di Gabor Bonifazi *
Se una volta lungo la costa venivano erette fortificazioni (torri d’avvistamento, castelli e casematte in cemento armato) a difesa delle piccole comunità dagli sbarchi dei Saraceni attratti dal Tesoro della Santa Casa o da quelli degli Alleati durante l’ultima guerra, ora la costa va difesa dall’erosione con scogliere frangiflutti e innovativi ripascimenti. Ma al di là dei danni naturali causati dalle mareggiate, sembra incredibile che ci si debba difendere dai danni causati dall’uomo: cementificazione e inquinamento. E’ il caso di quel tratto di spiaggia circostante l’ex fabbrica di Concimi Montecatini che ogni tanto torna a far parlare di sé e a dividere la popolazione. Qualche anno fa il tempio d’archeologia industriale tornò alla ribalta attraverso un tavolo tecnico composto da esperti convocati dall’amministrazione comunale della cittadina rivierasca. Infatti, dopo che le analisi effettuate dai tecnici dell’Arpam rivelarono la presenza di metalli pesanti in uno strato di fanghi inquinanti affiorato sulla spiaggia davanti al residence “Paradiso Azzurro”. Pertanto sul finire dell’estate 2008 si decise di bonificare l’intera area, anche se il problema dell’inquinamento dell’area era già stato sollevato dall’ex sottosegretario all’ambiente Valerio Calzolaio una quindicina di anni fa.
Ora il capannone ritorna a far parlare di sé per la realizzazione di un porto turistico (magari anche per gongolare e pescherecci?) nelle immediate vicinanze, nonostante le due vertenze di cui si era interessata la giustizia. Una riguardava l’utilizzo come deposito di scorie e l’altra il discutibile vincolo monumentale voluto dalla Soprintendenza regionale e decretato nel 2002 dal Ministero per Beni e le Attività culturali. E mentre nella nostra Provincia si continua a disquisire di archeologia industriale e del relativo valore architettonico e antropologico di quel che resta dell’ingombrante edificio ex Montedison di Porto Recanati, nella vicina Perugia si restaura realmente. Infatti a Santa Maria degli Angeli un edificio simile al cosiddetto capannone di Porto Recanati, attribuito a Pierluigi Nervi, sta per essere recuperato con un “Programma urbano complesso” redatto dall’architetto Paolo Lucciconi. Un progetto interessante, che induce a una riflessione: o l’ex Montedison della cittadina balneare all’ombra del Conero va recuperato prima che crolli definitivamente o va demolito. Infatti è del tutto inutile assediarlo con finti borghi marinari e impossibili torri d’avvistamento aspettando che crolli.
* Gabor Bonifazi, architetto
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Andrebbe anche recuperata (anche se oramai credo che ci sia da recuperare poco, visto che è allo sfascio più completo e che mi sembra abbiano già cominciato a demolirla) la fabbica di concini sul lungomare di Porto Sant’Elpidio (sebbene anche li mi sembra che ci siano liquami e scorie sotterrate) poichè mi è sempre sembrata (da profano) di una straordinaria bellezza architettonica con (possibile?) influenze Liberty
PROGETTO EX MONTEDISON A PORTO RECANATI :
UNA TORRE A FORMA DI HOTEL HOUSE CON IL PORTO PER LO SBARCO DEI CLANDESTINI , COSI’ SI INCREMENTA ANCHE LA POPOLAZIONE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CHE NE PENSA ARCHITETTO GABOR ?????????????