di Alessandra Pierini
Consiglio Comunale interrotto e rinviato a gennaio. La decisione è stata presa dai capigruppo in seguito al malore di Giorgio Ballesi. Il consigliere ha avvertito un dolore e ha chiesto l’aiuto di Romano Mari che lo ha immediatamente visitato in Sala Giunta, con l’ausilio del Sindaco Romano Carancini. E’ intervenuto il 118 che ha provveduto ad effettuare i primi accertamenti e ha poi condotto il consigliere Ballesi al Pronto Soccorso cittadino per i controlli del caso. A questo punto il consiglio, già sospeso, per permettere lo svolgimento delle operazioni di soccorso, è stato definitivamente rinviato. A darne comunicazione lo stesso presidente del Consiglio Romano Mari che, da medico, ha dettagliato la situazione del paziente e motivato il rinvio.
La seduta si era aperta con la discussione dell’ordine del giorno della consigliera di Macerata è nel cuore, Francesca D’Alessandro la quale chiedeva all’amministrazione di modificare i criteri di accesso al Fondo Anticrisi per il quale sono state presentate 70 domande di cui solo 49 sono state accettate e tra queste 29 sono di cittadini extracomunitari: «Il Fondo – ha spiegato la D’Alessandro – è stato pensato per andare incontro alle famiglie colpite dalla crisi ma, con questi criteri, si trova ad intervenire solamente situazioni di indigenza. Chiediamo quindi di allargare i requisiti del prossimo bando, di destinare la rimanente parte del fondo ai nuclei familiari di cui almeno un componente sia disoccupato o di riduzione dell’orario di lavoro e di prediligere famiglie numerose con anziani e portatori di handicap».
L’assessore Stefania Monteverde ha spiegato l’importanza del Fondo e presentato la seconda parte delle azioni previste: «49 contributi straordinari da 1.200 euro non sono poco, sono 49 risposte a bisogni. Nella seconda fase abbiamo previsto dei voucher di lavoro con l’ottica di uscire da una logica di assistenza per entrare in una di servizi alla persona nella sua totalità».
Dopo gli interventi di Anna Menghi (Comitato Menghi) che ha ricordato le discussioni sul limite Isee, determinante al fine dell’ammissione ai contributi, fatte in passato con l’allora Assessore Michele Lattanzi (Comunisti Italiani – Federazione per la Sinistra) , quest’ultimo si è sentito colpito nel vivo e ha risposto: «Anche noi critichiamo i criteri troppo ristretti scelti dall’amministrazione. In passato noi abbiamo scelto di lasciare molta autonomia alle assistenti sociali e per questo siamo stati accusati di clientelarismo e così non era».
Al termine degli interventi, su suggerimento di Narciso Ricotta (Pd) l’assessore Monteverde, la consigliera D’Alessandro e i capigruppo si sono raccolti per trovare una sintesi ed emendare l’ordine del giorno trovando una soluzione condivisa. Si è scelto quindi di stralciarne l’ultima parte e di abolire nei futuri bandi il limite isee di 5000 euro. L’ordine del giorno emendato è stato approvato all’unanimità.
E’ poi iniziata la discussione relativa alla mozione presentata da Deborah Pantana (Pdl) che ha chiesto all’Amministrazione di non patrocinare iniziative in cui non figurasse il titolo di “Padre” accanto al nome Matteo Ricci: «Padre Matteo Ricci è stato usato per anni come passaporto per l’Oriente ma il tentativo strumentale di scindere la figura del gesuita da quella dello scienziato ha creato una diatriba. La figura va valutata nella sua integrità e bisogna ristabilire la verità su quest’uomo». Per sostenere la sua tesi la Pantana ha utilizzato il volantino di “Matteo Ricci Modello di umanità” mostra in atto a Palazzo Buonaccorsi, in cui il titolo di “padre” è scomparso.
L’assessore Irene Manzi ha risposto ricordando che anche la Diocesi di Macerata ha patrocinato l’evento e , dopo aver citato gli istituti dedicati al gesuita esistenti nel mondo e che non utilizzano la parola “padre” ha concluso: «L’amministrazione deve guardare al contenuto delle iniziative e valutarne collegialmente il valore».
