Un insegnante di educazione fisica e allenatore di volley di 38 anni di Macerata, Adrian Pablo Pasquali, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Narni Scalo, in provincia di Terni, dopo essere stato sorpreso a spacciare hashish.
Pasquali è stato fermato dai militari mentre si trovava in compagnia di altre persone tenute d’occhio dai carabinieri: addosso aveva circa tre grammi di hashish.
Una successiva perquisizione domiciliare nell’abitazione del 38enne ha consentito di scovare un ingente quantitativo di stupefacente. In casa, infatti, l’insegnante deteneva altri 120 grammi di droga e un bilancino di precisione.
Lo stupefacente e il bilancino, insieme a 400 euro ritenuti dagli inquirenti provento dell’attività di spaccio, sono stati sequestrati dai carabinieri.
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Vorrei precisare che questa persona è stata trovata in possesso di 3 g di stupefacente e l’accusa , per ora , e detenzione e basta.
Lo spaccio ancora non è provato.
I giornali di Macerata, non avendo nulla da scrivere, hanno fatto MEGALOCANDINE con “Arrestato allenatore per spaccio”….
Cosi, tanto per vendere due copie in piu.
Si informino questi signori giornalisti, prima di fare le loro locandine e sputtanare la gente. O lo sanno già?
questi signori si informano. infatti nella frase “arrestato allenatore per spaccio” non c’è neanche una preposizione smentibile. il fatto è quello, purtroppo, e c’è poco da fare. comunque dispiace anche a me
COMPLETAMENTE D’ACCORDO con Renato Bianchini. E’ una stampa a dir poco approssimativa quella con cui si ha a che fare quotidianamente !
qualcuno mi può spiegare dove è l’approssimazione? quando un giornalista è impreciso, anche se non è colpa sua, anche se la fonte usata è un’istituzione, paga con una condanna penale e un risarcimento. dunque c’è poco spazio davvero per l’approssimazione, sulla stampa.
Caro Gianluca, il tuo commento è fortemente offensivo nei riguardi di una intera categoria dove esisteranno senza dubbio soggetti poco professionali ma che è per lo più caratterizzata da gente che si sbatte dalla mattina alla sera per informare guadagnando stipendi da fame. L’approssimazione in questo mestiere non esiste. Come diceva giustamente Paola, chi sbaglia paga: su questo non ci piove. D’altronde, non si può neanche pensare di avere una stampa al proprio servizio sempre e comunque. Quotidianamente siamo inondati di comunicati, lettere, segnalazioni, spesso materiale che non avrebbe alcun interesse giornalistico. Quando ci troviamo a fare delle scelte, ecco che chi magari non vede il suo pezzo di 10mila battute non pubblicato o tagliato per ovvie esigenze di impaginazione, grida al complotto e alla censura. Non diciamo cazzate. Chi fa questo mestiere andrebbe rispettato come chiunque altro, mentre invece quando ci sono disguidi o problemi la colpa è sempre della stampa. Io, ovviamente, parlo per la nostra piccola realtà dove conosco tutti e su quasi tutti posso mettere la mano sul fuoco per la loro buona fede. Se il discorso si allarga alle “firme” nazionali, passo perchè si tratta di tutt’altra materia che a noi, piccoli precari di provincia, non compete.
Se le cose stanno come stanno, caro Roberto, la stampa ha le sue responsabilità.
Ci sono intere categorie di lavoratori che guadagnano poco non per questo fanno il loro lavoro tanto per farlo. Qualche giorno fa la stampa locale ha riportato della denuncia di una signora di 50 anni che aveva rubato degli ortaggi. Detto che quella guardia giurata che ha scoperto la donna con la “refurtiva” addosso e chiamato la Polizia è un ominicchio, la stampa poteva risparmiarsi di pubblicare la cosa perchè sappiamo tutti che poi si viene a sapere il nome e tutto quanto. Ripeto, se stiamo come stiamo, e mi scuso se qualcuno si sente offeso, è anche perchè la stampa non ha fatto il suo dovere. Sarò stato sfortunato, non so, ma non mi è mai capitato di leggere di una inchiesta giornalistica che avesse scoperto qualcosa, nel mio sonnacchioso paesino è successo di tutto, come capita in altri paesi, ma la stampa locale si mai accorta di nulla ! Non so quanti sfoghi ho ascoltato in questi quattro anni di giornalisti che guadagnavano poco bla bla bla che era una rimessa e tutto quanto… capisco, ma penso pure che queste non sono valide motivazioni. Oramai ci si limita a pubblicare di tutto. Tutto a tutti, mai un approfondimento. Par condicio alla matriciana. La democrazia in crisi, ha molti padri. La politca, certo, ma anche la stampa. Le prediche, caro Roberto, le accetto a malapena a messa, figuriamoci, e comunque non da chi il giorno del ricordo della Shoa si è vestito con la bandiera dell’Iran proprio mentre l’Iran dichiarava che Israele doveva scomparire.
