L’aula che si fa troppo stretta per tutti i partecipanti accorsi, voci di studenti e docenti che si uniscono nel comune interesse di proteggere l’istruzione e l’Università in particolare come bene pubblico, la volontà di superare ogni divisione politica per lottare insieme in favore di ideali che trascendono ogni schieramento: quella che si è tenuta oggi a Scienze Politiche non è una semplice assemblea, ma la dimostrazione del fatto che la partecipazione studentesca che sembrava assopita, è più viva che mai.
Non solo Roma, non solo la Sapienza. Anche gli studenti maceratesi sono pronti a scendere in campo contro una riforma dell’Università che lascia poco spazio ai sogni ed alle aspettative di Universitari e precari del mondo della scuola.
L’assemblea è stata organizzata dai rappresentanti degli studenti al Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche, nell’ottica di informare e di difendere i diritti di chi studia nella misura in cui questi sono messi in discussione da decisioni prese dall’alto. L’iniziativa ha avuto seguito non solo a Scienze Politiche, ma in tutte le altre Facoltà: hanno partecipato e preso la parola anche studenti di Giurisprudenza, Scienze della Formazione, Scienze della Comunicazione, Economia e Lettere e Filosofia.
L’assemblea si apre con l’introduzione e la dichiarazione di intenti di Daniele Principi, uno degli organizzatori nonché membro del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche e del Consiglio degli Studenti. Dopo una breve lettura degli articoli messi in discussione sono partiti gli interventi, sorprendentemente numerosi e inattesi. Hanno parlato studenti, ricercatori e docenti. Particolarmente significativi gli interventi del Preside Francesco Adornato, che ha definito l’iniziativa come una “palestra in cui si impara a fare democrazia” sottolineando la compresenza di rappresentanti e simpatizzanti di gruppi politici diversi e la loro comune intenzione di mantenere la conversazione fuori dai binari dell’opposizione, e quello del vice sindaco Lorenzo Marconi, che si è soffermato sullo stretto legame che esiste tra Università e territorio e sul fatto che settori come l’istruzione e la sanità non debbano essere messi in discussione dai tagli previsti in risposta alla situazione di crisi che attanaglia l’Italia e il mondo intero.
Il Consiglio di Facoltà a Scienze Politiche ha approvato nella sua ultima riunione una mozione che proponeva la sospensione della didattica non solo per oggi, ma anche per il 29 ottobre, al fine di consentire a studenti ma anche a docenti, di partecipare alle assemblee e alle proposte di incontro organizzate in reazione alla riforma. La mozione verrà portata anche al Senato Accademico confermando ancora di più l’impegno della Facoltà nel favorire questo tipo di iniziative. Il Preside Francesco Adornato (nella foto) commenta con noi l’assemblea appena conclusa:
Con che spirito l’Università di Scienze Politiche ha ospitato questa iniziativa?
“Al Consiglio di Facoltà, che ha approvato la mozione che propone l’interruzione della didattica per il giorno 29 ottobre, è sembrato che alcune misure prese nei riguardi dell’Università creino molto disagio, blocchino e vincolino l’Università nel suo funzionamento più efficace. È stato quindi ritenuto opportuno avviare un incontro sui contenuti privo di qualsiasi motivazione ideologica, politica o di parte”.
Come commenta la grandissima partecipazione di studenti e docenti che si è avuta oggi?
“A me che sono un signore di una certa età è sembrato a dir poco sorprendente, non mi aspettavo una partecipazione così attiva e attenta dall’inizio alla fine. È il segno di un disagio più sotterraneo, profondo e autentico comune agli studenti proprio sul fatto di essere tali dentro l’Università oggi”.
I telegiornali ci danno notizia di moltissime manifestazioni di protesta nei vari atenei: gli studenti possono ottenere effettivi riscontri sui centri di potere?
“A questo è difficile rispondere visto che al Parlamento risponde un Governo che ha un’ampissima maggioranza al suo interno. Penso tuttavia che queste problematiche non vadano affrontate a costi di maggioranza perché riguardano un valore costituzionale importante e decisivo per ognuno di noi nel sistema-paese, ovvero il bene pubblico delle istituzioni universitarie. Io spero che il governo decida di riaffrontare la riforma dell’Università, per l’ennesima volta come il Ministro Gelmini ha dichiarato, avviando un altro confronto nel paese con la Conferenza dei Rettori e il Consiglio Universitario Nazionale degli Studenti. Penso non giovi a nessuno, soprattutto all’Italia, con una decisione così difficile e lacerante per il tessuto sociale e per l’evoluzione individuale e familiare, creare uno scontro su questo terreno così sensibile per i giovani e importante per il futuro dell’Italia.”
