C’era una volta il centro storico

Oltre a Upim e Banca d'Italia chiudono diverse attività. Il Giardinetto a rischio sfratto

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Il Caffè Venanzetti

di Alessandra Pierini

Chiudono il locali del centro a Macerata. Non è però il solito problema delle ferie ferragostane anzi quest’anno in molti hanno deciso di tenere aperto  in agosto  e anche nelle sere, dal clima non troppo estivo, i locali e i bar garantiscono il servizio fino a tardi.

La chiusura sembra piuttosto il sintomo di una malattia cronica che potrebbe portare il centro storico della città a perdere la sua storica identità. Non è stata trovata finora la soluzione per dare una degna destinazione ai locali dell’ex Upim, in passato luogo di attrattiva commerciale e propulsore di iniziative. Sono in molti ad essersi impegnati negli anni a dare una giusta collocazione ai suoi tre piani rimasti vuoti in viale Matteotti, non ultima una cordata di maceratesi, ma alle idee e alle intenzioni non hanno fatto seguito azioni risolutive. Stessa sorte per l’autopalace sul quale, dopo un infelice allestimento nei suoi locali di un negozio di stock e fallimenti, campeggiano da mesi i cartelli affittasi. Sorte simile per la Banca d’Italia che non ha più una sede nella nostra provincia (unica nelle Marche).
Intanto molte sono le attività commerciali che hanno chiuso i battenti, alcune per motivi fisiologici, ad esempio la Drogheria Torinese dei Rega o il negozio di abbigliamento Pietrarelli, i cui titolari ormai avanti con l’età si sono concessi il meritato riposo senza lasciare successori.  Per motivi diversi, ma ha abbassato la saracinesca anche il negozio “Agnetti” alle porte di Corso della Repubblica e i piccioni che sporcavano la vetrina hanno fatto chiudere il negozio Level Eleven che si trovava lungo la stessa via.

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I locali in cui si trovava Agnetti

D’altra parte qualche nuova attività ha rinnovato un po’ l’immagine del centro storico: c’è il negozio “Atmosfere” aperto di recente proprio sotto il loggiato del Palazzo Comunale, il negozio di abbigliamento “Noir” lungo il corso e sempre in Corso della Repubblica è stata inaugurata lo scorso novembre la liberia “Feltrinelli”, la quinta libreria nel giro di pochi metri.
In questi giorni il cartello “chiuso” è apparso anche su un foglio bianco appeso alla porta dello storico caffè Venanzetti. Nulla faceva pensare all’immediata chiusura tanto che sul profilo di Facebook del bar lo scorso 11 luglio è apparso il post “Stiamo preparando la nuova stagione Caffè Venanzetti e stiamo creando un nuovo staff…Vuoi collaborare con noi?!..contattaci”. A distanza di poco più di 15 giorni, invece, il gestore Giuseppe Balestra ha deciso, dopo un solo anno, di non rinnovare la gestione. Il locale, molto elegante e curato, aveva trovato anche una sua nuova dimensione nei giovedì universitari e aveva intercettato nelle serate dedicate agli studenti una popolazione di giovani che nella Galleria del Commercio si sono ritrovati nell’arco dell’anno per ascoltare musica ed incontrarsi. I bene informati sono convinti che a settembre arriverà un nuovo gestore e ci auguriamo che sia davvero così.

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I locali del negozio Level eleven chiuso per la sporcizia dei piccioni

A rischio chiusura anche “Il Giardinetto“, lo storico circolo fondato nel 1873. Giuseppe Garibaldi soggiornò per  mesi a Macerata dove formò la “Legione maceratese” che il 30 aprile 1849 a Roma riportò la storica vittoria di Porta san Pancrazio, in difesa della Repubblica romana. Un avvenimento questo molto importante per il Risorgimento italiano, dedicato da Garibaldi ai maceratesi. I reduci della Legionr maceratese fondarono un circolo garibaldino chiamato “Il Giardinetto” che ormai ha una storia ultracentenaria. L’attuale sede fu donata a “Il Giardinetto” dal Marchese Costa il quale fece inserire nello statuto la dicitura “I Marchesi Costa, a riconoscenza, aderirono  a tale iniziativa, offrendo il locale di loro proprietà ad uso perpetuo
“In qualsiasi giorno- ci dice Marco Sdrubolini, attuale Presidente del circolo – potrebbe arrivare qualcuno che ci obbliga a chiudere. Abbiamo uno sfratto pendente in seguito alla causa contro l’immobiliare che è oggi proprietaria dell’immobile. Il locale è stato donato dal Marchese Costa a “Il Giardinetto”,  i suoi eredi, andando contro la sua volontà, hanno deciso di venderlo. Purtroppo non abbiamo un documento scritto o una firma del marchese che ne attesti il volere e con due guerre in mezzo è anche difficile ritrovare testimonianze.” Così, due anni dopo lo sfratto, “Il Giardinetto” continua ad essere luogo di ritrovo per una ventina di soci,persone affezionate che non hanno alcuna intenzione di rinunciarvi.

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La drogheria Torinese ha chiuso di recente

Nel suo glorioso passato “Il Giardinetto” accoglieva in media almeno una cinquantina di soci con picchi massimi di 160. “Ci sono state epoche – racconta Sdrubolini – in cui bisognava mettersi in lista e attendere la morte di qualche socio per poter entrare. Avevamo anche una vite centenaria ma con i lavori nel cortile di fianco si è seccata e di storico ci rimangono solo i muri. Non ci sono in tutta Italia cantine così antiche e tra l’altro questa, in tanti anni, è rimasta chiusa solo 15 giorni per rifare il tetto. Ci siamo rivolti  alla Sovrintendenza per avere una qualche tutela ma qui di storico ci sono le mura e non è abbastanza. Una volta siamo andati anche in Consiglio Comunale ma il sostegno promesso non si è poi concretizzato.”
Sdrubolini fa riferimento al Consiglio comunale del 27 marzo 2007, quando in un ordine del giorno “fuori sacco” di Alessandro Savi (Comunisti italiani), seguito da un emendamento e dal voto unanime dell’assise l’amministrazione fu invitata “a porre in essere tutto ciò che è nelle sue possibilità per garantire la permanenza della società nella sua storica sede riconoscendone il valore storico, culturale e sociale”.
I consiglieri di allora mostrarono piena solidarietà a “Il Giardinetto” nella battaglia che stava conducendo per continuare ad usufruire del locale di vicolo Monachesi.
Chiuso è anche il vicolo che da Corso della Repubblica, più o meno all’altezza del Pathos, permetterebbe di tagliare per sbucare alla Filarmonica. In questo caso la soluzione è molto più semplice che nelle precedenti, basterebbe solo lasciare aperto il portone per creare un circuito suggestivo e confortevole.

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L'autopalace

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La libreria Feltrinelli in Corso della Repubblica

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Lo statuto de "il Giardinetto"

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Marco Sdrubolini, presidente del "Giardinetto"

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