di Alessandra Pierini
Chiudono il locali del centro a Macerata. Non è però il solito problema delle ferie ferragostane anzi quest’anno in molti hanno deciso di tenere aperto in agosto e anche nelle sere, dal clima non troppo estivo, i locali e i bar garantiscono il servizio fino a tardi.
La chiusura sembra piuttosto il sintomo di una malattia cronica che potrebbe portare il centro storico della città a perdere la sua storica identità. Non è stata trovata finora la soluzione per dare una degna destinazione ai locali dell’ex Upim, in passato luogo di attrattiva commerciale e propulsore di iniziative. Sono in molti ad essersi impegnati negli anni a dare una giusta collocazione ai suoi tre piani rimasti vuoti in viale Matteotti, non ultima una cordata di maceratesi, ma alle idee e alle intenzioni non hanno fatto seguito azioni risolutive. Stessa sorte per l’autopalace sul quale, dopo un infelice allestimento nei suoi locali di un negozio di stock e fallimenti, campeggiano da mesi i cartelli affittasi. Sorte simile per la Banca d’Italia che non ha più una sede nella nostra provincia (unica nelle Marche).
Intanto molte sono le attività commerciali che hanno chiuso i battenti, alcune per motivi fisiologici, ad esempio la Drogheria Torinese dei Rega o il negozio di abbigliamento Pietrarelli, i cui titolari ormai avanti con l’età si sono concessi il meritato riposo senza lasciare successori. Per motivi diversi, ma ha abbassato la saracinesca anche il negozio “Agnetti” alle porte di Corso della Repubblica e i piccioni che sporcavano la vetrina hanno fatto chiudere il negozio Level Eleven che si trovava lungo la stessa via.
D’altra parte qualche nuova attività ha rinnovato un po’ l’immagine del centro storico: c’è il negozio “Atmosfere” aperto di recente proprio sotto il loggiato del Palazzo Comunale, il negozio di abbigliamento “Noir” lungo il corso e sempre in Corso della Repubblica è stata inaugurata lo scorso novembre la liberia “Feltrinelli”, la quinta libreria nel giro di pochi metri.
In questi giorni il cartello “chiuso” è apparso anche su un foglio bianco appeso alla porta dello storico caffè Venanzetti. Nulla faceva pensare all’immediata chiusura tanto che sul profilo di Facebook del bar lo scorso 11 luglio è apparso il post “Stiamo preparando la nuova stagione Caffè Venanzetti e stiamo creando un nuovo staff…Vuoi collaborare con noi?!..contattaci”. A distanza di poco più di 15 giorni, invece, il gestore Giuseppe Balestra ha deciso, dopo un solo anno, di non rinnovare la gestione. Il locale, molto elegante e curato, aveva trovato anche una sua nuova dimensione nei giovedì universitari e aveva intercettato nelle serate dedicate agli studenti una popolazione di giovani che nella Galleria del Commercio si sono ritrovati nell’arco dell’anno per ascoltare musica ed incontrarsi. I bene informati sono convinti che a settembre arriverà un nuovo gestore e ci auguriamo che sia davvero così.
A rischio chiusura anche “Il Giardinetto“, lo storico circolo fondato nel 1873. Giuseppe Garibaldi soggiornò per mesi a Macerata dove formò la “Legione maceratese” che il 30 aprile 1849 a Roma riportò la storica vittoria di Porta san Pancrazio, in difesa della Repubblica romana. Un avvenimento questo molto importante per il Risorgimento italiano, dedicato da Garibaldi ai maceratesi. I reduci della Legionr maceratese fondarono un circolo garibaldino chiamato “Il Giardinetto” che ormai ha una storia ultracentenaria. L’attuale sede fu donata a “Il Giardinetto” dal Marchese Costa il quale fece inserire nello statuto la dicitura “I Marchesi Costa, a riconoscenza, aderirono a tale iniziativa, offrendo il locale di loro proprietà ad uso perpetuo
“In qualsiasi giorno- ci dice Marco Sdrubolini, attuale Presidente del circolo – potrebbe arrivare qualcuno che ci obbliga a chiudere. Abbiamo uno sfratto pendente in seguito alla causa contro l’immobiliare che è oggi proprietaria dell’immobile. Il locale è stato donato dal Marchese Costa a “Il Giardinetto”, i suoi eredi, andando contro la sua volontà, hanno deciso di venderlo. Purtroppo non abbiamo un documento scritto o una firma del marchese che ne attesti il volere e con due guerre in mezzo è anche difficile ritrovare testimonianze.” Così, due anni dopo lo sfratto, “Il Giardinetto” continua ad essere luogo di ritrovo per una ventina di soci,persone affezionate che non hanno alcuna intenzione di rinunciarvi.
Nel suo glorioso passato “Il Giardinetto” accoglieva in media almeno una cinquantina di soci con picchi massimi di 160. “Ci sono state epoche – racconta Sdrubolini – in cui bisognava mettersi in lista e attendere la morte di qualche socio per poter entrare. Avevamo anche una vite centenaria ma con i lavori nel cortile di fianco si è seccata e di storico ci rimangono solo i muri. Non ci sono in tutta Italia cantine così antiche e tra l’altro questa, in tanti anni, è rimasta chiusa solo 15 giorni per rifare il tetto. Ci siamo rivolti alla Sovrintendenza per avere una qualche tutela ma qui di storico ci sono le mura e non è abbastanza. Una volta siamo andati anche in Consiglio Comunale ma il sostegno promesso non si è poi concretizzato.”
Sdrubolini fa riferimento al Consiglio comunale del 27 marzo 2007, quando in un ordine del giorno “fuori sacco” di Alessandro Savi (Comunisti italiani), seguito da un emendamento e dal voto unanime dell’assise l’amministrazione fu invitata “a porre in essere tutto ciò che è nelle sue possibilità per garantire la permanenza della società nella sua storica sede riconoscendone il valore storico, culturale e sociale”.
I consiglieri di allora mostrarono piena solidarietà a “Il Giardinetto” nella battaglia che stava conducendo per continuare ad usufruire del locale di vicolo Monachesi.
Chiuso è anche il vicolo che da Corso della Repubblica, più o meno all’altezza del Pathos, permetterebbe di tagliare per sbucare alla Filarmonica. In questo caso la soluzione è molto più semplice che nelle precedenti, basterebbe solo lasciare aperto il portone per creare un circuito suggestivo e confortevole.
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http://www.youtube.com/watch?v=FSpfMqA6M_g
se avete due minuti da perdere gaurdando questo video capire cosa intendo quando dico che a macerata come altrove ogni attività originale e fuori dall’ordinario viene svilita da un’amministrazione obsoleta e disposta a fare unicamente i propri interessi economici. Il panorama è desolante e…
…una città poco attrattiva è anche una città brutta e una città insicura….
Macerata, che nome, che slargata de core a nnuminalla… su la vocca, te pare dorce a dilla: te travocca le pascio’ dell’anema beata…….
Questo era Mario Affede, tanto tempo fa…che non vedra’ mai cosa sta morendo al centro di Macerata…..
