di Alessandra Pierini
e Laura Boccanera
“Ma tu non sei Alessia? Dove andate a quest’ora di notte, Tuo padre sta piangendo in tv, ti cerca, andate alla polizia…”. Sarebbe stato l’incontro fortuito in piazza XX Settembre a Civitanova Marche con un passante, che aveva appena finito di guardare in tv l’appello di Massimiliano Tomassetti a Chi l’ha visto (“torna Alessia, non succede niente”) a convincere la dodicenne maceratese e la compagna di scuola Abibe Panik, 14 anni, a interrompere la fuga cominciata lunedì e presentarsi al Commissariato di polizia civitanovese (leggi l’articolo). Era da poco passata la mezzanotte, e a quel punto, sole per strada, le due piccole Thelma e Louise si sono rese conto che due giorni e mezzo di vagabondaggio per le Marche, di viaggi con mezzi pubblici e nottate trascorse in luoghi di fortuna, nella disperazione delle rispettive famiglie, potevano bastare.
Secondo una prima relazione trasmessa dalla polizia alla procura dei minori di Ancona, Alessia e Abibe avrebbero fatto tutto da sole: si sono spostate fra Porto Recanati, Ancona, Camerino e Civitanova, utilizzando i pochi soldi che avevano, e dormendo la notte di lunedì e martedì in ripari improvvisati. Durante la loro fuga hanno mangiato solo qualche pezzo di pizza e qualche panino.
Adesso, le due ragazzine e i loro genitori si trovano in Questura a Macerata, per completare gli interrogatori e capire se la bravata sia stata agevolata da qualcuno. Nei prossimi giorni, attraverso i servizi sociali, la procura minorile cercherà di stabilire se esistano particolari disagi familiari che abbiano indotto le due ragazzine a scappare.
Per Abibe, lo ha confermato stamani ai giornalisti il padre, operaio, quella del 26 settembre non è stata la prima fuga: “Ci aveva già provato altre volte, ma di solito si rifugiava da un’amica a Villa Potenza”.
Alessia invece era stata rimproverata “per una sciocchezza” dal padre, anche lui operaio (la madre è albanese), e forse dietro l’allontanamento c’è anche questo motivo. “Fino all’una di notte le ho cercate in auto, a Fermo, Porto San Giorgio, dappertutto – racconta il padre di Abibe -, all’1 e 30 sono tornato a casa, e in quel momento è arrivato un poliziotto per informarci che Abibe e Alessia si erano fatte vive, e stavano bene”.
Sollievo anche a scuola, la seconda D delle medie Mestica di Macerata, dove le due minori si sono conosciute all’inizio dell’anno scolastico.
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OLTRE IL DANNO ANCHE LA BEFFA MAGARI!!!!!!ORA CHE LE HANNO RITROVATE FUCILE PUNTATO SULLA FAMIGLIA…CONTROLLO DA PARTE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI E QUANT’ALTRO.
SONO 2 MINI ADOLESCENTI FUGGITE PER NOIA,PER CURIOSITA’,PER INCOSCENZA MOLTO PRABABILMENTE MA ADESSO LA COLPA A QUALCUNO DEVONO DARLA.MAH….SARA’……
Tutto e’ bene quel che finisce bene!!!
Certo che dopoi casi di Sara e Yara, credo che il cuore dei genitori sia stato straziato abbastanza !!!
Dai giornali apprendo che nel caso del suicidio di un vigile con l’arma di un collega la Procura non ha aperto nemmeno un fascicolo; ora per una bravata di due ragazzine la Procura indaga.
Mi auguro che qualcosa non risponda al vero.
Forse le cose non stanno come sembrano…
Sono tornate a casa, sono minorenni, perchè non togliete le loro foto ??
@piero piccioni
ma perché togliere le foto? sono immagini offensive? lo sguardo dei bambini urta la sensibilità di qualcuno?