di Alessandra Pierini
I rappresentanti del Comune di Macerata presso enti, aziende e istituzioni, comprese le società partecipate non potranno essere scelti dal Sindaco Romano Carancini nè tra assessori e consiglieri, nè tra loro coniugi e parenti entro il 1° grado nè tra coloro che hanno ricoperto lo stesso incarico per due mandati consecutivi. E’ questo l’esito delle votazioni del Consiglio Comunale di questo pomeriggio e sono anche questi i punti che hanno creato tensione nella maggioranza che si è spaccata nella votazione dei due emendamenti proposti rispettivamente dalla I Commissione e da Michele Lattanzi (Pdci).
Il Consiglio Comunale è iniziato con l’esordio di Deborah Pantana vicepresidente del Consiglio che ha sostituito Romano Mari, arrivato in ritardo, nella parte iniziale. Dopo aver ricordato con un minuto di silenzio Guido Bettucci, recentemente scomparso, si è proseguito con la convalida alla carica di consigliere comunale di Giuliano Meschini del gruppo Italia dei Valori in sostituzione di Ubaldo Urbani, nominato assessore.
Il Presidente del Consiglio Romano Mari ha poi letto la comunicazione di Luciano Borgiani, il quale ha dichiarato di non ritrovarsi nelle intenzioni del Pdci e ha riattivato la Federazione della Sinistra di cui è unico componente e capogruppo. Borgiani è già seduto dietro ai suoi ex compagni che lo avevano visto al loro fianco nell’ultimo consiglio.
Ad illustrare la delibera sugli indirizzi per la nomina dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni è’ stato l’assessore Marco Blunno che ha seguito i lavori in assenza di Romano Carancini, in viaggio di rappresentanza in Cina : “E’ questo un momento delicato per due motivi: il primo è che ci siamo insediati da un mese e proprio nel periodo in cui le partecipate hanno già votato il bilancio, il secondo è che le società che gestiscono servizi di rilevanza economica hanno un quadro normativo di riferimento complicato e la manovra estiva potrebbe disporre che i Comuni della fascia 30.000-50.000 abitanti detengano una sola partecipata.” Secondo la delibera di Giunta, i nominati debbono possedere una competenza tecnica giuridica e amministrativa adeguata alle caratteristiche della carica, sono scelti anche in base a requisiti di moralità pubblica e le competenze emergenti da esperienza amministrativa o di direzione di strutture pubbliche, impegno sociale e civile. I candidati dovranno provare le loro competenze attraverso i curricula.
Riccardo Sacchi, Presidente della I Commissione, presenta i quattro emendamenti approvati già in Commissione. E’ il terzo emendamento che prevede di inserire tra le cause di incompatibilità e di esclusione anche il fatto di essere coniugi o parenti di primo grado di consiglieri e assessori a spaccare la maggioranza che si trova sotto di 2 voti (17 favorevoli, 15 contrari). Michele Lattanzi non la spunta con i suoi emendamenti con cui chiede che “i nominati dichiarino la loro appartenenza ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza e/o forme di mutuo sostegno” e con cui vuole escludere “coloro nei cui confronti sia stata emessa una sentenza di condanna ancorchè non definitiva, ovvero a seguito di patteggiamento per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione”. Il consigliere del Pdci ed ex assessore comunale ha invece la meglio con il terzo emendamento che prevede di aggiungere tra gli incompatibili ed esclusi “chi ha ricoperto lo stesso incarico per due mandati consecutivi.” L’emendamento è stato votato favorevolmente da 19 consiglieri, solo 7 i contrari. Volti scontenti nelle file della maggioranza. “Inizia una nuova storia – ha esclamato Michele Lattanzi uscendo – ma deve essere una nuova storia per tutti.”
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Il PDCI comincia ad agire come promesso: tempi bui per il PD e alleati stretti: solo che l’incompatibilità per parenti di primo grado serve a poco. Probabilmente pochi sanno che, giuridicamente, la parentela di primo grado è solo quella fra genitore e figlio; tra fratelli la parentela è già di secondo grado, per salire al terzo fra zio e nipote e al quarto fra cugini, e così via..
Quindi, a parte mariti, mogli e figli, qualunque altro parente anche stretto di consiglieri e assessori, fratelli e sorelle compresi quindi, potrebbe essere nominato nelle partecipate.
Molto fumo quindi
Vedremo se oggi la faccenda dei curriculum avrà seguito (cioè se l’opposizione avrà qualcosa da dire in aula) oppure se finirà tutto a tarallucci e vino…
mi sarebbe piaciuto che fosse stato accettato l’emendamento che escludeva da incarichi i condannati anche solo in primo grado. Quando metteremo mano alla moralizzzaione della politica!
