Franco Capponi, candidato presidente della coalizione di centro destra, replica al consigliere regionale dell’Idv Paola Giorgi (leggi l’articolo):
“Ho sempre pensato che il centrosinistra fosse alla frutta e avrebbe usato ogni mezzo per creare terrorismo psicologico verso gli elettori, ma arrivare a questo punto…poi saremmo noi quelli aggressivi. Posso assicurare alla signora Giorgi che con i suoi atteggiamenti da ‘coupe de theatre’ non riesce a sfondare nell’elettorato maceratese e la trovo patetica in questo continuare a inventare ‘mostri’ inesistenti. A questo punto vorrei precisare alcuni aspetti. Mentre il sottoscritto ha difeso la gestione pubblica dei servizi (rifiuti, acqua, trasporto pubblico locale), lei ha più volte tentato di sabotare, insieme al centrosinistra, l’organizzazione dei servizi pubblici maceratesi ipotizzando la realizzazione prima di un Ato idrico unico regionale e poi di un Ato rifiuti unico sempre a livello regionale, che avrebbero comportato l’automatica privatizzazione dei servizi a vantaggio dei soliti amici di sinistra e delle solite società quotate in borsa dell’Emilia Romagna. L’unica proposta di legge che, invece, prevede il mantenimento dell’attuale organizzazione provinciale in capo al pubblico è stata la n.78 presentata dal Pdl a firma dei consiglieri Massi, Marinelli, Acquaroli e altri. Il tentativo di sabotare la realizzazione delle discariche d’appoggio previste dal Cosmari (e quindi condivise da tutti i Comuni) è stata la palese dimostrazione dell’inconcludenza del Consiglio regionale di cui la Giorgi è vicepresidente. Infatti con ben tre interventi legislativi consecutivi si è cercato di creare un cortocircuito per interrompere l’iter delle autorizzazioni in corso che hanno di conseguenza colpito non solo il Cosmari ma tutte le altre società che operano nello smaltimento. Solamente il 9 maggio, con legge n.9, si è riusciti a far chiarezza sulle responsabilità amministrativa sulla valutazione d’impatto ambientale, sull’autorizzazione unica e integrata ambientale. Noi siamo per la gestione pubblica dei servizi (come ho già dimostrato da presidente del Cosmari e con gli atti alla guida della Provincia) e di tutte quelle formule che consentano la permanenza in capo al pubblico dell’organizzazione, del controllo e della gestione. Posso inoltre ricordare che tra i nostri sostenitori non ci sono promotori di discariche per rifiuti speciali o tossici, come invece sembra essere evidente a fianco della Giorgi e di Pettinari. In merito al nucleare, infine, la mia posizione è molto più chiara di quella del candidato Pettinari, in quanto io sono contrario e, il Governo a cui faccio riferimento, ha sospeso qualsiasi attività propedeutica allo sviluppo di centrali nucleari in attesa della costituzione di un Autorità Europea e, qualora fossero ritenute pericolose, si è deciso di non procedere verso lo sviluppo di questa energia. E’ molto singolare, invece, che Pettinari che sembra obbedire al suo presidente Udc, Casini, per la realizzazione in questa provincia del fallimentare ‘Laboratorio Ancona’ (laboratorio che gli elettori hanno già dichiarato senza autorizzazione) disobbedisca agli ordini del capo del partito romano proprio su un tema strategico come il nucleare, dove per probabili interessi di famiglia, ne sostengono la realizzazione in tutto il Paese. Quindi in conclusione mentre l’articolo della Giorgi è una certificata caduta di stile, le cose che ho elencato sono vere e comprovate. Questa è la differenza tra noi! A questo punto perché non proporre uno scudo spaziale contro gli assetati di poltrone?”
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“…..In merito al nucleare, infine, la mia posizione è molto più chiara di quella del candidato Pettinari, in quanto io sono contrario….”
Pertanto, se anche domani il Governo di nonno Silvio riprendesse il discorso sul nucleare, Capponi resterebbe sempre contrario: lo ha messo nero su bianco, e Capponi è uomo d’onore….
Quindi al referedum, COERENTEMENTE, lui andrà a votare (perchè dopo le parole servono i fatti) e se glielo chiederano dirà che ha votato CONTRO il nucleare????
@Cerasi
Ai referendum nessuno ti obbliga ad andare a votare, perchè è un diritto anche quello di non votare, sopratutto quelli puramente politicizzati!!!
Presentate un referendum sull’abolizione di tutti i vitalizi ai politici, poi vedrai che fila ci sarà ai seggi.