Dopo un accalorato intervento di Ivano Tacconi (Udc): «Vi vergognate di dire Padre Matteo Ricci, io invece non sono un bigotto ma ci credo fermamente» e l’annuncio di un emendamento di Narciso Ricotta (Pd), la decisione di sospendere il consiglio, rimandando così a gennaio anche la questione del “nome del padre”.
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Ma di quale fantomativo “passaporto” religioso si sta parlando?
Si può sapere perchè si finge ancora che Matteo Ricci sia fondamentale sotto il profilo religioso, in Cina, quando è documentato che è stato più importante sotto l’aspetto scientifico culturale?
Così come è documentato che, eccetto rarissimi casi (cittadini), della figura di Matteo Ricci alla chiesa (negli ultimi 400 anni) non è mai importato molto fino a questa celebrazione (in larga parte finanziata da contributi pubblici/privati ma NON ecclesistici)???
PS: auguri di pronta guarigione al Consigliere Ballesi
“Dai primi accertamenti effettuati – ha rassicurato il presidente del Consiglio comunale, Romano Mari, medico – non sono risultate patologie gravi. In segno di rispetto però nei confronti del collega Giorgio Ballesi, sentiti i capigruppo, è stato deciso di rinviare i lavori alla prima seduta utile dell’assise cittadina, programmata per il prossimo mese di gennaio”.
Credo che nessuno permetterebbe all’Avv. Piero Esposto di ordinare un nuovo senso di marcia alle auto per le mura. Altrettanto, nessuno lo permetterebbe all’Avv. Romano Carancini. Il discorso cambia, invece, se a dare l’ordine è il Sindaco Romano Carancini.
Analogamente, Matteo Ricci – se non fosse entrato nell’ordine gesuita e, in esso, non avesse studiato e preso i voti – non sarebbe mai andato in Cina. Senza il titolo “Padre” – che non è un titolo accademico (per il quale i laicissimi intelletti mai e poi mai commetterebbero la gaffe di un’omissione) ma molto di più, direi una seconda pelle in grado di determinare la modificazione di tutta la vita del nostro illustre concittadino – senza il titolo di Padre si mutila una biografia. Non è mai esistito uno scienziato maceratese Matteo Ricci. E’ esistito un cittadino maceratese Matteo Ricci che, entrato nell’ordine dei gesuiti e ivi presi i voti, si è anche preparato in esso ordine alla missione in estremo oriente, anche approfondendo – come è proprio del coltissimo ordine gesuita – le altre discipline della scienza.
Mi spiace tanto dover rilevare la pochezza dei colleghi intellettuali, i quali – sempre alle prese con il loro coccodrillo (termine tecnico per indicare la notizia biobibliografica) – ritengono di poter impunemente impallinare quello altrui. E in nome di che? Di un laicismo decisamente fuori dalle righe. Che non fa onore al vero laicismo, anche agnostico e ateo (cito per tutti la lezione di Leo Moulin, agnostico e massone dichiarato, eppure studioso sagacissimo e puntuale degli ordini religiosi medievali, con particolare riguardo all’ordine benedettino).
Dite la verità: il problema è che il titolo di Matteo Ricci è “Padre”. Fosse stato “Professore” o “Dottore” o qualunque altro, il dilemma non vi si sarebbe nemmeno originato.
@ Cerasi
Il fatto che il rilievo di Padre Matteo Ricci sia stato più significativo sotto il profilo scientifico e culturale che religioso non significa nulla, nella discussione in corso da noi: Padre Matteo Ricci è stato più significativo per l’apporto scientifico-culturale che religioso. Altri diranno invece che Padre Matteo Ricci è stato egualmente importante sia sotto il profilo religioso che sotto quello culturale. Il punto è un altro: dobbiamo – gli uni e gli altri – chiamarlo Padre Matteo Ricci, così come chiamiamo Filippo Mignini Professore. Se Filippo Mignini avesse impostato la propria professione sull’apertura di un’officina meccanica non avrebbe mai incontrato la figura e l’opera di Padre Matteo Ricci. E’ in quanto Professore e Filosofo all’Università di Macerata, che ha potuto incontrarlo. Esattamente come Padre Matteo Ricci, il quale – se fosse rimasto in città – sarebbe probabilmente diventato un formidabile speziale, ma di certo non sarebbe andato in Cina.
