuno si fa vivo, si sa solo che lo zio, purtroppo, è morto.
caro giovanni
io credo che non sia un fatto di telecamere o di deterrenti a fermare l’incoscinza di certi o certe che guidano un mezzo,
vediamo tutti i giorni gente che guida telefonando, senza cinture allacciate, non si rispettano le precendeze, e chi piu’ ne ha ne metta. la telecamera non servirebbe a nulla se non ha rilevare un infrazione, ce ve vorrebero cento mille o ancora piu’, credo invece sia la coscienza di ogniuno di noi, a capire che la velocita’ in citta’ specialmente e’ sempre causa d’incidente, basta guardare corso cairoli ci sono spesso, nei passaggi pedonali per gli anziani e’ un dramma attraversarli
come per i bambini e per tutti, mi ripeto troppa gente va in giro con una mano al volante e una sul telefonino, e guarda caso inchiodano mezzo metro prima delle strisce pedonali, o addirittura passano volando.dovremmo tutti essere piu’ umili e avere rispetto per il prossimo, cosa che e’ piu’ di moda oggigiorno, importante e’ fare il proprio comodo.
voglio augurarmi che quell’uomo se la possa cavare auguri a lui di una pronta guarigione auguri con il cuore
Sarà una mia impressione,ma mai come in questo periodo ci sonostati così tanti incidenti automobilistici e soprattutto con mezzi a due ruote(e sono parte in causa come vittima:un’auto mi ha tagliato la strada il 6 Sett ero in vespa e sono caduto,per fortuna andavo piano e in ogni caso fratturato un perone,Ma visto l’andazzo nn mi lamento troppo)
@Maria Fabiola Fermani.
Condoglianze a lei e famiglia.Il sig.Glauco lo conoscevo personalmente come tantissime persone a Macerata, .lo salutavo chiamandolo Direttore (e’ stato il direttore dell’ufficio postale di via Marchetti) e lui sempre cortese e gentile rispondeva in qualsiasi occasione ci si incontrasse.” Direttore la voglio ricordare a passeggio per Macerata come faceva sempre.”
diciamo chiaramente che troppa gente non rispetta e forse neanche conosce il codice stradale! ieri sono rimasta sconvolta guardando gli automobilisti che sulla nuova rotatoria a raso avanti l’inps,ci passavano sopra,senza dare ne precedenza,ne rallentare minimamente,visto tutti i segnali e la nuova situazione stradale!! ATTENZIONE E PRUDENZA QUANDO PASSERETE Là!!! e cmq se ci si mettessero almeno x un paio di giorni i vigili urbani o polizia sarebbe meglio!!
X joll joll, mi dispiace che tu la pensi così, che la polizia municipale faccia le contravvenzioni solo x viale Trieste, forse xche’ ne hai presa una pure tu, o che usa il telelaser x fare cassa, cosa non veritiera anche xche’ quando viene utilizzato viene segnalato con pannelli mobili in modo ben visibile, ti invito caldamente ad informarti prima di scrivere castronerie infamanti. Cosa che mi addolora ancora di più e’ la cattiveria nell’augurare un investimento a familiari di persone che lavorano per la cittadinanza e quindi anche per te, io mi vergognerei di tale affermazione. A Macerata si usa dire che da dove esce la processione alla fine rientra. Quel povero signore investito e sfortunatamente morto poco dopo se avesse usato l’attraversamento pedonale ivi esistente probabilmente non avrebbe fatto la triste fine a cui e’ andato incontro. Il malcostume e’ generalizzato, non basta colpevolizzare solamente chi porta la macchina, molto probabilmente quel povero ragazzo non dormirà la notte avendo un morto sulla coscienza, il comportamento sbagliato lo hanno anche i pedoni, me compreso, che pensano che tutto gli sia dovuto nel momento che attraversano la carreggiata. Come diceva un amico, il rispetto delle regole dipende dalla LATITUDINE, più si va a Nord e più le regole si rispettano. Le mie più sincere condoglianze alla famiglia del Direttore Ulisse Glauco.
