di Matteo Zallocco
“Piazze, viali, vie e vicoli di Macerata intitolati ai marchigiani”. E’ il titolo del libro scritto da un innamorato di Macerata, Roberto Cherubini che continua così il suo percorso di conoscenza della città da condividere con i suoi concittadini. “Ho fotografato le vie dedicate ai personaggi marchigiani – spiega l’autore – e di ciascuno di essi ho riportato notizie biografiche che ne tratteggiano la figura. Spesso, girando per la città, mi sono chiesto chi fosse questo o quel signore al quale abbiamo intitolato una via. Da questa semplice curiosità ho sviluppato l’idea per questo libro”.
Una bella idea che ha generato un ottimo lavoro per tutti quei maceratesi (e non solo) che amano questa città. Ma non è tutto oro quel che luccica… “Con la mia fotocamera ho percorso le vie cittadine trasformandomi in turista, alla ricerca degli scorci più interessanti e suggestivi. Ma purtroppo spesso non ho potuto fare altro che constatare e documentare un generale degrado. Un osservatore attento, come spesso è il visitatore che giunge per la prima volta nella città, non può non notare strade sporche e dissestate, scarsa e mal curata segnaletica nelle vie e dei luoghi di interesse storico-artistico. Le foto che ho scattato dunque raccontano la città di oggi e per questo motivo ho affiancato e contrapposto ad esse le bellissime foto d’epoca della Biblioteca Mozzi Borgetti. Esistono comunque in città alcune oasi che lasciano sperare, la più bella è sicuramente Piazza San Vncenzo Maria Strambi (la piazzetta del Duomo), che senza auto è stupenda con la Chiesetta della Misericordia disegnata dal Vanvitelli”.
Il libro è già in vetrina alla Bottega del libro e alla Feltrinelli di Corso della Repubblica, chi è interessato ad averlo può contattare l’autore all’indirizzo e-mail [email protected] o al cellulare 368-3174125. Una copia sarà donata alle scuole che ne faranno richiesta. “Auspico che il lavoro sia apprezzato dalle amministrazioni locali che possono sicuramente darmi un aiuto nella distribuzione acquistandone qualche copia”.
Un libro che si sfoglia con facilità e piacere, e come scrive Manuela De Angelis nella prefazione “Chi vive a Macerata vi ritroverà la via dove abita, la strada che fa tutte le mattine per andare al lavoro e magari, per la prima volta, scoprirà perchè quel luogo si chiama proprio così. Chi invece a Macerata è nato, ma ora è lontano, lo sfoglierà come un album di ricordi. Per tutti gli altri, per tutti quelli che non la conoscono, il libro è un caleidoscopio di immagini suggestive, di antico e di moderno, di bello e di brutto… comunque un invito a venire a visitarla, a girarla dal vivo, per conoscerla e poterla apprezzare”.
Ecco così 184 pagine ricche di immagini per scoprire (o riscoprire) 76 grandi marchigiani. Da Mario Affede (poeta dialettale e commediografo nato a Treia nel 1868 e morto a Macerata nel 1940) a Domenico Troili (professore e bibliotecario, Macerata 1722-1792) passando per Buonaccorso Buonaccorsi, Cassiano da Fabriano, Giovanni Maria Crescimbeni, Francesco De Vico, Pompeo e Pierpaolo Floriani, Alberico Gentili, Lino Liviabella, Bartolomeo e Giuseppe Mozzi,Ivo Pannaggi, Diomede Pantaleoni, Matteo Ricci, Giuseppe Tucci e tanti altri. A loro sono intitolate le piazze, i viali, le vie e i vicoli di Macerata.
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Caro Roberto,
complimenti per questo nuovo bel libro, anche se mi spiace doverti far notare che manca all’appello – oppure non ho visto bene, ma temo di sì – Via Remo Pagnanelli.
Questo bel libro, non solo è bello, ma utile.Utile perchè è fondamentale “conoscersi” attraverso i luoghi che “calpestiamo”. E’ la stessa osservazioneche mi veniva in mente osservando i “Piccoli itinerari” pubblicati da Macerata Cultura in occasione dell’apertura di Palazzo Buonaccorsi.Molte volte ( io, per primo) ci svalutimo, facciamo a gara per autodenigrarci.Al contrario, la nostra città, se si ri\pensa come Capoluogo, scovando e scavando dentro se stessa, troverà una “immagine” da “vendere” più ricca e più seduttiva.
Caro Garufi, è proprio la parola “vendere” che a Macerata è sconosciuta. Qualcuno potrebbe dire che, proprio grazie alla ritrosia nel “mostrarsi”, il nostro territorio è riuscito a conservarsi. Io dico, invece, da maceratese che vive a Roma da qualche anno, che si sono perse tante occasioni di sviluppo e che altre purtroppo continueranno a perdersi fino a quando Macerata non imparerà a vendere la propria immagine fuori dal proprio “orticello”. In altre parti d’Italia, e soprattutto all’estero, riescono a produrre cultura di qualità e turismo sostenibile con i sassi: a noi cosa manca? E invece, esce una classifica nazionale della qualità della vita dove siamo classificati al 4° posto (!) e già siamo capaci di spararci addosso (merito della sx, merito della dx). Certamente facciamo tutti i distinguo sulle capacità amministrative, dedichiamo max 1 minuto a considerazioni politiche, ringraziamo chi ha governato e stimoliamo chi governa a fare meglio, ma poi cominciamo ad operare assieme tutti, in una logica di sistema territoriale-provinciale, per evitare che il prossimo anno si debba già rimpiangere quanto raggiunto a fatica oggi.
Lorenzo Molinari
Vorrei che si dicessero pure i criteri di valutazione della qualità della vita.
