“Mobili e Di Lupidio si dimettano”
Bagarre sul marchio di Popsophia

Si allarga il dibattito sul festival del contemporaneo. Ercoli: "Popsophia sono io". Costamagna (Psi) e Pollastrelli (Fli) chiedono le dimissioni del sindaco e del direttore dei Teatri. Marinelli: "Dal Pd solo polemica sterile". Sel rivendica il ruolo del consiglio comunale

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popsophia_logoNon si placa la polemica su Popsophia, il festival contemporaneo che ha riempito, negli ultimi week end, le piazze civitanovesi. Dopo che i consiglieri di opposizione Francesco Micucci (Pd)  e Antonio Recchioni (Nuova Città) hanno chiesto spiegazioni al sindaco massimo Mobili in merito all’appartenenza del logo della manifestazione che, in base a una visura camerale è stato depositato dal direttore artistico Evio Hermas Ercoli.
Chiede le dimissioni del sindaco Massimo Mobili l’ex sindaco Ivo Costamagna che già ieri aveva criticato le caratteristiche del festival (leggi l’articolo). Giorgio Pollastrelli, capogruppo Fli in Comune chiede invece che a dimettersi sia  direttore dei Teatri Alfredo di Lupidio : «Mi auguro che non sia vera la notizia secondo cui il titolare del marchio sembri essere un privato cittadino, o peggio colui che dall’Amministrazione è stato chiamato alla direzione artistica del festival. Se cosi fosse l’invito al privato cittadino di donare gratuitamente e immediatamente il marchio e i diritti alla città per fugare ogni dubbio e possibili critiche. Se fosse vera questa notizia non si comprende come mai il direttore dei Teatri non abbia informato il Consiglio Comunale di questa anomalia.  Auspico un chiarimento rapido sperando non sia vera la notizia che ha cominciato a circolare altrimenti si sara costretti a chiedere le dimissioni del direttore dei Teatri, persona sempre attenta a cui non può  essere sfuggita una cosa così rilevante».

ercoli-popsophiaSecca la risposta del diretto interessato Hermas Ercoli:   «Popsophia è un marchio di mia proprietà? Clamoroso sarebbe stato il contrario. Popsophia è un progetto che presentai al Sindaco Mobili e al direttore dei Teatri Alfredo Di Lupidio, già completo, con luoghi, date e temi. Tutto come poi è stato svolto, perché l’obiettivo culturale era chiaro: la pop filosofia, la filosofia che indaga i fenomeni della contemporaneità. Di più! La parola Popsophia è stata inventata da me. Prima non esisteva ed oggi è un fatto, con 241mila risultati su Google, che ha portato Civitanova alla ribalta nazionale. Quindi nome e contenuti sono una mia invenzione. Così come sono del nostro staff tutti i rapporti scientifici e culturali che hanno convogliato sulla città le maggiori intelligenze nazionali in fatto di pop filosofia. Su queste basi abbiamo chiesto che venisse finanziato il progetto e abbiamo chiesto risorse a privati. Per questo Civitanova Marche ha deciso di investire in cultura e con Popsophia ha dimostrato di essere non solo una grande realtà produttiva e commerciale, ma punto di riferimento nazionale nell’organizzazione di eventi culturali. Da qui il riconoscimento della Regione Marche e l’incoraggiamento del Capo dello Stato. Da qui il sostegno di tante realtà imprenditoriali. I due esempi che ci sono stati accostati, Rof e Sferisterio, seppur lusinghieri, non sono calzanti perché rispondono ad una legge nazionale sui Teatri di Tradizione. I paragoni che possono spiegare il nostro caso sono le decine di Festival omologhi a partire da Mantova, passando per il modello Musicultura, fino a Civitanova, dove ci sono tre associazioni culturali che organizzano tre rassegne di musica classica. Le preoccupazioni sul futuro non sono le nostre perché Popsophia è stata finanziata per due anni e tranquillizziamo tutti sulle nostre intenzioni. Vogliamo strenuamente restare qui e speriamo che tutti ci vogliano».

