di Beatrice Cammertoni
Procede a grandi passi verso un esito positivo la battaglia del Comitato “NoSolareSelvaggio” di Chiesanuova. La vicenda relativa alla costruzione di un nuovo impianto di 12 ettari a poco più di 150 metri di distanza da uno di 14 già funzionante e la relativa protesta degli abitanti della frazione che sarebbe stata circondata da un mare nero di pannelli, Schito, si appresta ad essere ricordata come uno dei primi successi dei movimenti spontanei nati a causa del proliferare delle installazioni selvagge. La ditta in questione, la Suneon di Bolzano, ha annunciato telefonicamente sia ai membri del Comitato che al Sindaco di Treia Santalucia, l’intenzione di abbandonare il progetto. Le motivazioni sembrano essere molteplici e su più fronti. Cambiato è in prima istanza il quadro normativo nazionale, con il decreto legge sulle fonti rinnovabili emanato dal governo la scorsa settimana e la riduzione significativa degli incentivi nonché l’aumento dei vincoli per coloro che hanno intenzione di creare un impianto.
Nel caso specifico, tuttavia, determinante è stato il ruolo della popolazione nel creare un vero e proprio “effetto domino” verso un passo indietro della ditta installatrice. La protesta di Chiesanuova è stata fin da subito molto rumorosa: cartelli lungo le strade, mobilitazione verso tutte le istituzioni in qualche modo competenti e soprattutto una forte pressione su Comune di Treia e Provincia di Macerata mentre il progetto era in fase di discussione. Ciò si è tradotto in una delibera votata all’unanimità dal Consiglio Comunale riunitosi lunedì alla presenza di una numerosa folla di cittadini, con il quale tutte le forze politiche si sono opposte all’accorpamento del due impianti e nella decisione della stessa Provincia di Macerata di rimandare l’approvazione del progetto all’analisi di una Commissione per l’Impatto Ambientale, proroga che avrebbe potuto rallentare i tempi di ulteriori sei mesi.
Santalucia ha annunciato il dietro front degli installatori proprio nel corso della seduta di lunedì sera. In attesa di comunicazioni ufficiali, il Comitato, nel ringraziare il Comune per il sostegno, si dice pronto a farsi attivo e vigile su eventuali questioni di questo tipo ed altre concernenti il deturpamento del paesaggio e le necessità della comunità locale.
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Pur condividendo l’operato del comitato appoggiandolo in pieno e gioendo per la mancata istallazione dell’ennesimo scempio, credo che la marcia indietro dell’istallatore sia unicamente basata sulla mancanza di incentivi.
Qualora infatti gli incentivi avessero rispettato la scadenza del 2013 come previsto dalla legge senza la marcia indietro del governo che prevede ora gli incentivi SOLO agli impianti istallati e funzionanti al maggio 2011, credo che l’impegno non sarebbe bastato a bloccare i lavori, figurarsi all’annullamento dei lavori stessi.
E’ una vittoria, sicuramente, ma una vittoria a tavolino per ritiro del contendente.
Questo, a mio avviso, perchè a fronte della mobilitazione straordinaria della popolazione, non si è avuta la stessa mobilitazione straordinaria degli organi competenti.
Quei 14 ettari ci sono e nessuno li toglierà mai e bisognerà rassegnarsi a questo scempio.
Bella quindi “l’insurrezione” popolare che ha smosso un po le opinioni, ma scoraggiante sapere che la costruzione si è fermata non per un attacco di ambientalismo, non per coscienza civica, non per volontà popolare, ma solo per mancanza di fondi.
Questo mi rende felice per il pericolo scampato, ma timoroso per i pericoli futuri.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
Caro “mamo” lei ha ragione e condividiamo in pieno la sua riflessione. Ma determinante è stato anche l’assoggettamento al VIA con motivazioni e criticità segnalate dal Comitato per primo e fatte proprie dal Comune. Siamo convinti (Comitato)che se non lanciavamo il sasso nello stagno le acque non si sarebbero mosse e a Schito i pannelli già luccicavano al sole. Il risultato è stato ottenuto per una convergenza di fattori. Ci soddisfa il fatto che, anche se il risultato è stato conseguito in parte “per mancanza di denaro”, nella zona, in tutta la frazione e, senza esagerare oserei dire in tutta Treia, questa nostra avventura ha comunque fatto riflettere su temi spesso dormienti e ha ravvivato la coscienza civica non sempre abituata a stare vigile.
Mi congratulo con il Comitato per la battaglia vinta.
Anche noi come “Comitato Boschetto Ricci”stiamo facendo tutto il possibile dopo aver evidenziato tutte le criticità del caso.Non escludiamo di alzare la protesta nei modi e nei tempi consentiti dalla legge perche di fronte ai 40 e più ettari di progetto anche chi non vuol sentirci comincia a sentire finalmente e chi non vuol vederci comincia eccome a vederci chiaro.Nessuno di noi è contro il fotovoltaico quando esso rientra nel bilancio aziendale come voce di integrazione al reddito.Ma quando, come nel nostro caso, si è chiaramente davanti ad una vera e propria speculazione, allora le cose cambiano.E sarebbe ora, ma abbiamo visto che è voce di popolo, che finalmente, visto che i contributi stanno dimunuendo,che venissero dirottati gli incentivi sulle superfici gia’ edificate come sui capannoni e magazzini delle zone industriali,quasi tutti chiusi a causa della crisi attuale,e sui tetti delle case,per far produrre energia pulita a ciascuno di noi.
E’ una battaglia da condurre senza colore politico perchè l’ambiente e’ di tutti quanti noi
Grazie Nicola. Speriamo sia vinta davvero! Condivido in pieno tutto ciò che dici. Le tue riflessioni hanno fatto da base per la nostra battaglia.
Però è triste pensare che se il popolo non si muove…viene sistematicamente calpestato! Ero a Boschetto Ricci durante la manifestazione di Legambiente. Io e tutti i collaboratori siamo vicini alla vostra causa e vi facciamo i migliori auguri. Restiamo in contatto. Facebook: Nosolarelvaggio.
Sarebbe più semplcie se si incentivassro i privati per piccoli impianti fotovoltaici (limiti per impianti a terra) e le società SOLO se piazzano il fotovoltaico sui capannoni