Io sono una persona libera, e vi ringrazio di lasciarmi questo spazio. Se poi qualcuno pensa di appartenere alla casta degli intoccabili il discorso cambia e se cambia non mi interessa più. La mia ricchezza è la mia libertà. E non la scambio per nulla. Per quanto riguarda la stampa nazionale il discorso è ancora peggio, ma questo non dovrebbe consolare neanche troppo.
questo discorso è molto interessante, e ovviamente mi sta a cuore. perciò signor gelsomino le rispondo anche se ormai, esendo arretrata questa notizia sul sito, non so se leggerà la mia risposta. per prima cosa, i problemi dei guadagni della categoria sono solo della categoria. detto questo, al di là del 740, continuo a non condividere questa accusa di fare il lavoro “tanto per farlo”. ma chi glielo ha detto? ma da cosa lo deduce? la notizia della signora arrestata perché rubava ortaggi era tutt’altro che da nascondere, anzi forse andava messa ancora più in risalto, e approfondita, perché è gravissimo che siamo ridotti a rubare due carote. se non lo abbiamo fatto, è stato proprio per non strumentalizzare la commessa. non abbiamo messo il nome, le iniziali, l’età , il paese di residenza, nullla che potesse farla riconoscere, e sfido chiunque a dirmi che ha capito chi fosse. però il fatto in sé era significativo e andava detto, senza enfasi e senza nasconderlo. ci sono fior di studi che dimostrano che dove la stampa scrive di tutto c’è più democrazia, a prescindere, come direbbe totò. detto questo, tutti possiamo sempre fare di più e meglio. ed è vero anche che si pubblicano gli interventi di tutti, persino di chi scrive “matriciana” invece di “amatriciana”, per dirne una. nel suo paesino è successo di tutto? è grave che non ce ne siamo accorti, ma è anche possibile che quello che a un cittadino sembra “di tutto” non sia valutato nella stessa maniera da un giornalista. per altro, se qualcuno ha una storia da raccontarmi, io lavoro pure il 25 dicembre per scriverla. infine di intoccabili non ce ne sono da nessuna parte. lei infatti è liberissimo di criticare i giornalisti, come sta facendo, ma poi deve aspettarselo che i giornalisti, quanto meno, le rispondano. e non è che può fare l’offeso e tirare in ballo la sua libertà che, glielo assicuro, nessuno vuole toccare.
D’accordo con GELSOMINO.
Si è PRONTI a fare mega articoli su ladri di frutta o gente con 3g. di hashish, ma in questo finto paesino paradiso dove la qualità della vita è nelle top five (che gran cazzata), la stampa locale ha il sacrosanto dovere di fare inchieste, scrivere ed APPROFONDIRE su cose importanti che vanno fatte passare in camporella , e di cose ce ne sarebbero..
O, come si dice sopra, ci sono degli Intoccabili?
Basta coi furti delle mele in prima pagina o del tipo col tocco di fumo, non ce ne frega un cazzo. .Parliamo di cose serie.
Ovviamente il discorso stampa locale segue a ruota. anzi, traina.
Signora Paola, non ne faccia un caso personale. Il mio discorso era una cosa un pò più ampia. Mi dispiace che non ne abbia compreso il senso e la gravità, si è invece soffermata su un mio errore di ortografia per il quale mi scuso. Le ribadisco che se le cose stanno come stanno, e parlo del caso Italia, è per la assoluta superficialità di certe categorie diventate man mano caste. E dico superficialità per non dire peggio.
Mi sarei dispiaciuto se avessi offeso un Giancarlo Siani, ma di Giancarlo Siani non ne vedo nemmeno nè di fronte e nè all’orizzonte.