Nel suo intervento ha parlato di questi incontro come di “una palestra in cui si impara la democrazia”,
qual è il suo bilancio a questo proposito?
“Ho usato questa espressione in maniera molto convinta, sicuro come sono del fatto che non ci sia più necessità e ragione di fronte a questi problemi e a questo bene pubblico costituzionale, di dividersi, né praticamente né ideologicamente. Io penso che l’Università e in particolare la nostra Facoltà di Scienze Politiche debba offrire agli studenti tutte le esperienze nelle quali si possa crescere e ci si possa educare alla democrazia. Con questo intendo ascoltare gli altri, confrontarsi con gli altri e trovare delle soluzioni che siano la sintesi delle idee rappresentate. Io sono rimasto positivamente colpito del risultato finale. Ci sono stati interventi di studenti di diverso orientamento politico e con diverse esperienze personali, credo che fondamentalmente sia stata vissuta con uno spirito democratico che ci fa ben sperare per la crescita di questa futura classe dirigente che noi dovremmo formare verso la guida del paese”.
Soddisfattissimi gli organizzatori che commentano positivamente il risultato di questo incontro. Ecco il bilancio di Daniele Principi, che ha svolto non solo il ruolo di organizzatore ma anche di mediatore e di relatore nella prima parte del dibattito:
“Sono quattro anni che frequento l’Università e non ho mai visto una partecipazione ad un’assemblea studentesca così grande e sentita. Mi sento di dire che a mio avviso c’è stata democrazia perché tutti hanno potuto esprimere le loro opinioni senza incontrare nessun problema. Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto visto anche che per la prima volta si riesce a creare un movimento condiviso senza divisioni politiche. Siamo partiti da Scienze Politiche, il prossimo passo sarà quello di riuscire a promuovere altre assemblee di Facoltà per raggiungere più studenti possibili. Una volta compattato il fronte e raggiunta una sintesi di tutte le posizioni, il nostro obbiettivo è quello di organizzare qualcosa di più sostanzioso e muoverci a livello di ateneo.”
Non finisce qui, infatti. Per i prossimi giorni si prospettano numerose iniziative sulla scia di quella riuscitissima di oggi. La speranza è che si mantenga lo spirito di unione e collaborazione che si è riscontrato oggi e che sicuramente sarà un precedente a cui tutti i futuri incontri saranno ispirati.
(Tutte le foto in Galleria).
Beatrice Cammertoni
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Di seguito il comunicato che ci è appena arrivato da Michele De Simone, coordinatore regionale di Azione Giovani:
“Non è nostro interesse schierarci in una difesa aprioristica del Ministro Gelmini, è comunque nostro dovere svelare la strumentalizzazione di queste proteste e le falsità che girano in questi giorni sulla legge 133: non aumenteranno le tasse e non verranno privatizzate le Università. La possibilità di trasformare le Università in fondazioni (possibilità non obbligo) prevede che restino comunque i fondi pubblici, il controllo dello Stato sui regolamenti e gli statuti. Sappiamo benissimo però che i problemi che affliggono l’Università sono ben altri: sprechi, clientele, concorsi truccati, corsi universitari che si moltiplicano, professori assenti, il mercato nero degli affitti studenteschi, bilanci con voragini, carriere per cooptazione, inefficienze e baronie. Da anni contestiamo questo sistema accademico, contro cui ogni manifestazione è sacrosanta. Nelle prossime giornate Azione Universitaria lancerà una mobilitazione nazionale, a cui aderirà anche il nucleo di Macerata, libera dalle influenze sia dei professori che dei partiti politici. Attaccheremo la casta universitaria che soffoca lo sviluppo dei nostri atenei e se il Governo non interverrà con coraggio e determinazione per rivoluzionare l’Università, manifesteremo anche contro il Governo che noi stessi abbiamo voluto e votato. Ma non possiamo tollerare il tentativo di strumentalizzazione politica messa in atto da qualcuno, la presenza “politica” in Assemblea del vice sindaco di Macerata ne è la prova. Difendere il diritto allo studio significa partire dai problemi reali degli studenti: alloggi, affitti, mancanza di centri di aggregazione, mancanza di strutture sportive per gli studenti, inefficienze dell’Ersu (che ha sospeso il servizio sanitario per gli studenti fuori sede), un sistema “Baronale” che vuole mantenere lo status quo, un sistema universitario che non dialoga con il mondo del lavoro e sforna precari, stagisti e disoccupati”.
Devo per forza rispondere alle dichiarazioni del coordinatore regionale di AG.
Non esiste nessuna strumentalzzazione, esiste solo un movimento di protesta senza caratterizzazione politica volto all’abrogazione degli articoli 16 e 66 della legge 133 che chiunque può consultare in rete.