@ renna
Lei ne fa una questione di forma, io di sostanza.
Certamente nessuno è obbligato a recarsi alle urne e quindi Capponi può benissimo disertarle sia per il ballottaggio, che per i referedum, che per tutte le prossime chiamate elettorali amministrative o politiche.
Però se PUBBLICAMENTE dici di essere contrario al nucleare poi dovresti essere coerente e, almeno sul referendum sul nucleare, votare.
Oppure il tuo dichiararti contro il nucleare è solo un maldestro accattone tentativo di raccattare qualche voto, cioè stai ingannando platealmente l’elettorato (cioè menti sapendo di mentire).
Tra l’altro Capponi PUBBLICAMENTE si dichiara contrario al nucleare, IN ASSOLUTO, pertanto PUBBLICAMENTE prende posizione: io ho semplicemente chiesto che dalle parole passi ai fatti, se vuole fare il politico.
Se Capponi vuole invece fare il politicante da stapazzo ed essere un quaquaraqua è un altro discorso.
Il discorso di Capponi è ipocrita:
1. Afferma di essere per la gestione pubblica dei servizi, pur sapendo che c’è una legge approvata dal suo partito che impone di privatizzare almeno una quota delle aziende pubbliche. Nè mi risulta che Capponi sia tra i firmatari del referendum per la pubblicità della gestione dell’acqua.
2. Sul nucleare si appella ad una decisione del Governo che, come affermato dallo stesso Berlusconi, è stata strumentale ad evitare i referendum.
Se vuole essere creduto deve fare una cosa semplice: al pari di Pettinari e sinistra, lanci un appello pubblico a votare sì ai referendum sul nucleare e sull’acqua.
@ Franco Capponi
Cala gli assi (assessori) prima che sia troppo tardi.
@ Cerasi e Angeletti
Aspettiamo Pettinari dopo il ballottaggio, se va a votare per il referendum, poi ne riparliamo!!!!
Perchè il suo capo Casini è pienamente favorevole al nucleare e il tuo candidato presidente obbedirà!!
A Paolo ripeto quello che ho scritto in un altro commento:
Fa piacere sentire che il centro sinistra nella provincia di Macerata “unitariamente e convintamente, si è schierato per votare 4 sì contro la privatizzazione dell’acqua, il legittimo impedimento, il piano nucleare del Governo”.
Naturalmente mi aspetto che vinte (come ormai è nei fatti) ed archiviate le elezioni, ci sia un’analoga mobilitazione per il voto ai referendum … e che i numeri corrispondano!
A Gabor:
Se gli assessori di Capponi sono quelli di cui si vocifera più che assi sono dei due di coppe e fa bene Capponi a tenerli nascosti.
@renna
Io non ho la tessera dell’Udc (ma nemmeno quella dell’IdV e quella del Pd) e non ho incarichi politici o amministrativi nel centrosinistra pertanto la dicitura “il TUO candidato presidente” quantomeno è inappropriata.
Sono (non da oggi e ben prima che lo dicesse Marangoni) favorevole all’immediata eutanasia per le Province (i compiti possono tranquillamente essere trasferiti a Comuni e Regione, visto che del resto in precedenza da Comuni e Regione erano stati trasferiti alla Provincia per giustificarne l’esistenza) ma, al tempo stesso, sono per l’espressione dellla volontà popolare mediante voto e quindi al ballottaggio ed ai referendum andrò regolarmente a votare.
Per il ballottaggio poi chi (e se) voterò qualcuno sono arcicavolicchi miei in quanto “il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”.
@ Pio Angeletti
Lei ha perfettamente ragione ma non mi pare che l’altro contradaiolo di Treja possa disporre di una forte squadra. Tuttavia conoscere il nome degli assessori, del capo gabinetto e degli altri capitani di ventura di Capponi potrebbe essere un motivo in più per non andare a votare.
@ bonifazi
Mi autopropongo, alla moda dei vecchi capitani di ventura, quale Assessore al Turismo dell’inutile Provincia… 🙂
@ Cerasi
Bene! Suggerisco un supplemento alle primarie mai nate per accedere democraticamente all’assessorato detto “Terra delle Armonie”.
Io non sono affatto per l’abolizione delle Province, Per me non sono per niente un ente inutile ( sulla carta) . Ma capisco che se ne parli in questi termini: vanno di moda i tagli orizzontali. Il capestro di tutto ciò che è pubblico, senza entrare nel merito per capire perchè sono nate, perchè così si sono ridotte ed eventualmente trovare anche il modo di renderle più proficue e meno dispendiose.