Nell’articolo si dimentica che ha chiuso anche una filiale storica del Banco di Roma ( Banco, non Banca, ancora piu’ vecchia……) La Concorrente, storica drogheria di Annibale, poi sostituita dall’altrettanto valido Sergio, ora e’ di gente nuova….. Per poi ricordare altre attivita’ cessate per motivi fisiologici….
Ermete chi se lo ricorda??? I suoi suppli’, fatti dalle amorevoli e sapienti mani della sorella e della moglie erano una delizia….
Visport ???? Vitaliano ha messo gli sci ai piedi di molti maceratesi……
Lazzarini, era poi il top della moda con la lettera maiuscola….. Sotto le “logge” di Venanzetti, c’erano le “botteghe” di Balelli, foto di qualita’ e un barbiere dal cipiglio fiero…..
Passeggiando per via Gramsci potevi trovare, dove ora c’e’ una catena trevigiana di abbigliamento, una verduraia, sempre triste ma con frutta freschissima e un po’ piu’ su, la panetteria di Emma, che panificava nel vicolo vicino all’Upim…….
A ll’angolo del Vicolo, altro “generi alimentari”: Frusci’…… gentile, affabile, che si scatenava la domenica all’Helvia Recina contro tutti gli arbitri….
Nostalgie di un ragazzo oramai invecchiato, non vogliatemene, ma ricordare Macerata com’era mi “intenerisce il cor”
Che i Costa abbiano donato “Il Giardinetto” ad uso perpetuo ai reduci garibaldini è una leggenda metropolitana, perché i marchesi Costa furono dei veri e propri “Gattopardi”. Infatti acquistarono la chiesa e il convento di San Rocco dopo il 1822 rischiando la scomunica, in quanto il complesso delle Clarisse rientrava nella soppressione napoleonica del 1808.
Comunque quando un negozio chiude un altro apre… anche se con le porte blindate. E’ il caso dell’ex Sala contrattazioni della Camera di Commercio.
mbè quale sarebbe la novità??? la parabola è in discesa da anni e nulla di nuovo si prospetta
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=38220
commento 23 ore 19.35
Ormai la strada del declino è tracciata e difficilmente si potrà invertire la rotta. A tutte le attività che hanno chiuso i battenti ci sarebbe da aggiungere gli uffici comunali trasferiti in viale Trieste e quelli della Provincia decentrati a Piediripa. L’Università non è stata da meno con l’apertura di sedi distaccate o intere facoltà (Scienze della formazione) in estrema periferia. Le scuole superiori se ne sono andate già da tempo: lo Scientifico, Ragioneria, Geometri, quanti ragazzi portavano in città! Adesso tutto è decentrato.
Gli amministratori se ne fregano di questo abbandono del centro storico che significa anche impoverimento culturale. Penso che sia l’unica città (cittadina) dove nella tarda serata sia difficile arrivare: i parcheggi nelle strutture sono chiusi ed i parcheggi occupati (giustamente) dai residenti. Di autobus urbano neanche a parlarne. Di iniziative che possano attrarre se ne organizzano poco-niente, quindi di che ci meravigliamo?
Lo Scientifico negli anni 70 era già fuori del centro storico e pure appena possibile a piedi o in autubus, ed i più fortunati in motorino, si correva per riempire le sue vie. Evidentemente c’erano buoni motivi per andare. Si è discusso di questo problema gia a lungo in seguito all’articolo sulla chiusura di Venanzetti . Non aggiungo altro se non ripetere l’invito ad evitare scetticismo e fatalismo . Rivitalizzare il nostro centro cittadino, come tanti altri , non è il tentativo di recuperare i ricordi della nosta gioventu ma un obiettivo di modernità .
Vado un po’ in controtendenza;
1) La Banca d’Italia chiude perché a livello nazionale c’è una razionalizzazione delle sedi verso il capoluogo regionale. Non è così solo a Macerata ed è una decisione indipendente dalla volontà del Comune o dei cittadini.
2) Come mai Agnetti ha abbassato la saracinesca? Lo vogliamo dire il perché?
3) Ricordo che, in un consiglio comunale cui partecipai tempo fa, si disse che i locali dell’Upim sono di proprietà di un privato, che affitta quindi ai prezzi che vuole. Il comune ha più volte tentato una mediazione, ma se si chiedono cifre esorbitanti è ovvio che nessun commerciante si stabilirà mai in Galleria del Commercio.
4) Capitolo Venanzetti; se anche lo storico bar di Macerata chiude, probabilmente le responsabilità maggiori vanno ricercate nella gestione dello stesso; a volte gli stessi che si proclamano “Liberali” vorrebbero un mondo ove il rischio di impresa sia pari allo zero, dove le garanzie vengano offerte da enti pubblici e i guadagni pappati dai privati.
Poi ovviamente sul discorso piccioni (ma anche strade-parcheggi) è ovvio che ci si debba rivolgere al comune ed alle istituzioni locali. Ma se la maggior parte dei commercianti tiene roba vecchia con prezzi assolutamente alti è FISIOLOGICO che la gente vada al Cityper o fuori porta, nei vari outlet ecc.
La gente viaggia, si sposta, anche di molto. Non è più come il bel tempo che fu, magari mezzo secolo fa ed oltre; adesso ci sono opportunità diverse.
La camicia Ralph Lauren che paghi 180 € a Macerata la paghi 35 $ a New York. Con i 110 € minimo che vengono chiesti per un paio di Levi’s ve ne comprate 3 paia, sempre nella grande mela.
Mi spiegate poi come mai durante la NOTTE BIANCA A PIEDI, quindi senza la scusa delle telecamere e dei vigili, i negozi erano stracolmi? Io dico che il merito è dei saldi, dei prezzi più ragionevoli e degli eventi connessi… durante Musicultura, per esempio, c’era molta più gente in giro ed era un piacere camminare per il centro. Con buona pace degli automobilidipendenti e dei fobici delle telecamere!
Secondo me abbiamo perso un pò la rotta?
Cosa significa che “La camicia Ralph Lauren che paghi 180 € a Macerata la paghi 35 $ a New York”…che ci dobbiamo trasferire tutti a New York?. Mi sembra che in via Monte napoleone o in Via della Spiga a Milano i prezzi non siano propriamente alla portata di tutti eppure è una delle maggiori attrattive milanesi ec’è sempre un grande via vai di turisti e non…
riportiamo la questione sui binari esatti…l’impegno è delle istituzioni che si fanno scivolare addosso la questioni senza un impegno serio…i politici riprenderanno ad occuparsi seriamente della questione nella prossima campagna elettorale…
@Del Bianco
Nella grande città ci sono molte più persone (e più turisti) disposti a spendere…
E nelle grosse città trovi 300 camicie diverse “griffate” non 30 come a Macerata, e spesso a prezzi minori
@David Del Bianco: per quanto io ami Macerata ritengo che ci siano dei negozi che fanno prezzi troppo alti per quello che offrono. Cerasi ha colto il significato del mio pensiero; inoltre, non credo proprio che corso della Repubblica possa essere paragonato a via Monte Napoleone o altro…
Oramai con l’euro, la crisi globale, gli articoli realizzati in estremo Oriente, ecc. è un pò difficile fare termini di paragone, però….