I tagli che questa comporta toccano il miliardo e mezzo di euro in 5 anni (i numeri non si possono contestare) e questo porta in essere che la “possibilità” di trasformarsi in fondazioni diventi una vera e propria “costrizione”, alla quale l’altenativa sarebbe chiudere intere facoltà per far quadrare i bilanci.
Noi siamo contro questa legge e ne chiediamo l’abrogazione, ma questo non impedisce agli amici di AU, se gli studenti li seguiranno, di organizzare altre forme di mobilitazione magari anche a favore della legge 133, siamo in un Paese democratico, e di certo caro Michele noi non vi manderemo la polizia.
P.s. Inviterei inoltre Michele ad andare all’Ersu, così potrà farsi spiegare dalla gentilissima signora delle informazioni, la quale lo informerà del fatto che il servizio sanitario è tuttora presente e funzionante. E’ stato solo chiuso quel piccolo poliambulatorio ed è stata stipulata una convenzione con il Servizio sanitario regionale che prevede, come d’altronde dovrebbe essere, la possibilità per gli universitari fuori sede di utilizzare le strutture ospedaliere di Macerata gratuitamente (sarà la regione di provenienza dello studente a compensare le spese mediche).
Occasione diversa, stesso risultato inatteso. L’assemblea prevista oggi per le 18 all’aula 5 di Giurisprudenza ha avuto un’affluenza maggiore del previsto e per questo gli organizzatori hanno allestito il più spazioso atrio della Facoltà di Scienze della Comunicazione in via Don Minzoni per accogliere gli studenti.
Molti anche oggi gli interventi. Durante l’incontro si è parlato non solo della legge 133 e di ciò che di essa delude, ma anche di quello che gli studenti vorrebbero dall’Università oggi e che secondo loro è messo in crisi dallo stesso provvedimento.
Nelle parole dei promotori dell’iniziative gli intenti di mantenere l’unità verso una manifestazione civile ma ferma, in cui ancora una volta a farla da padrone siano democrazia e pluralismo. La difesa della cultura e del diritto allo studio, secondo quanto da loro espresso, sono valori condivisi che trascendono le logiche di partito.
Quello di mantenere unite le parti è un obbiettivo a mio avviso estremamente importante, il nostro è un paese in cui le fratture ideologiche e le opposizioni politiche hanno reso il dibattito pubblico incentrato solo sul “noi” e sul “voi” e lontano dalle vere esigenze della gente. L’Università è il luogo dell’incontro e del confronto per eccellenza, non va trascurata l’importanza del dialogo tra gli schieramenti politici e tra le varie identità. Speriamo che le nostre aspettative non vengano deluse.
Anche le foto di ieri sono state aggiunte in galleria.
Di seguito il comunicato arrivato da Glomeda Comunicazione.
Più di 500 tra studenti, ricercatori, docenti e lavoratori precari erano presenti giovedì 23 ottobre all’assemblea generale dell’ateneo maceratese contro la legge 133 e il dl Gelmini.
L’assemblea prevista all’aula 5 di Giurisprudenza, per l’enorme partecipazione, si è trasformata in un primo momento di grande mobilitazione occupando l’atrio di Scienze della Comunicazione al grido: “Non paghiamo noi la vostra crisi!” e “Ribellarsi è giusto, noi non abbiamo paura”.
Una risposta determinata alle farneticanti dichiarazioni del presidente del Consiglio Berlusconi e del ministro Gelmini.
Presenti anche gli studenti delle scuole superiori in agitazione, a testimoniare lo straordinario movimento che coinvolge trasversalmente persone di ogni età nell’opporsi alla legge 133 e nell’immaginare e costruire un’altra università, un’altra scuola possibile.
L’assemblea ha sancito l’inizio di una mobilitazione permanente anche a Macerata individuando come primo obiettivo comune che Rettore ed Senato Accademico assumano una posizione ufficiale contro la legge 133, accogliendo le richieste avanzate giovedì dalla straordinaria assemblea di ateneo e presentate oggi con un documento ufficiale.
In sintesi, l’istituzione universitaria è chiamata a esprimersi chiaramente:
1 – per l’abrogazione degli articoli della legge 133 riguardanti la ricerca e la formazione;
2 – contro ogni conseguente ipotesi di aumento delle tasse;
3 – per generalizzare il blocco della didattica a partire dai provvedimenti già assunti dalle Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza per la giornata di mercoledì 29 ottobre;
4 – per garantire lo svolgimento in ogni facoltà di assemblee informative sui temi della riforma; stimolare e promuovere percorsi di auto-formazione riconosciuti da crediti formativi per la costruzione di un’altra università possibile basata sull’autonomia e la libertà della ricerca e della formazione.