Per quel che ne so io, sono state depotenziate e soppiantate di fatto, dall’ avvento sulla scena delle Regioni negli anni ’70, quando si è avviato l’accorpamento dei servizi come nel settore sanità e vedi dove siamo arrivati ,con l’esempio su tutti dell’ ospedale unico di zona. Io le sento più vicine della Regione e dello Stato, se proprio vogliamo , al pari del Comune.
Forse si ignora o si dimentica , quale ruolo amministrativo hanno avuto fino alla metà degli anni ‘ 70 . La Provincia fino ad allora , è stato un vero e proprio datore di lavoro nel settore servizi del territorio ristretto. . Da essa dipendevano molti lavoratori – dal netturbino, al cantoniere ai dipendenti degli ex sanatori provinciali, poi assorbiti nelle A.S.L.- perchè a quello serviva come ente territoriale più prossimo ai bisogni della collettività; quindi strade con la loro regolare cura e manutenzione e servizi sanitari come principale ” mission” ,. Questo succedeva , quando c’èra la collettività al primo posto nella gerarchia di chi le ha pensate e inserite nella Costituzione.
Per pescare in proposito nella memoria personale, qualcuno come me che ha avuto dei familiari dipendenti della Provincia, ricorderà la ” befana” per i figli dei suoi lavoratori al Lauro Rossi di Macerata, come altri quella del Comune.
Oggi non vengono più percepite come necessarie, per tutta quella politica degli ultimi 30 o 40 anni, che ha voluto e prodotto due cose per me impronunciabili , accorpamento ed esternalizzazione , due rimedi che avrebbero dovuto essere la panacea alla cattiva gestione dei servizi pubblici in termini economici, ma che nella realtà si sono rivelate solo due vie di fuga alternative non risolutorie agli stessi problemi”. D’altra parte infatti, in alcune regioni si è iniziati a ripercorrere il percorso inverso, con le internalizzazioni, perchè fatti due conti, non è più conveniente affidare alcuni servizi interni ad imprese esterne. E qui, ci inserisco nuovamente a distanza di un anno la questione della nostra TASK di competenza della provincia ,che costa intorno ai 550.000 euro l’anno con 4 o 5 dipendenti al servizio, compresa la dirigenza. Senza sapere nè leggere nè scrivere, io penso che se a 4 dipendenti che svolgono quei servizi telematici , anche gli daì un lauto stipendio e ti incarichi dell’acquisto con l’aggiornamento del personale e dei software , risparmi intorno ai 200.000 euro annui se non più. Ecco, questo significa parlare di programmi in concreto per la provincia , altrimenti tutto resta fumoso e alla fine la sua esistenza ci allontana o ci lascia indifferenti, perchè per noi si riduce solo a un grande grandissimo appalto politico-economico e un ennesimo poltronificio pubblico.
Moroni Moroni………………………………………………
La Spagna è vicina!
Anticipo l’ultimo pensiero profondo e al di là del limite del coordinatore regionale dell’ IDV (già FI, già Udeur):
http://www.viveremacerata.it/index.php?page=articolo&articolo_id=296867
MEDITATE GENTE
E! Moroni Moroni che? Che ho detto? Non può piacermi la funzione che dovrebbe avere la provincia? Che ho detto di non vero, su ciò che è stata in passato? Può essere opinabile tutto, d’accordo, ma su che di preciso?
Riguardo il ritorno per certi servizi all’internalizzazione, e quindi alla messa in discussione della convenienza delle esternalizzazioni , ci sono ampie documentazioni anche da inchieste giornalistiche. Una di questa riguarda quella del settore ospedaliero con l’affido dei servizi di pulizia a ditte esterne.
condivido in pieno la posizione della Sig.ra Tamara.
credo che pochi siano in grado di sostenere seriamente una discussione sul ruolo e le funzioni della provincia e quindi della stessa necessità di mantenerne o meno l’esistenza.
bisognerebbe dapprima analizzarne i compiti per verificare se questi siano o meno suscettibili di essere affidati al livello inferiore (comunale) o a quello regionale.
di sicuro possono essere individuate soluzioni ugualmente soddisfacenti nell’un senso e nell’altro, che tuttavia lascerebbero residuare, secondo me, alcuni compiti che necessitano di un livello di gestione intermedia (pensiamo ad esempio alle reti viarie nei vasti territori montani e delle difficoltà che un piccolo comune incontrerebbe nel doversi raffrontare continuamente con il livello regionale).
una cosa è certa. occorrerebbe intanto stringere le maglie di questi enti per evitare che si producano fenomeni di germinazione di vari apparati e aziende, frutto di una politica ben poco illuminata, e che hanno generato solamente duplicazione di costi e di cariche, con risultati spesso irrisori.
ricordiamo tutti i noti adagi del tipo “il privato è più efficiente, mentre il pubblico non lo è mai” con cui hanno preso piede numerose esternalizzazioni di servizi.