Metà anni ’90 del secolo scorso.
Dopo aver visto alcuni prezzi, nelle “vetrine bene” di Macerata, mi sono reso conto che con una progettazione oculata si poteva:
(A)
spendere un milione di lire circa ed acqustare un bel capo firmato come un completo, un bel giaccone, un cappotto
(B)
(1)predere un volo low cost per l’inghilterra +
(2)pernottare (II notti + colazione) in un alberguccio nemmeno troppo lontano dalle vie più famose londinesi +
(3) aquistare lo stesso capo di abbigliamento che avevo visto a Macerata….
La differenza (tra A e B) era solo di 150/200 mila lire.. Ma nel primo caso avevi solo il capo firmato; nel secondo caso avevi lo stesso capo (identico-uguale) firmato ma avevi fatto pure un fine settimana a Londra…..
Rispondo a Cerasi e Ciccarelli: innanzitutto per quanto riguarda le persone disposte a spendere nelle grandi città vorrei sottolineare come a Milano (ma anche in altre grandi realtà) si verifica il fenomeno della “vetrinizzazzione sociale” (vi rimando in proposito ad una interessante lettura dei testi di Aldo Bonomi) per cui anche coloro che non possono spendere i nostri 300 euro per una camicia, si recano nelle vie delle shopping per guardare, per fare un giro, per partecipare sebbene non siano in grado di comperare neppure una spilla…(da qui se ci pensate un attimo acquista senso anche il discorso della contraffazione e della compravendita di materiale non originale…ma è un altro discorso che non intendo affrontare in questa sede).
Quindi se io non ho i soldi per acquistare la nostra camicia, né i soldi per andare a Londra cosa dovrei fare? Stare chiuso in casa perchè Macerata è deserta e io non alternative sul mercato???
Se pensiamo poi che gli unici negozi low cost (ad esempio Zara, H&M, Decathlon sono) più vicini a noi sono ad Ancona o San Benedetto, a mio avviso, il comune potrebbe avviare un’indagine per esportare anche a Macerata negozi come i suddetti, senza obbligare i maceratesi a farsi km e km di autostrada ogni volta.
In secondo luogo non riduciamo la problematica del centro ad una mera questione economica (commercianti troppo cari) in quanto tale problematica fa riferimento a dinamiche domanda-offerta che rispondono solo in parte alla domanda perchè macerata è completamente deserta? La questione non va neppure limitata al centro della città dato che (continuo con l’esempio milanese) il centro di Milano di notte è vuoto, ma sono altre le zone e i luoghi della movida….
…quindi reputo necessario affrontare la questione nella sua reale dimensione: non è solo lo svuotamento del centro, ma è un abbandono totale, da parte dei sui cittadini, di tutta la città.
Per quanto riguarda il paragone con via Monte Napoleone, mi sembra superfluo dire che per un Maceratese, Macerata è la città più bella del mondo e che il paragone da me fatto ( e che affonda le radici nella vasta letteratura di una disciplina chiamata sociologia urbana) era incentrato sulle dinamiche sociali (non sulla storia o sul prestigio nel panorama internazionale) da prendere come spunto.
@Del Bianco
Lei introduce ulteriori interessanti aspetti sociologici, ma non sembra prendere in considerazione il diverso modo di vivere la città che è radicalmente cambiato negli ultimi 30 anni.
25-30 anni fa Macerata era il centro della Provicnia e su Macerata gravitavano, giornalmente, centinaia se non migliaia persone (dai paesi intorno) che oggi invece si recano altrove.
Prima gli stessi maceratesi erano “costretti” a restare in città (poichè non c’era tutta la mobilità che c’è oggi), mentre oggi anche i maceratesi, al pari dei cittadini delle città intorno a Macerata, escono dalle mura e vanno altrove.
E non è solo questione di “proposte” ma del fatto che 20 anni fa i locali (e molti negozi con beni medio-alti) erano pochi e soprattutto concentrati su Macerata.
Oggi ci saranno 150 locali (ma credo siano anche di più) “ritrovo” in Provincia ed anche i negozi (che venfono le stesse cose che si vendono a Macerata, quasi sempre a prezzi inferiori) li trovi un pò dapertutto.
Quindi (assieme a molte altre considerazioni da fare: politiche, economiche e sociali) un punto centrale è, a mio modestissimo avviso, che non è solo il “forestiero” che non viene più a Macerata, ma è anche “l’indigeno” che va fuori.
Rispondo a Cerasi,
noi potremmo riempire pagine e pagine di teorie sociologiche e microeconomiche sugli usi nel tempo degli spazi della città di Macerata…la questione, a mio avviso, si colloca nella scelta tra le seguenti opzioni:
1.osservare senza fare nulla la desertificazione del centro e delle altre zone di Macerata,
2. chiedere interventi precisi e puntuali e condivisi con la comunità affinchè anche le suddette zone possano assumere una propria dignità.
E’ solo una questione di scelta…
Caro Del Bianco, il fatto è che si parla sempre e solo degli ostacoli (o pseudo tali) al commercio nel centro storico (parcheggi, telecamere) e non si dice mai che se la gente va a comprare non dico a NY ma anche a Piediripa o Civitanova (quanti outlet ci sono là? E non bisogna prendere una low cost) FORSE hanno anche loro delle responsabilità. Io non sto a farmi prendere in giro da qualcuno che, siccome ha il negozio in centro vende a prezzi fuori mercato. Ma credo che anche chi abbia le disponibilità finanziare, non sia disposto a farsi prendere in giro…
Su ex Upim, Bankitalia, Venanzetti credo che il Comune abbia responsabilità limitate. Sul prolungarsi dei lavori in via Gramsci si che si può discutere, ma anche lì le strade c’è da rifarle, davanti ai carabinieri non si transitava più perché c’erano dei crateri, non delle buche, e i sampietrini erano letteralmente scollati dal terreno.
Ma ovviamente la colpa è della mancanza degli “eventi”…
Dott. Ciccarelli,
cortesemente non nascondiamo dietro un dito l’inettitudine delle amministrazione (passate e presenti) comunali…sempre il solito gioco (che ai politici maceratesi piace molto) del passaggio di competenze o di responsabilità…perchè il nessuna amministrazione comunale di Macerata non ha mostrato interesse negli anni a conoscere le tendenze, i gusti e le volontà dei maceratesi e a realizzare, sulla base di queste ultime, eventi ed appuntamenti in grado di riportare i maceratesi per le strade? Si figuri che nessuno si è mai interessato dell’annosa diatriba tra i residenti del centro e i locali presenti con questi ultimi costretti a combattere ogni giorno con residenti (giustamente) incazzati per gli schiamazzi e a spendere soldi per l’insonorizzazione dei locali…
Ribadisco quanto detto con due esempi molto semplici: 1.
per quanto mi riguarda i negozi del centro possono vendere capi di abbigliamento a prezzi stratosferici, ma se viene organizzata un’iniziativa di musica dal vivo o una rappresentazione teatrale all’aperto di certo non sarà il prezzo dei suddetti capi di abbigliamento a tenermi chiuso in casa….
