di Maurizio Verdenelli
Gli Anni del Muro che domani (lunedì) la Provincia di Macerata (tra le poche in Italia) si appresta a celebrare, sono ormai anni lontani. Berlino è con Barcellona, la nuova capitale d’Europa e quel tetro ed equivoco monumento della Guerra fredda, che divise in due il mondo occidentale, è solo un ricordo nella capitale della gioia di vivere dove tutti vorrebbero abitare al pari di Brad Pitt ed Angelina Jolie che a Berlino hanno acquistato una delle loro tante residenze.
Quando il Muro venne sbriciolato da quella gioiosa armata fatta soprattutto da giovani, il 1989 stava per finire. Ed insieme il decennio che succeduto agli anni dell’impegno e della Contestazione, sembrava fosse stato attraversato da un ripiegamento ideologico. Gli anni 80 vennero così definiti “gli anni imbecilli”, molto infelicemente considerati quelli che sarebbero venuti dopo. Così di quella notte berlinese, passati alla storia televisiva italiana con il commento di Lilly la Rossa (Grueber) inviata del Tg1, ci sono rimaste solo immagini. E nel Maceratese, ora per interessamento della Fondazione Carima, forse anche due scheletri di calcestruzzo da sistemare in una piazza di Civitanova Alta a commemorare la prima edizione di Tuttoingioco, ‘sbocciata’ improvvisamente l’estate scorsa.
Dalle briciole del Muro ci si attendeva allora un mondo davvero nuovo, pieno di gioia, amore e libertà: gli ideali dei sessantottini, i nostri. Celebrare dunque i vent’anni dall’abbattimento è un po’ riflettere amaramente su quell’occasione mancata.
Per iniziativa soprattutto del suo presidente Umberto Marcucci, il Consiglio provinciale (aperto) lo farà dalle ore 15.30 di domani, prima d’inaugurare, nella quasi adiacente Galleria Galeotti, la mostra fotografica permanente degli archivi Alinari-Sole 24 ore sugli Anni del Muro (1961-1989) a cura del prof. Evio Hermas Ercoli.
“Quel Muro mi ha attraversato la testa” ha sinceramente dichiarato in conferenza stampa, lo stesso Masino che in quegli anni era capogruppo del Pci in Consiglio comunale a Macerata. Un’assise superstar, quella, dove il partito comunista presentava un attacco a quattro punte: Ercoli, Renato Pasqualetti, Pietro Marcolini (tre giovani che di strada ne avrebbero fatta parecchia) e, quando glielo permettevano i suoi impegni professionali da n.1 del Foro, il celebre avv. Domenico “Mimì” Valori. La Destra contava su due bocche da fuoco eccezionali: l’arch. Mario Crucianelli e il dottor Giulio Conti che rivedevo dopo anni riemergere, quasi in grisaglia, dalle barricate perugine del ’68 fumiganti di polveri da sparo e sporche del sangue dei ragazzi che si fronteggiavano quasi quotidianamente sulla piazza. Altro che ’68 maceratese! Al conforonto quest’ultimo molto alla camomilla, cui peraltro Pasqualetti ha dedicato un bel libro autobiografico.
Torniano tuttavia agli Anni del Muro e del Consiglio comunale maceratese che aveva alternativamente come sindaci Giuseppe Sposetti e Carlo Cingolani (suo storico “vice”, l’allora repubblicano Graziano Pambianchi), il Psi Giovannino Casale (ancora in panchina Enrico Brizioli e Bruno Mandrelli) mentre la Dc schierava insieme con Carlo Ballesi che faceva “apprendistato” in attesa dei predestinati incarichi, tra i suoi uomini di punta Davide Calise, padre-padrone dello Sferisterio, e Paolo Cesanelli che non sarebbe mai stato “promosso” primo cittadino perché a causa della vastità dei consensi metteva timore tra i mandarini in sala di regia. Per lo stesso motivo, o forse per un eccesso di sgomitamento, l’ottimo Paolo è stato estromesso in extremis dalla giunta provinciale nel quale lo si dava per certo.
