Un affollatissimo convegno – oltre 130 aziende presenti – si e’ tenuto martedi sera all’hotel Miramare di Civitanova sul tema “Made in Italy e 100% Made in Italy, Origine delle Merci e la “legge Reguzzoni”.
L’incontro, organizzato da Confindustria Macerata e Centro Spedizionieri Doganali, con il contributo della Camera di Commercio di Macerata, ha voluto approfondire le delicata e sentita questione relativa all’origine delle merci e alla protezione del Made in Italy, per cercare di offrire alle aziende un quadro piu’ esaustivo sulle modalità di apposizione del “Made in” e dei marchi sui prodotti ottenuti in Italia ed all’estero.
Aspetti di particolare rilievo, come ha sottolineato Luca Guzzini, Vicepresidente di Confindustria Macerata e delegato per l’internazionalizzazione, per la realtà produttiva locale, variegata e densa di eccellenze che valorizzano il Made in Italy e caratterizzata prevalentemente dalla presenza di PMI, con una propensione all’export superiore alla media nazionale, con punte che arrivano fino all’80%.
Tutela e valorizzazione delle nostre produzione ma anche certezza e chiarezza delle normative, secondo Guzzini, sono aspetti fondamentali per un confronto sereno con il mercato anche in questo momento particolarmente difficile; la legge Reguzzoni, che salvo pronunciamenti della Comunità Europea dovrebbe entrare in vigore ad ottobre, senza i necessari regolamenti attuativi sta ingenerando ulteriore confusione, mettendo in difficoltà le aziende che hanno già in produzione la merce per la prossima stagione e creando disparità a vantaggio dei concorrenti europei
Tra i relatori gli avvocati esperti di diritto internazionale Leonardo Archimi e Marisa Abbatantuoni che hanno tenuto a precisare che la dicitura ”100% Made in Italy” o equivalenti, non puo’ essere registrata come marchio ai sensi del codice della proprietà industriale e che pertanto tale dicitura non puo’ essere monopolizzata da nessuno ai fini di concederne l’utilizzo a società produttive.
L’avvocato Elena Bozza, doganalista e dottore di ricerca in diritto dell’Unione Europea ha approfondito invece le normative relative all’Origine preferenziale ed alle certificazioni Eur1..
Ha coordinato i lavori Cristina Piangatello del Centro spedizionieri Doganali di Civitanova Marche.
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io credo che per tutelare il “made in italy” basti semplicemente specificare la produzione.
Mi spiego, una scarpa fatta in madagascar basta che arrivi in italia senza la soletta od i lacci per essere un semilavorato. In italia si mette semplicemente la soletta od i lacci e diviene un prodotto finito, quindi “made in italy”. Uguale per una camicia, un prodotto estero senza bottoni è un semilavorato, basta mettere i bottoni ed è un made in italy.
Basterebbe obbligare a specificare se il prodotto è interamente prodotto in italia o semplicemente “finito” in italia. Questo porterebbe ad avere un marchio tutelato, meno diffuso e molto più “d’elite”.
Lo dico ovviamente da non addetto, ma confesso di aver voluto approfondire la cosa un po di tempo fa quando mi trovai in un viaggio all’estero, di fronte ad un prodotto in un negozio perfetto “gemello” di un prodotto di una nota marca italiana e marcato “made in italy”. In realtà li veniva prodotto.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
Difendere il Mady in Italia? Basterebbe iniziando con regole precise e certe, come ad esempio: “gli incentivi del governo Italiano solo ai prodotti interamente prodotti in Italia”. Un provvedimento che già da solo potrebbe avere dei buoni risultati. Oggi la cosidetta “rottamazione” si riconosce a tutti (in nome del mito di incentivare il consumo) così un elettrodomestico prodotto chissa dove ottiene gli incentivi (soldi Italiani) con laudi guadagni per i soliti noti alla faccia del Lavoro.
Tonino Quattrini
Ma se il capo del governo ed il suo seguito si muovono solo su Audi, il capo della camera su BMW, come si può sperare che difendano il made in Italy? Abbiamo in Italia la Moto Guzzi che ci invidia tutto il mondo e la nostra Polizia, Carabinieri e Vigili urbani usano solo BMW!
ma forse girano in bmw perchè credo costi di più, tanto i soldi in italia ne abbiamo no?e poi bmw fa tendenza si è più fighi. povera italia