marinelli4-265x300Immediata la risposta di Erminio Marinelli, consigliere regionale ed ex sindaco di Civitanova:«Nello scenario di una vittoria alle amministrative, la sinistra ha già iniziato a spartire le poltrone ed ha iniziato da una delle cose più ghiotte volute dal centrodestra: Popsophia. Ora che però il PD si è reso conto di non poter occupare il posto del direttore artistico, è sbottato».  Questo il commento di Erminio Marinelli, sulla questione della proprietà del marchio “Popsophia”.«Ercoli – prosegue Marinelli -, è un uomo di cultura a tutto tondo. Prima allo Sferisterio, poi in Fondazione, oggi a Civitanova. L’amministrazione è stata brava ad accaparrarselo e a sostenerlo, creandogli intorno le condizioni per costruire il successo che tutti abbiamo visto. Dal lavoro dell’Azienda dei Teatri, al sostegno della Regione Marche, al quale ho lavorato strenuamente dallo scorso novembre. Mi sembra scontato che chi inventa una parola e un format lo registri, così è stato anni fa anche con Sergio Carlacchiani per ‘Vita Vita’, manifestazione che continua a dare soddisfazioni alla città. D’altronde Popsophia può esistere solo qui così come l’abbiamo vista. Chi altro può vantare sedici spazi culturali in duecento metri come quelli che abbiamo ristrutturato negli anni a Civitanova Alta? Da quindici anni, durante i miei mandati, la città si è arricchita di contenitori e contenuti che ci hanno fatto diventare un riferimento culturale in tutta la Regione. Dopo un lungo lavoro, al di là delle differenze politiche, anche l’assessore regionale Pietro Marcolini, uomo di vera Cultura, ha riconosciuto questo primato. Tre giorni fa, tracciando il bilancio culturale di Popsophia, ha definito il Festival come uno dei più importanti delle Marche. Nell’ultimo anno in Italia, la Regione Marche e il Comune di Civitanova sono stati fra i pochi ad aver aumentato i fondi in Cultura.Il risultato di Popsophia – conclude l’ex Sindaco -, è un risultato culturale ma anche sociale. Molti sanno che io considero la cultura parte del welfare. Le serate del Festival hanno centrato questo obiettivo: sono servite a far star meglio le persone e ad arricchire il territorio.Dal PD, all’inizio e alla fine del Festival, c’è stata solo polemica sterile. Oggi vogliono rovinare una festa che, ricordo, è stata aperta dalla medaglia del Capo dello Stato. Se non basta nemmeno questo per essere orgogliosi dei risultati della città…».
Sinistra Ecologia Libertà di Civitanova accusa invece il festival di essere rimasto in provincialismo evitabile:
«Il problema di Popsophia è  complesso e va visto con spirito laico e nel merito. Il marchio: niente di eccezionale se il  marchio Popsophia sia di proprietà  del dottor Ercoli.  Si tratta di un’opera dell’intelletto e come tale chi la inventa la tutela come crede. Altrettanto dicasi del Format del festival. Evidentemente il Direttore  artistico Ercoli ha presentato al Sindaco e alla Giunta, ma i dati su questo sono scarsi, i contenuti del Format e l’Amministrazione Comunale ha condiviso le scelte e  si è impegnati sui costi diretti e indiretti del Festival. Il Sindaco e la Giunta nonché i dirigenti  del Comune e dei teatri Comunali non potevano non sapere che il  marchio Popsophia era di proprietà del Direttore  artistico. Il dato sconcertante è che di queste modalità il Sindaco e la Giunta non ha informato nè la Commissione Consiliare Cultura nè, ed era doveroso farlo aldilà del formalismo sui poteri della Giunta, il Consiglio Comunale. Non aver informato il Consiglio Comunale ma neanche i capi gruppo consigliari che le condizioni oggettive oltre ai costi erano queste  è stata una grave scorrettezza politica che non può passare  sotto silenzio. Nel merito  delle scelte culturali si può benissimo dire come scrive oggi  sul Fatto Quotidiano  Elisabetta Ambrosi che oramai gira per l’Italia una “epidemia estiva” dove cantanti di  conduttori  filosofi e starlette  e improbabili economisti salgono  in cattedra e divinano sull’intero scibile umano e sociale. E  ci ammanniscono  senza che in Italia ci siano più “maestri” una Lectio doctoralis senza  ci si spieghi i criteri di tale lezione. Popsophia nonostante la bravura di Curi e l’impegno di Ercoli purtroppo è rimasto imbrigliato  all’interno di una rappresentazione che  non è riuscita nonostante il grande (troppo grande) impegno  finanziario del Comune ad essere immune da quell’epidemia festivaliera dilagante. Tutto questo per non parlare della scelta dei luoghi come i  due presumibili pienoni di pubblico per cui non è dato sapere perché è stato scelto lo spazio semi-privato del Lido Cluana. Resta aperto un problema di fondo incolmabile,quello politico di un Festival che a dispetto del Ercoli e Curi è rimasto impigliato in un  provincialismo che si poteva evitare. Ora è sperabile che il Sindaco  fatta l’esegesi della rassegna vada in consiglio comunale e spieghi».


 



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