Furono anni importanti e certo migliori di questi per l’ansia di futuro che ci attraversava le menti, oltre al Muro di Berlino.
La Legge n.61 del 15 aprile 2005 ha dichiarato la data del 9 novembre, il “Giorno della Libertà”. Un’etichetta suggestiva, che ci impone un bilancio a posteriori di questi ultimi ventanni. Che osserviamo? Che, nonostante la crisi economica, destra e sinistra, a Macerata come nelle Marche, come in Italia, non fanno distinzione nell’occupazione sistematica del Potere, ricorrendo all’antica e distruttiva pratica della lottizzazione. Naturalmente rinfacciandosi una tale “nequizia” a secondo della momentanea prospettiva. In barba al merito e alle legittime prospettive dei giovani che ci guardano sempre più attoniti e che vorrebbero farsi “scoprire” per il talento, non per i genitori.
Ed ecco il Muro ed ecco Berlino che (questa, sì) è andata veramente “oltre il Muro”. L’evento promosso meritoriamente da Marcucci insieme con Ercoli, Serena Sileoni, Cesare Salvatori, Maria Paola Scialdone con la collaborazione in primis di Università, Fondazione Carima, Banca Marche ed Ordine degli Architetti, ha appunto come titolo: “Oltre il Muro”. E’ giusto celebrare il ventennale del 9 novembre 1989, ma soprattutto riflettere perché oltre il Muro, in Italia, non c’è stato niente.
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Giorno della libertà come ennesimo tentativo di equiparare nazismo e comunismo. Ex e post-fascisti insieme ad ex e post-comunisti convergono in una operazione di revisionismo storico che fa rabbrividire. Della serie: io perdono il tuo essere stato missino così tu perdoni il mio essere stato comunista. E viceversa. Piuttosto: quando inizieranno a lavorare sul serio Franco Capponi e la sua giunta? Sono passati 5 mesi e le uniche cose fatte sono state il ripristino della rotatoria a Piediripa e il gran casino sulla questione rifiuti. Vergognatevi.
Alessandro non possiamo polemizzare o cercare di creare divisione su un evento storico come quello della caduta del muro di berlino.
quando sento discorsi sull’equiparazione di due totalitarismi mi viene da sorridere, due totalitarismi (di qualsiasi parte essi possano essere considerati) sono cmq da condannare perchè hanno causato milioni di morti e poco importa se uno 5 e l’altro 10 o un altro ancora 20.
il 9 novembre 1989 è caduto il comunismo in Europa, è un dato storico incontrovertibile, e dobbiamo essere fieri di aver vissuto quei giorni anche se magari solamente da telespettatori; gli attori protagonisti sono stati dei ragazzi delle donne dei cittadini che volevano semplicemente essere liberi da una sistema politico che aveva portato quella società al collasso.
pensa che disagio umano può creare una divisione di cemento armato che magari ti impedisce di andare a trovare un amico o una persona amata che abita ad un isolato da te ma in mezzo c’è un muro che te lo impedisce!!
il 9 novembre giorno della libertà non deve essere una festa itinerante del centro-destra ma dell’umanità, al pari della giornata della memoria in ricordo delle vittime della shoah, o il 10 febbraio giorno del ricordo delle vittime delle foibe; sono giorni in cui si ricordano persone morte o perseguitate che meritano rispetto, giorni in cui si ricorda la vittoria dell’uomo libero su qualsiasi tipo di dittatura.
queste righe le ho scritte per dire la mia opinione Alessandro, non certamente per aprire una polemica politica; sull’amministrazione prov.le ecc ecc ognuno ha la sua idea ed è giusto che la esprima, ci mancherebbe altro!!
a presto
Credo che la verità risieda nel fatto che a Macerata il muro non è mai stato abbattuto, Non si tratta di un muro “fisico”, ma del muro del potere di quell’elitte – politica ed economica – che ha da sembre deciso i destini della Città. Che poi ex comunisti, poi di forza italia e via discorrendo, pretendono di darci lezioni di storia e di morale, lascia il tempo che trova, stessa cosa vale, a mio avviso, anche per gli ex missini (ieri oppositori dell’allora DC – fino a che punto è tutto da verificare) e per gli ex Democristiani infilati in tutti gli schieramentnti politici, e questo giusto per parlare del “potere politico consolidato” nella nostra Citta (muro appunto)!