La discussione sul documento dell’assemblea sarà all’ordine del giorno della convocazione del Senato Accademico di martedì 28 ottobre alle 15: una giornata di mobilitazione di fronte al rettorato per sostenere con determinazione le richieste avanzate. In base alle decisioni dell’Ateneo i partecipanti al sit-in decideranno insieme le prossime iniziative.
L’assemblea ha anche raccolto e rilanciato l’appello “L’onda anomala non si fermerà” delle facoltà occupate della Sapienza di Roma per costruire dal basso le due giornate di mobilitazione nazionale: quella del 7 novembre con manifestazioni dislocate in tutte le città e la grande manifestazione nazionale del mondo della formazione, dall’università alla scuola, a Roma per venerdì 14 novembre.
L’assemblea degli studenti e precari – Unimc
Glomeda Comunicazione
http://www.glomeda.org
Caro Daniele,
Solo qualche breve puntualizzazione.
1. Azione Universitaria di Macerata non parteciperà aprioristicamente ad alcuna mobilitazione pro-Gelmini, come ho avuto modo di dire in occasione dell’Assembela di Scienze Politiche.
2. Il ministro Giorgia Meloni e il presidente Nazionale di Azione Universitaria Giovanni Donzelli hanno prontamente criticato le prime dichiarazioni di Berlusconi circa l’utilizzo delle forze dell’ordine. Gradirei che magari nelle assemblee anche la voce, o le voci contrari possano essere ascoltate senza preconcetti.
3. Il vice sindaco di Macerata non mi risulta essere studente universitario per cui la sua presenza e il suo intervento sono e restano presenza e intervento politico.
4.I problemi dell’università italiana non dipendono dalla Gelmini e forse nemmeno dai minsitri precedenti. Va di moda prendersela sempre con i politici ma chi gestisce il potere accademico negli ultimi venti anni ha dato forma ad una gestione scandalosa dei finanziamenti e a forme eccessive di nepotismo. Per cui se loro protestano permetti che non mi fido di questa protesta?
Potrei andare avanti ma non lo faccio….
Tralascio poi i commenti e gli atteggiamenti dei cuccioli di pantera.
Con stima.
Michele_
Giusto per rendere più seria la discussione riporto Ansa relativa ad incontro di Azione Universitaria con il Ministro Gelmini.
Roma, 24 ott. – (Adnkronos) – ‘E stata un’ora di confronto leale ma serrato col Ministro Gelmini che si e’ dimostrata disponibile ad ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre proposte per migliorare il futuro dell’Universita’ e degli studenti. Adesso vedremo i fatti’. Lo afferma la delegazione di Azione Universitaria al termine dell’incontro durato circa un’ora col Ministro Gelmini nella giornata di audizioni delle rappresentanze studentesche.La delegazione guidata dal presidente Giovanni Donzelli era composta anche dai due vicepresidenti Vittorio Pesato e Simone Pelosi e dal capogruppo al Cnsu Andrea Volpi
‘Sulla tanto paventata trasformazione in fondazioni – continuano i dirigenti del movimento universitario di centrodestra – abbiamo espresso le nostre osservazioni volte principalmente a scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento delle tasse universitarie e delegittimazione del ruolo delle rappresentanze studentesche e a preservare l’elettivita’ del senato accademico’.
‘Con la premessa della strumentalita’ e faziosita’ delle proteste utili piu’ ai baroni che agli studenti – proseguono – abbiamo altresi’ preteso dal Ministro l’impegno a mantenere le promesse che avevamo ricevuto in campagna elettorale circa il ribaltamento della concezione del 68 e la rivoluzione del merito che si esplica solamente con il ridimensionamento del potere delle caste baronali, la fine della logica della cooptazione clientelare laddove non addirittura familiare, uno stop ai corsi di studio ed alle sedi inutili, un taglio deciso agli sprechi ed alla malagestione dei fondi e un serio piano per la costruzione di strutture e residenze per gli studenti fuorisede’.
‘Affinche’ la voce degli studenti sia parte integrante del processo di riforma – concludono Donzelli e Volpi – abbiamo inoltre chiesto, ottenendo buone disponibilita’, di partecipare alla stesura del regolamento che normera’ la possibilita’ di trasformazione in Fondazioni ed alla vera riforma dell’Universita’ visto che quanto attualmente oggetto di protesta sono solo 4 articoli della manovra economica e non un vero progetto di ammodernamento del mondo accademico’.
