Da Gianni Menghi, coordinatore comunale Pdl Macerata, riceviamo e pubblichiamo.
“La campagna elettorale ci ha un po’ distolti da un fatto di rilievo: il patrocinio di Comune e Provincia di Macerata (con relativo contributo complessivo di qualche migliaia di euro) alla rassegna “L’altro sguardo – Il cinema dei diritti”, svoltasi il 5 e 6 giugno al cinema Italia a cura dell’Associazione Nuovo Cinema e del Gay-Lesbian-Bisex-Trans Film Festival di Torino, festival che per l’edizione di quest’anno ha scelto un sobrio titolo: “Da Sodoma a Hollywood”.
Ho sempre seguito con attenzione le battaglie civili e libertarie del mondo omosessuale e non solo di quello. Ma si possono impegnare delle istituzioni elette dal popolo su terreni così delicati senza un confronto aperto e un dibattito pubblico? E perché non lasciare questi eventi alla autonomia di chi li organizza?
Un comunicato del comune illustrava i film “sulla tematica dell’omosessualità”, definita “condizione ancora non del tutto accettata specie in certi ambienti e non pienamente tutelata nei suoi diritti, almeno in alcuni Paesi fra cui purtroppo figura anche il nostro”; e annunciava una proiezione gratuita per le scuole del film Dorian blues. Aver previsto, almeno teoricamente, il coinvolgimento delle scuole conferma che la scelta del patrocinio è stata consapevole, un atto politico e culturale, con finalità quasi pedagogiche. Si sponsorizzano dunque una certa cultura gay e la tesi che l’omosessualità possa essere solo “accettata” e che da essa discendano dei “diritti” specifici da tutelare. Un film parla di una coppia gay con due figli adottivi; un altro di una coppia lesbica che vuole un figlio con l’inseminazione artificiale…
Un conto è difendere la libertà di poter vivere individualmente e socialmente l’omosessualità; altro
conto è promuovere l’idea che nella sessualità non esistano riferimenti e che in fondo l’unico principio sia assecondare. In tempi di emergenza educativa gli enti locali dovrebbero pensare meglio a quello che fanno e ai messaggi che trasmettono. Per ciò che riguarda il comune, la relativa delibera di giunta del 27 maggio scorso è stata assunta all’unanimità, presenti il sindaco Meschini e gli assessori Carosi (che relazionava in merito), Marconi, Compagnucci, Delle Fave, Di Geronimo, Di Pietro e Lattanzi”.
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Non condivido il fatto che l’omosessualità sia il centro dell’attenzione, ma è un dato di fatto che in quanto tale va rispettato, non mi resta che augurarmi che la nuova amministrazione di centro destra della provincia non persegua obiettivi scontati di basso cabotaggio come è il suo aurticolo sign Gianni Menghi che politicamente parlando, éspressione della più bieca ottusità
Personalmente trovo un pò fuori luogo le manifestazioni di “orgoglio” omosessuale, non tanto perchè non siano liberi di manifestare la loro sessualità ma quanto perchè troppo spesso queste manifestazioni rischiano sempre di trasformarsi in un “carnevale”, facendo passare in secondo piano tutte le problematiche relative.
Di terreni “delicati” ce ne sarebbero molti altri da dibattere pubblicamente, a partire dall’esenzone ICI (per diversi, anzi tanti, milioni di euro annui) per le proprietà ecclesiali… Senza parlare di tutte le altre agevolazioni che uno Stato LAICO (ma lo siamo ancora o lo siamo mai stati??) concede ala Chiesa Cattolica Apostolica Romana che, da quanto mi risulta, non è nemmeno (grazie a Dio!) più religione di Stato.
A Gianfranco Cerasi – finché sarà diffusa una mentalità omofobica e illiberale, quel che dici “carnevale” e “orgoglio” omosessuale si manifesterà anche come reazione vitale e gioiosa. Io non condivido piuttosto il paternalismo e l’invadenza delle istituzioni , tanto più quando si immischiano di sesso e dintorni. Su Stato e Chiesa, sono da sempre per il sistema della separazione e il superamento del Concordato, a tutela soprattutto, e non è un paradosso, della libertas ecclesiae…
Ma la mentalità omofobica e illiberale è stato sempre patrimonio della Chiesa.
E poi come si farebbe a superare il concordato, la Chiesa (come struttura): poi gli toccherebbe rimettersi in gioco e avere molti meno denari (e influenza) in casa/cassa