A volte resto sorpreso dal fatto che il consigliere Munafò non si renda conto che, da circa 2.000 anni (mese più mese meno), ci sono sempre stati gruppi di persone che, a vario titolo, si sono interesate della cosa pubblica per trarne beneficio.
Non a caso, in tutta Italia, i vari comitati pro o contro qualcosa non certo difendevano interessi diffusi ma si battevano per gli interessi particolari di un quartiere, di una città.
I tennisti praticanti vorrebbero più campi da tennis, credo che poco interessi se si fanno più campi di pallavolo o più piscine.
Se la mia via è intasata di macchine in linea generale vorrei una città senza smog, ma in particolare vorrei inanzitutto che si sgomberasse le auto dalla mia via…
Le persone si mettono assieme per tutelare dei loro ineressi, per difendere i loro diritti.
Se gli interessi sono “legittimi” (cioè NON contrari alla Legge) possono fare in modo che le loro istanze vengano prese in considerazione.
Quante volte ci sono stati eletti, nei consigli, che erano i “portavoce” di una particolare istanza?
Il Deputato eletto a Milano inanzitutto porterà gli interessi (della sua parte politica di Milano) e più in generale della Lombardia.
Solo incidentalmente si interesserà a quanto capita a Pievebovigliana.
Il problema è sapere se questi “gruppi di pressione” tutelano i loro interessi in maniera legale o meno.
Se lo fanno in maniera legale può non piacere la cosa (ed a me non fa piacere) me è del tutto legittimo.
Caro Fabio Massimo,
sai che ti stimo e ti rispetto ma non sono d’accordo con te. Oggi, per me, non è l’anniversario di una libertà ma, al contrario, di una schiavitù in forma diversa. Oggi, per me, è il giorno della sconfitta di un sistema diverso, sicuramente totalitario ma decisamente diverso rispetto all’omologazione del capitalismo. Chiediti quanti morti per fame e disperazione produce, ogni giorno, il capitalismo. Chiediti perchè quasi il 60% dei cittadini della ex-DDR oggi rimpiangono il passato. Chiediti – più in generale – perchè tanti paesi dell’Europa orientale considerano il passato come un pò più triste ma sicuramente migliore, dal punto di vista sociale, del presente. Non voglio recitare la parte del nostalgico ma, sinceramente, credo che questa parte di storia contemporanea sia da approfondire senza lasciarsi andare a proclami inneggianti ad una libertà che è tutta borghese e consumista, tutta di superficie e poco sostanziale.
Un caro saluto.
PS Caro Placido…sai come la penso!!!
In galleria immagini le foto del consiglio provinciale aperto e dell’inaugurazione della mostra fotografica:
https://www.cronachemaceratesi.it/?page_id=693&album=5&gallery=80&nggpage=2&pid=3166
Di seguito il testo inviato dalla Provincia del discorso del presidente Capponi:
Signor presidente del Consiglio provinciale,
Eccellenza ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, dott. Lazurca,
Eccellenza mons. Spernanzoni, vicario vescovile
Signori Sindaci,
Consiglieri provinciali,
Autorità tutte,
Signore e signori,
Grazie prima di tutto per essere qui a valorizzare con la vostra presenza l’importanza di questo giorno a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino.
Grazie ai due relatori, dottoressa Serene Sileoni e prof. Giorgio Torresetti.