Sia chiara una cosa colpa o non colpa un povero anziano ha perso la vita… Mi vergogno quando leggo purtroppo cose che fanno venire la pelle d’oca come scritto da qualcuno qui sopra come ad esempio che non si a merito agli agenti della strada… Qui non si tratta di meriti o non meriti… qui si parla di carenza di coscienza quando ci si mette al volante… Se ogni automobilista si mettesse alla guida con la consapevolezza di rispettarei limiti probabilmente non saremmo qui a piangere la morte di un’altra persona… Mi metto anche nei panni del ragazzo ci mancherebbe altro… ma non è mettendosi dall’altra parte che si può alleviare il dolore della famiglia che non ha neanche ricevuto la notizia appena accaduto il fatto… qui bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza prima di fare certe affermazioni.. A buon intenditor poche parole…
Facile sentenziare , insultare e incolpare quando cose del genere non succedono a noi….non si puo’ generalizzare in questo modo…la gente a volte attraversa la strada addirittura CORRENDO.. spesso sbuca improvvisamente e si lancia , sicura che la macchina si fermera’ e magari non e’ neanche sulle strisce…!!! mi dispiace tremendamente per l’anziano ma spesso gli incoscenti sono proprio i pedoni che attraversano senza guardare mettendo a rischio la propria vita e alle volte rovinandola anche a quel poveraccio che ci si imbatte! vorrei rispondere un attimo a JOLL JOLL ….prima di scivere a vanvera e dire cose come” E rimane il fatto che non esiste scusante per l’automobilista per ciò che ha fatto.” ti inviterei a informarti sull’esatta dinamica…visto che sei andato sullo specifico..perche’ stai veramente ignorando la realta’ dei fatti. l’automobilista in questione non stava assolutamente correndo…davvero impossibile dato che l’incidente e’ avvenuto SULLA CURVA IN SALITA!! l’anziano ha attraversato molto velocemente ed e’ accaduto cio’ che non doveva accadere..qui si parla di disgrazia e quest’ultima e ‘una tra le tante cose che purtorppo non vengono stabilite qui in terra.Proprio per questo non spetta a noi giudicare e sentenziare.
“… purtroppo non vengono stabilite qui in terra.. per questo non spetta a noi giudicare e sentenziare”.. e a chi spetta?.. a Dio?.. quindi sarà Lui che ci dirà chi ha ragione e chi torto e, naturalmente, comminerà anche la pena appropriata?..
Io penso che questo incidente debba farci riflettere, non litigare su chi ha ragione e chi torto (è chiaro che il giovane non l’ha fatto apposta e che l’anziano, magari, poteva essere più attento); io penso che siamo diventati disattenti alle regole della convivenza, ai diritti degli altri: quelli che corrono in macchina sono gli stessi che parcheggiano nei posti riservati ai disabili, sono gli stessi che all’incrocio di Santa Lucia svoltano a sinistra, sono gli stessi che parlano al telefonino mentre guidano, sono gli stessi che parcheggiano in doppia fila a C.so Cairoli, “solo 2 minuti”… sono gli stessi che d’estate, con le finestre aperte, tengono il volume della televisione a mille, sono gli stessi che non rispettano la fila..
Condoglianze ai familiari della vittima e un “pensiero” anche al ragazzo che starà passando, sicuramente, un momento difficile…
Maledetta fretta, maledetta idiozia che ci contagia tutti, maledetta convinzione che tanto gli incidenti càpitano agli altri, maledetto rimorso tardivo.
Ora una famiglia – ancora una – piange un caro scomparso, un’altra una vita segnata da una colpa inestinguibile, e noi tutti stiamo qui a chiederci il senso di tutto questo. Un senso che non c’è.
Di chi è la colpa? Domanda oziosa, forse. Di noi tutti, quando siamo al volante, e non ci rendiamo conto che anche 50 Km all’ora uccidono chi viene investito (e su quella strada, di solito, proprio perché è in salita, ci si lancia come alla Targa Florio); e quando attraversiamo dove capita capita, fiduciosi di farcela. E di strade che non erano nate per un traffico automobilistico congestionato e impaziente, e…
Abbiamo tutti ragione, e abbiamo tutti torto.
Prendercela con i Vigili Urbani, o con i semafori, o con la fatalità?
Prendiamocela con noi stessi: un esamino di coscienza, e ricorderemo quante volte – correndo troppo, o attraversando fuori posto o fuori tempo – l’abbiamo schivata per un pelo. Questa volta, purtroppo, non è andata così.
io sinceramente da pedone non attraverserei in quel punto, lo ritengo molto pericoloso!
Articolo 190 – Codice della Strada
Art. 190. Comportamento dei pedoni
1. I pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposta al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione. Fuori dei centri abitati i pedoni hanno l’obbligo di circolare in senso opposto a quello di marcia dei veicoli sulla carreggiata a due sensi di marcia e sul margine destro rispetto alla direzione di marcia dei veicoli quando si tratti di carreggiata a senso unico di circolazione. Da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, ai pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati, prive di illuminazione pubblica, è fatto obbligo di marciare su unica fila.
2. I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei soprapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sè o per altri.
3. É vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni; è inoltre vietato attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali; qualora esistano, anche se sono a distanza superiore a quella indicata nel comma 2.
4. É vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo i casi di necessità; è altresì, vietato, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulla banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni.
5. I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti.
6. É vietato ai pedoni effettuare l’attraversamento stradale passando anteriormente agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate.
7. Le macchine per uso di bambini o di persone invalide, anche se asservite da motore, con le limitazioni di cui all’articolo 46, possono circolare sulle parti della strada riservate ai pedoni, secondo le modalità stabilite dagli enti proprietari delle strade ai sensi degli articolo 6 e 7.