Prima che qualche manina corregga con la matita rossa vorrei riformulare il finale
“Mi sarei dispiaciuto se avessi offeso un Giancarlo Siani, ma di Giancarlo Siani non ne vedo nè di fronte e nè all’orizzonte.
non essendo io nemmeno l’ombra di siani, la mia eventuale offesa non deve dispiacerle affatto. comunque non sono affatto offesa, anzi sono lieta di aver potuto fare un dibattito interessante sulla comunicazione di massa. certo, qui di umberto eco non ne vedo né di fronte né all’orizzonte, ma quando c’è la salute…
Ma perchè abbiamo un Ordine dei Giornalisti?
L’Ordine non garantisce serietà-correttezza-informazione in quanto è sotto l’occhi di tutti che certi gornalisti (TV e Editoria) sono al servizio di questo o quel padrone….
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E sul piano locale (non solo a Macerata, ma in ogni città di Provincia) l’informazione è per lo più banale, semplice, fqacile da raccontare in quanto “grosse cose” non ne succedono spesso ed è tutto semplice cronaca che, 3 giorni dopo, è già dimenticata.
Vedo con piacere che il dibattito si è sviluppato e ha coinvolto altre persone. Avrei voluto evitare di intervenire oltre, ma le affermazioni distorte e capziose di un Gianluca Gelsomino che spero sia un omonimo della persona franca e leale che conosco, meritano un approfondimento. Partiamo da una premessa: condivido in pieno l’osservazione del signor Cerasi sull’inutilità del Dis-Ordine dei Giornalisti. Ciò che non condivido del suo intervento è la banalizzazione del lavoro svolto dalla categoria a Macerata e provincia. Innanzitutto, “pè cantà ce vò la voce”: bisogna sapere di cosa si parla e vivere quotidianamente l’esperienza sul campo. Io non metterei mai bocca sul lavoro di un commercialista o di un avvocato perchè saprei di entrare in un campo che non mi compete e di cui non ho cognizioni. Per quale motivo, invece, tutti sanno cosa deve fare o non fare un giornalista? In base a quali competenze ci si può permettere di offendere un’intera categoria? Signor Cerasi, pur non conoscendola leggo i suoi commenti e la considero persona preparata e intelligente. Per questo le garantisco che fare questo mestiere maledetto non è nè banale, nè semplice nè tantomeno facile. Tra i tanti luoghi comuni elencati da Gianluca Gelsomino (la cui libertà nessuno di noi ha mai messo in discussione), mi sconvolge leggere che sarebbe quantomeno normale o da far passare in secondo piano il fatto che una dipendente si appropri indebitamente di merce senza pagarla regolarmente come facciamo tutti. Oppure, senza disquisire su droghe leggere e pesanti o meno ma facendo riferimento alla legge dello Stato Italiano in vigore, far passare per normale il fatto che una persona detenga più di un etto di hashish in casa. Per carità! Non metto in discussione che fosse per esclusivo utilizzo personale, ma che la cosa abbia un risalto giornalistico è indubbia. L’amico Gelsomino, poi, lamenta che nel suo “sonnacchioso paese” non ci siano stati approfondimenti. E lui, quando ricopriva incarichi politici dove stava? Perchè non ha portato questi scoop all’attenzione della stampa e magari poi gridare alla censura qualora fossero passati sotto silenzio? Infine, bisognerebbe stendere un velo pietoso sul riferimento (scorretto) personale fatto da Gelsomino. Anche lui fa parte della larga schiera di persone che celebrano una giornata della memoria corta. Caro Gelsomino, non mi sembra averti visto mai tanto accalorato nel ricordare numerosi altri genocidi che hanno attraversato (e stanno attraversando) la storia. A quando una giornata della memoria per i Pellerossa americani, per il popolo Curdo, per il popolo Somalo, per il popolo Ceceno, per il popolo Palestinese? E questi sono solo alcuni esempi. Forse quei milioni di morti sono meno morti di quelli della Shoah? Essendo per forma mentis sempre dalla parte del più debole, caro Gianluca, io finchè avrò voce perorerò la causa di 4.250.000 persone cacciate dalla loro casa da quella che si autodefinisce la più grande democrazia del Medio Oriente. E in merito all’Iran, o all’Afghanistan, sbatti veramente male: le prediche no, ma forse di qualche nozione in più di storia hai necessità. Ti consiglio di leggerti per intero i discorsi di Ahmadinejad prima e di Khameini poi dai quali è stata estrapolata una singola frase per farne un caso e proseguire con la politica di demonizzazione dell’unico Paese sovrano che ancora non si è piegato all’imperialismo dominante cui l’Italia è già da tempo succube. Basti leggere le ultime dichiarazioni del Premier per capire la deriva cui si sta andando. Siamo già pronti all’ennesima guerra preventiva, a lasciare sul campo altre decine di migliaia di morti civili, di donne e bambini, di anziani, per esportare il nostro modello di “democrazia”. Io, caro Gelsomino, non mi piego e non mi accodo. Se tu hai la tua libertà e le tue idee, che rispetto anche se non condivido, lascia che anche gli altri la possano esprimere in franchezza. Non credo tu possa ritenerti l’unico portatore della verità. E se ritieni, come immagino visto ciò che scrivi, di essere migliore di noi nel fare questo lavoro, beh, accomodati! Nessuno te lo vieta, così come nessuno ti obbliga ad aprire le pagine dei giornali. Ti lascio con un aneddoto: in uno dei primi incontri fra Islam e Occidente, il sultano Harun-al-Rashid donò a Carlo Magno un magnifico cronometro di alto ingegno, un orologio di ottone di meravigliosa concezione meccanica. Carlo Magno ricambiò con selvaggina essiccata, verdure, patate e ciuffi di rosmarino… Cordialità!