In questo stesso momento in cui noi tutti siamo qui riuniti per celebrare il “Giorno della Libertà”, ai piedi delle Porta di Brandeburgo, a Berlino, vengono ricordati solennemente i venti anni dalla “caduta politica” del Muro, simbolo opprimente di divisione e di negazione della libertà.
Il 9 novembre 1989 segna la data che ha permesso la riunificazione della Germania, che ha riunito milioni di tedeschi sotto un’unica patria, ma che pure ha riunito l’Europa e soprattutto messo fino alla guerra fredda tra Est ed Ovest.
Se non ci fosse stato l’abbattimento del Muro di Berlino forse non ci sarebbe stata neanche l’istituzione delle moneta unica (l’Euro), e sicuramente non ci sarebbe stato quell’allargamento dell’Unione Europa, passata dai sei Paesi dell’originario Trattato ai 27 Paesi di oggi. Attraverso la “caduta politica” del muro di Berlino si è rimesso in moto quella spinta europeistica contenuta nel famoso Manifesto di Ventotene ad opera di coloro che vengono definiti padri fondatori dell’Unione, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Due italiani, come italiano è stato il giornalista, Riccardo Ehrman, che la sera del 9 novembre 1989 con la sua domanda su da quando fosse liberalizzato il passaggio dei cittadini da Berlino est e Berlino ovest ha di fatto dato una spinta a quell’unico mattone che teneva ancora formalmente in piedi un muro ormai minato nella sua fondamenta storiche.
Oggi, giustamente, l’anniversario viene ricordato non solo nella Capitale tedesca, ma in tutto il mondo e con grande merito il Parlamento italiano nel 2005 ha approvato una legge per istituire il 9 novembre il “Giorno della Libertà”. Perché al di là del fatto storico, resta e deve restare per sempre il significato di quell’evento: cioè la conquista della Libertà come bene supremo per tutti i popoli europei e riferimento per tutti i popoli della terra.
Il Novecento, da questo punto di vista ci insegna molto: i totalitarismi, le guerre, le divisioni politiche e sociali hanno fatto del secolo scorso un periodo storico ricco, purtroppo, di eventi tristi e tragici. E’ stato chiamato giustamente il “secolo breve” perché la storia del Novecento – almeno dal punto di vista europeo – si può racchiudere in meno di nove decenni: dall’inizio delle prima guerra mondiale alla fine dei regimi totalitari dell’est europeo, con il picco di barbarie portato dal nazismo con la persecuzione del popolo ebreo. Possiamo dire che il secolo Novecento si è aperto con un colpo di pistola, quello dell’attentato del 28 giugno 1914 a Sarajevo e si è chiuso con un colpo di piccone, il 9 novembre 1989 a Berlino.
Questi due punti racchiudono un’epoca fondamentale della recente storia dell’umanità e rappresentano fasi di passaggio molto violente e rapide. Con la Grande guerra l’umanità fu profondamente toccata dalle proporzioni del conflitto e dalle sue implicazioni sociali e culturali, e con la caduta del muro di Berlino si è chiusa l’era della guerra fredda: Un intero sistema di equilibri mondiali, di sfere d’influenza si è infranto lasciando il campo libero alla Democratica e proiettando il mondo verso il terzo millennio,verso una nuova fase della storia. L’incredibile densità di eventi che hanno caratterizzato il XX secolo è stata accompagnata da una fase veloce – anche da questo deriva l’indicazione di “secolo breve” – di progressi tecnologici, sociali, politici ed economici che l’umanità ha compiuto, tentando di allontanare lo spettro e gli orrori del nazismo e del nazifascismo.
Al pari della data del 9 maggio 1945 – come ha detto oggi il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – la caduta del Muro di Berlino segnò uno spartiacque della storia europea perché quel giorno si aprì la strada all’affermazione di diritti di libertà anche nei Paesi che per decenni sono vissuti sotto il regime comunista, così come all’indomani della seconda Guerra mondiale era avvenuto nei Paesi in cui fu sconfitto il nazismo e il fascismo.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito il giorno dell’abbattimento del Muro. Il “giorno più felice della storia recente della Germania”. Direi che quello è stato un giorno felice per tutti, soprattutto per i nostri giovani. Un giorno a cui tutti dobbiamo ispirarci per abbattere i tanti muri che ancora esistono. Non muri di pietra e ferro, ma muri ideologici e sociali i quali fanno sì che ancora tante persone nel mondo non siano libere.