Caro dott. De Simone, ci sono una serie di cose che mi sarebbe piaciuto spiegarti, se anziché continuare a ribadire che tra i tanti lavoratori precari dell’università di Macerata c’è il figlio dell’ex rettore, mi avresti fatto parlare e ti avrei spiegato tranquillamente, come ho sempre fatto da dove nasce il mio dissenso.
Commetti innanzitutto un grave errore, dal momento che ricordi bene la particolare occasione nella quale ci siamo conosciuti, nel continuare a ribadire che le battaglie sull’ersu le conducete soltanto voi, nell’appigliarti alla faccenda (chiusa, defunta) del poliambulatorio, tanto ormai è noto a tutti il tuo/vostro astio nei confronti del commissario Natali, perché esponente del PD.
Forse non sai che le graduatorie definitive per le borse di studio (grazie al commissariamento) quest’anno sono state pubblicate con un mese d’anticipo rispetto allo scorso, quando il CdA era bloccato non solo dall’assenza del rappresentante degli studenti, ma anche dei politici a te vicini.
Parliamo di riforma e ti spiego la verità sul turnover: l’ingiustizia, l’errore è duplice.
Innanzitutto, l’Italia attualmente è tra gli stati avanzati quello che ha il maggior numero di studenti per docente (circa 20), quindi non vedo l’utilità di averne ancora di meno. Ricordati che il ruolo dei ricercatori non è fare lezioni frontali, ma è un po’ più complesso.
Secondo: forse non lo sai, ma se una cattedra è ritenuta necessaria ed il docente di quella cattedra va in pensione, la cattedra non decade, ma viene affidata ad un altro docente collaterale, il cui insegnamento abbia una minima affinità. Ti faccio un esempio concreto: presto una docente di psicologia sociale e della formazione del nostro ateneo andrà in pensione e la sua cattedra dovrebbe esser presa in consegna dalla docente di psicologia cognitiva e della comunicazione, che capisci bene (spero!) che poco c’entra con l’insegnamento di cui sopra.
Per quel che riguarda le fondazioni, ti rimando alla normativa.
Dice la legge 133/2008 all’art. 16, commi 1 e 2:
In attuazione dell’articolo 33 della Costituzione, nel rispetto delle leggi vigenti e dell’autonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria, le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato. […] Le fondazioni universitarie subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi e nella titolarità del patrimonio dell’Università. Al fondo di dotazione delle fondazioni universitarie e’ trasferita, con decreto dell’Agenzia del demanio, la proprietà dei beni immobili già in uso alle Università trasformate.
Dici te: Nessuno vuole privatizzare l’università.
La fondazione privata (lo sai meglio di me) è un ente che è dotato di una propria organizzazione e di propri organi di governo; usa le proprie risorse finanziarie per scopi culturali, educativi, religiosi, sociali, scientifici o altri scopi di utilità pubblicao da più persone giuridiche.
Quindi, se le univerità diventassero fondazioni di diritto privato, così come previsto dalla riforma Gelmini, utilizzerebbero esclusivamente le proprie risorse finanziarie per perseguire il loro scopo, ergo aumenterebbero le tasse.
Chiudo con il comma 3 dell’art. 33 della Costituzione:
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
Il terzo comma dell’art. 16 della legge 133/2008 dice invece:
Gli atti di trasformazione (in fondazione di diritto privato) e di trasferimento degli immobili e tutte le operazioni ad essi connesse sono esenti da imposte e tasse.
Qualcuno vuole la parafrasi?
Ciao a tutti… perdonate l’ignoranza ma c’è una piccola cosa che non mi è proprio chiara: potrei capire come si conciliano le affermazioni del tipo -a mio avviso molto cinematografiche e di impatto, ma forse un pò prive di contenuto- “l’incontro di oggi è paragonabile ad una palestra in cui si impara la democrazia”….” Io penso che l’Università e in particolare la nostra Facoltà di Scienze Politiche debba offrire agli studenti tutte le esperienze nelle quali si possa crescere e ci si possa educare alla democrazia. Con questo intendo ascoltare gli altri, confrontarsi con gli altri e trovare delle soluzioni che siano la sintesi delle idee rappresentate”…e così via, dicevo come possono sostenersi affermazioni di questo tipo ed, al tempo stesso, elogiare il fatto che al consiglio di facoltà sia stata approvata una mozione che propone l’interruzione della didattica per il giorno 29 ottobre?
So bene che si tratta di una mozione, ma in linea di principio è da considerarsi giusto interrompere le lezioni sulla base di motivazioni di carattere puramente politico e, quindi di natura personale, che provengono dai membri del consiglio??