Ringrazio tutti e come spiego nella premessa il libro è perfettibile.
Mancano altri marchigiani tra le pagine e mancano tutti gli altri.
Spero di aver suscitato la voglia di conoscere.
In altre città per questo tipo di lavori vengono investiti decine di migliaia di euro e ci lavorano 10/15 persone.
Ho fatto tutto da solo col prezioso aiuto di figli e moglie.
Il libro ha molti limiti ma ha sicuramente il pregio di spiegare a molti chi era quel “tipo” al quale è stata intitolata la via nella quale vivono.
D’accordissimo con Lorenzo. Viviamo in una città meravigliosa che non ha mai saputo promuovere le sue bellezze ed il suo splendido paesaggio.
Le classifiche nazionali non mi piacciono per il semplice fatto che potremmo anche essere quarti in un degrado nazionale generalizzato. Preferisco ragionare, come credo faccia Filippo davoli, sulla qualità della vita e domandarmi se i miei figli adolescenti vivono meglio o peggio di come vivevo io 30 anni fa; “molto peggio” è la mia risposta perchè oggi vivono “sequestrati” in casa davanti ad un PC piuttosto che scendere in strada e giocare con gli amici. Frutto di una politica che ha messo per 30 anni al primo posto la viabilità ed al secondo l’uomo (sono ottimista?).
Grazie a tutti
Accetto il richiamo di Filippo e Roberto sul fatto che, a volte, queste classifiche vanno prese con il beneficio dell’inventario: qualità della vita può dire un sacco di cose. Sul vivere meglio e peggio rispetto a 30 anni fa si potrebbe aprire un dibattito infinito. Certo è che, leggendo quella classifica, “siamo” un po’ più visibili: un’occasione in più per il nostro territorio? Al mio prossimo rientro a Macerata avrò una curiosità in più nello scoprire tutti quei nomi.
Lorenzo Molinari
Devo dire onestamente che ho trovato, già nei giorni scorsi, illuminante il criterio di valutazione proposto da Roberto: il confronto cioè va fatto con la vivibilità di Macerata nel passato rispetto ad oggi. Tutto il resto può valere a mo’ di indicazione o suggerimento, ma non può avere valore inconfutabile, trattandosi di realtà differenti.
complimenti al sig.cherubini per la sua ennesima dimostrazione di attaccamento a macerata,
spero anche che il suo libro venga preso in considerazione nelle varie scuole maceratesi
@Roberto
Mi pare la sagra delle frasi fatte….
Oggi i ragazzi restano a casa, invece al mio tempo si scendeva in strada…
Non esistono più le mezze stagioni…
Tutto è bene quel che finisce bene….
Ambasciatore non porta pena….
Fumare come un turco……..
Tu scendevi in strada a giocare con gli amici?
Figurati che i tuoi genitori giocavano a palla sul piazzale della Stazione, visto che passava una macchina ogni quarto d’ora….
Ed i nonni?
Loro, invece delle auto, vedevano passare i calessi e i primi camion con le gomme piene (senza camera d’aria).
Figurarsi poi che tre/quattro di secoli fa, ADDIRITTURA quando invece delle strade c’erano molti sentieri, appena fuori città eri già in aperta campagna….
E pensare che i boschi erano ADDIRITTURA foreste in tutta Europa…
La “Spagnola” nel 1918-1919 ha ucciso qualche decina di milioni di persone, se fosse comparsa oggi (con i progressi in campo medico) sarebbe stata poco più che un raffreddore…..
E gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
Quello che voglio dire è che non si può certamente paragonare il nostro tipo di vita con quello dei nostri padri o dei nostri nonni (quando l’industrializzazione in Italia era praticamente agli inizi).
I paragoni si fanno, ovviamente, con dati omogenei.
Altrimenti è ovvio che, guardanto solo il dato del il traffico (di oggi, rispetto a quello di 50 anni fa), la situazione è peggiorata.
Ma rispetto a 50 anni fa le case sono più calde, ci sono gli elettrodomestici, non si muore per una stupida infezione ,l’istruzione è generalizzata, ecc. ecc. ecc.
Ci sono i pro ed i contro ma non credo che sarano molti quelli che vorrebbero tornare a vivere come 100 anni fa, senza luce e riscaldamento, senza acqua potabile e senza la lavatrice, senza sicurezze sociali….
La qualità della vita ha moltissime sfaccettature e quando si analizza come viviamo oggi il ragionamento deve essere complessivo e non prendere un singlo dato e confrontarlo con quello di 50 anni fa..
So che sei attaccatissimo a Macerata e spero che tu sia anche orgoglioso di essere un maceratese: non si sta bene (e si potrebbe stare meglio), ma ricorda che poteva andare anche molto, molto, molto peggio….
Potresti scrivere un libro, Gianfranco: a metà tra Alberoni e Crepet. Il tono è quello…
@Filippo
Mai riuscirei a raggiungere le tue vette, quindi non ci provo nemmeno…..
ma non ho parlato delle mie vette: ho citato infatti Alberoni e Crepet…
😉
Scusa ma così in basso, non potendo raggiungerti, non ci spreco neanche il carburante per volare 😛
Ma perchè vi pizzicate così? Non si può riconoscere che in certi edifici è stato fatto imperversare il “mal”tempo senza opporvi nessun rimedio? Che la vita è cambiata per vie del progresso, lo sappiamo, ma quanto di quello che chiamiamo progresso, lo è veramente? Ci sono aspetti positivi ovvio, ma non si può negare che qualcosa di valido si sia perso. Certo io non scriverei a chiunque senza bisogno del servizio postale e così via, ma….