Sig.ra paolapagna, la mia salute dovrebbe essere in allarme? Cosa sottointendono quei puntini ?! Lasciamo perdere, consideriamolo uno sfogo del momento. Di un momento di poca lucidità. Non ne faccia un caso personale perchè non lo è. Sono anni che si punta l’indice contro la politica, la magistratura, la scuola, il sindacato, la tv… Ecco, tutto vero, tutto legittimo, si può dire che la stampa ha le sue responsabilità oppure debbo temere qualcosa?
Si può dire, come dice Gianfranco, che l’Ordine dei Giornalisti non serve a nulla? Si può dire che molti giornalisti locale sono assai poco liberi? Si può dire che senza libertà di manovra si scrive sempre le solite quattro banalità? Si può dire che anche da noi ci sono cose che meriterebbero un’ inchiesta? Si può dire che a San Severino ho MAI visto un giornalista che riprendesse i lavori consiliari tranne i soliti “giornalisti” assunti come comunicatori del Sindaco? Lei crede che siano liberi nello scrivere? C’hanno famiglia, come tutti. Ecco. E’ il “come tutti” che ha reso una categoria che dovrebbe essere sentinella della democrazia in categoria connivente col potere di qualsiasi specie. Se ne salvano pochi ! Qualcuno avrebbe voluto scrivere quello che ho scritto io, parola più e parola meno, ma qualcuno teme che la stampa lo possa oscurare. Certo, sarebbe un problema, ma le cose è meglio dirsele, ammenochè qualcuno pensa di appartenere alla casta degli intoccabili.
Fate il vosto mestiere, taccuino in mano, macchina fotografica e non aspettate le veline dalle caserme, dagli uffici dei presidenti, dei sindaci, dei partiti politici. Ai Partiti domandate chi paga le cene elettorali? Fate bene, se lo fate. E a voi chi paga la pubblicità? La libertà ha un prezzo, io lo pago ogni giorno. Cash, lei?
Leggo appena adesso le assolute parole in LIBERTA’ di Roberto Scorcella. Niente da dire perchè non c’è nulla da dire. Solo due cose:
1) La casta si è messa in movimento
2) Le parole di Roberto Scorcella testimoniano che non vengono mai in consiglio comunale e nemmeno si informano sui fatti perchè altrimenti eviterebbe di scrivere tante inesattezze messe insieme.
A me lo dici?! Incarichi, diritti civili…? Interrogazioni, Mozioni, Ordini del giorno… Forse è il caso che ci conosciamo meglio.
Se tutte queste parole in libertà che hai scritto dovessero servire almeno per conoscerci, allora benvengano pure. Se questo è il prezzo lo pago volentieri.
Ciao Roberto.
per carità, illustre signor gelsomino, lungi da me l’idea di attentare o minacciare in qualsiasi modo la sua salute! lo dicevo per me stessa. il senso era: non c’è eco, ma mi devo accontentare perché almeno ho ancora una relativa salute. “ho”, prima persona singolare riferita a me medesima. per il resto, dopo la valanga di insulti con cui ha onorato me e la categoria a cui bene o male appartengo, chiudo il dibattito perché vedo che non ci allontaniamo dai luoghi comuni, che secondo me sono davvero posti mal frequentati.