Se ci si crede davvero continuiamo su questa strada e chiudiamo le Province e poi i COmuni, dai più piccoli ai più grandi. Chiudiamo i Ministeri (dopo averli portati in processione dal sud al nord del Paese) e mandiamo a zappare la terra i dipendenti pubblici (guidati dal Brunetta).
Così una volta per tutte avremo risolto i problemi della burocrazia e la finiremo finalmente di giocare con le istituzioni a colpi di slogan.
P.S.: dimenticavo di precisare che i consigli di amministrazione di queste nuove società di servizi saranno costituiti da chi risulterà eletto a seguito di libere e democratiche elezioni…….Professionalità e merito prima di tutto.
UNA CASA CANTONIERA DA SALVARE
Niente più della casa, in tutte le accezioni dei termini, può definire il significato del possesso, dell’appartenenza ad una determinata comunità e rievocare tutti quei valori strettamente connessi. Dalla cascina alla casatorre, dal casolare al casone, dal casino di caccia e non solo alla casa del giardiniere. Definizioni sempre più desuete che stanno sparendo dal nostro linguaggio nonostante permangano come toponimi oscuri ad indicare punti di riferimento specifici nelle mappe delle nostre infinite contrade. Man mano le case aggiunsero una denominazione autonoma per essere meglio identificate come luogo specifico: dalla casa di campagna alla casa colonica o rurale a quella padronale, mentre dalla domus ospitalis si passa presto alla casa di riposo, di cura eccetera. Credo che gran parte di questo sviluppo della terminologia che classifica i vari tipi di edifici sia sorta come una moda dell’epoca fascista con le sue varie case: Casa del Fascio, della Madre e del Fanciullo, del Mutilato, dello Studente ed infine arrivò Casa del Popolo che partorì le case popolari..
Non c’è dato sapere quando arrivarono quelle buffe case cantoniere poste lungo le strade principali, che rappresentano le ultime testimonianze di una civiltà scomparsa, quella dei viaggiatori che si avventuravano lungo strade polverose prive di paracarri, l’epopea dei pionieri del commercio e del turismo. Case allegre, colorate di rosso segnale, disseminate con una certa precisione e perfettamente integrate nel paesaggio, con tanto d’indicazione sulla facciata della strada statale che si sta percorrendo, del chilometro di percorrenza e della proprietà: Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade). Vere e proprie pietre miliari che davano una certa sicurezza ai viaggiatori dei tempi andati, con l’auto in panne per via della guarnizione della testata bruciata o per la calotta dello spinterogeno umido o per la gomma bucata o per il maltempo, soprattutto la neve che poteva bloccare per giorni l’intero traffico. Avevano la funzione di custodire i mezzi e le attrezzature utilizzate per espletare le operazioni di manutenzione delle strade e di sgombro della neve. Generalmente erano affiancate da autorimesse o depositi e, fino a qualche decennio fa, erano adibite a residenza del Capo Cantoniere di zona che aveva il compito di mantenere in ordine il tratto di carreggiata di propria competenza: sgombrarla dalle pietre cadute dalla montagna, dalla neve, dalla terra smottata dal greppo, pulire i fossi e controllare i ponti. Insomma il cantoniere era una sorta di viales e doveva garantire la sicurezza stradale. Nel corso degli anni Ottanta, per via degli eccessivi costi, sono state dismesse quasi tutte. Successivamente, a seguito del processo di declassificazione di numerose strade statali avvenuto nel 2001, ne sono state dismesse molte altre: alcune sono state semplicemente chiuse, altre sono invece passate agli enti regionali o provinciali che a loro volta o le hanno vendute o le hanno lasciate in completo stato d’abbandono. Ora che le nostre strade a carreggiata viabile sono contrappuntate di vivaci cartelli che indicano anche le contrade e di quei micidiali “speed check”, perché non recuperare questi manufatti infrastrutturali?
Insomma sarebbe bello salvare qualcuno di questi edifici di proprietà provinciale, che hanno avuto una grande importanza nella prima metà del ‘900 e che in qualche maniera, insieme alle stazioni di servizio, hanno sostituito le stazioni di posta.