E’ questa la sfida del domani: abbattere i tanti muri simbolici che si
frappongono sulla strada dell’umanità.
La strada che questo Consiglio vuol percorrere, come il presidente Marcucci ha detto, è questa, con coerenza alle nostre tradizioni, ai nostri valori e alla nostra voglia di futuro!
Grazie.
Franco Capponi
Caro Alessandro,
Sempre ci sono stati e sempre ci saranno i nostalgici, quelli che dicevano “quando si stava meglio quando si stava peggio”, quelli che “ma all’epoca i treni arrivavano in orario”…
Il sistema che tu chiami “diverso” era un sistema infame dove non c’erano le Libertà e dove le oligarchie facevano il bello e il cattivo tempo.
Come diceva Churcill “la democrazia è il perggiore sistema di governo, eccezion fatta per tutti gli altri” e nessuno infatti dice qui le cose non potrebbero andare meglio.
Ma chissà perchè la stragrande maggioranza dei cittadini “dell’Ovest” (compresi i comunisti) non avrebbero mai fatto a cambio con la democrazia-popolare “dell’Est” in quanto, da quella parte, la libertà non esiseva proprio (ne sostanziale ne di facciata)….
Caro Cerasi non sono nato ieri. Noi come Comitato Anna Menghi ci esponiamo fattivamente in prima persona per cercare di cambiere “le cose” e tu che spari sentenze addirittura attribuendoci delle ingenuità ti chiedo: in questi anni cosa hai fatto per migliorare le cose a Macerata? Scusa la brutalità, ma veramente sono stufo dei molti che oggi in campagna elettorale predicano sermoni senza aver mai mosso un dito e soprattutto senza mai esporsi in prima persona, assumendosi di conseguenza le dovute responsabilità!
caro Alessandro,
come ben sai la stima e il rispetto c’è da sempre anche da parte mia.
forse non sono stato chiaro nelle mie poche righe.
io voglio sottolineare il fatto che questo è una data storica in quanto simboleggia la caduta di un totalitarismo.
se poi vogliamo metterci a parlare degli effetti del capitalismo negli ex paesi del blocco sovietico, o in Africa o più in generale del mondo, questo è un altro discorso che in parte condivido visto che anche dall mio punto di vista personale non è oro tutto quel che luccica.
Su questo tema sollevato da te ci si potrebbe anche confrontare su un dibattito pubblico senza problema alcuno.
Scopriresti che saremmo vicini come pensiero, più di quanto credi.
a presto!
Da quando esiste il mondo la storia la scrive chi vince e le ragioni dei vinti contano poco o niente. Fatta questa premessa, vorrei ricordare che questa regola è stata applicata anche dai regimi comunisti dopo le loro rivoluzioni (Russia, Jugoslavia, Albania, Cuba, Cecoslovacchia, ecc.) come da tutti gli altri totalitarismi del mondo. Quindi la morale è una sola i vinti diranno sempre che si stava meglio prima, ma siccome la storia la scrive chi vince ed il comunismo e le sue utopie hanno perso e fallito, di conseguenza anche in questo caso gli sconfitti “SONO UN MALE ASSOLUTO”. Noi e l’Europa intera festeggiamo la sua sconfitta e la vittoria sul comunismo.