2. pensi alla festa di San Giuliano…i parcheggi non ci sono, la gente è costretta a parcheggiare l’auto in zone molto distanti dal centro eppure nessuno di noi rinuncia alla passeggiata…e non mi sembra che in quei giorni i commercianti del centro adottino tariffe ridotte particolari…
Poi per quanto riguarda le strade e i parcheggi sono in accordo con Lei…migliore è la qualità del servizio, numerosi saranno i cittadini invogliati a partecipare ad un evento o a vivere la città…
Potrebbe essere sterile la ricerca del responsabile principale per la situazione in cui si trova il centro cittadino . C’è stato , ancora c’è , un trend socio economico che ha creato le condizioni d base . Sarebbe successo ugualmente anche se avessimo avuto una classe politica più consapevole e preveggente e degli operatori economici più attenti ai cambiamenti di mercato e più capaci di rispondere con l’innovazione delle formule di vendita . Sarebbe stato meno intenso , ma sarebbe successo. Quello che vorrei dire rispetto alle vostre considerazioni è che esse in fondo mi sembrano rimanere sullo stesso “terreno di gioco” che ha determinato la perdita di competitività (in fondo è questo) dei centri cittadini rispetto ai centri commerciali, agli outlet alle villette a schiera delle periferia. Mi riferisco ad una logica “solo commerciale” (possiamo anche dire solo consumistica) del nostro stile di vita . Per cui tutto viene organizzato in funzione dei consumi , della loro quantità , e non della qualità delle esperienze, delle relazioni fra le persone . Su questo terreno oggi un centro cittadino perderà sempre nei confronti di un centro commerciale o di un outlet , che sono concepiti e costruiti proprio per questo scopo , per far consumare . I centri cittadini , grazie a dio, una volta erano costruiti per far vivere bene le persone ! E allora non misuriamo la vitalità di un centro cittadino basandoci su quanti negozi di abbigliamento ci sono (ma quanti ne servono realmente ?) . Valutiamo invece soprattutto le persone che ci vivono , quelle che ci lavorano , i momenti di svago che ci sono e gli spazi culturali . Sono questi i parametri su cui dobbiamo “rivitalizzare” i centri cittadini . E allora vedrete che la competizione con il centro commerciale non si pone nemmeno !
Dopo aver letto l’articolo e i vari interventi, mi sento di condividere le posizioni di Cerasi e di Ciccarelli: il problema dello svuotamento del centro storico è un problema innanzitutto di mutamento di costume.. Prima Macerata era il fulcro della provincia, ora non più.. I centri commerciali, le multisale.. fino a 15-20 anni fa non c’erano, ora sì.. Prima per comprare anche solo un paio di occhiali eri costretto a venire a Macerata, ora no!
Sono cambiate le condizioni sociali e, contemporaneamente le mentalità.. Prima nelle località di mare si andava d’estate.. ora tutti i sabati dell’anno. Sempre più spesso mi capita di sentire persone che vanno a fare compere a Riccione, o a Roma durante i saldi.. Ogni famiglia ha almeno 2 auto e fare 2 o 3 ore di macchina non preoccupa più nessuno.
Per quanto riguarda la festa di S. Giuliano, so per certo che moltissime persone della provincia (e forse anche qualche maceratese) non vi partecipano più da anni e non solo per la mancanza di parcheggi.. Anche le fiere, ormai, sono tutte uguali, non c’è più nulla di caratteristico…
Alla base di tutto c’è un cambiamento di costume !!
e allora facciamo una bella cosa: dato che, I COSTUMI SONO CAMBIATI, noi rimaniamo sempre uguali, non proviamo ad evolvere, a migliorare…anche solo a cambiare il luogo dove viviamo. Continuiamo a chiudere gli occhi, a ragionare per teorie obsolete e lamentarci che tutto va male…come le piante del deserto…aspettiamo le prossime elezioni per farci illudere da qualcuno che il posto dove viviamo non è poi così male e che lui è l’uomo giusto per la rinascita di macerata…e così via fino all’infinito…
il centro è vuoto: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
i negozi chiudono: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
a macerata non c’è un posto per i ragazzi, un centro ricreativo, una discoteca: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
un solo campo da calcetto al coperto?: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
il consumo di droghe e di alcool aumenta: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
le iniziative culturali effettuate si contano sulle dita di una mano: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
a san giuliano la gente preferisce stare a casa perchè le inziative sono le stesse da molti anni…invece di proporre qualcosa di nuovo…chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
le zone in degrado ed insicure si moltiplicano: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
le politiche effettuate sono implementate senza alcun coinvolgimento da parte della comunità maceratese: chi se ne frega, tanto i costumi sono cambiati….
Non solo una politica stagnante e priva di idee innovative sta massacrando la nostra città, ma altresì l’inettitudine di chi si paralizza davanti all’inevitabile mutamento degli eventi e di chi non è in grado di reagire di fronte ai fenomeni in evoluzione.
Caro Taj Mahal,
dovrei darti ragione se non mi spostassi spesso e volentieri in centri analoghi al nostro, sia marchigiano che umbro o abruzzese, e non potessi così verificare che è una grande sciocchezza, quella di affermare che è mutato un costume. Prima che mutasse il costume, vorrei ricordare che i residenti del centro sono stati tutti incoraggiati ad andarsene, a fronte di affitti salatissimi che, scoraggiando la residenzialità stabile, avvantaggiavano quella temporanea degli studenti universitari. Contemporaneamente, l’Ateneo provvedeva ad acquistare i palazzi nobiliari e non solo, perché pareva dovesse tramutarsi nell’Università de La Sapienza (altrimenti non ci si spiega che se ne faceva, di tutti quelli che andava comprando). E questa fu la prima duplice brillantissima mossa: diciamo che eravamo nel tempo delle amministrazioni dei beati Carli (Cingolani e Ballesi).
Poi venne la Giunta Maulo, che da moltissimi viene ricordata per l’assoluto rigore nella chiusura del centro alle automobili. Ricordo benissimo la Piazza deserta, simile a un set cinematografico dismesso: un museo a cielo aperto, ma senza visitatori. Né stranieri né tanto meno del posto. Perché – giova ricordarlo… – a differenza di altre cittadine (come ad esempio Fermo) qui non c’erano parcheggi né ascensori, né altri tipi di attracchi.
Poi venne la Giunta Menghi, che riaprì a furor di popolo (e di commercianti) il traffico in centro (e probabilmente l’argomento contribuì a farle vincere le elezioni); sappiamo bene, però, come è andata.
Quindi è stata la volta del decennale Meschini: mi hanno chiesto che avessi contro la sua giunta, e io ho risposto. Limitandomi, per farla breve, proprio ai disagi del centro (con le disconnessioni mostruose del pavè, i negozi che chiudono e non riaprono, gli ascensori che non funzionano di domenica e dopocena, etc.).