Perché avete tanta paura delle biografie?
Credo che nessuno abbia paura delle biografie o dell’aspetto religioso della figura di Padre Matteo Ricci o Matteo Ricci che dir si voglia, tanto che per il sottoscritto non fa alcuna differenza, il problema è che la mozione non è accoglibile per un altro motivo, legato alla laicità che è un principio chiave della nostra Costituzione. Se la mozione passasse infatti tutti i soggetti che presentano un progetto valido per valorizzare questa figura senza presentarla con l’appellativo di Padre d’avanti al nome non avrebbero il patrocinio del Comune, sarebbero insomma discriminati senza aver commesso nulla di “riprovevole”, e tutto questo indipendentemente dal contenuto magari validissimo delle iniziative proposte, non credo proprio che questo avvantaggi la conoscenza del personaggio Matteo Ricci da parte dei suoi concittadini, quindi bisogna decidere se si ha a cuore questa figura e allora mozioni come questa non dovrebbero aver motivo di essere o se si decide di far prevalere la visione di una certa parte che, benchè potrebbe avere le sue legittime motivazioni, andrà ad incidere sulle scelte future dell’amministrazione che sarà vincolata (perchè questo fanno le mozioni) a scelte dettate da logiche di campo anzichè dal valore delle iniziative proposte e questo non fa bene a Macerata, non fa bene alla cultura e non fa bene alla figura di Matteo Ricci.
Anche perchè questa mozione nasce sullo strascico polemico che è seguita alla ben nota vicenda del monumento, motivo in più perchè la ritengo personalmente non votabile, quella vicenda non deve continuare a proiettare la sua luce di ingerenza sull’attività amministrativa della città.
Questo non è uno scontro tra laici e cattolici, quì si scende nel pratico, i cosiddetti laici non vogliono limitare nessuno, infatti attualmente hanno cittadinanza e diritto di essere patrocinate dal Comune tutte le iniziative valide che chiamino il gesuita e orientalista maceratese tanto in un modo quanto nell’altro, nel caso la mozione passasse non sarà più così, e secondo me chi divide o esclude in una situazione come questa, dove la figura di Padre Matteo Ricci deve essere un patrimonio di tutta la città, non può che avere torto.
Oltre tutto anche la Regione Marche ha patrocinato iniziative in cui Matteo Ricci non è appellato “Padre” e lo ha fatto a ragione, pure se in quella sede, ricordo a tutti, la maggioranza è composta da PD, IDV e UDC, non scordiamolo.
Colgo l’occasione per dirmi dispiaciuto per quanto accaduto al Consigliere Ballesi, persona seria, stimata e autorevole in seno al Consiglio Comunale, porgendogli i miei più vivi auguri.
@Filippo
Che Matteo Ricci sia un uomo di chiesa non ci piove.
Che sia andato in Cina, come missionario, è altrettanto la scoperta dell’acqua calda.
Che il gesuita sia importante come tu affermi, nella stessa misura, sia sotto il profilo religioso che culturale/scientifico è una tua libera interpretazione, viziata a mio avviso dal tuo essere “sempre di più (evidentemente con l’età si peggiora 😛 ) clericale”.
Infatti i cinesi lo ricordano MOLTO di più sotto l’aspetto culturale e scientifico che sotto quello religioso.
Il restante intervento tuo poi è tutto un “se”.
Se non fosse diventato prete… se non fosse diventato missionario… se fosse restato a Macerata non sarebbe mai andato in Cina.
Probabilmente è come dici tu, ma siamo nel campo delle ipotesi.
“Se” fosse restato a Macerata avrebbe potuto studiare presso la nostra Università e poi, una volta adulto, aprire un floridissimo commercio, di spezie, con la Cina ed andare in quella nazione.
Ma con i “se” non si fa la storia…. Ricordi? Se mio nonno aveva 4 palle era un flipper
Al solito i migliori (Ballesi), sono colpiti dalla malasorte.
Auguro una rapidissima ripresa e con più vigore e grinta di prima, per affrontare le vere questioni maceratesi.
Vai Ballesi!!
p.s. che palle con Matteo Ricci… andiamo avanti, no?