Il presidente della Piccola industria e della sezione Agroalimentare di Confindustria Macerata Federico Maccari
«I dazi fino al 107% sulla pasta italiana sono un colpo durissimo per le aziende. Le accuse di una politica commerciale predatoria mosse contro l’industria italiana della pasta sono infondate. Chiediamo al governo e alla commissione europea di attivarsi con una forte azione diplomatica per scongiurare questa misura. Chiediamo l’apertura di un tavolo».
A lanciare l’allarme sui dazi il presidente della Piccola industria e della sezione Agroalimentare di Confindustria Macerata, Federico Maccari. Se confermata, la misura pensata dal governo Trump dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2026.
«Esprimo la più ferma contrarietà alla possibile decisione dell’amministrazione americana di introdurre dazi fino al 107% sulla pasta italiana – prosegue Maccari -. Questa misura rappresenta un colpo durissimo a un settore che ha costruito la sua leadership internazionale su qualità, trasparenza e lealtà. Non solo: mette a rischio un mercato che oggi vale oltre 670 milioni di euro di export e che coinvolge migliaia di piccole e medie imprese del nostro Paese.
Le accuse di “dumping” mosse contro l’industria italiana della pasta sono infondate e prive di fondamento economico. I produttori americani di pasta vendono i loro prodotti alla metà del nostro prezzo e in Italia, a parità di prodotto, i prezzi sono decisamente più bassi. Non possiamo non sottolineare l’atteggiamento paradossale di Paesi che alzano barriere contro il Made in Italy mentre sui propri mercati proliferano da anni prodotti di “Italian sounding”, che sfruttano nomi, colori e simboli italiani senza rispettare alcuno standard di qualità o legame con la nostra tradizione.
Maccari chiede un intervento immediato del governo italiano e della commissione europea: «Devono attivarsi con immediatezza e determinazione, seguendo la linea già espressa dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: serve una forte azione diplomatica e la massima unità delle istituzioni e delle imprese per scongiurare questa misura sproporzionata. Non è solo in gioco il destino delle grandi aziende del settore, ma soprattutto quello di decine di piccole e medie imprese, cuore pulsante della filiera agroalimentare, che rischiano di vedere compromessa la loro capacità di investire, crescere e presidiare i mercati internazionali.
E conclude Maccari: «Il Made in Italy non si può piegare a decisioni arbitrarie e ingiustificate. Chiediamo con forza l’apertura di un tavolo negoziale serio e trasparente. Solo così sarà possibile garantire un futuro equo e competitivo alla nostra pasta, simbolo identitario e patrimonio economico del Paese».
Poco! Adesso ve li tenete per i prossimi 5 ANNI! E vedete sde non lamentarvi!
Quando l' ignoranza la fa da padrona
Ma non siate ridicoli va la...
Li avete riconfermati in regione di cosa ti lagni
Come la melonara dice che tutto va bene l avete votata e ora Ve la tenete guardate la manovra di bilancio gli bovrete dare anche l anima
Basterebbe ridurre l'acquisto di grano estero e consumare il proprio
Talmente ignoranti da colpirsi da soli......andate a chiedere al pagliaccio della lega che si metteva la cravatta rossa per il suo amico americano..... buffoni
Bene così, i dazi non sono un problema.
Luciano Pantanetti anzi qualcuno disse che erano un' opportunità
Aridaje! Stanno lavorando beneeee!
Patrizia Bravi benissimo
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