E si badi che io non sono un maceratese che odia la sua città: anzi, la amo da impazzire. Ma soprattutto amo la sua gente, la sua lingua, le sue bellissime tradizioni popolari, i vizi, tutto. Vorrei allora che proprio la nostra gente si riappropriasse della sua città, delle sue case antiche, della sua vita. Sono certo che sarebbe sufficiente per riattivare la circolazione del sangue: valga la metafora per indicare i negozi, gli uffici, le occasioni.
@Del Bianco
Quando si considerano i mutamenti sociali e si cerca di analizzarli non si può prescindre, a mio giudizio, dalla questione che determinate modifiche hanno inciso ben più di altre.
La disponibilità a muoversi, anche dei maceratesi, 20 anni fa non c’era e semmai i politici di allora (cioè il 90% di coloro che sono in giro ancora adesso -purtroppo-) avrebbero dovuto affrontare la situazione ALLORA e non certo aspettare che la situazione diventasse irreversibile.
Quindi sicuramente il parcehggio sotto rampa Zara avrebbe aiutato.
Ma non è solo colpa dei politici (anche se spesso questi arrivano a comprendere le cose sempre dopo gli spari) se Macerata si è svuotata.
Ed oggi si potrebbero organizzare 100 San Giuliano ma questo non significherebbe che, automaticamente, poi gli “stranieri” tornerebbero ancora a Macerata gli altri 200 giorni dell’anno quando non c’è nulla.
E poi organizzare, creare, progettare, pianificare, programmare 100 iniziative significa anche fare i conti con i costi, con eventuali ritorni economici.
Invece spesso si straparla di fare questo e quello, ma mai nessuno poi (nella sua personalissima ricetta per trovare la soluzione) dice anche quanto questo costerebbe alla collettività.
Oramai anche gli “indigeni” spesso vanno fuori Macerata poichè sono cambiate le condizioni sociaoeconomiche.
Pertanto, a mio modestissimo avviso, oggi si dovrebbe imaginare la città non come sarà tra 5 ani ma come potrà essere tra 20 poichè se prevediamo un progetto di “rinascita” a breve termine tra quanto si analizzerà, si organizzerà, si progetterà si rischia di avere tra 10 anni un progetto che sarà realizzato già vecchio… Ma questo è il male dell’Italia.
Si progetta guardando all’oggi e quando il progetto, domani, diventerà operativo sarà sempre in ritardo rispetto alla situazione.
Per Del Bianco: nessuno dice che un malato debba essere ucciso, ma impossibile pensare che possa tornare al suo massimo vigore!! Che le piaccia o no il cambiamento di costume c’è!! Fino a 15 anni fa il sabato in via dei velini era un quarto d’ora di fila per salire a Macerata, ora, anche prima della strada di scorrimento, la fila non esiste proprio!!
Circa 4 anni fa, andai a vedere un fim al cinema Cairoli di domenica pomeriggio ed eravamo 5 spettatori…!! (già aperta la multisala di Piediripa) Durante la pausa tra il primo ed il secondo tempo, uno degli spettatori fece la seguente riflessione: “prima si veniva a Macerata.. si faceva una passeggiata lungo il corso e si andava al cinema.. Ora multisala a Piediripa, ristorante e centrocommerciale lì di fianco.. consumismo” Non sto dicendo che la realtà di oggi sia giusta e che il centro storico vada annientato, ma non tornerà mai quello di 15-20 anni fa delle vasche lungo il corso!!
Per Davoli: le responsabilità di chi ha amministrato Macerata ci sono tutte.. Ho conseguito la laurea a Macerata, so perfettamente ciò che l’Università ha comprato e che i residenti del centro storico sono stati incoraggiati ad abbandonarlo. Ricordo la giunta Maulo che ha chiuso il centro e che questa chiusura danneggiò fortemente l’allora nuovissimo Bar Simoncini (oggi chiuso, come riportato da CM), ma che le piaccia o no c’è dell’altro da dire.. Oltre a quanto ho già detto sopra, vorrei aggiungere che molte attività storiche di MC sono destinate a chiudere per mancanza di successori. Prima i figli dei commercianti erano praticamente destinati a fare i commercianti, i figli dei baristi, idem! Oggi non è più così!
@Davoli
I figli dei residenti in Centro (quando “tirava” ristrutturare ed affittare -spesso in nero-agli studenti) se potevano ristrutturavano e si spostavano in abitazioni più moderne; se non avevano i soldi per ristrutturare vendevano a chi avrebe ristrutturato (e si spostavano comunque in abitazioni migliori).
In centro sono rimasti “i vecchi”, coloro che erano nati e cresciuti in Centro, coloro che non volevano spostarsi per mille motivi (anche economici: magari restavao in una vecchia casa perchè aiutavano i figli ad acquistarne una nuova).
Ed è ovvio che se a 15 chilometri hai Macerata e 30 il mare è ben differente se hai 15 chilometri Perugia e il mare a 150.
Quindi sarà più facile che uno di Treia, con l’aumentata moblità, vada al mare piuttosto che uno di Gubbio che ha piùà facilità di arrivare a Perugia piutosto che arrivare a Ancona o Pescara.
Inoltre se vivi in montagna (guarda il caso di Camerino) con strade non proprio agevoli è più facile che gli “straneri” delle città intorno facciano meta nella città più grande vicina piuttosto, che scendere a valle al mare.
Ma comunque oggi c’è più mobilità e la gente si sposta di più.
Non voler comprendere che, tra i tanti motivi, questo è molto probabilmente il maggiore è a mio avviso errato
Caro Davoli,
hai perfettamente ragione. Mauro blindava e la Menghi sblindava il centro. Poi è arrivato Meschini che ogni qualvolta interveniva parlava di Sferisterio e Palazzo Buonaccorsi. E che dire del restauro incompiuto della neviera sotto piazza Vittorio Veneto danneggiata dal sisma? o degli anni persi dietro ad uno stupido orologio a cucù da rinstallare sulla torre civica a posto della lapide a Vittorio Emanuele II?
Magari si è perso del tempo, dietro ai pupi dell’orologio, anche per la stupidità di qualche suo collega….
Rispondo al dott.Taj Mahal: se il postulato da lei enunciato fosse vero gli ospedali e i centri di cura e di riabilitazione potrebbero chiudere domani mattina…quindi se io mi prendo la febbre domani che faccio? non mi curo perchè tanto so che il mal di gola, il raffreddore non passarenno più e la temperatura rimarrà alta vitanaturaldurante???