Sig. MUNAFO’ mi trovo d’accordo con lei, se i maceratesi vogliono come dicono, che la città abbia un cambiamento, debbono almeno avere il coraggio di esprimere il loro pensiero pubblicamente, impegnandosi anche a sostenere candidati e liste che rappresentano il loro pensiero di città e dissentire quando questo non avviene. Così finalmente da creare quel dibattito, confronto e magari anche scontro degno di una città democratica, moderna e pluralista. Se vogliamo fare una rivoluzione politica e culturale almeno facciamola esprimendo ognuno le nostre idee, smettendola di voler demandare ad altri le nostre responsabilità senza esporci per poi criticarli sempre alle spalle. Altrimenti vuol dire che il “MURO” a Macerata ancora non è stato abbattuto.
Caro Munafò,
Forse le è sfuggito che io, pur non avendo mai avuto incarichi amministrativi ne di altro genere, sono stato spesso sui giornali come responsabile di una forza politica di maggioranza (anche ben prima di voi, anzi spesso ben prima di voi) per denunciare alcune cose che non funzionavano in questa Amministrazione.
E le responsabilità me le sono semrp prese tutte, senza mai cercare abboccamenti preelettorali, cosa che invece ho visto chiaramente capitare nel 2005…
…..Così come vedo chiaramente fare, di questi tempi, da molti che fanno finta di voler essere fuori dai giochi ma che, in realtà, vorrebbero tanto essere dentro…
Quindi mi pare quantomeno poco realistico che, chi siede dal 1997 in Consiglio, non abbia capito che legittimamente le persone si mettono assieme per tutelare dei loro ineressi, per difendere i loro diritti.
Come avevo già scritto: il problema è sapere se questi “gruppi di pressione” (come lo è anche il so Comitato) tutelano interessi in maniera legale o meno.
Se lo fanno in maniera legale a volte su determinati argomenti o scelte può non piacere la cosa (ed a me non fa piacere, soprattutto in fatto di edilizia ed edificabilità) ma è del tutto legittimo.
Scrivere in stampatello equivale a gridare…tanto per la cronaca. Bella l’idea di un confronto pubblico su un tema così importante. Invito tutti a leggere il bellissimo corso monografico dell’anno accademico 1997-98 di storia contemporanea, docente prof.ssa Paola Magnarelli. A dir poco illuminante.
La caduta del comunismo nei paesi dell’Est europeo e la novità di un Papa Straniero come Giovanni Paolo II hanno contribuito in modo determinante all’abbattimento del muro di Barlino. Carissimi giovani la battaglia per l’Europa e il Mediterraneo non è finita,il Muro che divide la Palestina con Israele è un’altra barriera da abbattere al più presto.
Il Muro e caduto, conseguentemente alla crisi economica dei paesi del’Est ed al forte vento di cambiamento portato da Michail Gorbačëv, poichè il Paese Guida (cioè l’URSS) non riusciva più (in molti campi dall’economico al politico, da quello militare a quello sociale) a stare “al passo” con l’Occidente.
Le “spallate precedenti” (Ungheria, Cecoslovacchia) il sistema comunista era riuscito ad assorbirle, anche perchè l’Ovest non si era intromesso nelle questioni interne ai paesi comunisti.
Ma nel 1989 il Mondo era profondamente cambiato, già c’erano i primi germi della globalizzazione, le società sia al’Est che al’Ovest stavano profondamente mutando.
Ma la divisione in blocchi è una conseguenza della II Guerra Mondiale, guerra d’aggressione della Germania nazista e anche guerra di “rivincita” dopo il disastroso trattato di Versailles (oltre che guerra di espansone, verso est, per dare terra al popolo tedesco sottomentendo gli altri popoli).
Ma per capire come si è arrivati allo smembramento dela Germania bisogna capire come sia stato possibile che Hitler prese il potere (ricordiamo che, rispetto al fascismo o ai regimi clerico/reazionari spagnolo, portoghese o greco, l’ascesa nazista fu per “via elettorale”), in quale contesto, attraverso quali condizionamenti delle masse.