8. La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade.
9. É vietato effettuare sulle carreggiate giochi allenamenti o manifestazioni sportive non autorizzate. Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti.
10. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 24 a euro 94
Dal momento che la morte è inevitabile, qualsiasi tentativo di ignorare o evitare questo fondamentale aspetto connaturato alla vita ci condanna a una visione superficiale dell’esistenza stessa. Una chiara e corretta consapevolezza della natura della morte può farci vivere invece senza paura, con forza, chiarezza di propositi, e gioia. Secondo l’insegnamento del Budda l’universo è un’entità vivente infinita, nella quale si ripetono incessantemente i cicli di vita e morte individuali. Noi stessi sperimentiamo questi cicli ogni giorno: dei circa 60 trilioni di cellule che compongono il nostro corpo, milioni ne muoiono e altrettanti si rinnovano attraverso il processo metabolico. La morte quindi è un aspetto necessario del processo vitale: rende possibile il rinnovamento e una nuova crescita. Dopo la morte, le nostre vite ritornano al vasto oceano della vita, proprio come una singola onda si alza e si abbassa nella vastità del mare. Attraverso la morte, gli elementi fisici del nostro corpo, così come la forza vitale fondamentale che sostiene l’esistenza individuale, ritornano e sono “rigenerati” nell’universo. Idealmente, la morte può essere intesa come un periodo di riposo o un sonno ristoratore che segue gli sforzi e le lotte della giornata. Il Buddismo sostiene la persistenza di una continuità oltre i cicli di nascita e morte che costituiscono le nostre vite, in tal senso, eterne. Come scrisse Nichiren Daishonin: «Quando esaminiamo la natura della vita con assoluta illuminazione, notiamo che non c’è un inizio che segni la nascita, e neanche nulla che denoti la morte». Nel quinto secolo d. C, il grande filosofo indiano Vasubandhu sviluppò l’insegnamento delle Nove coscienze, che fornisce una spiegazione dettagliata dell’eterno funzionamento della vita. In questo sistema, i primi cinque livelli di coscienza corrispondono ai sensi e il sesto integra le percezioni sensoriali in immagini coerenti e formula giudizi sul mondo esterno. Il settimo livello corrisponde al mondo interiore e spirituale: la consapevolezza del sé e il relativo attaccamento hanno origine in questa coscienza, così come la capacità di distinguere il bene dal male.Ancora più in profondità esiste l’ottava coscienza, che contiene l’energia potenziale, positiva e negativa, creata dai nostri pensieri, parole e azioni. Questo potenziale di energia, o tendenza vitale profonda, viene chiamata karma. Al contrario di altre tradizioni orientali, il Buddismo non considera immutabile il karma. La nostra energia karmica, che i testi buddisti descrivono come la “corrente impetuosa” dell’ottava coscienza, interagisce con gli altri livelli di coscienza, ed è a questo livello profondo che gli esseri umani esercitano un’influenza reciproca l’uno sull’altro, sul loro ambiente e sulla vita nel suo complesso. È inoltre a questo livello che si mantiene la continuità dell’esistenza attraverso i cicli continui di nascita e morte. Quando moriamo, l’energia potenziale che rappresenta il “bilancio karmico” di tutte le nostre azioni (creative e distruttive, egoiste e altruiste) continua a fluire in questa coscienza. È questo karma che dà forma alla situazione in cui l’energia potenziale delle nostre vite torna a manifestarsi, attraverso la nascita, come una nuova singola vita. Infine c’è un nono livello di coscienza che è la vera sorgente della vita cosmica: essa abbraccia e sostiene anche il funzionamento dell’ottava coscienza. Lo scopo ultimo della pratica buddista è quello di stimolare e risvegliare questa coscienza fondamentalmente pura, che ha il potere di trasformare completamente anche i flussi di energia negativa radicati nei livelli di coscienza più superficiali. Il tema della vita e della morte è talmente fondamentale nella nostra esistenza che le risposte che ci diamo modellano la nostra visione di ogni cosa. Per questo, una nuova comprensione della natura della morte (e dell’eternità della vita) può aprire nuovi orizzonti per tutta l’umanità, facendo sgorgare fonti di saggezza e compassione prima inutilizzate.
VORREI DIRE LA MIA,RIGUARDO QUESTO INCIDENTE.PACE PER LUI E D’INSEGNAMENTO PER NOI
L’INCIDENTE E’ STATO CAUSATO DA ENTRAMBI, LA PERSONA ALLA GUIDA ERA DISTRATTA DALLA FRENESIA GIORNALIERA E IL PEDONE FORSE DALLA SUA ABITUDINE GIORNALIERA DI ATTRAVERSARE SU UN PUNTO VIETATO MA COMODO PERCHE’ E’ PIU’ CORTO DI DOVE SI TROVANO LE STRISCIE PEDONALI