Come ho ribadito prima i mutamenti sociali sono una parte integrante della nostra esistenza e sarabbe stupido non affrontarli…Lei riporta l’esempio del cinema cairoli: si tratta di un ottimo esempio di mutamento sociale, di cambiamento di tendenza dei cittadini…perchè i maceratesi hanno deciso di punto in bianco di andare alla multisala anzichè al cairoli? forse perchè là c’era un’alternativa, qualcosa per cui valesse la pena prendere la macchina e muoversi…una più ampia scelta di film, ampio parcheggio etc etc…è proprio la mancanza di alternative che io contesto a macerata. Lo sa perchè molti ragazzi il week end prendono la macchina e se ne vanno lungo la costa?…penso di saperla molto bene la risposta: perchè a macerata non c’è nulla e non si tratta dei prezzi alti dei commercianti o di nuove generazioni che non si accontentano…
provi ancora a rispondere: perchè dovrei venire a macerata se non ho delle buone motivazioni?non ci sono locali e quelli che ci sono offrono le stesse cose da secoli e non si distinguono certo per originalità dell’offerta…si faccia un giro nel week end per il corso di macerata e poi faccia un salto lungo il corso di civitanova?non mi sembra che i negozianti civitanovesi regalino i propri capi di abbigliamento…
la gente deve essere incentivata a venire a macerata…se un esercizio commerciale chiude, molto probabilmente la risposta risiede nella capacità del proprio gestore…non diamo sempre la colpa a fattori esogeni…come Le dicevo in uno dei precedenti interventi se ci fosse una bella iniziativa, un concerto, un dibattito, un qualcosa io un giretto per il centro me lo farei anche non potendo comprare una spilla…e Lei?
…la nostra amministrazione comunale dovrebbe prendere coscienza di tale tematica non solo nel periodo di campagna elettorale…
Rispondo ora a Cerasi: sulla progettualità a lungo termine sono in accordo con Lei, ma fino ad un certo punto nella misura in cui il termine non deve essere troppo lungo da goderne i benefici…riportare i maceratasi nelle piazze non significa organizzare 100 san giuliano in quando sarebbe uno spreco inutile di denaro.
Ma spiego quanto detto in precedenza: nessuno ha mai fatto una ricerca qualitativa sui maceratesi…ma i maceratesi, sulla questione del centro cosa ne pensano?i giovani e meno giovani sulla questione della mancanza di locali o di alternative cosa ne pensano?iniziamo dal capire tali tendenze, tali mutamenti sociali e poi cominciamo a riflettere…potremmo pure organizzare 100 san giuliano, se ai maceratesi piacesse uno solo rischieremmo di fallire clamorosamente…
il dibattito sulla macerata di 20-30 anni fa è utile, ma va fatto una sola volta…se si abusa nel raccontare la storia dei fatti e dei mutamenti che hanno coinvolto il nostro territorio si rischia di paralizzarsi nel momento in cui si devono affrontare e risolvere i problemi…
scusatemi, e qui mi rivolgo a tutti, ma a mio avviso è con la conoscenza che si risolvono i problemi…e forse noi maceratesi abituati a decisioni prese da altri siamo ancora poco abituati alla concertazione, alla partecipazione…
@Del Bianco
Come dicevo sopra certamente non ci sono solo i mutamenti sociali.
C’è anche una classe politica (tutta) che se ne è fregata.
Ci sono i proprietari dei negozi, ancora fermi a 30 anni fa quando il Centro cittadino “tirava”, che per 70 mq chiedono anche € 2.500 al mese.
Ci sono i maceratesi che non vedendo nulla cambiare si sono accodati a quanto capitava intorno a loro ed oggi “vanno fuori”.
Però se vogliamo sindacacare più approfonditamente la situazione bisogna anche tener conto che tanti amceratesi se ne sono latamente fregati della loro città in quanto “andava bene così” qualsiasi cosa accadesse, qualsiasi decisione politica si fosse presa.
Questo perchè forse essendo impiegatizia (e spesso legata alla strututra statale/parastatale) mediamente il maceratese stava economicamente bene e, al maceratese, andava bene un certo mortorio (città tranquilla, poca delinquenza, ufficialmente niente prostituzione, nessuno scossone politico, nessuna idea rivoluzionaria o troppo innovativa) in quanto nulla cambiava e questo dava sicurezza, forniva certezze, dava tranquillità….
Sono un mago.
Tempo fa dissi che la politica disastrosa della sinistra porterà all’abbandono del centro storico, a meno che di liberalizzazioni di orari parcheggi e licenze a go go per un rilancio del centro storico.
Detto fatto, aspettiamo che chiuda tutto il resto ora poi facciamoci le nostre belle riflessioni…
@ Cerasi e Gabor
L’orologio a cucù non è stupido proprio per niente. Lo diventa in una città amministrata da gente che per dieci anni manda in malora il proprio centro storico. Risulta quindi ovvio che, invece del meccanismo dei pupi, prima bisogna rimettere in sesto il pavè; anziché piazzare l’inutile semaforo al cimitero (per non perdere il finanziamento ad esso relativo) lo si poteva mettere in Piazza Garibaldi per ovviare alle barriere architettoniche dei sottopassi (ma figuriamoci se potevano pensarci, loro che ristrutturano la Galleria del Commercio e mantengono impraticabile il piano di mezzo a chi non usa le gambe…); e così via per tutte le altre magagne legate più alla trascuratezza e alla superficialità che non a massimi sistemi.
Come sempre, arriva la barzelletta dei soldi che non ci sono: vorrei che qualcuno si prendesse la briga di verificare a quanto ammontano i cachet di taluni incarichi.
E giù le mani dal meccanismo dei Magi (non dei Pupi).
@Davoli
La tua visione è viziata da una tua distorsione di fondo.
Tu vedi una situazione particolare e tendi a generalizzarla come se fosse una situazione che riguarda tutti.
Se non ti rendi conto che, le amministrazioni passate, sul declino del Centro Storico maceratese hanno contribuito poco non hai chiaro quale sa il problema.
Come non hai chiaro quale sia il problema, per ogni ammistrazione, fare i conti con i costi e ricavi.
Se una cosa coinvolge 10.000 persone a lungo è un conto, se ne coinvolge 100 è un’altro e siccome non ci sono finanziamenti per fare tutto è ovvio che governre significa fare delle scelte e le scelte, inevitabilmente, vanno a favorire il nucleo più numeroso.
Ecco perchè ci sono in tutta Italia migliaia di campi di calcio, spot praticato dalla grandissima magioranza dei giovani e ce ne sono di meno di football americano o di equitazione.
Quindi è scontato che, se per ipotesi, il Comune potesse investire milioni e milioni di euro all’anno -per lo sport- in larga parte sarebbero impiegati sugli impianti sportivi per il pallone, non certo per campi da golf a 18 buche (pur essendo questo stto uno sport olimpionico nel 1900 e nel 1904)
Rispondo a Cerasi: sono in accordo con Lei su ciò che ha scritto, ma a mio avviso non ci si può fermare a sindacare o a constatare la situazione di fatto…bisogna fare un passo ulteriore: bisogna evolvere, tendere verso il miglioramento, cambiare…dire che i maceratesi sono pigri o provinciali non serve a giustificare l’inettitudine dei nostri politici, nè un centro storico in decadimento o una città in declino…
…dobbiamo cambiare lo stato delle cose se non vogliamo rimanere invischiati in una politica stagnante…
..e tutte le promesse fatte in campagna elettorale?sembra un documentario di super quark: nel periodo tra due tornate elettorali il politico maceratese, come molti mammiferi, riduce le proprie funzioni vitali cadendo in uno stato di assopimento totale che gli impedisce qualsiasi attività, per poi riprendere vigore nel periodo di campagna elettorale dove si contraddistingue per la forza esercita nell’esposizione delle proprie idee e nell’attacco dei propri nemici. Proprio questo spreco enorme di energie fa sì che, una volta terminata la campagna elettorale, il nostro politico maceratese ritorni nello stato di letargo…
…mi si perdoni la facile ironia…
Caro Davoli,
credo che sarà dura rimuovere la lapide del Lanna proprio ora che sta montando la retorica risorgimenntale. Comunque suggerirei di installare l’effimero automa con la copia delle statuine della Madonna con bambino e Magi dove non ci sono punti di riferimento. Non sarebbe meglio delocalizzare l’istallazione in una nuova torre per riqualificare una periferia anonima o una della frazioni?