Come la mettiamo con il diritto allo studio degli studenti che, come me, quel giorno vorrebbero svolgere regolarmente lezione perché sono pienamente concordi con le misure adottate dal governo? La democrazia? Il confronto? Il rispetto delle opinioni altrui? Saranno andate a farsi benedire o magari si tratta dei frutti leggermente incoerenti di questa strana alleanza tra professori e studenti che ci vogliono pure spacciare priva di colore politico…chissà allora che ci faceva il vicesindaco di macerata, il quale se non sbaglio fa parte di un’amministrazione di…? centro-sinistra forse?!
Concordo pienamente con quanto letto nell’intervento precedente. C’è in giro una strana idea di democrazia che sta purtroppo mettendo a repentaglio il diritto allo studio che la stragranda maggioranza degli studenti(l’80% secondo un sondaggio) vuole garantire.
Non riesco a capire le motivazioni reali della protesta e se ci fossero delle proposte concrete di cambiamento le capirei pure. Al momento mi sembra solo un polverone creato ad arte da chi vuole screditare una parte politica, quindi è puramente una protesta politica.
L’ignorante… non dovrei nemmeno risponderti visto che non hai avuto il coraggio di firmarti, ma siccome ho capito chi sei dal tuo “modo” di scrivere mi sono deciso a farlo.
Vorrei rispondere una volta per tutte sul vice-sindaco.. L’assemblea era aperta, hanno parlato tutti quelli che hanno chiesto di farlo, penso che Michele possa tranquillamente confermarlo, e quindi ha parlato il vice-sindaco che ha chiesto di portare la solidarietà dell’Amministrazione comunale (dopotutto a Macerata l’Università significa mezza città), ed associarlo ad una strumentalizzazione politica è da pazzi, ribadisco la mancanza di colore politico della protesta.
Potrei dire che questo è un sito di destra perchè in prima pagina c’è l’intervista a Conti? no, perchè non sono scemo.
Poi vorrei rispondere sulla mozione di sospensione della didattica, essendo membro del CF di Scienze Politiche so di cosa sto parlando.
Prima di tutto è una mozione e non una “imposizione”, quindi serve solo a legittimare il diritto di sciopero di ogni docente. In secondo luogo non è una protesta fine a se stessa ma funzionale allo svolgimento di un momento di riflessione sulla legge 133 tra tutte le componenti del mondo accademico.
So che a qualcuno il dissenso non piace, ma fortunatamente la nostra Costituzione garantisce il diritto di esercitarlo.
Spero di averti chiarito un po’ le idee caro amico, così la prossima volta non dovrai firmarti con un nick così poco dignitoso e finalmente svelerai anche agli altri il tuo vero nome.
A presto,
Daniele
Per Daniele Principi
Non ho scritto che la mozione è un’imposizione anzi, se leggi meglio, ho iniziato la frase dicendo “so bene che si tratta di una mozione”…un momento di riflessione sulla legge 133 lo si realizza non obbligando tutti a non fare lezione violando il diritto allo studio di chi non è daccordo, ma organizzando un’assemblea dove magari ci sia un minimo di CONTRADDITTORIO….altrimenti c’è la dittatura di una minoranza che si vuol far passare per maggioranza…. Cmq volevo anche puntualizzarti che non sono un uomo e, fra l’altro, è anche la prima volta che scrivo qui.
Mi chiamo Jessica, frequento il terzo anno di giurisprudenza e milito in AG; “l’ignorante” era soltanto un nick per ironizzare su certe frasi che per quanto mi riguarda sono mere dichiarazioni di principio e prive di coerenza se poi si guarda ai fatti. Su una cosa hai ragione però: queste proteste strumentali non sono sponsorizzate soltanto da un solo colore politico, infatti ci sono anche quelli di Forza Nuova, La Destra… insomma tutti quelli rimasti fuori dal Parlamento….
Prince, ti sembra il caso di rispondere a chi, invece magari di commentarmi nel merito e smentirmi (dati alla mano), sponsorizza sondaggi sicuramente falsi e tendenziosi?
Mi dite che diamine di disagio vi crea un’assemblea sotto un loggiato di una facoltà? A parte una sensazione di invidia per i numeri e la pacificità dell’evento, intendo… Mi dite che disagio vi crea un giorno di sospensione della didattica, che forse non lo sapete ma lo si definisce così e non sciopero solo per consentire ai precari dell’università (che le leggi Moratti e Maroni hanno privato di ogni diritto) di potervi aderire senza rischiare di restare anzitempo col culo per terra??
