Torna di attualità la vicenda della baronessa Jeannette De Rothschild, un giallo che da oltre trent’anni fa discutere e del quale non si è mai trovata la soluzione. Da qualche giorno, infatti, a Sarnano si sta girando un documentario proprio su questa storia.
Il documentarista Alessandro Galassi in collaborazione con Eccom Progetti, sta realizzando il documentario sul mistero della scomparsa della baronessa Jeannette De Rothschild, moglie divorziata del barone Evelyn De Rothschild, avvenuta 30 anni fa a Sarnano.
Il 29 novembre del 1980, nella misteriosa montagna marchigiana dei Sibillini, si perdono le tracce dell’inglese Jeannette Bishop May, moglie divorziata del potente banchiere Evelyn De Rothschild, e della sua ex governante, la friulana Gabriella Guerin.
I resti delle due quarantenni vennero rinvenuti a più di un anno dalla scomparsa, vicino al cimitero di Fiastra, ad alcuni chilometri di distanza da dove era stata ritrovata la vettura, oltre il fosso dove scorre il rio Bagno. Le indagini hanno seguito varie piste, dal rapimento all’incidente di montagna e infine al delitto legato a vicende di mafia e riciclaggio di oggetti d’arte avvenute in Italia e a Londra, collegate a personaggi del calibro di Roberto Calvi ed esponenti della Banda della Magliana.
Il 25 settembre 1989 il giudice istruttore Alessandro Iacoboni deposita in cancelleria la sentenza: duplice omicidio premeditato ad opera di ignoti, sconosciute anche le dinamiche dell’omicidio.
Dopo ventiquattro anni, nel 2006, il professor Franco Maria Venanzi, docente di Diagnostica molecolare forense presso l’Università di Camerino, attraverso l’esame del Dna è riuscito ad effettuare il riconoscimento dei resti di Gabriella Guerin e sta lavorando per isolare il Dna di Jeannette May: con il lavoro del professor Venanzi, a 30 anni di distanza, il cold case fascicolo numero 2736/1980 potrebbe essere riaperto.
Come spiega Alessandro Galassi “Il mistero della scomparsa della donna non è mai stato risolto, ma la peculiarità del caso non risiede solo nei suoi aspetti misteriosi ma anche nella sua ambientazione socioculturale decisamente atipica: da un lato un piccolo paese di montagna nella provincia italiana, dall’altra l’aristocrazia inglese. La storia può essere ricostruita nella sua evoluzione cronologica, seguendo il racconto che ne fa la stampa locale e internazionale, raccogliendo le testimonianze degli abitanti del paese, diventati testimoni e protagonisti del caso. Il giudice, un giovane ragazzo di trent’anni cerca di risolvere il mistero, ma sono troppi gli interessi implicati nella vicenda. Il documentario, attraverso la storia della baronessa, intende ricreare l’atmosfera di quegli anni e alcune delle vicende che li hanno caratterizzati attraverso le testimonianze di persone che hanno conosciuto direttamente la donna e attraverso la ricostruzione di vicende in qualche modo collegate al misterioso evento, come quelle 2 che videro coinvolto Roberto Vaccari e i furti presso la casa d’asta Christie’s ed altre legate a uno degli esponenti della Banda della Magliana.
Il giallo si fa mistero nella sua ambientazione, i monti Sibillini hanno ispirato in passato molti racconti e leggende, popolati da streghe, demoni e guerrieri e dalla maga Sibilla – bella come la baronessa – che con le sue ancelle, tesseva i raggi del sole che penetravano nella grotta fatata, producendo tele di diverso colore per ogni stagione. I misteriosi monti Sibillini si mescolano con le tracce di una donna che ha cercato in quel luogo l’anonimato, ma che ancora oggi viene ricordata”.
La narrazione seguirà le varie fasi della scoperta dei fatti ad opera dei giornali, passando quindi da una prima ipotesi di morte per disgrazia, al rapimento, fino ad arrivare al traffico internazionale di oggetti d’arte. La vita della baronessa sarà raccontata attraverso immagini di repertorio e brevi super8 in soggettiva, che avranno funzione di intermezzo nella narrazione.
Il racconto del caso giudiziario sarà fatto attraverso l’individuazione di personaggi principali, come due giornalisti, uno locale e uno inglese, il giudice, il secondo marito di Jeannette, il professor Venanzi, intervistati con una camera fissa; tutti gli altri testi che non compongono l’ossatura narrativa possono essere intervistati nelle location dei fatti, (la proprietaria della pensione in cui le due donne alloggiavano, gli abitanti del paese e altro. Il territorio sarà un protagonista del racconto, unendo la leggenda della Sibilla al giallo della scomparsa della baronessa.
Egidio Mariotti è un anziano poeta e racconta storie, sarà lui il collegamento tra la storia, le tradizioni della terra e la leggenda. E’ previsto anche l’uso del repertorio Rai di quegli anni (la trasmissione Telefono giallo si è occupata del caso nel 1984) e della musica di quel periodo come colonna sonora.
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