In sintesi . La situazione attuale è causata da
– evoluzioni socio economiche generali ,
– scelte locali che hanno rafforzato queste tendenze piuttosto che contrastarle
– difficoltà (o incapacità vedete voi) di realizzare un diverso “posizionamento” della città e soprattutto del suo centro .
A questo punto è evidente che bisogna però passare da una analisi (che serve, ma non può essere infinita) alla azione che spetta certo al governo della città, ai politici e alle forze sociali . Come si può contribuire a dare una mossa alla situzione partendo anche da questo spazio di dialogo e confronto ? Perchè non si pensa ad un forum in cui chiamare alla partecipazione anche chi può poi dare il via a idee e progetti che danno il loro frutto ? O magari ad altre iniziative che allargano la base della discussione ? Tanto per passare dalle parole ai fatti , eterno problema di noi italiani
@Del Bianco
In quello che lei dice io vedo 2 problemi.
Un tavolo di concertazione diventa molto diffiicle, anche perchè sarebbe complicato mettere assieme diversi soggetti (commercianti, residenti, giovani) con idee talvolta dialmetralemente opposte.
C’è poi un secondo aspetto -legato al primo- ancora più difficile da superare.
Forti del (presunto) consenso elettorale i politici ritengono (ache se non lo dicono apertamente per non essere tacciat di superbia) di essere loro i migliori, gli unici,i soli nel valutare le cose, trovare soluzioni ed indicare la retta via….
Quindi casomai avvenga che i cittadni riescano a trovare una soluzione mica è finita li.
Se questa proposta non è stata partorita da qualche politico (o,peggio, se qualche politico non riesce a tterci il cappello sopra) essa è -automaticamente- sbagliata in quanto il politico manca di umiltà (e credo talvolta intelligenza) per ammettere che a volte anche l cittadino qualsiasi può essere più lungimirante, più tecnico, perfino più capace di lui.
Ecco perchè, spesso, il politico si muove solo quando “costretto”.
E si muove non tanto perchè creda fermamente nell’idea proposta (anzi questo è un aspetto secondario) ma lo fa per convenienza, per non perdere voti, perchè la proposta è avversata da chi milita nello schieramento opposto, ecc.
Rispondo a Cerasi: in ciò che Lei dice vedo due NON problemi…:-)
1. non si tratte di realizzare un tavolo di concertazione o di trovare una soluzione nella pubblica piazza come nella polis greca, quanto piuttosto di realizzare un quadro della situazione attraverso una ricerca qualitativa su cui poi impostare le eventuali strategie o politiche proposte dagli stessi cittadini…è ovvio poi, che a fronte di una maggioranza di cittadini che vengono accontentati, esisterà sempre una mininoranza che non accetterà le modifiche fatte…si tratta ad ogni modo modo di tutelare suddetta minoranza e di prevedere in modo scientifico le gli effetti delle perversi delle modifiche introdotte!…Mi scusi, ma Lei come pretende di fare politica riuscendo ad accontentare tutte le volontà e le richieste dei cittadini? Se fosse in grado di riuscire in questa imprese beh mi permetterei di consigliarle un ruolo politico di rilievo…:-)
2. se un politico non è in grado di fare il proprio mestiere, è un mio problema nella misura in cui ho la capacità (diritto di voto) di investirlo del potere di rappresentarmi in sede pubblica, attraverso l’esercizio del mandato…
io credo che spetti a noi cittadini in prima linea dare uno scossone alle forze politche ottuse, pigre calcolatrici, ed investiti di un potere divino che non gli appartiene e che li fa sentire al di sopra di coloro ai quali hanno estorto un voto…
@ Cerasi
Visto che l’abbattimento delle barriere architettoniche è un fatto che consideri quasi privato, o comunque minoritario rispetto alle esigenze cittadine, come consideri gli emolumenti milionari per consulenti graditi al Palazzo?
@Davoli
Non lo considero un fatto privato, se tu che da una situazione particolare la trasformi in una situazione generale e quindi, dal tuo punto di vista, in cima ai compiti dell’Amministrazione….. Solo che non è così.
Se si dovsse scegliere come impiegare soldi tra il rifare il manto stradale di molte vie o fare qualche scivolo nei sottopassi la gran parte dei finanziamenti andrebbe al manto stradale…
E non perchè l’amministrazione è insensibile, cinica, menefreghista o perchè considera alcuni cittadini di serie A ed altri di B….. Ma solo perchè è un fatto di priorità generale: quanti vanno in auto? come si sposta la gran parte delle merci che arrivano a Macerata? quanto è pericolosa una strada ad alto traffico dissestata?
Quindi va da se che la maggior parte dei finanziamenti andrebbero alle strade e solo una piccola parte andrebbe agli scivoli, anche perchè, come ti avevo detto molto tempo fa, fare degli scivoli sui sottopassi già eistenti molto probabilmente costerebbe un occhio della testa perchè dovrebbero variare la pendenza, dovrebbero ricalcolare tutto, magari dovrebbero essere anche allargati gli ingressi….
@Del Bianco
Io non pretendo di avere la soluzione per accontentare tutti, ci mancherebbe, abbiamo già il diversamente alto che sono 15 che dice che ci pensa lui….
Quando si parla di fare il bene comune io lo intendo che si devono fare gli interessi generali: più questi interessi sono collettivi (cioè che coinvolgono un gran numero di persone) e meglio è.
Sull’idea della ricerca quantitativa mi trova perfettamente d’accordo.
Però, avendo bazzicato un pò la politica maceratese, (A) i risultati cercheranno di essere piegati alle personali volontà dei politici (B) fare questa indagine toglierebbe potere alla classe politica maceratese che, preferirebbe, suicidarsi piuttosto che ascoltare i cittadini (se non ipocritamente sotto campagna elettorale)
Rispondo a Del Bianco, anche se in ritardo:
per quanto riguarda la mancanza di iniziative, nessuno ha detto che non si debba migliorare…
Quando paragonavo la città ad un malato, la malattia che sottointendevo non era certo un raffreddore o una febbre alta.. pensavo fosse chiaro..