Arrivederci Cronache Maceratesi, vorrei esser contestato nel merito su quel che faccio e propongo, non in base a frasi fatte del tipo “i problemi che affliggono l’Università sono ben altri: sprechi, clientele, concorsi truccati, corsi universitari che si moltiplicano, professori assenti, il mercato nero degli affitti studenteschi, bilanci con voragini, carriere per cooptazione, inefficienze e baronie” oppure “abbiamo altresì preteso dal Ministro l’impegno a mantenere le promesse che avevamo ricevuto in campagna elettorale circa il ribaltamento della concezione del 68 e la rivoluzione del merito che si esplica solamente con il ridimensionamento del potere delle caste baronali, la fine della logica della cooptazione clientelare laddove non addirittura familiare, uno stop ai corsi di studio ed alle sedi inutili, un taglio deciso agli sprechi ed alla malagestione dei fondi e un serio piano per la costruzione di strutture e residenze per gli studenti fuorisede”…
Al cucciolo di pantera non dovrei risponder eperchè non scrive il suo nome ma visto che è l’unico “cucciolo di pantera” che mi rivolge la parola uno sforzo lo faccio.
Il merito della riforma non c’è perchè non c’è una riforma.
Sulle fondazioni, ferma restando qualche mia perplessità tra l’altro prontamente sollevata dal Presidente Nazionale di Au nell’incontro di ieri con la Gelmini, ti rispondo citando le parti dell’articolo 16 che omettete nei vostri interventi scritti e orali.
COMMA 4.
“… Non è ammessa in ogni caso la distribuzione di utili, in qualsiasi forma…”
COMMA 9.
“… Resta fermo il sistema di finanziamento pubblico; al tal fine costituisce elemento di valutazione, a fini perequativi, l’entità dei finanziamenti privati di ciascuna fondazione…”
COMMA 10.
“La Vigilanza sulle fondazioni universitarie è esercitata dal Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze…”
COMMA 11.
“La Corte dei Conti esercita il controllo sulle fondazioni…e rifersice annualmente al Parlamento.”
Riguardo al tour over e alle ingiustizie da te sollevate posso dirti:
1. Il rapporto studenti-professori in Italia potrà essere anche tra i più alti tra i paesi sviluppati ma abbiamo un numero di laureati all’anno pari al Cile e un numero di FUORI CORSO spropositato (diciamo anche questo).
2. La sostituzione con cattedra affine mi sembra non sia stata inserita dalla Gelmini oppure è colpevole di quello che è successo negli ultimi 40 anni?
3. I dottorati di ricerca servono per ricerca, concordo con te: fino ad ora i dottorandi cosa hanno fanno? Tengono lezioni al posto dei prof assenteisti, sostengono gli esami e scrivono gli articoli per i libri dei “baronetti”. Bella ricerca davvero. Scusa tutti i dottorandi devono diventare professori universitari? I ricercatori vogliono fare ricerca e non essere più “servi” allora protesto anche io con loro, ma non potete pretendere che tutti i dottorandi diventino professori e continuare a negare che nella maggiorparte dei casi le borse non vengono vinte dai capaci e meritevoli.
Sulle mie frasi fatte continua a considerle così, per me sono cose vere.
Michele_
PER CUCCIOLO DI PANTERA
Noto con piacere che questo tipo ne sa talmente una più del diavolo da sedersi in cattedra ed indicare quali sono i commenti meritevoli di risposta e quali no.
Un’arroganza tipica di chissà quale parte politica…ma lasciamo stare.
Il cucciolo in questione vuole che si entri nel merito delle sue affermazioni.
Va bene.
Ma quali? Quali sono questi dati alla mano di cui tanto chiacchiera?
Già spara una baggianata incredibile quando all’inizio dice “Parliamo di riforma e ti spiego la verità sul turnover: l’ingiustizia, l’errore è duplice”, ti chiedo quale riforma?
Il governo in carica non ha ancora adottato nessuna riforma settoriale nel campo dell’istruzione, ma delle semplici misure preliminari che fra l’altro riguardano la scuola primaria.
Ah già, mi si è accesa la lampadina! Forse si riferisce alla RIFORMA CHE NON C’È, quella per cui vorrebbero interrompere la didattica, quella per cui all’Università di Firenze i ragazzi che volevano studiare hanno trovato i lucchetti alle aule dell’università, quella per cui ieri due agenti di polizia sono rimasti feriti…. insomma la filastrocca è sempre quella: ogni scusa è buona per fare CACIARA!
Passiamo all’altro formidabile dato di cui ci ha messo al corrente l’amico di Mowgli: “l’Italia attualmente è tra gli stati avanzati quello che ha il maggior numero di studenti per docente (circa 20), quindi non vedo l’utilità di averne ancora di meno”.
Innanzitutto chiariamo che per blocco del turn-over non si intende un blocco totale delle assunzioni, ma semplicemente che venga assunto un docente ogni cinque che se ne vanno.
