Neanche il vento gelido e la minaccia di neve hanno impedito ad un folto numero di spettatori di raggiungere il teatro della Filarmonica di Macerata per assistere ad una serata di Audizioni davvero ricca di differenti stili e sonorità. In aumento anche il numero degli spettatori della web tv di Musicultura, che in queste ultime sere ha trasmesso non solo su www.musicultura.it ma anche su festival.blogosfere.it vedendo la partecipazione nella chat della blogger Alessandra Carnevali, ospite della diretta web fino a giovedì 12 febbraio.
Ecco le proposte musicali per la sera di mercoledì 11 febbraio: Serena Abrami (Civitanova Marche – Mc), Naif (Quart – Ao), Gianluca Rebuzzi (Bologna), Paolo Simoni (Comacchio – Fe), Superlowed (Somma Vesuviana – Na).
GLI ARTISTI
Dopo sei giorni di audizioni “no stop”, si fa sempre più difficile per la giuria scegliere i 16 finalisti che proseguiranno la gara. Giuria che ieri sera ha accolto l’avvocato Leopoldo Lombardi, esperto in diritto d’autore e amico di Musicultura, venuto da Roma a seguire la serata di Audizioni Live.
Il primo ad esibirsi è stato Gianluca Rebuzzi (Bologna, Taranto), per la terza volta a Musicultura. Il bolognese ha esordito con una canzone ironica e, con una finta corona in testa, ha offerto al pubblico il suo nuovo biglietto da visita, più allegro e maturo rispetto al passato. Gianluca ha continuato con altri due brani, “Mi lamento” e “Nessuna storia”, ricchi di influenze tipiche del folklore del sud, ereditato probabilmente dalle sue origini pugliesi.
In merito al suo cambiamento, riscontrato anche dalla giuria tecnica, ha risposto: “Rispetto agli anni passati ho avuto la fortuna di incontrare musicisti molto bravi, con cui mi sento a mio agio e che mi hanno permesso di esibirmi più spesso dal vivo”.
Poi è stata la volta di Naif (Quart – Ao) che ha dato vita ad una esibizione molto scenografica, complici la sua fisicità, davvero accattivante, la sua poliedricità nell’utilizzo di diversi strumenti e un controllo perfetto della voce. Christine Hèrin, questo il suo vero nome, ha raccontato di aver iniziato a suonare musica sul suo balcone di casa, con l’ausilio di una chitarra di plastica a tre corde. Dopo aver studiato la storia degli autori italiani, ha iniziato a cimentarsi con la scrittura di testi fino ad esibirsi dal vivo, proponendo esclusivamente il suo repertorio. La giuria le ha fatto notare che nelle sue esibizioni si ha l’impressione che la parte coreografica sia più curata della stesura dei testi e lei ha spiegato: “In realtà, quando scrivo i testi, cerco sempre la semplicità, quella semplicità che possa arrivare al pubblico in modo più diretto”.
Artista a tutto tondo che dal vivo dà il meglio di sé, facendo del palco e della improvvisazione la sua vera vocazione, la valdostana a fine serata si è aggiudicata il premio Sisme per la migliore interpretazione, consegnato sul palco dal Presidente della Provincia di Macerata Giulio Silenzi.
Con Paolo Simoni (Comacchio – Fe) l’attenzione del pubblico è stata proiettata su testi di grande spessore intellettuale. Il ferrarese, dopo un pezzo inedito riservato appositamente per le Audizioni di Musicultura, ha proposto un brano “Vade retro”, ispirato al VII canto dell’Inferno dantesco, che descrive la volontà da parte di un uomo di voler scappare da un mondo fatto di ipocrisia e falsi miti. Paolo ha confessato di voler portare avanti nel suo percorso artistico la tradizione della canzone italiana sempre a partire da un atteggiamento di “dotta ignoranza”, il solo che gli permetta di chiarire gli eventuali punti oscuri del suo essere, con l’accompagnato di una vena ironica. Il suo gusto per il fraseggio e per la ricercatezza delle parole ha indotto la giuria ad associare l’esibizione di Paolo alle scenografie dei registi romagnoli, da Roberto Roversi a Federico Fellini.
Quarta la marchigiana Serena Abrami (Civitanova Marche – Mc), che sullo sfondo di arrangiamenti musicali raffinati, ha proposto dei pezzi evocativi, impreziositi da una vero e proprio virtuosismo espressivo. Pezzi che racchiudono, a detta della cantautrice, le sue esperienze di vita e artistiche. La civitanovese compone da sempre le melodie delle sue canzoni, ma da qualche tempo si cimenta anche con la scrittura dei testi, in collaborazione con l’eccellente pianista Mauro Rosati. Serena ha spiegato a tutta la giuria di aver esordito artisticamente come interprete di testi altrui e di aver sentito con il tempo l’esigenza di scrivere, per trasmettere sensazioni ed emozioni che fossero sue.
Ultimo in ordine di esibizione il gruppo Superlowed (Somma Vesuviana), che con una sorta di effetto di straniamento, ha trasportato il pubblico in un spettacolo-cabaret dell’assurdo, travolgente, che ha lasciato tutti senza fiato. Pop elettronico, coreografie inusuali, virtuosismi canori ed espressivi sono stati gli ingredienti di una performance ricercata, frutto anche di tanto divertimento da parte dei componenti del gruppo: cerebralismi inconsueti ed efficaci che nascono in modo spontaneo e che riescono ad avere una notevole presa sugli spettatori. Superlowed significa “compresso” e fa riferimento al loro continuo dover asciugare e ridurre la valanga di idee che riescono ad elaborare. La giuria, che si è complimentata per l’originalità della loro proposta musicale, paragonandoli agli Yellow, gruppo svizzero, degli anni ’80.
A fine serata il Premio Sisme, un microfono Shure Sm58, per la migliore interpretazione, è andato alla scenografica esibizione della valdostana Naif. A consegnarle il premio il presidente della Provincia di Macerata, Giulio Silenzi.
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