Tutti auspicano un rinnovamento, un riattivismo, i quali, se si verificheranno concretamente, porteranno sicuramente gente in centro.. L’errore (che secondo me, forse erroneamente, trapela dai molti interventi di cui sopra) sarebbe quello di pensare che Macerata possa tornare ad essere il fulcro della provincia. Anni fa la vita di una qualsiasi persona ruotava attorno a poche cose, oggi si è dispersi intorno a 1000 cose. Questo per dire che una città come Macerata priva di permanenti punti di interesse (non è Roma-museo vivente, o, nel piccolo, Assisi con la Basilica di S. Francesco e gli affreschi di Giotto) può organizzare quanti eventi vuole, ma difficilmente incontrerà una partecipazione costante, almeno a lungo tempo.
@Taj Mahal
“Permanenti punti di interesse” se non ci sono stati lasciati dai progenitori (come a Roma o Assisi, tanto per rimanere agli esempi riportati) non è detto che non si possano creare. A livello commerciale, ad esmpio, non si potrebbero invitare alcune importanti “griffe” ad aprire outlet a Macerata, offrendo loro locali in centro ad un “prezzo politico”? Si pensi cosa potrebbe diventare il centro se aprisse un punto vendita della Tod’s o di Prada! Oppure eventi culturali ricorrenti che attraggano visitatori durante gran parte dell’anno, magari nei locali di palazzo Buonaccorsi. Da solo lo Sferisterio, con 10 giorni l’anno di spettacolo non basta. Quanti sanno che Menotti, il patron del Festival di Spoleto, prima della cittadina umbra, aveva proposto a Macerata di ospitare i suoi spettacoli e che gli fu gentilmente risposto che la cosa non interessava?
Adesso il problema è che non ci sono le strutture nè per la viabilità nè per i parcheggi. Dal dopoguerra ad oggi nessuno ha mai voluto (saputo?) pensare a collegamenti diretti con i fondovalle. Un tentativo era stato fatto con la strada nord “di Longarini” che avrebbe collegato Macerata con la (prevista) superstrada. Ma sappiamo com’è finita. Ancona una (super) strada “Longarini ha saputo portarla a termine; a Macerata sui manufatti già costruiti ci facciamo crescere rovi ed ortiche. Però ci domandiamo perchè il centro langue. Chi ci apre un’attività per vendere prodotti che si trovano ovunque, spesso a prezzi più ragionevoli, di sicuro in esercizi commerciali di più facile raggiungimento? Ci fosse almeno un servizio di navette con Piediripa, già qualcosa si potrebbe muovere, ma sono sicuro si direbbe che non conviene. Forse in termini economici all’inizio non converrà ma una volta preso piede diverrà anche una risorsa. Già da subito si apprezzerebbe il minor afflusso di auto, quindi meno inquinamento (e già questo da solo giustificherebbe la scelta) e più parcheggi liberi, quindi si eviterebbe la necessità di crearne altri a ridosso della citta (e anche questo sarebbe un altro risparmio).
In questa discussione sono d’accordo con Del Bianco. Un’analisi un po’ meno superficiale piuttosto che dire “i costumi sono cambiati” porterebbe ad identificare la città e quindi il suo centro storico come luogo necessario e funzionale per ogni singolo cittadino. Il significato della città è proprio quello di rispondere alle esigenze e necessità di chi vi abita.
Nel caso di Macerata e del suo centro abbiamo:
1) commercianti scontenti
2) studenti scontenti
3) residenti scontenti
4) giovani scontenti
5) credo che anche coloro che lasciano i propri locali sfitti siano scontenti
In pratica basta poco per comprendere come il nucleo urbano non sia assolutamente progettato per i suoi utenti e non svolga nessuna delle funzioni ad esso assegnate.
Contromisure:
1) Triplicare le tasse a tutti coloro che posseggono stabili e li lasciano sfitti. Questo atteggiamento significa ledere l’intera comunità, per un proprietario deve essere più conveniente “affittare” gratuitamente lo stabile piuttosto che lasciarlo sfitto. Ciò contribuirebbe ad un generale abbassamento dei prezzi di locazione.
2) Esproprio per locali che dopo tot anni non hanno ancora una destinazione d’uso. La proprietà non deve essere mera speculazione ma deve avere anche una funzione sociale, a maggior ragione per il centro storico di una città. (se non affitti o non utilizzi socialmente lo spazio perdi la sua proprietà).
3) Parcheggio gratuito (ance in via mugnoz) per chiunque faccia più di 15/20 euro di spesa. Buoni parcheggio per chi spende soldi in centro.
4) Visto che gli studenti fuori sede portano soldi alla città si deve loro concedere la possibilità di essere fruitori e artefici della città. Ogni città universitaria che si rispetti (Bologna, Urbino, Perugia ecc.) ha una piazza dove gli studenti possono bere, chiacchierare e suonare una chitarra. Suggerisco la nuova piazza davanti al Maracuja in quanto scarsamente abitata.
5) Se le feste degli studenti sporcano un po’ la città basta assoldare una squadra di spazzini che all’alba si incarichino di ripulire come in ogni città d’Italia. Si creano anche 20 posti lavoro.
6) i cinema vanno trasformati. Se il multiplex è l’ideale per vedere un film da Blockbuster il cinema corso per esempio può essere benissimo trasformato in una cineteca stile Cinema Lumiere di Bologna dove proiettare film d’epoca e retrospettive su generi e registi. 3 euro a ingresso 18 euro tessera mensile 10 ingressi. soluzione ottimale. Diventrebbe anche un luogo culturale di proiezioni varie (ad esempio esposizioni o film cinesi per l’anniversario di Matteo Ricci…)
7) Propongo un palco semifisso in qualche piazza dove chiunque abbia delle vene artistiche, letterarie ecc. possa esibirsi, basta fare una lista on line dove poter prenotare lo spazio, costi per il comune quasi zero.
8)Il giardinetto non va toccato, deve essere rivitalizzato e considerato pratimonio storico della città al pari di un ritrovamento archeologico. Cosa avviene se si trova un reperto in un campo? il proprietario del campo ne diventa proprietario? non credo proprio. Quindi mi dispiace tanto per chi gli eredi del Marchese Costa, ma credo che potranno avere la cena sul tavolo lo stesso…
9) infine feste, feste e feste: festa dei bambini, feste dello sport, festa della musica, degli artisti, dei cinesi, del cibo, dei vari gruppi di immigrati presenti nella città, festa antirazzista, ecc. ecc. Almeno una festa al mese se non tutti i fine settimana, tutte sotto un nome di iniziative comune tipo “Macerata Rivive” o qualcosa del genere. Una città in festa è una città viva e non credo che le persone preferirebbero fare una passeggiata nello squallido centro commerciale di piediripa dove tra l’altro i negozi sono pietosi.
Se le persone che si occupano di queste politiche fossero competenti ed attive Macerata ha tutte le possibilità per diventare una perla nelle marche… se invece ad occuparsene sono talpe e ghiri in letargo che non conoscono altri modelli di città e non sanno dove mettersi le mani per creare un’iniziativa è ora di passare la palla ai più volenterosi (e giovani).