Stavolta non si può parlare di molto rumore per nulla, proprio no, ve lo dico perchè sono stato io stesso a presentare quell’emendamento sull’esclusione dei coniugi e parenti di primo grado dalle nomine per enti e aziende partecipate del Comune, capisco che qualcuno può credere che non sia molto, ma ha rischiato di non passare neppure quello, votato all’unanimità dalla Commissione consiliare Affari Istituzionali ha poi stentato in Consiglio ad essere approvato. Visto che è un criterio di trasparenza lapalissiano e ovvio che non andrebbe neppure discusso io non capisco perchè abbia suscitato tanta opposizione, è passato per pochi voti e dunque se l’emendamento fosse stato più draconiano non sarebbe passato assolutamente. QUESTO CRITERIO NELLE NOMINE VA AD AGGIUNGERSI E A RENDERE PIU’ RESTRITTIVI QUELLI GIA’ PRESENTI NEL TESTO ORIGINARIO (tra cui quello che impedisce la nomina di PARENTI DI ASSESSORI ENTRO IL TERZO GRADO IN ENTI DEL SETTORE DI COMPETENZA DELL’ASSESSORE LORO CONGIUNTO. I due criteri integrati rendono le nomine più trasparenti che in passato, un criterio come quello che ho proposto io non c’era mai stato e, che ci crediate o no, nessuna legge in Italia lo impone, SAPPIATE CHE GRAZIE A NOI DEL PDCI I CRITERI PER LE NOMINE NEGLI ENTI E NELLE PARTECIPATE DEL COMUNE, PER QUNTO RIGUARDANO VINCOLI DI PARENTELA, SONO PIU’ RESTRITTIVE DELLA NORMATIVA NAZIONALE.
Abbiamo poi presentato altri tre emendamenti, che evitassero le nomine dei condannati per corruzione e concussione anche in via non definitiva (non è passato, purtroppo ed era un ottimo segnale), di chi è iscritto a società segrete (leggi massoneria) (non è passato neppure questo) ma non faceva altro che rafforzare il concetto già contenuto, seppure in forme più blande, nella delibera originale, ne abbiamo votato uno quasi analogo dell’UDC (ovviamente bocciato) e però infine con il nostro ultimo emendamento (passato per soli 2 voti) ABBIAMO INTRODOTTO IL CRITERIO DELLA ROTAZIONE NEI VARI INCARICHI, DATO CHE NON SI PUO’ RINOMINARE NESSUNO PER PIU’ DI 2 MANDATI.
Mi sembra che stavolta ci siano pochi dubbi, alla luce di tutto questo, che abbiamo lavorato per una maggiore trasparenza nella politica e rivendichiamo i risultati ottenuti.
Signor Tex Willer, vorrei porle due domande, secondo lei come mai tanto sconquasso per emendamenti di questo tipo? Se è “tanto rumore per nulla” come dice lei, allora sarebbero stati votati senza problemi, non crede? E poi, non trova strano che un dibattito su una delibera che riguarda una materia tanto importante non abbia trovato spazio sulla stampa, se si fa l’eccezione del Messaggero e di Cronache Maceratesi? Riflettiamo anche su questo per favore e avremo forse un quadro più completo.
Scusate, ma di cosa vi lamentate li avete votati questi consiglieri comunali (purtroppo tocca tenermeli anche a me che non li ho votati). lacrime di coccodrillo? Certamente si, munitevi di lacrimatoio. Scusate la mia durezza, ma non ne potevo fare a meno.
Caro sig. Stefano.
Ho notato che nel suo post lei testualmente dice “di chi è iscritto a società segrete leggi massoneria)”.
La Massoneria, al pari di molte altre società (e ai partiti) è riservata e non da gli elenchi degli iscritti in giro.
Ma fino a prova contraria NON è una società segreta.
Ho bisogno di capire.
Volete raccontarmi che Mandrelli e Bianchini, in quanto consiglieri comunali, non potranno avere ruoli negli enti?
Caro Sig. Cerasi, rispondo alla sua domanda, comunque si intenda la Massoneria, l’emendamento non faceva riferimento solo ai vincoli di segretezza, ma pure ai rapporti di mutua assistenza tra i membri, non sono un esperto di questioni interne alla massoneria, ma le assicuro che in Consiglio ne è stato perfettamente colto il significato da tutti e si è esplicitamente parlato di massoneria e questo era in effetti quanto ci riproponevamo.
Comunque poi non è passato, ma la delibera su questo tema era già soddisfacente, diciamo che quell’emendamento era più che altro un rafforzativo, molto significativo il fatto comunque che non sia passato. Siamo però abbastanza soddisfatti di quelli che sono passati.
Scusate, ma perché l’esclusione dei coniugi e dei parenti di primo grado è un “criterio di trasparenza lapalissiano e ovvio”? (Stefano Blanchi, Post n. 4)
La pubblicazione dei cv o delle ragioni della nomina è un criterio di trasparenza. L’esclusione di parenti, amici, compagni (più o meno di merende) mi sembra essere solo un criterio di esclusione.
@Bianchi
Io non mi stavo riferendo al testo dell’emendamento, ne alla discussione, ma a quello che lei ha scritto che è inesatto.
La Massoneria NON è una società segreta, come lei ha erroneamente sostenuto.
Si imputa, a ragione, a Berlusconi di dire sciocchezze e poi voi fate altrettanto?