Caro Franco,
ci sei cascato come un pollo (pardon, un cappone). nella provocazione idv. se il tuo padrone Berlusconi decide di fare una centrale nucleare nel maceratese, tu non avrai nessun potere di opporti. dicci con chiarezza cosa farai il 12 e il 13 giugno. se andrai a votare per l’abolizione del nucleare che è l’unico modo per eviater a Macerata una centrale nucleare. il governo Berlusconi, di cui sei il rappresentante a Macerata, anche se il pudore e la paura di perdere ti hanno fatto cancellare i simboli dei partiti di estrema destra che ti appoggiano (vergogna!!!), pdl inclusa, ha perpetrato la solita truffa sospendendo il nucleare per un anno per bloccare il referendum e ripartire subito dopo perchè ha preso impegni con la Francia.
Dì chiaro e tondo che Berlusconi sbaglia e che sei contro il nucleare. perchè sennò siamo tutti autorizzati a pensare che vuoi una centrale nucleare in provincia di Macerata.
e se lo dici, benvenuto tra gli antiberlusconiani!!!!!!
Ciao.
David Favìa
@ disco rotto
Tempo fa in tanti avevano ipotizzato l’eutanasia delle Province in quanto poco utili (oltre che gestire alcune scuole ed essere riconoscibili per le targhe poco altro facevano).
Dopodiche per giustificare le Province nel corso degli anni gli hanno affidato altri incarichi, molti dei quali prima attribuiti ai Comuni ed alle Regioni.
Ora il problema dell’Ente INTERMEDIO è un problema di carattere strettamente organizzativo, e non da oggi, in tutta Europa.
Ovviamente sarebbe poco praticabile, poco produttivo, poco rapportabile, ecc. ecc. un Ente Locale e poi l’Ente successivo Nazionale…
In quasi tutta Europa si hanno pertanto Enti INTERMEDI, tra lo Stato e le realtà locali…. Ma l’Ente intermedio è solitamente UNO.
C’è la Regione oppure c’è la Provincia: solo in Italia li abbiamo tutti e due…
E se negli altri Paesi riescono, da decenni e decenni, a vivere solo conun Ente intermedio non comprendo proprio perchè noi dobbiamo sempre apparire i più stupidi e ne abbiamo bisogno di 2.
Di Pietro stasera , ospite di Porta a Porta, mi ha tolto la parola di bocca. Volevo infatti già aggiungere: ma piuttosto, le Comunità Montane a che servono? Se sono ridondanti le province nel sistema amministrativo locale, figuriamoci queste. Se la provincia come organismo politico fosse efficiente ed equidistante rispetto agli interessi di tutto il territorio, quelle davvero sarebbero superflue.
Favia ( coordinatore dell’IDV Marche) ha scritto, che nessuno ci toglierà una centrale nucleare a Macerata, se Capponi non si dichiara votando contro il nucleare al referendum.
Per favore, un po’ di serietà informativa, ogni oltre propaganda di parte. Non possiamo sempre stare tutti con gli occhi ben aperti quando intervenite voi politici sui media , specie in campagna elettorale.
E poi, intervenire per dire così goliardicamente il giorno dopo, che quella della Signora Giorgi era una provocazione, mentre era a tutti gli effetti un’asserzione a pieno titolo di giornale…..e che diamine, a tutto c’è un limite!
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/03/centrali-nucleari-prima-il-parere-delle-regioni.html
03 febbraio 2011 — pagina 5 sezione: FIRENZE
” NIENTE impianti nucleari senza il via libera delle Regioni. La Corte costituzionale accoglie i ricorsi presentati da Toscana, Emilia e Puglia contro il nuovo piano energetico del governo, mettendo in seria crisi la possibilità di costruire le centrali già programmate. Soddisfatto, ovviamente, il presidente Rossi, che scrive su Facebook: «La Consulta accoglie il nostro ricorso dove sostenevamo che le Regioni devono esprimere il proprio parere, prima della decisione definitiva, per la costruzione di impianti nucleari.”
Se così è quindi , come è, allora Favia, pensi meglio di arginare i suoi colleghi di maggioranza alleati in regione , dove compare l’UDC a cui le centrali nucleari non dispiacciono affatto.
il polli caro on. Favia e cons. Giorgi siamo noi onesti contribuenti , che con le nostre tasse vi manteniamo i vostri lauti stipendi e privilegi , e per avere in cambio una vs politica di basso livello. Io che sono contro il nucleare e andro a votare il12 giugno, ti chiedo perchè la domanda che rivolgi a Capponi non la rivolgi pure a Casini ,e al nostro ex on Luca Marconi ? il che non ti dovebbe essere difficile visto che siete stati tutti insieme arruolati al padrone Berlusconi , o te ne sei scordato?