Hanno firmato in più di 200 ieri sera dopo l’assemblea pubblica organizzata dal comitato di quartiere di Santa Maria Apparente in sinergia con altre associazioni per il no e per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. Quasi una class action per dire no alla centrale a biomasse. Nella stessa serata in cui a Bologna Santoro invitava a rimanere “tutti in piedi”, nel teatrino parrocchiale del quartiere una straordinaria presenza di pubblico voleva conoscere la verità sulla centrale a biomasse. Tantissimi i relatori intervenuti, molti dei quali provenienti dalle Marche settentrionali per testimoniare l’esperienza di lotta e di coesione che ha permesso ai loro comuni di rigettare la possibilità di realizzazione di un impianto. Oltre alle osservazioni ormai note che i comitati e le associazioni hanno fatto pervenire alla Provincia ieri sera è stato fatto un ulteriore passo: una raccolta firme che è in realtà una diffida verso gli enti competenti (sindaco, presidente della Provincia Pettinari, invitato ma che non si è presentato, e Regione Marche, oltre ai funzionari). La diffida invita le autorità a pretendere che l’azienda che vuole realizzare l’impianto firmi una fideiussione pari ai benefici finanziari ottenuti dallo Stato che vada a coprire eventuali danni a terzi, tra cui anche quelli derivanti dalla svalutazione degli immobili.
Un procedimento che, rassicurano i comitati del Valcesano e del Valmetauro, ha stoppato iniziative simili nei loro territori. Addirittura è il coordinatore del comitato Valmetauro Adriano Mei ad incoraggiare i presenti: “ci siamo riusciti noi di Schieppe che siamo 50 abitanti, la Regione non potrà rimanere indifferente di fronte a Civitanova”. Oltre alla strategia futura sono stati illustrati i danni e i numeri derivanti dalla centrale che è costituita da 5 turbine cogenerative che trasformeranno i fumi della combustione prodotta bruciando olio di palma (importato) in corrente. Numeri da capogiro, basti pensare che sono 6.600 le tonnellate annue di olio di palma necessarie per far funzionare l’impianto 24 ore su 24, 37mila i megawatt di potenza generata, 5 i camini alti 12 metri su un lotto di 2050 metri e 57 le tonnellate annue di monossido di azoto immesso nell’atmosfera, 44 le tonnellate di monossido di carbonio e 8 le tonnellate annue di Pm 10. Presenti anche il sindaco Massimo Mobili di Civitanova che ha ribadito un “no senza se e senza ma” alla centrale e Stefano Cardinali di Montecosaro.
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Hanno senso se bruciano biomasse della zona e non di importazione; intanto, si potrebbe usare la nafta al posto dell’olio di palma, il cui indiscriminato uso porterebbe alla desertificazione di zone già colpite da altre disgrazie; per i fumi carichi di inquinanti ci sono sistemi tecnologici all’avanguardia, forse costosi, ma efficienti (si veda la centrale termoelettrica “A.Volta”); gli stessi fumi, prima di essere immessi nell’aria, potrebbero far funzionare delle turbogas, le cui turbine sono mosse da aria calda (sarebbe un bel risparmio!!!) = il massimo ottenimento con il minimo della spesa, da non sottovalutare! inoltre, avendo votato no al nucleare e, non potendo rinunciare al progresso, qualche sacrificio bisognerà pure farlo! Si consideri anche la possibilità di creare lavoro per i nostri giovani.