Le Marche come la Florida ante disastro Bp: uno dei ”cinque paradisi terrestri” in cui andare a vivere dopo la pensione. ”Hanno tutto” e costano molto meno di Toscana e Umbria. A scriverlo e’ la rivista dei pensionati Usa Aarp (35,6 milioni di abbonati). ”Hanno splendide spiagge, vigneti ridenti, arte e architettura a non finire, alcuni dei migliori piatti di pesce della cucina italiana e persino montagne nevose dove praticare sport invernali”, dice il periodico. Soddisfatto il governatore Gian Mario Spacca: ”finalmente riconosciuto il protagonismo di una regione per troppo tempo oscura’.
Di seguito riportiamo il testo dell’articolo uscito oggi sul Corriere della Sera a firma di Alessandra Farkas:
John Williams, un chiropratico 62enne della Pennsylvania, si è trasferito in un casolare con un ettaro e mezzo di uliveto centenario alla periferia di Senigallia, a due passi dal mare, dove produce olio e conserve di frutta insieme alla moglie e ai due figli teenager. «Sono arrivato nelle Marche in vacanza e ho deciso di restarci — racconta il medico — oggi non vivrei in nessun altro posto della terra». A tenergli compagnia potrebbe essere presto un esercito di connazionali, dopo che l’influente bibbia dei pensionati americani AARP (35,6 milioni di abbonati) ha scelto la regione italiana tra i «cinque paradisi terrestri» dove andare a vivere dopo la pensione, insieme a Puerto Vallarta (Messico), regione Linguadoca-Rossiglione (Francia), Boquete (Panama) e Cascais (Portogallo).
Il motivo: «Le Marche hanno tutto: splendide spiagge, vigneti ridenti, arte e architettura a non finire, alcuni dei migliori piatti di pesce della cucina italiana e persino montagne nevose dove praticare sport invernali». Se tutto ciò non bastasse, spiega il giornalista di AARP Barry Golson, autore di Retirement without Borders e Gringos in Paradise, «Le Marche hanno un ottimo clima, un buon sistema sanitario pubblico, festival operistici all’aperto e prezzi abbordabili». Per milioni di baby-boomer italofili che hanno visto i propri risparmi evaporare con la crisi di Wall Street, sono l’alternativa intelligente alla costosissima Toscana, «ormai proibitiva tutto l’anno», punta il dito AARP, e all’Umbria, «analogamente carissima». Sembra quasi uno spot per una nuova Florida. Un’ironica coincidenza dopo le roventi polemiche scoppiate in Italia all’inizio dell’anno per il costosissimo commercial di Dustin Hoffman testimonial della Regione Marche che legge l’Infinito di Giacomo Leopardi, sbagliando metrica e parole e distorcendolo al punto da indurre persino Mina a uscire dal suo leggendario esilio per denunciarlo. Visto dall’America, anche quel flop ha finito per aiutare l’immagine di una regione «sufficientemente trendy — scrive AARP — da acchiappare Hoffman come testimonial». La star di Un uomo da marciapiede e Rain Man non è certo l’unico a dichiararsi «innamorato di quella terra senza pari». Il primo a «scoprirla» è stato lo scrittore John Moretti che nel suo libro del 2004 Living Abroad in Italy dedicò un intero capitolo alle Marche, con consigli pratici su come aprirvi un agriturismo e una lista di agenti immobiliari. Un anno più tardi il New York Times ha pubblicato un lungo servizio intitolato Is Le Marche the Next Tuscany?, rimasto per giorni in cima alla classifica dei pezzi più letti del suo sito web. E a cavalcare la nuova passione degli americani è anche la superchef di origine italiana Lidia Bastianich, che alla cucina marchigiana ha dedicato numerose puntate del suo popolarissimo show Lidia’s Italy. Per il chiropratico Williams è soprattutto una questione di numeri: «Se si esclude il costo della casa, bastano 20 mila dollari all’anno per viverci, anche se con un reddito più alto si vive meglio». Sembra quasi impossibile: 40 dollari per cenare in due, affitti da 600 dollari e case in vendita per 150 mila dollari. Il problema, semmai, è sbrigarsi. Prima che le Marche diventino «la nuova Umbria».
httpv://www.youtube.com/watch?v=Y9WT7rzAy6M
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andatelo a dire a certi ” stranieri” venuti con questo sogno e che ora si ritrovano tra discariche, pannelli al silicio ed elettrodotti!http://89.97.204.228/fparticolipdf/291021.pdf
e i politici sempre a vanagloriarsi del proprio territorio a parole ma non nei fatti!
Calete da stu pajà
Fatelo sapere anche a chi ha voluto lo sfregio di Valleverde, a chi insiste per la Giorgini e a chi vuole i pannelli solari a Sarrocciano o la discarica a Cingoli. Sono persone talmente miopi che bisognerà spiegargli l’articolo parola per parola!
@umbertoro
Spiegarglielo a voce è troppo complicato, cominciamo con i disegnini, ma dall’inizio: l’ape e il fiore…. 🙂
La Florida e’ una palude risistemata…se ci paragonano alla terra della zanzare..stamo freschi!!!!
Lasciamo perde va’!!!!
Toh, forse lo spot con Dustin non era poi così inutile…
@ Cerasi
Con po’ di pazienza forse ci si riesce, utilizzando termini a loro noti:
e come euro
s come speculazione
m come metrocubo
v come voti
Correva l’anno 1993 quando uno studio commissionato da Bill Clinton individuò nelle Marche il miglior sistema produttivo del mondo in alternativa al sistema della grande impresa privata o pubblica. Si parlava anche del particolare profilo etico di questo sistema basato sulla capacità imprenditoriale di migliai di uomini e donne.
Un dato per tutti: in provincia di Macerata c’era un imprenditore ogni otto abitanti abitanti Ne parlarono in pochi. Ci fu, se ricordo bene, solo una velina dell’Associazione degli Industriali.
Finito di lamentarvi ?
Bene , ora si comincia a ragionare .
Secondo me le Marche sono effettivamente tra i migliori luoghi esistenti al mondo , peccato ci siano i Marchigiani …………….
E le Marche non le hanno fatte forse i Marchigiani ? Anche questa come lamentela non c’è male…! A parte gli scherzi; non ci sono dubbi che da noi si possa vivere meglio che in molte altre parti in giro per il mondo come e’ evidente a tutti che negli ultimi anni anche il nostro ambiente e’ sottoposto a processi di deterioramento (sopratutto il consumo di territorio nelle valli e lungo la costa). Se partiamo da qui , da queste consapevolezze possiamo pero’ impegnarci tutti per invertire qusta tendenza . L’articolo americano ci conferma ancora una volta che ambiente e cultura hanno un valore economico perfino superiore a quello di qualche centro commerciale .