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Per avere un quadro di riferimento consiglierei pertanto la lettura de:
– “La Repubblica di Weimar – La Germania dal 1918 al 1933” di Schulze Hagen (ed. il Mulino)
– “Hammerstein o dell’Ostinazione” di Enzensberger Hans (edizioni Einaudi)
– “La nascita del Terzo Reich” di Evans Richard (edizioni Mondadori)
– “Il Terzo Reich al potere” di Evans Richard (edizione italiana in uscita il 10 dicembre 2009 sempre Mondadori)
Carissimo Cerasi, non ti offendere, ma si sa chi sei: ex socialista sino a ieri e oggi “lavato” in altre formazioni politiche, quindi per favore, con tutto rispetto per i socialisti e le altre forze politiche, non cercare di farmi paternali moraliste. Io e il Gruppo Anna Menghi abbiamo fatto politica attiviva in Città, che può o meno essere apprezzata, ma lo abbiamo fatto con sacrificio personale e senza altri scopi.
Egr. Munafò,
Cosa significa “ex”????
Cosa significa “lavato”?????
Cosa intende?
Che mi sia riciclato, presso un’altra formazione politica?
Se le risulta lo dica chiaramente, senza fare illazioni
x alessandro:
confermo che scrivere in stampatello equivale a gridare..
dove trovo questo saggio di cui parli?
Carissomo Cerasi, non è mia abitudine fare illazioni dico che cose che penso chiaramente e poi i fatti sono fatti punto e basta. Lei era un dirigente socialista e ora fa parte di altri schieramenti, Italia dei Valori forse? Oppure una cosiddetto “Grillino”? Questi sono problemi suoi, ma per favore non mistifichiamo verginità politiche inesistenti. Ritengo a questo punto chiusa la polemica se di polemica si tratta, diciamo pitttosto che molti in questo momento a Macerata cercano verginità e coerenza politica che certo non hanno. Il mio percorso politico, come quello di molti del Comitato Anna Menghi è chiaro, lineare e senza contraddizioni. Questi sono fatti! Se volu discutiamo pure ma di fatti concreti per Macerata e senza moralismi dell’ultima ora.
Egr. Munafò,
Poichè la lingua italiana è piuttosto precisa bisognerebbe forse, prima, meditare su quello che si scrive e non tentare, dopo, goffe correzioni di rotta….
Lei ha detto (cito testualmente) “EX SOCIALISTA SINO A IERI E OGGI “LAVATO” IN ALTRE FORMAZIONI POLITICHE”
Adesso aggiunge, sparando a casaccio, “… E ORA FA PARTE DI ALTRI SCHIERAMENTI”
Però lo dice senza fornire alcuna prova….. Se non sono illazioni queste, cosa sono??
Io non fingo di essere quello che non sono.
Che ero iscritto al PSI a Macerata (e poi allo SDI) lo sapevano pure i sassi….
Che prima di altri (e spesso -anzi quasi sempre- anche prima del Comitato Menghi) ho sollevato delle questioni amministrative (fin dal 1993) è cosa risaputa, visto che con nome e cognome sono più volte finito sui quotidiani locali.
Ma non corrisponde a verità, come afferma lei, che io adesso sia ISCRITTO ALL’IDV (chieda pure a Garufi, se non ci crede)….
Così come non corrisponde a verità che i “grillini” siano una FORMAZIONE POLITICA, visto che alle amministrative sono liste civiche (che caso strano, proprio come il Comitato Anna Menghi!!!) tanto che si chiamano Liste Civiche 5 Stelle.
Liste Civiche 5 Stelle che non cercano “abboccamenti” con altre forze (come sembra che stia accadendo qui a Macerata) ma corrono da sole
Tra l’altro NON MI RISULTA, allo stato attuale, che a Macerata sia prevista alcuna LIsta Civica 5 Stelle.
Quindi perchè fa delle volgari illazioni, non comprovate da alcun fatto???
Sono sempre in attesa di una sua risposta sig. Munafò.
Non faccia come sui post dela Massoneria, in cui dice cose non vere e poi perchè il post non è più in primo piano fa finta di nulla…