Un provvedimento giustissimo dal momento che la stragrande maggioranza delle risorse del bilancio del Ministero dell’Istruzione servono per PAGARE STIPENDI.
Ci sarà forse un piccolo (ma proprio piccolo eh) problemino di sovrabbondanza di personale???
Un problema di cui è largamente responsabile la CASTA di professori che gestisce i concorsi (e con cui oggi andate tanto a braccetto), se si considera che nell’ultimo decennio ne sono stati banditi per 13232 posti da prof. associato ma i promossi sono stati ben 26000 con il conseguente proliferare di costi.
Mi domando chissà quanti amichetti, parenti ed amanti varie ci avranno infilato e quanti, invece, sono stati promossi sulla base di criteri meritocratici.
Considerato poi quanti professori e baronetti vari ci sono, mi chiedo chissà quanti laureati sforneràl’Italia…. e pure qua ci sta la sorpresina: ne produciamo meno del Cile (e per te panterina che parli di numeri tendenziosi, ti dico, se non ti fidi del ministero, vai a vedere le statistiche dell’Eurostat!!!).
Per quanto riguarda il taglio dei fondi per cui tanto vi stracciate le vesti, la misura adottata dal governo rientra perfettamente nel quadro di contenimento della spesa pubblica secondo cui ogni ministero deve contenere i propri costi, sennò va a finire che ci cacciano a pedate dall’Europa: aggiungo, inoltre che il settore dell’istruzione ha beneficiato del vantaggio per cui la riduzione deve avvenire in tre anni anziché uno solo.
L’aspetto centrale che nelle piazze, tra bandiere dell’arcobaleno e pugni alzati, si dimenticano di affrontare è che I SOLDI CI SONO, MA (come avviene spesso e volentieri nella Pubblica Amministrazione) SONO SPESI MALE!!
Oltre a quanto ho già detto, si basti pensare al fatto che esistono ben 37 corsi di laurea frequentati da un solo studente e più di 300 facoltà non superano i 15 iscritti: un sovrannumero stomachevole di cattedre e corsi che si nutrono come parassiti dei soldi dei contribuenti!
Infine passiamo ad analizzare “il più grave attacco che la scuola pubblica abbia subito da un governo in tutta la storia della Repubblica”, mamma mia leggendo frasi simili viene veramente voglia di emigrare sulla luna… o forse sulla luna ci stanno già quelli che scrivono volantini del genere… comunque la legge 133 prevede anche la possibilità per l’università di trasformarsi in fondazioni!
Dai toni catastrofici utilizzati da pantera & compagni, sembra quasi che le università debbano costituirsi in S.p.A.: “La fondazione privata (lo sai meglio di me) è un ente che è dotato di una propria organizzazione e di propri organi di governo; usa le proprie risorse finanziarie per scopi culturali, educativi, religiosi, sociali, scientifici o altri scopi di utilità pubblicao da più persone giuridiche.
Quindi, se le univerità diventassero fondazioni di diritto privato, così come previsto dalla riforma Gelmini, utilizzerebbero esclusivamente le proprie risorse finanziarie per perseguire il loro scopo, ergo aumenterebbero le tasse”.
Falsità a più non posso: non è vero che le fondazioni dovrebbero utilizzare esclusivamente le proprie risorse, perché nessuno ha detto che non debbano più esserci fondi pubblici.
Semplicemente, in tal modo, l’università sarebbe in grado di raccogliere fondi di altra provenienza e vedrai allora come rettori e baronetti vari, anziché aizzare i ragazzi, si faranno uscire il fumo dal cervello per offrire un servizio migliore!
Questo è quanto personalmente penso, Jessica
Continua la protesta degli studenti maceratesi.
Sono previsti in settimana altri incontri, in particolare lunedì si terranno delle assemblee nelle varie Facoltà (per il momento a Beni Culturali, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Scienze della Comunicazione, Scienze della Formazione e a Scienze Politiche), in vista degli appuntamenti futuri.
In programma un sit-in nel cortile del Rettorato martedì 28, mentre sarà in corso la riunione del Senato Accademico.
Mercoledì 29 è sospesa la didattica a Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche, in occasione dell’assemblea dei ricercatori. Si attende l’esito della riunione del Senato Accademico per sapere se verrà approvata la mozione che fermerebbe le lezioni in tutto l’ateneo.
Non ci fermeremo qua..noi lotteremo nel nostro piccolo per far abrogare i 3 articoli in questione ma non siamo qui a convincere chi non la pensa come noi. Informeremo coloro che ce lo chiederanno e se qualcuno è disposto a darci una mano è asolutamente ben accetto. Continuo personalmente a chiedere di lasciare fuori da questa protesta ogni simbolo politico, è nata dal basso e tale resterà.